venerdì 31 agosto 2012

FUSIONE FREDDA - E-Cat: la fusione fredda di Rossi ha completato le certificazioni di sicurezza

 30 agosto 2012 - di Francesca Mancuso
E-Cat. Novità da parte di Rossi sul fronte della fusione fredda. Il tanto atteso processo di certificazione di sicurezza sarebbe stato completato, almeno per gli impianti industriali. Lo avrebbe rivelato lo stesso Rossi sul suo blog in risposta alla domanda di un lettore.
Più volte l'inventore dell'E-Cat aveva fatto presente che una delle tappe più importanti sarebbe stata il via libera da parte dei certificatori. Superata anche questa fase, i misteri del catalizzatore potrebbero essere risolti. E il prossimo 8 settembre a Zurigo Rossi potrebbe annunciare al mondo l'eccezionalità della sua creazione: “Il mio intervento a Zurigo riguarderà la relazione sulle prove effettuate il 16 luglio e il 6 agosto utili alla certificazione dell’Hot E-Cat. Questa relazione sarà pubblicata su riviste specialistiche dopo il 9 settembre e dai giornalisti scientifici che parteciperanno alla riunione”. Potrebbe essere la volta buona.
Rispondendo al commento, inoltre, Rossi dà qualche informazione in più su ciò che accadrà nei prossimi mesi, una volta superato lo scoglio delle certificazioni: “Il processo di certificazione di sicurezza per gli impianti industriali è stato ultimato. Inoltre entro ottobre sarà finito e pubblicato il test indipendente effettuato presso un’università” annuncia. “La relazione rigorosa derivante dalla convalida di terze parti che faremo, come ho detto, in otobre presso un’Università sarà effettuata dai docenti che faranno la convalida, quindi non so dove sarà pubblicata" spiega.
E come ormai ci ha abituti, non rivela in quale università sarà effettuata la convalida, appellandosi all'Nda (Non Disclosure Agreement, Accordo di Non divulgazione, N.d.R.) ma parla di tre atenei, che si sarebbero già candidati per questo lavoro solo "nel caso quella scelta si ritiri per qualsivoglia motivo".
Questa volta però gli indizi sull'E-Cat sembrano convogliare tutti verso la stessa direzione. I tempi forniti da Rossi coincidono con quelli di Aldo Proia, amministratore delegato unico di Prometeon s.r.l., la società che in Italia si occuperà della commercializzazione dell'E-Cat. Proia, nel corso di un'intervista rilasciata a NextMe aveva rivelato: "L’E-Cat termico industriale a bassa temperatura è già disponibile, quello a 600°C è già ordinabile ma materialmente dovrebbe arrivare quest’autunno". 
Fonte: http://www.greenme.it/informarsi/energie-rinnovabili/8413-e-cat-fusione-fredda-certificazioni-sicurezza

giovedì 30 agosto 2012

Vaccino HPV: Papilloma Virus, elementi di riflessione

La vaccinazione HPV (contro il papilloma virus) nelle adolescenti fa ancora discutere, probabilmente perché la campagna vaccinale non è supportata da prove concrete di sicurezza ed efficacia.
Essere genitori di adolescenti undicenni non è facile per sciegliere se praticare questa vaccinazione o meno.
Già nel 2011 Michele Grandolfo, epidemiologo Direttore del Reparto Salute della donna e dell'età evolutiva del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell'Istituto Superiore di Sanità, aveva elencato 7 punti sui quali riflettere.

