venerdì 29 marzo 2013

TRA GIUGNO E LUGLIO SUGLI ITALIANI SI ABBATTERA’ UN FLAGELLO DI TASSE

 IMU, IVA, IRPEF E LA NUOVA TARES, DI CUI POCO SI PARLA


Abbattere la pressione fiscale. Un ritornello che abbiamo sentito tutti i giorni durante la campagna elettorale, come ormai da tradizione. Ma che poi nei fatti resterà tale. In Italia abbiamo una pressione fiscale che ha superato mediamente il 40%, con punte di oltre il 50. Il che significa che quasi la metà o più della metà – a seconda della tipologia dei soggetti contribuenti – di ciò che guadagniamo si perde in tasse; con i servizi pubblici lontani parenti di quelli dei Paesi Scandinavi, anch’essi con una pressione fiscale simile alla nostra. Giugno e luglio poi saranno mesi roventi, non tanto per le condizioni meteorologiche, quanto per le tasse che dovremo pagare: l’acconto Imu, il saldo Irpef, l’Iva che aumenterà di un punto (ovvero al 22%, nonostante i consumi siano già in recessione) e la nuova tassa Tares, nuova versione, più sanguinosa, della Tarsu.

QUANTO ANDREMO A PAGARE - I sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno calcolato che, nel giro dei due primi mesi estivi, nelle casse dello Stato potrebbero finire 11,6 miliardi di acconto Imu, 14,4 miliardi di saldo Irpef, 4 miliardi di acconto Tares, la nuova tassa rifiuti che si pagherà in sole due rate (anziché quattro o sei) e 1,8 miliardi derivanti dall'aumento dell'Iva di un punto.
Lo stesso calcolo, su giugno e luglio prossimi, lo ha fatto la Cgia di Mestre relativamente ai lavoratori autonomi e ai piccoli imprenditori che «saranno costretti ad affrontare un vero e proprio "stress test" fiscale e contributivo. Le scadenze, ricordano gli artigiani veneti, saranno numerosissime e riguarderanno i versamenti Inps, la tassa annuale di iscrizione alla Camera di commercio, il pagamento della prima rata dell'Imu e della Tares, oltre all'autoliquidazione Irpef, che prevede il saldo 2012 e l'acconto 2013. Il tutto peserà sulle tasche di questi contribuenti fino a 25.700 euro circa.
Quattro le tipologie simulate dall'Ufficio studi Cgia, a partire dal commerciante che pagherà tra i 4.452 e i 4.676 euro; l'artigiano tra i 6.948 e i 7.206 euro; la società di persone con due soci e quattro dipendenti tra i 17.733 e i 18.409 euro; la società di capitali con due soci e dieci dipendenti tra i 25.401 e i 25.737 euro. Gli scenari considerati sono due: nel primo sono state utilizzate le aliquote medie dell'Imu e delle addizionali Irpef, nonché la maggiorazione della Tares pari allo 0,3 euro al metro quadrato. Nel secondo, invece, si è immaginato uno scenario più pessimistico, ipotizzando che le Regioni e gli Enti locali elevino sino al valore massimo consentito le aliquote dei tributi interessati da questa scadenza e che la maggiorazione della Tares si attesti a 0,4 euro al metro quadrato.

LA NUOVA TARES - Nel 2013 fa il suo ingresso la nuova tassa prevista dal decreto Salva-Italia che sostituirà la Tarsu e la Tia. La Tares interessa chiunque possieda o detenga locali suscettibili di produrre rifiuti, ma peserà in modo particolare sulle famiglie numerose e sulle imprese. Il pagamento delle quattro rate annuali, che doveva iniziare a gennaio 2013, slitta, secondo un emendamento alle legge di stabilità, ad aprile.
La Tares rispetterà due nuovi parametri che ne aggraveranno il peso sulle tasche dei contribuenti. In primis la Tares dovrà coprire il 100% del costo del servizio sostenuto dai comuni, che oggi si ferma in media al 79% con picchi massini che toccano il 91%. A questo si aggiunge il fatto che la Tares dovrà finanziare anche i “servizi indivisibili” forniti dall’ente locale come l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, la polizia locale, le aree verdi. Le risorse necessarie per coprire tali spese verranno dall’aumento di 30-40 centesimi al metro quadro. In sostanza, il corrispettivo per i servizi indivisibili porterà un incremento stimato di circa il 14% per una famiglia di tre componenti, ma in caso d’adozione dell’aliquota massima può arrivare anche al 19%.
Il pagamento della prima rata della Tares, previsto secondo la legge che l’ha introdotta a gennaio 2013, è slittata prima ad aprile e poi a giugno. Così ha stabilito un emendamento alla legge di stabilità del governo Monti che ha concesso qualche mese in più per il primo pagamento. Inizialmente la Tares si baserà sulle superfici dichiarate per la Tarsu o la Tia. La Tares avrà la sua base imponibile, pari all’80% della superficie catastale dell’immobile, quando verrà attivata l’interazione dei dati tra catasto e comuni. In sostanza, le prime tre rate si baseranno sugli importi pagati come Tarsu e Tia nell’anno passato a cui si sommano i 30 (o 40) centesimi al metro per i servizi indivisibili. Come accade per l’Imu, anche per la Tarer il saldo di dicembre potrebbe essere più salato in base a ciò che stabiliranno le amministrazioni comunali.

SUL CALCOLO PESA ANCHE IL NUCLEO FAMILIARE - L’incremento della tassa Tares rispetto a quelle che vigevano precedentemente sta di certo nei fatti. I parametri sopra descritti su cui si basa la Tares ne aggraveranno il peso sull’economia della famiglie italiane, soprattutto quelle più numerose. Oltre all’incremento di 30-40 centesimi per il finanziamento dei servizi indivisibili che peserà su tutti in maniera indiscriminata, si aggiunge il cambiamento legato alla redistribuzione del carico in base alla tipologia di nucleo familiare. Dallo studio sulla Tares effettuato da Samir Traini economista di Ref Ricerche emerge che “alla luce dei criteri di redistribuzione, l’aggravio sarà più significativo all’aumentare del numero dei componenti del nucleo familiare: le famiglie di 5 e più componenti subiranno un incremento medio di quasi il 30 per cento. Al contrario, le famiglie poco numerose potrebbero registrare un beneficio e quelle costituite da un solo componente potrebbero risparmiare circa il 3 per cento”.
Secondo la Uil fino ad oggi si è parlato troppo poco della Tares e dell’impatto molto pesante che avrà sulle spese della famiglie italiane. A detta del sindacato, infatti, la Tares finirà per pesare anche più dell’ Imu versato per la prima casa. Una famiglia media che ha pagato 275 euro di Imu, dovrà versarne 305 di Tares a fronte dei vecchi 225 euro di Tarsu. Si tratta del 37,5% di spesa in più, circa 80 euro a famiglia. Se l’Imu si è rivelato un stangata pesante per i contribuenti, assicura la Uil, la Tares del 2013 non sarà da meno.


mercoledì 27 marzo 2013

PERCHE’ MOLTI PRETI SONO PEDOFILI?

Intervento di uno psicoterapeuta


Sempre più spesso, nonostante la censura di Stato si affanni per impedire la divulgazione di questo genere di notizie, vengono riferiti dalla stampa, ma soprattutto dai siti internet italiani ed esteri, episodi di pedofilia che hanno come protagonisti dei preti. 

Che si tratti di una vera e propria “epidemia” lo dimostra anche lo zelante interessamento del signor Giuseppe Ratzinger il quale, qualche anno fa, da cardinale, interveniva con veemenza contro i media americani che “osavano” diffondere questo genere di notizie, che potevano turbare i fedeli e gettare discredito sulla Chiesa cattolica. 

Evidentemente già da allora il modello di “informazione corretta” adottato da Ratzinger era quello italiano, enfatico e trionfalistico quando si tratta di osannare il papa, omertoso e mistificatorio quando si tratta di nascondere le malefatte della chiesa o dei suoi funzionari. 

La mancanza di pudore da parte del signor Ratzinger giunse persino a fargli teorizzare che, poiché la percentuale di preti con esperienze di pedofilia (che in America viene stimata fra l’1 e il 6%) non sarebbe superiore a quella della popolazione generale (il che è tutto da dimostrare), ciò dovrebbe indurre i giornalisti a considerare del tutto “ovvio” che debbano esistere dei preti pedofili, quantomeno in quantità tollerabile e statisticamente “inevitabile”, al punto da non creare più “inutili” e inopportuni scandalismi di fronte a tali eventi che, sempre secondo Ratzinger, non dovrebbero nemmeno “fare notizia”, essendo in qualche modo già “scontati”. 

Ora, ci si potrebbe domandare come mai la Chiesa non ha mai spiegato perché fare il prete cattolico non attenui, o perlomeno non ponga un freno morale, a queste disinvolte tendenze che, non dimentichiamolo, producono veri e propri crimini e non peccatucci veniali. Da coloro che si proclamano predicatori di verità divine nonché strenui difensori di inconsapevoli embrioni, sempre pronti a condannare tutto e tutti, ci si dovrebbe attendere quantomeno un minimo di coerenza e di comportamenti esemplari, ma evidentemente così non è. 