Ora il dott. Roberto Gava, medico specializzato in Farmacologia Clinica, Tossicologia e Cardiologia già autore di due libri di Farmacologia e di più di un centinaio di pubblicazioni scientifiche, che da molti anni studia gli effetti immunitari e clinici dei vaccini, ha sintetizzato in 20 punti quelle che sono le verità scientifiche sul Papilloma Virus.
1) Il Papillomavirus (HPV) è un virus umano molto comune che si ritrova molto facilmente nei genitali femminili, anche indipendentemente dai rapporti sessuali (può anche essere trasmesso dalla madre al neonato durante il parto).
2) L’infezione da HPV è tanto più facile quanto maggiori sono i partner sessuali ed è più facile quando la donna ha altre malattie sessualmente trasmesse o fuma o assume contraccettivi.
3) Nella maggior parte dei casi l’infezione da HPV è asintomatica o al massimo produce alcune verruche cutanee o condilomi genitali; lo sviluppo di uno stadio tumorale benigno è raro e l’evoluzione verso un tumore maligno è eccezionale.
4) Esistono circa 120 tipi di questo virus e solo 12 di essi sono potenzialmente cancerogeni, ma la loro cancerogenicità si manifesta solo in certe condizioni e in particolare se il sistema immunitario della persona è particolarmente depresso e incapace di svolgere le sue normale funzioni difensive.
5) In ogni caso, anche una infezione HPV con un tipo virale potenzialmente cancerogeno regredisce spontaneamente nel 90% dei casi entro 3 anni dalla diagnosi. In un 9% dei casi, invece, il virus convive per tutta la vita del soggetto che lo ospita senza causare disturbi o problemi (in questi casi il test per l’HPV sarà positivo, mentre il Pap-test risulterà sempre negativo).
6) Solo nell’1% dei casi può esserci la progressione dell’infezione verso una lesione precancerosa e solo l’1% di queste ultime può evolvere verso lesioni cancerose vere e proprie e in ogni caso lo fa solo dopo un periodo di latenza di circa 20-50 anni (cioè, il carcinoma si manifesta con una frequenza complessiva di 1 caso ogni 10.000 persone con HPV e con una mortalità di 3 casi ogni 100.000 persone; il tutto avviene solo in presenza di una grave alterazione del sistema immunitario). Da questo emerge che la stragrande maggioranza delle donne che presenta un’infezione da HPV, anche con ceppi ad alto rischio, non svilupperà mai il tumore della cervice uterina.
7) Diversamente da quanto accade nei Paesi poveri del Terzo Mondo, dove il tumore del collo dell’utero è più frequente e quindi anche più mortale a causa di minor igiene, sistema immunitario più debole per cattiva alimentazione e assenza di controlli ginecologici con Pap-test, nei Paesi industrializzati il carcinoma del collo dell’utero da HPV è in graduale e continua diminuzione e, se ogni donna dopo i 30 anni si sottoponesse ad un semplice Pap-test ogni 3-4 anni, questo tumore sarebbe sicuramente e completamente debellato, perché verrebbe diagnosticato per tempo e, una volta identificato ancora allo stadio iniziale di carcinoma in situ, potrebbe essere eliminato con un semplice, piccolo e indolore intervento ambulatoriale.
8) Quindi, le morti associate al carcinoma della cervice, nei Paesi in cui esistono i normali programmi di screening, potrebbero essere evitate dall’esecuzione di un comune Pap-test e dalla conduzione di una vita igienicamente sana.
9) Il Pap-test è un test di screening (non è un test diagnostico, perché evidenzia delle alterazioni cellulari e non la presenza o meno del virus) e la sua funzione principale é quella di individuare nella popolazione femminile la presenza di eventuali alterazioni cellulari pretumorali prima che diventino maligne. Purtroppo, in Italia solo una minoranza delle donne (circa il 30%) si sottopone periodicamente al Pap-test.
10) Con il campione vaginale prelevato per eseguire il Pap-test si può eseguire anche il test per l’HPV. Questo test non dice se la paziente è malata o meno (dato che la sola presenza del virus non implica una patologia), ma è un test di rischio oncologico, perché identifica la presenza o meno dell’HPV e dice se questo è di un genotipo a basso o alto rischio oncogeno e quindi se la donna si deve sottoporre a Pap-test frequenti (ogni anno) o meno (ogni 3-4 anni).
11) Il vaccino anti-HPV (sia quello bivalente che quello tetravalente) stimola il sistema immunitario a formare anticorpi contro 2 dei 12 tipi potenzialmente cancerogeni di HPV: sono i due tipi più frequenti, ma sono solo 2 e quindi l’effetto protettivo del vaccino, anche se fosse del 100% verso questi due tipi, in ogni caso è dello 0% verso gli altri 11 tipi. Comunque, dato che l’HPV impiega più di 20 anni per passare dallo stato di tumore benigno (displasia) a quello di tumore maligno e dato che la sperimentazione di questo vaccino è iniziata solo 5 anni fa, bisognerà attendere altri 15 anni per sapere se il vaccino protegge effettivamente verso quei 2 tipi.
12) Più specificatamente, parlando dei dati concreti di cui disponiamo oggi e non di estrapolazioni statistiche, possiamo certamente dire che il vaccino anti-HPV sembra essere significativamente efficace solo nella displasia intraepiteliale cervicale di grado 2 (CIN 2), che è una lesione che nel 40% dei casi regredisce spontaneamente e non necessita di alcun trattamento e per il rimanente 60% può essere facilmente eliminata ambulatorialmente. I dati di efficacia del vaccino riguardo la displasia intraepiteliale cervicale di grado 3 (CIN 3) o l’adenocarcinoma in situ sono totalmente insufficienti per trarre una qualsiasi conclusione. Per quanto riguarda invece i dati di efficacia del vaccino nei confronti del carcinoma cervicale conclamato, si può dire che i dati non sono totalmente insufficienti, bensì che sono totalmente inesistenti.
13) Un numero relativamente piccolo di ragazze (circa 1.200), di età compresa tra 9 e 15 anni, è stato arruolato negli studi clinici che hanno valutato l’efficacia del vaccino. Di queste ragazze, che rappresentano la popolazione target dell’attuale vaccinazione anti-Papillomavirus, appena 100 avevano 9 anni e la più giovane è stata seguita solamente per 2 anni. È palese che non si può certamente partire da questi dati per pianificare una vaccinazione di massa nei confronti di un virus che causa una patologia cancerosa dopo almeno 20-30 anni di convivenza nell’organismo.
14) Sappiamo che la scelta di vaccinare soggetti di sesso femminile di 11-12 anni è legata alla bassa probabilità che queste ragazze abbiano avuto rapporti sessuali e che pertanto siano state infettate dall’HPV, perché si sa che questa vaccinazione è efficace solo se la persona non è già venuta in contatto con il virus. Ciò però non giustifica minimamente le vaccinazioni di massa, perché l’uso esteso di un farmaco è giustificato solo se si è certi che quel trattamento sia efficace e ottimamente tollerato, mentre in questo caso non si sa nulla né dell’efficacia anti-tumorale né degli effetti indesiderati del vaccino e allora si può solo concludere che queste vaccinazioni di massa sono solamente delle sperimentazioni di massa e per di più sono a totale carico della popolazione che deve pagare il vaccino e sperimentare sulla propria pelle gli eventuali danni.
15) Il sistema VAERS (Vaccine Adverse Event Report System), che raccoglie le segnalazioni di effetti indesiderati durante e dopo una vaccinazione, ha raccolto fino alla fine di febbraio 2008 più di 5.300 reazioni avverse dopo vaccinazione con il vaccino tetravalente Gardasil®, su un totale di circa 8 milioni di dosi vendute. Secondo la Ditta produttrice, il 2-4% di tutti gli effetti indesiderati del vaccino erano effetti gravi, mentre secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) questi effetti ammontavano a circa il 5%. Finora sono stati riportati 10 casi ad esito fatale tra le ragazze/donne vaccinate, ma la Ditta produttrice rassicura dicendo che “gli eventi riportati erano in linea con gli eventi attesi nella popolazione sana”. La FDA (Food and Drug Administration) ha ricevuto anche 28 segnalazioni di aborto dopo somministrazione del vaccino Gardasil® a 77 donne in stato di gravidanza (28/77: 36%); altre 5 donne hanno registrato danni fetali gravi a carico dei loro feti.
16) Altre reazioni avverse meno gravi sono state le seguenti: cefalea, febbre, nausea, vertigini, vomito, diarrea, dolori muscolari, broncospasmo, asma, orticaria, gastroenteriti, mialgie, trombosi, patologie pelviche infiammatorie, artrite giovanile, artrite reumatoide e artriti aspecifiche, svenimento, intorpidimento prolungato agli arti, paralisi periferica, paralisi facciale, sindrome di Guillain-Barré, convulsioni, encefalopatia, ecc.
17) Questi effetti indesiderati del vaccino, ovviamente, non sono comparsi durante le sperimentazioni controllate eseguite dalla Ditta produttrice, perché quest’ultima ha registrato solo gli effetti che comparivano nei 14 giorni successivi ad ogni somministrazione: un periodo gravemente insufficiente per un trattamento che dovrebbe mantenere i suoi effetti per anni, specie per un vaccino virale antineoplastico (ricordo che maneggiare virus oncogeni è fortemente pericoloso, perché i virus mutano con estrema facilità e questo virus dimostra di essere molto variabile proprio per avere più di 120 tipi).
18) Infatti, un grande pericolo di questa vaccinazione, come di tutte le vaccinazioni con virus oncogeni, è che se anche fosse vero che la vaccinazione riduce la frequenza di infezione da parte di due tipi oncogeni di HPV, è molto probabile che ciò induca un incremento percentuale della frequenza degli altri tipi virali ora meno frequenti e meno oncogeni rispetto quelli vaccinali. Cioè, come già documentato con altri vaccini, una vaccinazione massiva contro due tipi di virus HPV potrebbe indurre delle mutazioni virali che possono cambiare la virulenza patogena dei tipi oncogenici ad alto rischio che oggi conosciamo, inducendo la selezione di altri tipi virali di HPV molto più oncogeni e aggressivi degli attuali.
19) L’uso del vaccino è un enorme costo in più per lo Stato che lo distribuisce gratuitamente senza alcun beneficio attuale, perché le donne vaccinate dovranno continuare ad eseguire le visite ginecologiche e i Pap-test sia perché potrebbero infettarsi con altri tipi di HPV che non vengono coperti dal vaccino, sia perché non si sa assolutamente quanto efficace sia la protezione del vaccino e neppure quanto tempo duri (si pensa che questa vaccinazione protegga per circa 5-6 anni, ma è una supposizione priva di base scientifica). Inoltre, l’imponente spesa che lo Stato deve sostenere per finanziare le vaccinazioni anti-HPV implica togliere i finanziamenti da altri settori della sanità pubblica, mentre, dato che il semplice ed economico esame Pap-test è perfettamente in grado di diagnosticare per tempo un tumore cervicale allo stato iniziale di semplice displasia, sarebbe più logico, più economico e totalmente privo di rischi presenti e futuri finanziare una campagna di sensibilizzazione delle donne affinché si sottopongano periodicamente al Pap-test, invece che finanziare un vaccino la cui efficacia, durata nel tempo e innocuità sono ancora tutte da dimostrare.
20) In conclusione, la campagna pubblicitaria secondo cui il vaccino contro l’HPV sia capace di impedire lo sviluppo di tutti i carcinomi della cervice uterina, non è corretta. La pressante attività di marketing esercitata dalle Ditte produttrici, iniziata già prima dell’autorizzazione alla commercializzazione del vaccino e fattasi ancora più pressante ora, ha reso difficile una valutazione serena del problema, sia dal punto di vista scientifico che politico-sociale.

Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/blogs/la-salute-del-serpente/papilloma-virus-elementi-di-riflessione#ixzz24wH9D4Uf

Fonte: http://www.linkiesta.it/blogs/la-salute-del-serpente/papilloma-virus-elementi-di-riflessione

mercoledì 29 agosto 2012

Vaccino epatite B danneggia il fegato che invece dovrebbe proteggere


"Vaccinare i bambini per l'epatite B è oltraggioso nei loro confronti: la grande maggioranza dei bambini non sono a rischio di contrarre l'epatite, ma sono sicuramente a rischio per gli effetti collaterali del vaccino"
Jane Orient M.D. - 1999
"Tutta la politica vaccinale americana è decisa in base a "legami incestuosi" con le ditte produttrici di vaccini!"
Dr. Jane Orient MD - "VIA", del 14/06/1999  
"I programmi di vaccinazione obbligatoria sono una violazione del codice di Norimberga poichè costringono gli individui a subire un trattamento medico contro la loro volontà, che diventa l'equivalente funzionale di un vasto esperimento completamente senza consenso informato."
Dr. Jane Orient M.D.

www.drjaneorient.com/cv.pdf"Tutte le raccomandazioni ufficiali americane a proposito delle vaccinazioni sono inquinate senza speranza dall'intreccio di interessi esistente fra le ditte produttrici di vaccini, l'accademia americana CDC."
Michael Belkin, testimonianza al congresso USA, 18.05.1999

http://www.whale.to/vaccines/belkin.html"Mia figlia Lyla Rose Belkin è morta il 16 settembre 1998 all'età di 5 settimane, 15 ore dopo aver ricevuto la sua seconda iniezione di vaccino di epatite B. Era una bambina vitale, sveglia, di 5 settimane, quando la tenni per l'ultima volta tra le mie braccia. Non potevo immaginare, quando mi guardava intensamente negli occhi con tutta la innocenza e la meraviglia di ogni nuovo nato, che sarebbe morta quella notte".
Michael Belkin Testimony to Congress. Tuesday, May 18,1999

http://www.whale.to/vaccines/belkin.html

Lyla Rose Belkin died on September 16, 1998
http://www.curezone.com/forums/fm.asp?i=368574

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"Secondo la tradizione ippocratica, il livello di sicurezza di una medicina preventiva deve essere molto elevato, in quanto mira a proteggere le persone contro le malattie che essi non possono contrarre".

Marc Girard, pericoli autoimmuni di vaccino per l'epatite B. Una nuova sorprendente ricerca pubblicata dalla rivista Apoptosis, indica che il vaccino contro l'epatite B, che è stato progettato per prevenire l'epatite B virale al fegato, provoca in realtà la distruzione delle cellule del fegato.
Nello studio intitolato "vaccino contro l'epatite B induce la morte apoptotica in Hepa1-6 celle," i ricercatori hanno cercato di "... stabilire un sistema modello in vitro suscettibile di indagini meccanicistiche di citotossicità indotte dal vaccino anti-epatite B, e di studiare i meccanismi di morte cellulare indotta dal vaccino."
E' stato scoperto che il vaccino contro l'epatite B ha indotto una "perdita di integrità mitocondriale, induzione di apoptosi, e la morte cellulare" nelle cellule del fegato esposto ad una bassa dose di vaccino adiuvato. Come adiuvante era stato usato idrossido di alluminio, che è sempre più identificato come concausa di malattia autoimmune nelle popolazioni immunizzate.

La scoperta che il vaccino contro l'epatite B provochi danni al fegato (epatotossicità) conferma i risultati precedenti (1999) che il vaccino aumenta l'incidenza di problemi al fegato nei bambini degli Stati Uniti con meno di 6 anni fino al 294% rispetto ai controlli su quelli non vaccinati.

Un altro studio pubblicato sulla rivista Hepatogastroentology nel 2002, ha osservato che la vaccinazione contro l'epatite B è stata statisticamente associata a reazioni gastrointestinali tra cui: epatite, malattie gastrointestinali e alterazioni dei test di funzionalità epatica, in confronto ad altri gruppi di controllo.

Questa, tuttavia, è solo la punta dell'iceberg ...

In uno studio illuminante pubblicato nel giugno 2011 sulla rivista Molecular Biology Reports, i ricercatori hanno dimostrato che il vaccino per l'epatite B altera l'espressione di 144 geni nel fegato di topo entro 1 giorno dalla vaccinazione , di cui 7 sono correlati all'infiammazione e al metabolismo.

Gli autori hanno notato:

"Le aziende farmaceutiche di solito eseguono il test di sicurezza sui vaccini, ma tutti i requisiti richiesti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e le farmacopee ufficiali, dipendono dal test di tossicità generale, e quindi lo studio dell'espressione genica per testare la qualità del vaccino contro l'epatite B non viene eseguito di routine."

Potrebbe l'alterazione del gene-espressione del vaccino per l'epatite B essere un motivo per cui ci sono oltre 60 gravi effetti nocivi per la salute associati al vaccino, come documentato nella rivista peer-reviewed e pubblicazioni di letteratura biomedica, compresa la morte improvvisa del lattante?
Altri potenziali meccanismi d'azione collaterali pericolosi alla base degli effetti del vaccino dell'epatite B, sono i seguenti ...
- I Vaccini per l'epatite B possono contenere polimerasi del virus dell'epatite B come contaminante, che può innescare un processo autoimmunitario contro la mielina (il rivestimento protettivo dei nervi) in alcuni soggetti vaccinati.
FONTI: PMID: 16176857 e PMID: 15908138

- Il Vaccino contro l'epatite B può indurre la malattia autoimmune demielinizzante attraverso il mimetismo molecolare che esiste tra l'antigene del vaccino, virus di Epstein-Barr virus e mielina umana.
FONTI: PMID: 17630224 PMID: 16295528
Perché i bambini sono vaccinati per il virus dell'epatite B?
Il vero pericolo è che la vaccinazione universale contro il virus dell'epatite B può causare più male che bene. Si tratta in realtà dei più piccoli - i bambini - che sono più a rischio di essere irreparabilmente danneggiati, in quanto il programma vaccinale del CDC richiede la vaccinazione contro l'epatite B alla nascita, 1-2 mesi, e poi di nuovo a 3-6 mesi di età.

La vaccinazione universale per l'epatite B è stata raccomandata per i neonati negli Stati Uniti nel 1991, nonostante i risultati contrastanti di sicurezza. Forse non a caso, la prevalenza di autismo oggi è del 1500% superiore a quella che si verifica nel periodo immediatamente prima della loro introduzione.
Non esiste alcuna cosa come un "epidemia genetica", nel senso tradizionale ereditabile della parola "genetica", mentre c'è una cosa come la modifica di un'espressione genica indotta dall'ambiente, come sopra descritto.

In altre parole, gli adiuvanti dei vaccini (ad esempio mercurio e alluminio) e antigeni sono in grado di compromettere profondamente la stabilità dell'infrastruttura genetica da cui dipende la nostra salute.
In base ad una recensione pubblicata su una rivista di Salute e Tossicologia Ambientale nel 2010, nei neonati maschi vaccinati con il virus dell'epatite B prima del 1999, l'incidenza di autismo segnalata dai genitori, era di 3 volte più alta.

Perché prima del 1999?