Sta di fatto che questo atteggiamento di copertura verso i preti pedofili sarebbe  costato a Ratzinger  un procedimento giudiziario negli Stati Uniti, per oggettivo favoreggiamento, se non fosse che la nomina a papa ha fatto decadere la possibilità di proseguire l’iter, ed arrivare magari ad una condanna. Questo è avvenuto non in quanto Ratzinger è divenuto capo di una chiesa, ma in quanto “capo di Stato” estero,  ovvero del Vaticano, quindi, secondo le leggi vigenti negli USA, “immune” dalla competenza dei tribunali. 

Quanto alla situazione americana, vale la pena ricordare che la sola diocesi di San Francisco, in California, ha patteggiato risarcimenti alle famiglie dei bambini vittime di preti pedofili, per ben 21 milioni di dollari. Per tutti gli Stati Uniti le cifre dei risarcimenti si aggirano intorno al miliardo di dollari. Un vero disastro economico per il cattolicesimo americano, che oltretutto non gode di alcun finanziamento pubblico.

Al di là di queste notizie viene da chiedersi: perché i preti diventano pedofili? Molti penseranno che sia uno degli effetti del celibato forzato, ma se dipendesse semplicemente da questo, dovremmo osservare somiglianze statistiche con analoghe situazioni di castità obbligatoria, cosa che non risulta. Del resto, se la condizione di celibato diventasse insostenibile per il prete, perché non ripiegare nella normale eterosessualità adulta, più o meno clandestina? 

No, certamente il comportamento pedofilo non può essere spiegato con la semplice repressione sessuale, nemmeno se esasperata e prolungata negli anni.  

Sebbene la pedofilia sia un crimine particolarmente odioso perché colpisce le vittime più indifese e disarmate, va tuttavia detto che essa evidenzia uno stato di regressione psichica da parte di chi la mette in atto. 

Un pedofilo non è mai completamente adulto, bensì cerca, a livello inconscio, di rievocare simbolicamente la sua stessa infanzia. La mancanza di maturità sessuale da parte dei  preti, che l’esperienza del seminario non ha certo potuto permettere,  potrebbe aver “fissato” lo stato evolutivo psichico ad uno stadio preadolescenziale.  

Questa interpretazione narcisistica del comportamento pedofilo dei preti sarebbe confermata dall’osservazione dell’età media delle vittime, spesso compresa fra gli 8 e i 12 anni. Va anche sottolineato che nella quasi totalità dei casi si tratta di pedofilia omosessuale, ed anche questo elemento ci fa capire come il prete pedofilo abbia pesanti conflitti da risolvere con sé stesso, con la propria sessualità, con la propria storia e  soprattutto con la propria identità. 

La pedofilia è comunque un fenomeno estremamente complesso, non è semplicemente espressione di tendenze regressive infantili negli adulti (altrimenti i pedofili sarebbero milioni!).  
Va considerato un altro fondamentale aspetto: il rapporto sado-masochistico. Anche qualora non vi sia violenza, è innegabile che il pedofilo, per sottomettere la vittima, faccia leva sul suo potere adulto e sulla sua superiorità fisica e psicologica.  

E’ anche evidente che lo scopo del pedofilo non è di procurare piacere, ma di ottenerlo, anche usando la propria preda come fosse un giocattolo inerme. C’è dunque una notevole componente ideologicamente autoritaria nella pedofilia. Un autoritarismo che si esprime come un bisogno di possessivismo morboso, invincibile, da cui non ci si può sottrarre.  

E’ estremamente significativo che in molti episodi riportati dalle cronache, si nota che i preti pedofili generalmente non prendono particolari precauzioni per nascondere i propri perversi comportamenti. Nel loro delirio di onnipotenza (che è anch’esso di origine infantile) essi preferiscono contare sulla omertà delle proprie vittime piuttosto che sul mettere in atto i comportamenti devianti in contesti protetti, magari lontano dal proprio ambiente.  

A questo punto possiamo avanzare un’ipotesi che forse dà un senso logico a tutto quanto esposto precedentemente, e che potrebbe almeno in parte spiegare il ricorrente nesso fra comportamento pedofilo e condizione di prete.  

Riepilogando, abbiamo analizzato le principali componenti della pedofilia e abbiamo riscontrato regressione, autoritarismo, possessivismo morboso.  Guarda caso, si tratta dell’essenza più intima della teologia cattolica!  
Il cattolicesimo, fra tutte le religioni del mondo, è infatti quella che offre al popolo il maggior numero di simboli infantili: non a caso il personaggio più proposto, più venerato, più rappresentato e rispettato è una mamma. Poi, proprio come si fa con i bambini, vengono continuamente propinate  promesse, minacce, premi e punizioni. Raramente, o forse mai, si parla di responsabilità personale o di libere decisioni, quelli sono comportamenti troppo adulti, i cattolici possono solo osservare, seguire, credere,  aderire, obbedire, confessare, pentirsi, ecc.  

Sempre a proposito di regressione infantile, si osservi che il principale rito cattolico, nonché il comportamento più meritorio e sacro, è un comportamento “orale”, cioè l’eucarestia. Che i buoni cristiani debbano fare la comunione tutte le domeniche ricorda incredibilmente un vecchio luogo comune: “i bambini buoni mangiano tutta la pappa”. Non solo: nella liturgia cattolica si insiste, non a caso, sul fatto che l’ostia debba essere “imboccata” dalle mani del sacerdote, e non presa in mano dall’adepto. Come accade con una mamma che nutre un bambino che non sa ancora tenere in mano il cucchiaino.  

Pochi hanno notato che, a suo tempo, ci fu un richiamo di papa Wojtyla  proprio su questo argomento, ovvero dell’ostia “imboccata” dal prete, dato che molte chiese si stavano disinvoltamente protestantizzando su questa formalità apparentemente insignificante, distribuendo ostie direttamente nelle mani dei fedeli. Ma alla chiesa certi dettagli non sfuggono, perché ne conoscono l’enorme portata psicologica. 

Ed è infatti così che la chiesa vuole che siano i suoi sottoposti: inermi, inconsapevoli, bambini che si abbandonano ciecamente nelle mani di una autorità protettiva e consolatoria. Bambini che non sanno nemmeno usare le proprie mani. Guarda caso, anche i pedofili hanno bisogno di soggetti passivi ed inconsapevoli. Curioso vero? 

Sta di fatto che il bambino stuprato, vittima del pedofilo, magari del prete-pedofilo, è quindi una metafora del cattolico perfetto: sottomesso, timoroso, silenzioso, fiducioso che ciò che accade è per il suo bene. 

Il prete pedofilo non cessa dunque di essere prete (“Tu es sacerdos in aeternum”), anzi, forse esprime nella forma più eloquente ed esplicita quella ideologia che la sua mente ha assorbito da anni e anni, finendo per identificarsi con essa. Avete notato? I preti pedofili se scoperti non lasciano mai il sacerdozio, a differenza dei preti che hanno avuto delle “banali” relazioni con donne. Inoltre, difficilmente vengono sospesi dalle celebrazioni religiose, tutt’al più vengono trasferiti “per non dare scandalo”.  

Ora sappiamo perché: la pedofilia esprime in realtà ruoli e significati profondamente ed intimamente “cattolici”, sebbene il prete pedofilo abbia il paradossale ruolo di essere contemporaneamente vittima (sia dei suoi problemi personali che di una ideologia oggettivamente nociva per l’equilibrio psichico) e carnefice (perché commette abusi senza preoccuparsi dei danni indelebili che procura agli altri).  

La dinamica “prete pedofilo-bambino” è dunque una efficace metafora del rapporto fra la chiesa e i suoi fedeli, fra l’istituzione possessiva e autoritaria, e i suoi seguaci ingenui e “bambini”.  

Tra l’altro  la chiesa, battezzando bambini inconsapevoli, e indottrinandoli sin dalla scuola materna, a ben vedere mette in atto le stesse tecniche di adescamento usate dai pedofili, che infatti fondano la loro seduzione proprio sulla non conoscenza, sulla non consapevolezza e persino sul senso di timore riverenziale che la vittima avverte “dopo” l’avvenuto “battesimo” (in questo caso il termine va interpretato con un doppio senso). 

In entrambi i casi, questi bambini “vittime” (sia di pedofili che di chiese pedofile) sanno provare solo sensi di colpa, e non l’opportuno e sacrosanto diritto alla propria integrità mentale e fisica. Infatti, come tutti gli psicoterapeuti sanno bene per esperienza professionale, ricevere una educazione rigidamente cattolica non lascia minori conseguenze negative nella personalità rispetto agli effetti dei traumi psicologici che derivano dal subire episodi di pedofilia. Anzi forse questi ultimi, essendo tutto sommato più circoscritti, possono essere superati più facilmente. 