Il 27/08/99 il CDC, riconoscendo la profonda neurotossicità associata all'uso di thimerosal (organomercurici), ha approvato il primo vaccino thimerosal-free contro l'epatite B. Purtroppo, anche dopo la rimozione del mercurio (che è stato sostituito da un altro agente neurotossico, idrossido di alluminio), la prevalenza di autismo è ancora di diversi punti più elevata di quanto non fosse prima del programma vaccinale sempre più schiacciante del CDC (60 e più vaccinazioni fino ai 6 anni) fino a raggiungere le proporzioni attuali.
Un altro problema evidente con il vaccino per l'epatite B nei neonati è che il virus dell'epatite B viene trasmesso solo attraverso il sangue o liquido seminale da coloro che sono infettati, che sono due vie di esposizione a cui un bambino - non certo uno nato in un ospedale - dovrebbe mai essere esposto, a meno che, naturalmente, la madre non sia portatrice, e quindi trasmettere il virus alla sua prole.

Ma gli ospedali possono e devono effettuare controlli preventivi sulle donne in gravidanza, rendendo quindi inutile vaccinare ogni bambino alla cieca.

Inoltre, non esistono studi randomizzati e controllati che hanno valutato gli effetti del vaccino per l'epatite B durante la gravidanza per prevenire l'infezione infantile, nonostante il fatto che alle donne in gravidanza venga somministrato il vaccino proprio per questo motivo.1

Vi è anche una ricerca che indica che la vaccinazione per Epatite B non garantisce la protezione contro l'infezione, quindi non può rientrare nella categoria di un vaccino che possa prevenire la malattia.2
NOTA: Per ulteriori ricerche sugli effetti avversi delle vaccinazioni, visitare il sito GreenMedInfo.com Archive Vaccine Research.
Per la ricerca sul vaccino anti-epatite, visita la pagina Hepatitis B Vaccine.

1 Cochrane Database Syst Rev. 2011 (3): CD007879. Epub 2011 Mar 16. PMID: 21412913

2 Postgrad J. Med 2006 Mar; 82 (965) :207-10. PMID: 16517803

Questo articolo non è destinato a fornire consigli medici, diagnosi o trattamento. Opinioni qui espresse non riflettono necessariamente quelle di GreenMedInfo o del suo staff.

fonte: http://www.greenmedinfo.com/blog/hep-b-vaccine-damages-liver-it-supposed-protect
(tradotto con google)

www.laleva.org

sabato 25 agosto 2012

SOLDI PUBBLICI - Le idrovore succhiasoldi degli italiani, le tesorerie dei partiti

 di Mario Sechi

Zero spese, superincassi. Se l’azienda Italia funzionasse come le tesorerie dei partiti, sarebbe imbattibile. I movimenti politici sono ricchi, sono passati attraverso varie crisi, hanno superato la bolla di internet, l’11 settembre 2001, lo sboom dei mutui subprime nel 2008, e continuano come idrovore a succhiare i soldi dei contribuenti.

venerdì 24 agosto 2012

Canone Rai: non e' dovuto per il possesso del pc


La Rai non ha mai richiesto il pagamento del canone "per il mero possesso di un personal computer collegato alla rete, i tablet e gli smartphone". Il canone ordinario continua quindi a dover essere "pagato solo per il possesso di un televisore". Lo precisa la stessa azienda, dopo un confronto avvenuto questa mattina con il Ministero dello Sviluppo Economico, rilevando che la lettera inviata dalla Direzione Abbonamenti Rai si riferisce esclusivamente al canone speciale dovuto da imprese, societa' ed enti nel caso in cui i computer siano utilizzati come televisori (digital signage). Fermo restando che il canone speciale non va corrisposto - viene ulteriormente precisato - nel caso in cui tali imprese, societa' ed enti abbiano gia' provveduto al pagamento per il possesso di uno o piu' televisori. Per viale Mazzini "cio' quindi limita il campo di applicazione del tributo ad una utilizzazione molto specifica del computer". Peraltro rispetto a quanto previsto in altri Paesi europei per i loro broadcaster (BBC, ed altri ancora) che nella richiesta del canone hanno inserito tra gli apparecchi atti o adattabili alla ricezione radiotelevisiva, oltre alla televisione, il possesso dei computer collegati alla rete web, i tablet e gli smartphone. La nota si chiude ribadendo "che in Italia il canone ordinario deve essere pagato solo per il possesso di un televisore".

Fonte:http://tlc.aduc.it

giovedì 23 agosto 2012

Chiesa cattolica e culti Pagani: Troppe similitudini!

Parte prima: le festività
Ad eccezione del 25 aprile, del 1 maggio e del 2 giugno, ricorrenze laiche per eccellenza, le festività del calendario sono tutte religiose. Molte lo sono diventate nel corso dei secoli, quando il cristianesimo prima e la Chiesa cattolica poi si sono appropriati di antiche festività e riti Pagani come strumento per sradicare i culti politeisti preesistenti, evangelizzare le popolazioni, uniformare ed estendere il proprio potere.
Il Natale non fa eccezione, perché deriva dalla celebrazione del solstizio d’inverno oggi convenzionalmente fissato il 21 dicembre. Il solstizio è il momento dell’anno cui corrisponde, a causa della posizione che il sole assume rispetto al piano equatoriale, la notte più lunga e il giorno più corto. Questo fenomeno nell’antichità veniva interpretato in chiave religiosa: nascita del Dio-Sole, partorito dalla Dea-Vergine (personificazione della notte)  il sole, giunto al minimo della sua potenza, sembrava improvvisamente rinascere, riconquistava le tenebre e diventava invincibile. In quei giorni i Romani festeggiavano il Sol Invictus (sole invincibile), gli Egiziani la nascita di Horus partorito da Iside, gli Indopersiani quella di Mitra, i Siriani quella di El  Gabal, i Greci quella di Helios, Thammuz partorito da Mylitta, o Ishtar, nelle religioni iranico-caldee, ecc. Ma l’elenco delle divinità celebrate nel mondo durante il solstizio d’inverno è lunghissimo, a indicare come il culto del dio Sole fosse radicato in tutte le civiltà. Infine la tradizione giunse fino a Roma nella forma del culto di Mitra ed entrò nelle abitudini dei romani.
Quando il cristianesimo iniziò a diffondersi, dovette venire a patti con queste tradizioni molto radicate, per cui la Chiesa tentò, tutto sommato con successo, di "appropriarsi" della festa del Natale, proponendo Gesù Cristo come "vero sole divino" che nasce di notte da una vergine. Fu Aureliano il primo imperatore romano a istituire ufficialmente il 25 dicembre la festa del Sol Invictus, nel 274. Costantino poi, nel 330, trasformò la ricorrenza in festa cristiana facendovi coincidere la nascita di Cristo, fino ad allora festeggiata in date diverse a seconda del luogo (ma più diffusamente il 6 gennaio, giorno in cui poi venne celebrata l’Epifania). E fu sempre Costantino a cambiare nome all’ultimo giorno della settimana, che da dies solis (giorno del sole, significato che ancora rimane nell’inglese sunday e nel tedesco sonntag) diventò dies domini (giorno del Signore).Nonostante l’ufficializzazione della data di nascita di Cristo, il culto del dio Sole rimase ben radicato persino nelle popolazioni cristiane. Ci vollero la soppressione del culto di Mitra, le persecuzioni dei riti politeisti e i decreti di Giustiniano sulla chiusura dei tempi pagani per far sì che il Natale si affermasse lentamente – e per editto – come  festa cristiana in tutto l’Impero. Volendo cristianizzare il paganesimo, alla fine si giunse al risultato opposto, ovvero di paganizzare il cristianesimo.
PASQUA - In questo giorno i cristiani festeggiano la "resurrezione" di Gesù. La Pasqua cade la prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera. Si tratta quindi di una festività legata all'equinozio di primavera.
Tutti i popoli pagani dell'Impero Romano, e non solo, conoscevano già questa festa, che non è altro che una festa primaverile: gli alberi germogliano, nei prati sbocciano i primi fiorellini e quindi la natura, dopo il freddo inverno, "risorge".
L'idea di resurrezione della natura diventò resurrezione di Cristo, e anche questo mito, in qualche modo, fu "incorporato" nella nuova religione che andava diffondendosi in antitesi al paganesimo ma, al tempo stesso, paradossalmente, non c'è tradizione pagana che non sia stata "rubata" e fatta propria dalla chiesa cristiana dei primi secoli.

MADONNA - Il Cristianesimo antico non prevedeva alcun tipo di devozione che non fosse rivolta esclusivamente a Dio. La penetrazione della nuova religione in territorio greco-romano ha fatto sì che fossero importati culti pagani, opportunamente rivisitati per dare loro quantomeno una sfumatura nominalmente cristiana.
La Chiesa ha sempre tollerato di buon grado queste contaminazioni, in quanto hanno favorito l'adesione al cristianesimo da parte delle popolazioni pagane, che potevano ritrovare elementi a loro familiari. Di tutte le contaminazioni pagane, la creazione del culto della "madonna" rivolto a Maria madre di Gesù è forse il più appariscente e anche quello che contrasta di più con i testi dei Vangeli.
Gesù, da buon ebreo monoteista, non ha mai proposto il culto di sé stesso, né ha mai avuto pretese divine. Men che meno ha mai accettato che sua madre diventasse meritevole di particolari onori solo per motivi di parentela fisica.
Al contrario, nel vangelo di Matteo si legge che quando Gesù iniziò a predicare, sua madre lo venne a prendere per portarlo a casa, considerando probabilmente una stramberia il fatto che il figlio si dedicasse a problematiche religiose piuttosto che aiutare il padre nel lavoro di carpentiere.
Quando Gesù seppe che sua madre e i suoi fratelli volevano parlare con lui, rispose con questa frase: "Chi è mia madre? E chi sono i miei fratelli?". Poi, con la mano indicò i suoi discepoli e disse: "Guarda: sono questi mia madre e i miei fratelli: perché se uno fa la volontà del Padre mio che è in cielo, egli è mio fratello, mia sorella e mia madre" (Matteo 12, 46-50).
Ma non è tutto: nel vangelo di Luca si racconta di una donna che fu probabilmente la prima persona a rivolgere delle parole di devozione alla madre di Gesù, in presenza di quest'ultimo. La donna disse infatti: "Beato il seno che ti portò e le mammelle che ti allattarono!" Ma Gesù disse: "Beati piuttosto quelli che odono la Parola di Dio e l'osservano." (Luca 11:27-28).
Come si vede chiaramente, i vangeli sottolineano che l'insegnamento di Gesù è teologicamente rigoroso, centrato sull'osservanza degli insegnamenti e non su devozioni sentimentali.
Ma i popoli pagani che aderivano, per fede, per paura o per convenienza, alla nuova religione, non potevano certo dedicarsi alla lettura dei vangeli (a parte l'analfabetismo, siamo in un'epoca dove ogni comunità cristiana possiede solo una piccola porzione del nuovo testamento) e preferivano seguire una religiosità istintiva, che li portava addirittura a preferire il culto di qualche divinità "materna" piuttosto che l'austera adorazione dell'unico Dio. Esistono anche motivazioni psicologiche profonde, che rendono la figura materna più protettiva e rassicurante di quella paterna.
Il culto della madonna, sebbene contenga elementi sincretistici di varia provenienza, deriva principalmente dal culto di ISIDE.
E' Iside che era definita "la Vergine", come del resto molte altre madri di eroi divini secondo i miti mediterranei.
Poiché Iside rappresentava la notte (nei miti pagani sono rappresentati anche eventi astronomici -  vedi anche sotto la voce "natale") molte sue statue erano nere (come le tenebre appunto) e questo spiega l'esistenza di "madonne nere". Tuttora esistono più di 450 luoghi in cui si trovano Madonne Nere. E’ stato appurato, da reperti, che moltissime chiese cattoliche sono sorte su antichi templi di Iside, ad esempio la Chiesa di S. Stefano a Bologna, come pure Notre Dame a Parigi. Nei secoli passati molte immagini e statue delle originali Madonne Nere sono state distrutte o si trovano in collezioni private. Alcune sono state riprodotte e spesso sono diventate bianche (a volte riprodotte su marmo bianco!) forse per cancellare la loro origine "pagana"!
La chiesa cattolica, nei secoli, pur non avendo alcun conforto nei testi evangelici, anzi in antitesi agli stessi vangeli, è andata elaborando una "teologia mariana" che ha concentrato sempre di più su Maria le mitologie pagane sulle divinità femminili, materne, vergini.
Persino le FESTE dedicate a Maria sono la trasformazione, anzi per meglio dire il proseguimento, di antiche feste dedicate alle madonne pagane.
Fu il concilio di Efeso a introdurre ufficialmente nella chiesa cristiana il mito pagano della Dèa madre che fecondata da un Dio padre fa nascere un essere semidivino. Maria fu proclamata "Madre di Dio" nel 431, ben 4 secoli dopo la predicazione di Gesù.
Non è un caso che ciò sia avvenuto proprio ad Efeso, città che aveva un forte attaccamento al culto di una madonna (in questo caso si trattava di Artemide o Diana).
Negli Atti degli Apostoli si racconta che quando Paolo arrivò in questa città con il proposito di fondare una comunità cristiana, incontrò una forte ostilità da parte della folla, che l'accusava di minacciare la sopravvivenza del culto della loro "madonna".
Le grida "grande è l'Artemide degli Efesini!" (Atti 19,28) mostravano la potenza di un culto che indusse Paolo a lasciare la città. Se Paolo avesse proposto agli Efesini la venerazione di Maria, certamente non avrebbe istigato una simile contrapposizione.
Il fatto è che per i primi cristiani era assolutamente impensabile la sola idea di poter avere un culto di tipo "mariano".
Chi l'avrebbe detto che dopo 4 secoli i pagani non avrebbero più temuto che il cristianesimo entrasse in competizione con il mito della dèa madre? Anzi, al contrario, i pagani sono riusciti ad introdurre i loro miti nel cristianesimo.