Un’altra analogia simbolica fra pedofilia e cattolicesimo la troviamo, nientemeno, nella messa. Che cos’è la messa? La rievocazione del sacrificio di una vittima innocente! Il rito del cosiddetto “agnello” che viene sacrificato sull’altare “per l’espiazione dei nostri peccati”.  

Un prete, dunque, che celebra la messa, drammatizza simbolicamente (per la teologia cattolica addirittura materialmente) il “sacrificio di una vittima innocente”.  Potremmo paradossalmente dire che anche i pedofili “sacrificano vittime innocenti”. Questo è molto importante perché è il cuore dell’ideologia cattolica. Abituare la propria mente a pensare che sacrificare vittime innocenti sia un rituale sacro, positivo, espiatorio, purificatore e da cui scaturisce il bene, può certamente confondere l’inconscio, “abituandolo” a concezioni sottilmente perverse e sacralizzate. 

Il prete pedofilo, stuprando bambini, per quanto spaventoso e deviante possa sembrare, non fa altro che “celebrare una messa”, usando simboli diversi ma evocando significati analoghi, ovvero: la vittima innocente va sacrificata. Il suo sangue non è la prova della violenza umana, al contrario, esso ci “lava” e ci purifica! Del resto, cose simili accadevano anche in molti antichi riti religiosi. Quanti poveri animali sono stati torturati, dissanguati e uccisi affinché i sacerdoti si illudessero, in tal modo, di ripulire sia la propria coscienza che quella altrui! 

Possiamo infine concludere che il pedofilo, sia esso prete o no, è una persona con gravi problemi, che in modo irrazionale, deviante e purtroppo dannoso per gli altri, cerca sé stesso e la sua perduta identità sessuale.  Nel caso in cui il pedofilo sia un prete, la situazione è resa ancora più complessa a causa della nefasta influenza psichica di quella teologia che è stata oggetto dei suoi studi, della sua formazione e della sua vita. 

L’omertà della chiesa, e le sue solite negazioni dell’evidenza, oltretutto, impediscono a questi preti di essere curati, supportati da specialisti della psicologia, magari portati in psicoterapia. E perché no, studiati di più, affinché si possa tentare di prevenire il continuo ripetersi di questi fenomeni. 

Evidentemente la chiesa preferisce tenersi dei preti pedofili, che continueranno a fare vittime innocenti, piuttosto che correre il rischio di confrontarsi con delle menti liberate.


lunedì 25 marzo 2013

Lo scisma silenzioso della Chiesa Cattolica

di Aldo Giannuli - Aldo Giannuli Blog

Il dibattito sul sistema di governo della Chiesa ha offuscato il tema grande del rapporto della Chiesa con la modernità, e, più in particolare il suo cuore: il grande scisma che si sta consumando fra la Chiesa apparato ed i suoi fedeli.

La Chiesa vanta 1.087.790.000 fedeli, ma, che credito dare a questo dato?

Moltissime persone, dopo il battesimo e gli altri sacramenti, sono diventate atee, agnostiche o anche genericamente teiste o cristiane, ma che non si riconoscono nella Chiesa. Questo accade soprattutto in Europa, ma in buona parte anche nelle due Americhe, per cui quel dato ha un valore essenzialmente anagrafico, ma non corrisponde ad una realtà sociale effettiva. Qualche dato può chiarire meglio il discorso.

Da un sondaggio di Eurostat del 2005 apprendiamo che solo il 52% dei cittadini dell’Unione Europea dichiara di credere in Dio, mentre il 18% si dichiarava ateo.
Già negli anni novanta, una analoga inchiesta demoscopica fra i giovani francesi (18-24 anni), segnalava che a dichiararsi cattolico era il 53% degli intervistati, ma solo il 28% riteneva Cristo figlio di Dio e solo il 18% dichiarava di credere alla sua resurrezione.

Per quanto riguarda l’Italia, uno studio svolto nel 2009 dall’Osservatorio socio-religioso del Triveneto (zona cattolica per eccellenza) appurava che in sintonia con i dettami della teologia cattolica sulla natura del Cristo, esistenza di un Dio personale ecc, erano percentuali minoritarie comprese fra il 24 ed il 41%. La frequenza dei sacramenti e della messa domenicale è ridotta a meno del 10% dei fedeli ed anche le classiche occasioni di “contatto” con la Chiesa in fase adulta (matrimonio, battesimo dei figli e funerale religioso) sono ormai in minoranza in tutte le aree urbane del continente, comprese quelle dei paesi latini.

Tutti gli altri indicatori (dati di vendita della stampa cattolica, pellegrinaggi, questue e sottoscrizioni varie ecc) sono in caduta libera. Tutto questo non vuol dire che la Chiesa non abbia più un seguito di massa (per quanto ben più modesto di quello dichiarato dai valori anagrafici) e tantomeno che la “cristianità” stia per scomparire dall’Europa. C’è un’ espansione della fascia degli atei, razionalisti ed agnostici, ma un generico senso di adesione a qualche chiesa cristiana resta ancora abbastanza consistente.

A spiegarci meglio il fenomeno è un sondaggio realizzato dal quotidiano cattolico francese “La Croix” sui principali 5 paesi dell’Europa (Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia e Spagna) dal quale emergeva che il 61% continuava a ritenere ancora attuali il messaggio e i valori cristiani, ma con una massiccia propensione ad interpretare personalmente tali valori. È come se si assistesse ad una sorta di “protestantizzazione” dei cristiani europei che pensano in termini di rapporto diretto con Dio senza la mediazione ecclesiale. E questo, soprattutto per i cattolici, produce una sorta di “scisma silenzioso” come separazione dei laici dall’apparato ecclesiale sul piano dei comportamenti di vita.

Il segnale più vistoso è quello sul terreno dell’etica sessuale. La Chiesa continua ostinatamente a rigettare ogni pratica anticoncezionale, che non sia il metodo Ogino Knaus, ma quante sono le donne cattoliche che usano correntemente la pillola? La Chiesa condanna i rapporti prematrimoniali, ma quanti giovani cattolici, compresi quelli che militano in organizzazioni come l’Azione Cattolica o Cl, praticano il sesso prima del matrimonio? La chiesa condanna la masturbazione, l’omosessualità, il consumo di pornografia ecc. ma quanti cattolici praticano tutto questo?

Naturalmente, da sempre i cattolici hanno “peccato” contro il sesto comandamento (o contro l’interpretazione che la Chiesa dà di esso) e poi si pentivano in confessione, salvo tornare ai comportamenti di prima, già poco dopo l’assoluzione. Ma qui la novità è un’altra: la confessione è il sacramento più in disuso ed è praticata da meno del 5% dei fedeli; se il discorso si approfondisse, scopriremmo che per la grande maggioranza dei cattolici queste pratiche non sono più avvertite come peccato o, quantomeno, come peccato grave quale la Chiesa vorrebbe.

E questo non solo dai non praticanti, ma anche da una bella fetta di militanti di organizzazioni come l’Azione Cattolica o Cl. Per quanto riguarda i comportamenti politici, il laicato sembra sempre meno sensibile alle (eventuali) indicazioni della gerarchia e quello dell’unità politica dei cattolici è un “dogma” tramontato da un pezzo. In particolare, qualche considerazione merita la vicenda della liquidazione del dissenso cattolico nei primi anni ottanta. 

La rigida gestione di Woitjla e di Ratzinger ha represso tutte le espressioni di dissenso accanendosi in particolare contro quelle di indirizzo socialista-pauperistico: la Teologia della Liberazione è stata esplicitamente condannata ed i suoi esponenti, da Giulio Girardi a Leonardo Boff furono ridotti allo stato laicale, con procedure assai sbrigative a differenza delle molte cautele garantistiche riservate a preti pedofili ed esponenti del cattolicesimo tradizionalista e para-fascista come i lefevriani. Però, quel filone di pensiero espulso dalla Chiesa-apparato, non si è dissolto, ma in America Latina prosegue negli ambienti del laicato, attraverso la sopravvivenza di organismi similari a Cristiani per il Socialismo o attraverso la partecipazione a movimenti politici come quello chavista in Venezuela.

Quanto all’Europa, se l’esperienza di Cristiani per il Socialismo si è estinta da tempo, la nascita di un movimento come “Noi siamo Chiesa” ne ha sostituto la funzione. Una volta di più, quello che è stato espulso dalla Chiesa apparato ha trovato rifugio in un laicato sempre meno docile al magistero pontificio. In Europa ed in America Latina, con forme differenziate, i fedeli si stanno silenziosamente distaccando dall’istituzione.

Questo progressivo scollamento dei fedeli dall’apparato è stato percepito con chiarezza da Benedetto XVI, che ha coniato l’espressione Entscheidungs-Christentum, per definire un cristianesimo fondato sulla decisione personale e che ha constatato come, almeno in Europa, non si viva più in un “regime di cristianità”. Ma se il fenomeno è ben presente alle gerarchie ecclesiastiche, la soluzione è cercata nella “ri evangelizzazione di Europa” (per la quale è stato istituito un apposito segretariato vaticano), cioè, tradizionalmente in termini di conversione. Nessun dubbio che esso sia il prodotto del crescente iato fra cattolicità e modernità, che è il vero punto su cui la Chiesa deve misurarsi.



sabato 23 marzo 2013

I Pontefici più scandalosi della storia

Pensavate che le dimissioni del papa fossero una cosa negativa? Cosa ne dite invece di quel papa così malato di sifilide da non poter predicare? O di quello che partecipava ad orge? O di quello che ha avuto un figlio con la sorella?


DIMISSIONI DI BENEDETTO XVI, 2013
Le dimissioni di Benedetto XVI sono state un fulmine a ciel sereno: è stato il primo papa a dimettersi in quasi 600 anni, l’ultimo fu Gregorio XII, che lasciò il pontificato nel 1415 per porre fine ad uno scisma. Il pontefice 85enne annunciò che si sarebbe fatto da parte il 28 febbraio per motivi di salute, citando la sua “incapacità di svolgere adeguatamente il ministero che gli è stato affidato.” Salito al potere nell’aprile del 2005, Benedetto fu una scelta sorprendente: nato in Germania, nel 1927, Joseph Ratzinger, fu membro, durante la seconda guerra mondiale, della Gioventù hitleriana. In qualità di cardinale, Benedetto è stata una delle personalità più conservatrici della Chiesa, fatto che stona ulteriormente se pensiamo al Papa Giovanni Paolo II, notoriamente riformista.

PEDOFILIA NELLA CHIESA AMERICANA, 2001 – OGGI
Ci sono sempre state voci riguardo gli abusi sessuali perpetrati dai preti cattolici americani – con un vescovo che ne parlò addirittura nel 1950 – tuttavia il ruolo della chiesa, nel coprire tali misfatti, emerse solo nel 2002 quando il Boston Globe pubblicò un’indagine approfondita sul sacerdote John Geoghan, sospettato di aver molestato circa 150 bambini in un periodo di 30 anni. Geoghan alla fine, sarebbe stato giudicato in sede penale e condannato a 10 anni di carcere (venne ucciso dopo 2 anni di carcere). Il vero scandalo, però, fu che la chiesa non solo sapeva di Geoghan: lo spostarono di parrocchia in parrocchia, lo mandarono in terapia e cercarono di nascondere la cosa, anche dopo il 1998 (anno in cui tornò laico). Dopo il caso Geoghan, vennero scoperti centinaia di fatti simili anche a Los Angeles, dove la Chiesa accettò di pagare, nel 2007, più di $ 600 milioni alle varie vittime.


PAPA PIO XII E L’OLOCAUSTO, 1940
Il rapporto della Chiesa cattolica con il popolo ebraico è sempre stato tumultuoso: solo nel 1965, il Vaticano, respinse l’idea che gli ebrei furono responsabili della morte di Cristo e non riconobbe Israele fino al 1993. Papa Pio XII, che regnò dal 1939 al 1958, fu a lungo conosciuto come “Papa di Hitler” per non essersi impegnato abbastanza per fermare l’Olocausto, soprattutto da quando ricoprì il ruolo di n ° 2 sotto il regno del precedente papa e prima come delegato in Germania. Al Museo dell’Olocausto nazionale di Israele, un pannello a muro critica la condotta di Pio XII durante la guerra, anche se ha subito un “restyling” nel 2012 per includere i casi in cui la “neutralità” della chiesa ha salvato delle vite. Il Vaticano insiste che Pio usasse una diplomazia silenziosa e che, se avesse parlato pubblicamente, ci sarebbero stati molti più morti. In un libro pubblicato nel febbraio 2013, lo storico britannico Gordon Thomas rivendica il fatto che Pio acconsentì alla creazione di case sicure in Città del Vaticano e che ordinò ai sacerdoti di condurre un’operazione segreta per nascondere gli ebrei.

PUBBLICAZIONE CARTEGGI SEGRETI, 1869-1870
Si scopre che i VatiLeaks non sono gli unici documenti segreti ad essere trapelati nel corso della storia. Al Concilio Vaticano I nel 1869, convocato dal Papa Pio IX per discutere sull’influenza strisciante del razionalismo, del liberalismo, e del materialismo, la Chiesa introdusse quello che sarebbe poi diventato uno dei suoi insegnamenti più importanti: l’infallibilità del papa. A quanto pare, però, la sicurezza del Papa non fu così infallibile: dei carteggi segreti del Concilio finirono pubblicati sui giornali tedeschi.

CHIESA NEGA GALILEO E LA SCIENZA IN GENERALE, DAL 600 AL 1992
Galileo Galilei, scienziato del 16 ° secolo, ha dichiarato che la Terra è un pianeta del sistema solare che orbita intorno al sole. Questo, naturalmente, andava contro gli insegnamenti della chiesa, la quale vedeva la Terra come il centro dell’universo di Dio. Quando Galileo pubblicò le sue scoperte, la chiesa vietò il libro, gli ordinò di comparire davanti all’Inquisizione di Roma. Non ci vuole un genio per capire cosa accadde in seguito: Galileo, 68enne e malato, ritrasse pubblicamente le sue scoperte. Purtroppo, non visse fino al 1822, quando la Chiesa finalmente tolse il divieto sul suo libro. Il Vaticano nel 1960 approvò i risultati di Galileo e nel 1992, Papa Giovanni Paolo II chiese scusa per le azioni intraprese contro Galileo.

PAPA LEONE X E LE INDULGENZE, 1513-1521
Papa Leone X all’inizio del 1500, permise e attivamente incoraggiò, i cattolici a pagare per i loro peccati in modo da ottenere il perdono. Ma non temete, non era del tutto privo di scrupoli: mise prezzi più alti su peccati come l’omicidio e l’incesto. Da questo evento, Martin Lutero, un monaco oltraggiato, creò uno scisma con le sue novantacinque tesi. Il resto, naturalmente, è storia protestante.


PAPA GIULIO II, ACCUSATO DI ATTI OSCENI, 1511
Per iniziare, Giulio rilasciò la dispensa che permise ad Enrico VIII di sposarsi con Caterina d’Aragona, nonostante fosse stata sposata in precedenza. Chiaramente non era un fan del celibato ecclesiastico, Giulio fu padre di almeno una figlia illegittima ed ebbe diverse amanti. Nel 1511, la chiesa lo accusò di atti sessuali osceni, definendolo un “sodomita coperto di ulcere vergognose.” Era noto per trascorrere la maggior parte del tempo con fanciulli e prostituti di sesso maschile, è il primo papa noto ad aver contratto la sifilide. Venerdì Santo del 1508, era così devastato dalla sifilide che non riuscì nemmeno a continuare la Messa. La sua eredità non è tuttavia completamente negativa: un grande mecenate delle arti, Giulio posò la prima pietra della nuova Basilica di San Pietro, era amico di molti grandi artisti del tempo e commissionò a Michelangelo il soffitto della Cappella Sistina.

ALESSANDRO VI, IL PEGGIOR PAPA DI SEMPRE, 1492-1503
Gli storici concordano sul fatto che Papa Alessandro VI sia stato il peggiore tra i papi. Membro della famigerata famiglia Borgia, Alessandro divenne famoso per aver organizzato orge, inclusa la “Giostra delle puttane”, nel 1501, in cui 50 spogliarelliste di epoca medievale si denudarono attorno al papa. Alessandro e la sua famiglia gettavano poi a terra del cibo per far combattere le donne – e l’uomo che faceva sesso con il maggior numero di donne avrebbe ottenuto gioielli e abiti raffinati. Ma non è tutto. Alessandro ebbe sei figli e tre figlie da donne diverse. Morì per una mela avvelenata.

INNOCENZO VIII E L’ETA’ DELL’ORO DEI BASTARDI, 1484-1492
Innocenzo si vantava dei suoi “bastardi”, avendo riconosciuto pubblicamente otto figli illegittimi ( anche se si sospetta che fossero molti di più). Non fece solo sesso, perseguito e ampliò la crociata della Chiesa contro la stregoneria nel 1484.


SISTO IV HA UN BAMBINO CON LA SORELLA, 1470
Pensateci la prossima volta che visitate la Cappella Sistina: è stata commissionata da Sisto IV, il quale aveva sei figli illegittimi, uno dei quali fu il risultato di una relazione incestuosa con la sorella. Raccolse una tassa sulle prostitute della chiesa e incaricò dei sacerdoti di prendersi cura delle amanti, sotto il suo regno crebbe l’omosessualità tra i sacerdoti.

PAPA GIOVANNI XII UCCISE UN UOMO, TRASFORMO’ IL PALAZZO PAPALE IN UN BORDELLO E ALTRO, 955-64
Alessandro VI, forse, avrà offeso Papa Giovanni XII detenendo il titolo di peggior papa della storia. Non solo Giovanni XII era considerato pigro e infantile, fu accusato di invocare demoni, compiere omicidi, mutilare le persone, piromania e gioco d’azzardo. Il suo regno come papa non durò a lungo, morì infatti a circa 25 anni, presumibilmente a letto con una donna sposata. Ah, giusto: è stato anche accusato di aver trasformato il palazzo papale in un “bordello” compiendo adulterio con sua nipote e con la fidanzata del padre.