CULTO DEI SANTI  - I primi cristiani avevano la più totale repulsione per ogni tipo di onore o devozione sia per le persone che per le statue o immagini, essendo rigidamente monoteisti come gli ebrei. Negli Atti degli Apostoli si racconta che Pietro rimproverò Cornelio perché si era inginocchiato davanti a lui, con la frase: "Levati, anch'io sono uomo!" (Atti 10:25-26).
Non appena il cristianesimo iniziò a diffondersi in terre pagane, la prima e più immediata esigenza dei nuovi convertiti era di trovare un corrispettivo alle divinità protettrici del politeismo. La chiesa, da sempre intollerante solo quando si mette in discussione la sua autorità, ma estremamente compiacente nell'assecondare ogni compromesso spirituale pur di espandersi numericamente, ha pensato bene di istituire, prima a livello ufficioso, poi come vero e proprio dogma, il culto dei santi.
In realtà, per i primi cristiani il termine "santo" era esteso a tutti i credenti. Tutte le epistole di Paolo terminano con dei saluti, e spesso si leggono frasi del tipo "salutatemi tutti i santi che sono nella tale città", ecc.
Tuttavia, dopo circa un secolo dall'inizio dell'espansionismo cristiano, si cominciò prima a parlare di "martiri" a proposito di coloro che erano morti a causa di persecuzioni, e successivamente di "santi" per designare coloro che erano riusciti a mettere in pratica in modo efficace tutta la dottrina. Entrambi, martiri e santi, furono oggetto di culto in sostituzione della pluralità di dèi che, a livello psicologico, non potevano trovare una adeguata sostituzione nella semplice e austera adorazione dell'unico dio monoteista giudeo-cristiano.
Poiché i dèi pagani erano sempre protettori di qualche categoria di persone, si pensò bene di attribuire ad ogni santo una particolare predisposizione nel proteggere persone, luoghi o eventi.
La festa del dio locale diventò la "festa del patrono".
Anche molti templi dedicati agli dèi e alle dèe pagane furono rinominati con nomi di santi simili ai nomi delle antiche divinità.
Cosicché, ad esempio, molti templi di Giove divennero chiese di San Giovenale. Ci sono poi innumerevoli luoghi dedicati alle divinità femminili, principalmente templi di iside, che sono poi diventate chiese dedicate a Maria.

CANDELORA - I romani, per le calende di febbraio, illuminavano la città per tutta la notte con fiaccole e candele, in onore della dea Februa, madre di Marte, dio della guerra, e imploravano dal figlio la vittoria contro i nemici. La chiesa cattolica ha mantenuto la festa modificandone il significato, dedicandola alla commemorazione del rito di purificazione di Maria che, come tutte le donne ebree, dopo aver partorito, si sottopose al prescritto periodo di isolamento, una sorta di quarantena dettata da precauzioni igieniche sia pure codificate sottoforma di pratica religiosa.

MAGGIO - Secondo la chiesa cattolica, "mese della madonna". In realtà il mese di maggio era dedicato dalla religione romana  alla Dèa Maia. E' sempre a lei che erano dedicate anche le rose.

SAN GIOVENALE  - Questo santo non è mai esistito, si tratta di una denominazione vagamente "cristianizzata" con cui si rinominavano i templi di Giove trasformati in chiese.