LA PAPESSA GIOVANNA, LA PRIMA DONNA PAPA. 800
No, questa non è la trama di un romanzo di Louise Erdrich. C’è un racconto mitico di una donna conosciuta come Papessa Giovanna, che nel 9 ° secolo si travestì da uomo e servì come pontefice per due anni. Anche se la Chiesa cattolica respinge in toto questa tesi, ci sono circa 500 cronache che narrano della sua esistenza. Si ritiene sia nata a Mainz, in Germania, la papessa sarebbe stata portata ad Atene “vestita con abiti da uomo procurati da un suo amante.” Da lì, si crede abbia viaggiato verso Roma, dove divenne una cardinale e poi papessa. Com’è stato scoperto il suo segreto? Secondo la leggenda, andò in travaglio a 2 anni e mezzo del suo regno. Qui la storia diventa meno chiara, alcuni dicono che il bambino venne ucciso sul posto (probabile) altri che venne mandata in un convento e suo figlio crebbe fino a diventare vescovo di Ostia (molto improbabile, ma romantico).

UN PAPA NERO, 189-199
Nel passato la maggior parte dei papi erano italiani, tuttavia il papa Vittore I era originario del Nord Africa, e fu certamente d’impatto per la Chiesa: fu lui che cambiò il linguaggio della Messa dal greco al latino. Vittore I da allora è stato canonizzato e la sua festa si celebra il 28 luglio.


venerdì 22 marzo 2013

Pericolo vaccini al mercurio: Le colpe dei medici

In Umbria aumentano i casi di autismo. «Correlazioni con gli anti morbillo. E i dottori non avvisano dei rischi»


Mercurio. Ma anche alluminio e altri metalli. Che finiscono nei vaccini. E, leggenda o meno, bambini nati sani, dopo l’iniezione, mostrano i sintomi dell’autismo.

In Umbria i casi aumentano ogni anno, quando «basterebbe fare analisi, verificare eventuali predisposizioni alle intolleranze e soprattutto conoscere prima i rischi dei vaccini. E sono i medici che dovrebbero informare. E non lo fanno». Parola di Roberto Mastalia, avvocato ieri in aula davanti alla Corte d’appello per ottenere un indennizzo dai danni da vaccino.
Mentre a ottobre verrà ratificata la convenzione di Minamata, firmata da 140 paesi per bandire il mercurio da tutti i prodotti in commercio, c’è infatti chi combatte la sua battaglia dopo che i metalli nel corpo hanno già creato i danni. Che forse potevano essere evitati con una campagna informativa sui rischi legati ai vaccini. 

Rischi che in tanti negano parlando di leggenda, «ma che nella pratica - spiega l’avvocato Mastalia - sono chiari: bambini che nascono sani, l’arrivo dei sintomi legati all’autismo e nessun altro fattore che lo spieghi. La genetica? Al momento le cause dell’autismo sono sconosciute, ma di certo il contatto con certo metalli, fossero anche gli amalgami dentali, fanno aumentare i casi. Qualcosa vorrà dire». Da qui la battaglia di Mastalia e delle sessanta famiglie che fanno parte dell’associazione Montinari onlus (solo una delle tante presenti in regione), che chiedono maggiori informazioni al momento di portare i figli a fare i vaccini per morbillo e rosolia. «Test per capire se ci sono intolleranze ai metalli - spiega Mastalia -, per verificare predisposizioni a malattie auto immuni. 
Tutte pratiche che i medici dovrebbero mettere in atto per evitare conseguenze, come l’autismo, che rendono disabili intere famiglie. La legge prevede che si mettano a conoscenza i genitori di rischi e vantaggi, ma in realtà non lo fa nessuno. E la stessa Corte costituzionale ha invitato il legislatore a prevedere alcuni test prima della vaccinazioni. Ma la richiesta è rimasta inascoltata». 

Così, visto che la prevenzione («Studi autorevoli parlano della correlazione vaccini/autismo, basta cercarli e non fare gli struzzi», attacca Mastalia) funziona maluccio, allora si cerca di porre rimedio chiedendo che lo Stato sia più vicino a queste famiglie. 
Come quelle di Michela e Sabrina, due mamme che hanno portato il ministero della Salute, la Regione e le Aziende sanitarie davanti a un giudice per ottenere un indennizzo per i danni del vaccino. E ieri, in Corte d’appello è iniziato il processo di secondo grado per Sabrina e suo figlio Giovanni (nome di fantasia), dopo che il tribunale di Perugia ha detto no alla richiesta perché il vaccino anti morbillo, rosolia e orecchioni, a detta del giudice «non è obbligatorio». «Una sentenza pilatesca - dice Mastalia - per lavarsi le mani di un problema che affligge sempre più famiglie. Recenti studi parlano di una media di un bambino autistico ogni 88 nati. Nati sani, però, che poi si ammalano per cause successive alla nascita». 

L’indennizzo, se il collegio dirà sì, è di circa 300/400 euro al mese per tutta la vita. Un aiuto, considerando che Sabrina e Michela arrivano a spendere anche duemila euro al mese per aiutare i loro bambini a crescere come tutti gli altri con il sostegno di un logopedista. «Visto pure che solo in Umbria - insiste Mastalia - il Tar ha negato il sostegno totale a scuola». 

L’avvocato ha circa una ventina di famiglie da assistere davanti a giudici e burocrazia. Ma soprattutto per realizzare il desiderio che Giovanni ha espresso a Sabrina: «Mamma, io voglio essere come tutti gli altri».

WIKIPEDIA: l'enciclopedia.......libera!?


Vorrei segnalare questa osservazione fatta dal Dott. Giuseppe Di Bella, figlio dell’omonimo Professore. Come consuetudine vengono mistificate le informazioni da chi ha interessi nel settore. Basterebbe andare a vedere i risultati ottenuti dalla MDB e portati dallo stesso Dott. Di Bella al Congresso mondiale di oncologia nel 2010 a Singapore e nel 2011 a Dailan (Cina), per prendere atto della validità di questo metodo di cura con riscontri nettamente superiori rispetto alle cure oncologiche tradizionali perpretate con chemio e radio.
20/03/2013
dalla pagina principale di Wikipedia:
"" Wikipedia è un'enciclopedia online, collaborativa e gratuita. Disponibile in oltre 280 lingue, Wikipedia affronta sia gli argomenti tipici delle enciclopedie tradizionali sia quelli presenti in almanacchi, dizionari geografici e pubblicazioni specialistiche. Wikipedia è liberamente modificabile : chiunque può contribuire alle voci esistenti o crearne di nuove. ""
Questa affermazione però non è vera!!
Provate a modificare la pagina relativa al Prof Luigi Di Bella...e ad inserire i link delle ultime recenti pubblicazioni . Verranno immediatamente cancellati dagli "amministratori di Wikipedia".
Ma non doveva essere libera?
Appena si effettua una ricerca su " Luigi Di Bella" , o "Metodo Di Bella"  compare immediatamente  una locandina riportante una scritta chiaramente falsa e diffamatoria :
" Il cosiddetto Metodo Di Bella è una terapia alternativa per la cura dei tumori, che è priva di riscontri scientifici circa i suoi fondamenti e la sua efficacia ."
Stramanente.... anche Google si comporta in maniera analoga.
Che ci sia una "regia" occulta?
Qualcuno però è riuscito a inserire su Wikipedia una intera pagina completamente mistificatoria sul "Metodo Di Bella" e in cui, guarda caso, non è possibile inserire neppure un link alle più recenti pubblicazioni scientifiche. Viene immediatamente censurato !
Che sia una pagina..... "protetta"?
Meno male che, in una pagina secondaria, i proprietari di Wikipedia si dichiarano NON RESPONSABILI della validità dei contenuti :
Il testo di questa pagina recita:
"" Wikipedia NON PUÒ garantire, in alcun modo, la validità delle informazioni pubblicate. Ciò, naturalmente, non implica la mancanza di informazioni interessanti o accurate, ma è importante sapere che su Wikipedia ogni contenuto può essere modificato, alterato o vandalizzato da chiunque. Ciò significa che ogni dato o informazione presente nelle voci di Wikipedia potrebbe non ritrarre adeguatamente l'effettivo stato della conoscenza condivisa o la verità dei fatti.""
Per correttezza nei confronti degli utenti, però, questa precisazione non sarebbe stato meglio inserirla in prima pagina? 
Mah! Probabilmente no, visto che anche in questo caso i suoi contenuti non sono del tutto veritieri... 

sempre vostro
Giuseppe Di Bella.

www.metododibella.org 

giovedì 21 marzo 2013

Fronte Libero per il software


Anziché parlarvi di Nuova Medicina Germanica, eccomi a trattare un argomento ancora poco conosciuto, il Software Libero, per la precisione di Linux e delle sue distribuzioni per il desktop.
È un articolo dedicato a chi ancora usa Windows®, scritto da uno che non usa più il medesimo da 10 anni e che, dopotutto, vive la sua vita informatica non meno felicemente e soprattutto serenamente.
Ho lasciato Windows® nel 2003 perché ero stanco dei suoi fallimenti e delle sue pretese di attenzione e sono passato a Mac, ma nel 2005 ho scoperto un tizio che si chiama ancora oggi Ubuntu, che mi ha convinto che anche il pianeta Apple può essere lasciato alle sue chiusure, per accedere ad un mondo senza confini, senza consigli di amministrazione e senza azionisti assetati di denaro.
Voglio condividere con voi quanto ha da offrire questo Sistema Operativo, nato dalla genialità di un ragazzo finlandese che, nel 1991, offrì a tutto il mondo le chiavi della libertà informatica.
Spero solo che quanto scritto possa far aprire gli occhi a quegli utenti Windows® che sentono che il tempo della libertà è giunto.
Buona lettura

Prima di passare alla scelta di una distribuzione Linux, ecco alcune considerazioni circa le ragioni che potrebbero essere prese a suffragio di una scelta che, un utente qualsiasi, voglia fare per ampliare le sue conoscenze e usi del computer.

mercoledì 20 marzo 2013

Neurology: il regno del terrore




A volte ho tanti pensieri che mi assillano e una rabbia che mi assale. Mi sento una spada di Damocle sulla testa e, chi come me convive con una patologia, puo' capirmi. Siamo in un mondo che non vuole soltanto far ammalare i malati, ma vuole anche ammalare i sani. Il rapporto con il medico moderno, si e' involuto, in un modo spaventoso, che ci e' sfuggito di mano. Non posso certo fare di tutta un'erba un fascio: ho conosciuto qualche bravo medico, attento ai sentimenti del paziente e desideroso di lasciare al paziente stesso la facolta' di scegliere quale "cura" fosse piu' adatta a lui/lei. Perche' la liberta' di scelta della cura e' un diritto insindacabile, ormai dimenticato dalla massa dei medici. Ma voglio discutere di questa massa di Terzilli cafoni e arroganti che vedo in giro, che impongono la loro pseudo assoluta verita', su noi che a volte non ce la facciamo a contrastare. E vi assicuro che ne incontro tanti. I neurologi sono la categoria con la quale, ahime', ho piu' a che fare. E comincero' col dirvi che hanno un aspetto orribile: sono brutti, hanno una pessima cera perche' mangiano male e dormono poco, hanno le occhiaie, perdono i capelli, alcuni si mangiano le unghie e spesso sono innaturalmente magri e tralasciamo ovviamente quelli che fumano. E loro dovrebbero curare noi?


Inoltre, ho notato che sono sempre nervosi, di pessimo umore e spesso,   estremamente pessimo. Poi, personalmente sono stata spesso oggetto del loro nervosismo piu' o meno accentuato. (E sono sicura di non essere la sola al mondo!!). Ho cambiato tre centri: due centri pubblici "d'eccellenza" (ah ah ah) nella "cura" per la sclerosi multipla, nei quali non ho mai cacciato una lira e uno privato, di medicina omeopatica unicista, in cui pago le visite e i rimedi omeopatici che mi danno. Speravo di trovare un porto sicuro in quest'ultimo centro, ma anche qui, la neurologa, secca come un chiodo, svolge il doppio ruolo di medico omeopata qui e di medico tradizionale in una altro ospedale pubblico "d'eccellenza". Sicche' sono circondata. Non credo siano i deliri di una malata disperata, dal momento che vado a ballare latino americano, mi alleno all'aria aperta due volte a settimana, porto fuori i miei cani tutti i giorni e vado in bicicletta e anche a cavallo. Inoltre, ho un'attivita' lavorativa soddisfacente (che svolgo anche in piedi) e l'hobby di partecipare a mercatini.  E non ve lo dico perche' voi siate ammirati dal fatto che nonostante la malattia ho una vita piena. No! Il punto e' che io sono una malata che sta bene, per ora. Ma sono afflitta dai  vari neurologi che mi hanno seguito, prima uno, poi l'altro (anzi no: tutti insieme, perche' loro non sono mai da soli, ma lavorano in team), perche' sono una malata sana. Finche' prendevo l'interferone ed ero divenuta l'ombra di me stessa, nessuno di loro aveva nulla da dirmi: a loro bastava la mia angoscia, la mia disperazione e la sensazione che mi sentissi una larva umana, li rassicurava del fatto che tutto stesse procedendo nella giusta direzione. Ma quando ho alzato la testa e ho detto: "Ehi, ma io i piu' grandi disturbi li ho avuti a causa dell'interferone e non per la malattia, allora smetto di prendere questo farmaco "preventivo", altrimenti scompariro' dalla faccia della terra, allora li' sono cominciati i soprusi psicologici. Il primo neurologo ha cercato di convincermi in modo paternalistico, poi un bel giorno si e' incazzato e mi ha urlato che il suo era un centro d'eccellenza lodato anche dalla Montalcini e anche il suo staff ha cominciato a trattarmi diversamente, in modo sempre piu' scocciato. Io volevo soltanto non prendere l'interferone, senza dietrologie! E cosi' me ne sono dovuta andare! Non c'e' bisogno che qualcuno ti dica che non sei gradito, per capirlo...si sente! Ma attenzione! Se avessi ripreso il farmaco, sarebbe tutto tornato come prima: indifferenza cordiale. Cosi' ho cambiato centro, su consiglio e presentata dalla mia psicologa Aism!! Ho spiegato fin da subito che non avrei preso farmaci e che per questo motivo ero dovuta andar via dall'altro centro. Per un po' hanno provato ad accontentarmi, poi a convincermi con le buone e poi con le cattive. Stessa spiaggia, stesso mare: anche a questi che stavo bene, dava fastidio! Ma perche'?! Io sarei felice di avere di fronte a me una paziente affetta da SM o da una qualsiasi altra malattia e vedere che sta bene. E invece loro no!!! Mai una volta una parola gentile quando mi visitavano...e soprattutto erano infastiditi a causa del mio stato di salute!!!!!! Una era talmente indispettita che mi ha anche passato con tutta la sua forza la penna sotto al piede durante la visita, facendomi del male. E allora io stupida, educata a non rispondere mai, a sopportare e ad essere sempre gentile, zitta. Oltre che malata, pure maltrattata! Come i mei ex amici...non solo non li ho piu' visti ne' sentiti, mi hanno detto pure che ero io ad essere sparita!! E questo a Roma, si chiama buttarla in caciara, (un modo pseudo scanzonato, per non ammettere che sei 'na testa de cavolo) e meno male che ho senso dell'umorismo... Cosi' mi armo di forza e coraggio e vado a pagamento in un centro diverso (medicina omeopatica hannemaniana). Ma anche qui: surprise! La neurologa lavora anche in un centro SM pubblico ed e' gentile devo dire; ma anche lei, nell'ultimo controllo, mi ha dato l'impressione che cercasse qualcosa che non andasse in me, ma niente, signori miei, io sto bene e non ho sintomi ed e' un dato di fatto! I salti sulle punte, sui talloni, camminata, guarda a destra e a sinistra, guarda in su e guarda in giu e dai un bacio a chi vuoi tu. Quindi, di fronte al nulla, anche lei e' "caduta" nel comportamento di tutti i neurologi che ho incontrato finora: instillare non solo il dubbio, ma anche il terrore. Facciamo un'altra risonanza a sei mesi, hai avuto la neurite ottica retrobulbare, ne ho vista di gente perdere l'uso totale dell'occhio. Cambia centro, cambia la placca, ma la formula e' la stessa: incutere terrore. 
Ma che studiano questi all'universita'?????

Appena smetti l'interferone avrai una ricaduta...devi prendere l'interferone, non vorrai mica camminare con le stampelle tra qualche anno?...hai una sola placca nel midollo, ma e' pericolosa: se si attiva puo' compromettere l'uso degli arti...con questa placca attiva (asintomatica), io ti devo dare qualcosa per forza, altrimenti chissa' che succede...se stavi in un centro pubblico, ti avrei dovuto fare un bolo di cortisone....facciamo una risonanza a sei mesi, altrimenti chissa' che succede dopo questa neurite...ho visto pazienti perdere totalmente la vista....non prendete i farmaci e poi piangete...ah, sapessi quanti ne ho visti...be' ma solo il 3% dei pazienti e' morto a causa del Fingolimod, che sara' mai?...
Signori neurologi, che c'e'? Non sapete "curare" una persona malata che sta bene? O siete affezionati cosi' tanto alla SM che se uno quasi non ha sintomi, vi da' fastidio? O non potete smettere di prendere sovvenzioni e regalini dalle case farmaceutiche? O avete cosi' paura da instillarla ai poveri pazienti?

Un applauso ai neurologi 
benvenuti a Neurology...  
il regno del terrore!

Se non siete ancora convinti date un'occhiata a questi link:


martedì 19 marzo 2013

Vaccini al mercurio dannosi per i bimbi è guerra per i risarcimenti

Tanti ricorsi per il diritto al risarcimento mentre le famiglie pagano 2000 euro per il logopedista.


PERUGIA - «Mio figlio? Quando è nato stava bene. Rideva, giocava. Poi quel vaccino e la nostra vita è cambiata per sempre». «Il mio bambino... Avreste dovuto vederlo. Una gioia. Adesso soffre di autismo e vive in un mondo tutto suo. Ma io lotto per farlo vivere come tutti gli altri». Due mamme, due figli, due delle centinaia di famiglie in Umbria che lottano per la stessa causa. Contro la sanità e quel vaccino antimorbillo che secondo loro ha causato la malattia 
Contro la giustizia che non concede un giusto sostegno a scuola. Contro un sistema di welfare che non funziona. Contro l’indifferenza. Una battaglia contro i mulini a vento, dice qualcuno. Una guerra contro una leggenda, spiega chi non ravvisa nessun legame tra il vaccino contro morbillo, rosolia e orecchioni e la comparsa dei sintomi dell’autismo. Eppure le storie di queste mamme sono qui, vicine di casa o colleghe. Che portano in tribunale la loro richiesta di risarcimento e giustizia. Che raccontano dei fantastici mondi in cui vivono i loro figli. Che hanno un solo desiderio. Essere come tutti gli altri.

Le storie di Luca e Giovanni (nomi di fantasia) sono simili. Corrono sullo stesso binario anche dopo quello scambio difettoso che ha portato le loro vite da tutt’altra parte. Le raccontano le loro mamme, Sabrina e Michela. Gravidanza normale e quei primi mesi di gioia. Le cure e i primi vaccini. Fino a quello antimorbillo: dopo l’iniezione, ecco i fastidi. Problemi agli arti, lo sguardo che si spegne e le prime risate che si trasformano in mormorio continuo. La diagnosi è impietosa: autismo.

«Il mercurio, tutta colpa del mercurio - spiega Sabrina - che li ha intossicati». Loro due, insieme ad altre decine di famiglie, fanno parte del Comitato Montinari Umbria onlus, una delle tante associazioni che si occupano del sostegno ai bambini autistici. La loro, in particolare, accompagna la terapia di un logopedista a una dieta senza glutine e latticini «per ripulire il loro sangue dalle tossine dovute al mercurio del vaccino», spiega Sabrina.

Ma questo è solo un aspetto della lotta. Perché è fuori casa che le mamme tirano fuori gli artigli. Prima di tutto contro il ministero della Salute, la Regione e le Aziende sanitarie. Contro cui sono pendenti diversi procedimenti per veder riconosciuto il diritto al risarcimento per le conseguenze del vaccino. Che, è bene sottolinearlo, non ha questi effetti su tutti. C’è chi, per esempio, potrebbe essersi ammalato perché predisposto geneticamente dall’intolleranza ai metalli di entrambi i genitori. «Rischi però - attacca Michela - di cui qualcuno dovrebbe dire qualcosa».

E loro hanno fatto causa. Michela aspetta il primo grado. Sabrina lo ha perso e spera nell’appello previsto per il 20 marzo. Secondo la difesa (entrambe assistite dall’avvocato Roberto Mastalia) spetterebbe un’indennità a norma della legge 210 del 1992 perché «a causa di vaccinazioni obbligatorie per legge o per ordinanza di un’autorità sanitaria italiana ha contratto lesioni o infermità da cui sia derivata una menomazione permanente dell’integrità psicofisica». Ma il tribunale ha respinto la richiesta perché secondo il giudice la vaccinazione “incriminata” non è obbligatoria. L’avvocato Mastalia ci riproverà in appello.

E le mamme continuano a battersi anche a scuola: mentre arrivano a spendere anche duemila euro al mese per fornire a Luca e Giovanni l’aiuto di un logopedista, in aula le cose non vanno bene, tra il no del Tar al sostegno totale e i consueti problemi di fondi. Con Mastalia che parla di contrasto ai «principi costituzionali come quello che dovrebbero essere “rimossi gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Che tutti hanno diritto allo studio sono purtroppo petizioni di principio assolutamente svincolate dalla vita reale».

Il Parlamento spende 12 mln di euro in carta. "Un paradosso"


La materialità cartacea sembra essere ancora radicata proprio in seno all'organo investito della funzione legislativa: il Parlamento italiano.

Eppure con il varo del Nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale e l'istituzione dell'Agenda Digitale Italiana il Legislatore stesso ha dettato regole per cercare di digitalizzare e dematerializzare l'attività di Pubblica Amministrazione, società e impresa.

Per investigare su questa contraddizione abbiamo interpellato Diego Menegon - Fellow dell'Istituto Bruno Leoni e candidato alle prossime elezioni nella lista “Fare per Fermare il declino”, autore di una  ricerca sul tema della dematerializzazione del Parlamento, dalla quale risulta che se le due Camere passassero in toto al digitale risparmierebbero 40 milioni di euro l'anno. Ora ne spendono 12 milioni solo per l'uso della carta.

“Il Legislatore parla bene, ma razzola male – afferma Diego Marangon. La classe politica attribuisce alla ricca semantica che fa perno sul digitale (informatizzazione, dematerializzazione, digitalizzazione dell'amministrazione) un certo appeal; tanto che ogni decreto in materia di crescita o di semplificazione reca norme per la modernizzazione degli strumenti di comunicazione tra cittadini e autorità pubbliche. Le norme che però il Legislatore detta per le amministrazioni pubbliche (che spesso sono inattuate e si riducono a mere dichiarazioni di intenti), non valgono per gli organi legislativi; che ne sono esenti in nome dell'autonomia e dell'autodichia del potere legislativo. Nei fatti, il Parlamento spende ancora circa 12 milioni di euro l'anno per la stampa degli atti e della documentazione parlamentare”.

Sembra che norme interne del Parlamento siano fatte apposta per il mantenimento dell'attività su supporto cartaceo. “Ad essere onesti, si è fatto qualcosa per rendere trasparente l'attività legislativa – riconosce Marangon. E si paga a caro prezzo: ogni anno si spendono quasi 20 milioni di euro, tra Camera e Senato, per l'acquisto di strumenti informatici, per la loro manutenzione, per l'accessibilità alla documentazione parlamentare in via telematica. A lato di questa spesa significativa, che negli ultimi 10 anni è raddoppiata al Senato e triplicata alla Camera, se l'accessibilità agli atti da parte del pubblico è garantita, è altrettanto vero che le modalità di presentazione e di circolazione della documentazione legislativa continua a basarsi sul cartaceo. Disegni di legge, emendamenti e atti di sindacato ispettivo sono presentati e firmati a mano, talvolta con correzioni a penna”.

Firma elettronica e posta certificata non hanno validità per il Parlamento? “Ad ogni parlamentare è attribuito un indirizzo di posta elettronica di Camera o Senato – spiega Diego Marangon - ma questa non viene utilizzata per la presentazione degli atti. La cosa che più fa rabbrividire è il fatto che il bilancio della Camera stanzia ogni anno una voce di spesa, che nel 2012 ammontava a 400 mila euro, per la formazione linguistica e informatica degli onorevoli. Il Senato nel 2012 ha destinato mezzo milione di euro per il rimborso delle spese sostenute dai Senatori per l'acquisto di strumenti informatici. Computer e tablet che paghiamo noi anche se potrebbero benissimo essere acquistati con le ricche retribuzioni riconosciute ai parlamentari Eppure la presentazione degli atti parlamentari continua ad essere eseguita a mano, su supporto cartaceo. In via informale, i funzionari talvolta chiedono la trasmissione del documento in formato informatico, ma questo non è legalmente valido e va volta per volta confrontato con la copia cartacea. Solo in questi giorni, al Senato, si sta riflettendo sull'opportunità di rendere telematico il procedimento di presentazione degli atti a partire dalla prossima legislatura. Alla Camera, invece, tutto tace”.

Le norme non aiutano, poi. C'è ancora l'obbligo per i parlamentari e i loro uffici di recarsi materialmente presso gli uffici della Camera e del Senato per depositare i testi, anziché poterlo fare in via telematica. “E' la norma. Gli uffici dei singoli parlamentari e dei gruppi scrivono gli atti da presentare a mano o al computer; in quest'ultimo caso devono comunque stampare una copia per la firma autografa. Presentano l'atto agli uffici competenti, dove i funzionari si mettono a trascrivere i testi. Spesso chiedono in via informale l'invio di una copia digitale, ma devono comunque confrontarla con la copia cartacea e tener conto di eventuali correzioni a penna. Gli atti sono poi stampati e distribuiti per il loro esame e ristampati una volta esaminati per dar conto della loro approvazione o bocciatura". Tutto questo ha dei costi enormi. Non solo per i costi di stampa ma soprattutto per le ore uomo impiegate dai funzionari impegnati nella trascrizione e revisione degli atti presentati. "Con la digilitazzazione dell'attività parlamentare – chiarisce Diego Marangon - si potrebbero ridurre i trasferimenti ai gruppi, che ammontano a 75 milioni di euro l'anno e le spese per il personale, cresciute ad un tasso più che doppio rispetto all'inflazione negli ultimi 10 anni (del 55%, da 100 a 156 milioni di euro, al Senato e del 45%, da 161 a 234 milioni di euro alla Camera)". "I funzionari del Parlamento sono lautamente pagati e assunti dopo concorsi generalmente molto difficili da superare. Dovrebbero aver cura della qualità della nostra legislazione. Strapagarli per far loro svolgere mansioni esecutive di copiatura di testi, facilmente evitabili con l'utilizzo della posta elettronica certificata, è uno dei tanti sprechi posto a carico dei contribuenti".

Qual è l'ordine di grandezza dell'attività di “carta” e quanto costa al cittadino la mancata dematerializzazione? Il contachilometri segna 5714 progetti di legge alla Camera e 3596 disegni di legge al Senato (senza contare i testi che tornano in terza, quarta o quinta lettura). "Gli emendamenti e le diverse versioni e correzioni non sono nemmeno calcolabili, ma se pensiamo che ai decreti crescita o alla legge di stabilità vengono proposti tra i mille e i duemila emendamenti in ciascuna delle due camere, possiamo avere quantomeno un'idea dello spreco di carta e tempo che ne consegue.
I parlamentari, nel corso della XVI legislatura, hanno poi presentato 1933 mozioni, 2348 interpellanze, 43046 interrogazioni, 1889 risoluzioni, 15518 ordini del giorno".
Sappiamo che Camera e Senato costano complessivamente al contribuente un miliardo l'anno. "Sicuramente i tagli più urgenti riguardano i privilegi, le indennità, i vitalizi dei parlamentari. Rendendo più efficiente la macchina amministrativa sarebbe sicuramente più facile contenere anche le altre voci di spesa. La sola dematerializzazione degli atti porterebbe ad un abbattimento dei costi di stampa, oggi pari a 12 milioni di euro l'anno, ma consentirebbe anche una riduzione delle spese per il personale a parità di qualità dei servizi resi e dei trasferimenti ai gruppi. Un obiettivo plausibile è la realizzazione di risparmi per un importo complessivo di 40 milioni di euro”.

lunedì 18 marzo 2013

FINALMENTE LIBERA DALLA SCLEROSI, DALLA TIROIDITE E DA EUTIROX

 

Ancora una donna che grazie ad un'alimentazione vegana tendenzialmente crudista, risolve i suoi problemi di deficit tiroideo e...non solo!

 

 

 

Tratto dal blog http://valdovaccaro.blogspot.it/

17 marzo 2013

LETTERA:

GUARIGIONI DEFINITIVE DA PATOLOGIE COSIDDETTE INGUARIBILI

Sono LIBERAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!! Ciao Valdo!!!!! Ho seguito alla lettera i tuoi consigli per la detossificazione da "Eutirox" da 125 mcg a zero!!!! Senza alcun effetto collaterale, tutto assolutamente asintomatico, e meno male che l'endocrinologo mi aveva dato per secca e irrecuperabile la mia tiroide. Chissà come mai su 5 persone, 3 soffrono di tiroidite autoimmune e prendono l'Eutirox? Misteri delle lobby farmaceutiche.

SCLEROSI MULTIPLA CON TUTTO QUELLO CHE ESSA COMPORTA, PIÙ TIRODITE AUTOIMMUNE

Qualcuno arriccia il il naso e non mi crede? Non è solo questione di documenti medici in mio possesso. La mia situazione era quella di una paziente segnata. Anno 2006 diagnosi di sclerosi multipla recidivante remittente. Sintomi? Ricorrenti nevriti ottiche retrobulbari, astenia, difficoltà nella deambulazione, ipostenia arti inferiori, formicolii e dolori diffusi e scosse. In concomitanza, come non bastasse, tiroidite autoimmune.

QUESTI I FARMACI PRESCRITTI CON ARROGANZA E SPIRITO IMPOSITIVO DAI VARI SPECIALISTI

Farmaci ospedalieri prescritti alla dimissione, dopo la rachicentesi: A) Copaxone (una puntura al giorno sottocute), B) Rivotril (per i dolori), C) Liryca 150 (antiepilettico per le scosse e i formicolii), D) Eutirox 125 (per la tiroide), E) Pillola anticoncezionale (per gli effetti teratogeni della terapia), e tanto per chiudere in bellezza, F) Prozac (per prevenire la depressione).

ELIMINAZIONE FARMACI, RIPRISTINO FUNZIONALITÀ E STRAORDINARIO BENESSERE

Anno 2008 scelta vegana, solo ed esclusivamente per motivi etici. Un anno dopo circa, scomparsa di tutta la sintomatologia, ripristino totale di tutte le funzionalità, con un benessere generale mai avvertito nemmeno in adolescenza. Gradualmente eliminati tutti i farmaci prescritti, ed oggi, con altrettanto successo, ho tolto pure l'Eutirox!!! Conclusione? Se dovessi mai sentirmi poco bene, piuttosto che a un medico mi rivolgo ad uno stregone vodoo. Mi ispira più fiducia!!!!
Barbara

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RISPOSTA di Valdo Vaccaro

TESTIMONIANZA STRABILIANTE PER TUTTI, MA NON PER GLI AUTO-IMMUNISTI

Ciao Barbara. La carta si lascia scrivere. I fatti, invece, parlano chiaro. Ci sono o non ci sono. Tu sei una delle testimoni eccellenti di cosa significhi auto-guarigione da malattie inguaribili, ovvero di patologie che la Sanità Mondiale e la Sanità Nazionale continuano a definire inguaribili ed autoimmuni. La medicina moderna non è solo pasteuriana, ossia monatta ed untrice, ma soprattutto auto-immunista, portata cioè a classificare il 70% delle malattie come autoimmuni.

RIGUADAGNARE FUNZIONALITÀ ED EQUILIBRIO RICHIEDE SCIENZA E NON BOMBARDAMENTI INDISCRIMINATI

Chiamare una malattia "autoimmune" è una comoda formula per l'Ordine Medico per lavarsi le mani dalle sue pesantissime responsabilità iatrogene e per giustificare i suoi clamorosi fallimenti sul piano della salute. Capisci dunque l'importanza enorme che questo tuo messaggio riveste? Chiaramente non è una questione di vodoo e di stregoni. Per guarire da patologie complesse servono strategie serie e scientifiche, non certo una indegna grandinata di farmaci velenosi.

DIMMI A QUALI LEGGI CREDI E TI DIRÓ CHI SEI

Le strategie serie sono infatti quelle che permettono all'organismo di giocare al meglio le sue carte auto-guaritive. La scienza sta nell'essere umili, nel riconoscere e rispettare precise leggi superiori, come A) Legge della Sovranità, dove la Natura è Sovrana Medicatrice di tutti i mali (E non Legge Sanitaria del Cacchio, per cui il Medico si erge a Sovrano Medicatore di tutti i mali, e lo fa in modo esclusivo, abusivo, arrogante e fuori da ogni diritto, da ogni logica che non sia quella della sopraffazione e dell'imbroglio politico), B) Legge di causa ed effetto, C) Legge dell'Auto-guarigione, per cui il corpo lavora sempre e solo a vantaggio del riequilibrio secondo tempi e modi intelligenti e non demenziali.

SCIOPERANO I MEDICI E CALA DRASTICAMENTE LA MORTALITÀ NEGLI OSPEDALI

Orbene, la medicina non crede nella legge A, non crede nella legge B e non crede nella legge C. Crede piuttosto a leggi diametralmente opposte. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ogni volta che c'è uno sciopero prolungato dei medici negli ospedali del mondo, si verifica una drastica caduta del rateo di mortalità. Questo i medici lo sanno, e ci fanno pure sopra le battute e le barzellette.

LA SALUTE, IN FIN DE CONTI, ROMPE LE SCATOLE A TROPPA GENTE

Se esistesse in questo paese un briciolo di interesse vero e scientifico nei riguardi della salute, ci sarebbe la rincorsa a contattarti e a verificare il tuo caso. Ci sarebbero delle interviste televisive. Ci sarebbero degli articoli in prima pagina, oltre che nelle rubriche dedicate al benessere. Purtroppo non è così. La tua guarigione non entra nell'alveo dei risultati ufficiali, delle statistiche, dei testi specifici sulla sclerosi, sulla tiroidite, sulla eliminazione Eutirox. Rimane fuori dalla città della Scienza, fuori dall'establishment. In pratica nessuno deve sapere e nessuno deve imparare qualcosa dalla tua esperienza. Non vorrai mica mettere in imbarazzo il o addirittura mandare a soqquadro un Regime Medico che predica malattia sicura e obbligatoria per tutti?

Valdo Vaccaro