I culti Pagani nascono molti secoli prima del Cristianesimo, questo può far riflettere su chi, ha preso da chi per diffondersi e prendere potere, quello che abbiamo oggi sotto gli occhi.


mercoledì 22 agosto 2012

Milioni di rimborsi ai partiti Ma non hanno speso un euro


di Alberto Dimajo 

Non hanno tirato fuori un euro per la campagna elettorale ma hanno ricevuto rimborsi milionari. Sono 67 tra partiti e movimenti vari. Alcuni hanno vinto, altri perso. Non conta. Solo per aver avuto liste alle ultime elezioni regionali e aver ottenuto una manciata di voti hanno conquistato i «rimborsi». In tutto, per le consultazioni del 28 e 29 maggio 2010, lo Stato ha assegnato alle forze politiche più di 74 milioni di euro, a fronte di spese accertate di poco meno di 63 milioni. È la Corte dei conti a metterlo nero su bianco.


Il caso Assange e i casi come il Cermis e Callipari: strana concezione del diritto negli USA

Julian Assange


Come tutti sanno Julian Assange è ricercato dagli Stati Uniti per aver diffuso su internet attraverso Wikileaks informazioni coperte da segreto di stato. Per ora è protetto dall'asilo politico concessogli dall'Ecuador, ma le pressioni esercitate dagli Stati Uniti sul governo britannico e quello svedese per riuscire ad estradarlo negli Stati Uniti e poi processarlo mettono continuamente a repentaglio la sua sorte, addirittura gli inglesi minacciano di estradarlo con la forza, prelevandolo con i militari dall'ambasciata ecuadorenia in Inghilterra dove lui attualmente risiede.
Wikileaks ha mostrato all'opinione pubblica filmati di “omicidi collaterali” dove si vedono civili a Bagdad uccisi apparentemente in maniera indiscriminata e altri episodi del genere in Afganistan e nello Yemen.
La stessa Wikileaks ha pubblicato delle mail della Stratfor, una società di intelligence privata; dove si afferma che un grand jury (una giuria incaricata se esistono gli elementi per un processo) ha già approvato in segreto l'incriminazione di Assange.
Assange non è un cittadino americano e nessuna delle sue azioni è avvenuta sul territorio americano. Se gli Stati Uniti possono perseguire penalmente un giornalista in circostanze simili, allora, seguendo la stessa logica, il governo russo o quello cinese potrebbero chiedere l'estradizione di giornalisti stranieri, di ogni parte del mondo, colpevoli di aver violato le loro leggi. Un precedente del genere dovrebbe preoccupare tutti, ammiratori o meno di Wikileaks.
Di contro vogliamo ricordare i casi: Nicola Callipari, strage del Cermis, abbattimento dell'Airbus A300 nel Golfo Persico e altre stragi nascoste degli americani, dove nessuno o quasi ha pagato il conto con la giustizia, in questi casi ai delitti commessi dagli americani viene applicata una giustizia molto blanda e gli stessi vengono difesi ad ogni costo affinchè ne escano senza grosse pene e spesso impuniti.
Nicola Callipari
Tragedia del Cermis
Airbus A300
Una riflessione vorrei fare: se l'America è ritenuto il paese dove vige il più alto livello di democrazia, in considerazione dei fatti qui citati e considerando i complottismi delle banche, della famiglia Rockfeller, dei Rothschild e altri massoni, ci dobbiamo preoccupare per la nostra libertà?
 

martedì 21 agosto 2012

Industria Farmaceutica

Riportiamo un ottimo articolo di , pubblicato su Medicinenon, che può far riflettere su alcune realtà quotidiane che si riflettono sulla nostra salute.

Mi chiedono ogni tanto se sono contro le case farmaceutiche, il sistema medico e i farmaci.
Alcune email sono alquanto divertenti per i toni espressi e i contenuti. Fra queste ne ho ricevuto una stringata con questo testo: “Vorrei sapere se per caso Lor Signori sono contro la Medicina.” Firmato: Dottor Professor Nonsoche, Cattedratico dell’Università di Nonsodove, addì nonsoquando. (Alcuni termini sono stati sostituiti per ragioni di privacy…) Leggendola sorridevo immaginando un omino con tanto di toga e cappello e spropositato orgoglio che sciorinava il suo credo da una cattedra più grande di un mausoleo ai futuri medici…. mah….
In ogni caso la mia risposta, riguardo all’essere contro, è stata ed è sempre: “No. Sono contro niente e nessuno.”
L’opposizione rafforza chi la riceve, e il mio scopo non è certo questo. Semplicemente espongo dei fatti, se dico che un dato farmaco è un veleno, intendo dire che è un veleno e implicitamente intendo anche dire che io di certo non lo prenderei, e lo dico perché questa informazione potrebbe essere utile a chi ritiene che prendere veleni non sia una cosa razionale e informandolo gli faccio un favore.
Ora, il fatto che le aziende farmaceutiche abbiano più a cuore la soddisfazione dei loro azionisti che la salute di chi consuma i loro farmaci, significa che intendono fare del profitto in modo indiscriminato e questo è riprovevole, ma non fa di me un loro oppositore. Semplicemente sono consapevole che in questo mondo esistono diverse realtà e quella delle multinazionali farmaceutiche ha alcuni aspetti come quelli che ho appena descritto, di cui non intendo essere effetto.
Non prendo farmaci da decenni, non so chi sia il medico assegnatomi dalla struttura pubblica e penso che se tutti facessero come me, le case farmaceutiche dovrebbero trovare altro da fare, gli ospedali avrebbero solo il pronto soccorso e i reparti d’emergenza, ma questo non significa che io sia contro l’establishment medico-farmaceutico. E’ chiaro il concetto?
Quindi cosa penso dell’industria farmaceutica e di tutto l’apparato medico scientifico?
La medicina allopatica, ortodossa, ufficialmente riconosciuta, fa un buon lavoro in alcuni casi: se venissi investito da una macchina e mi ritrovassi con il cranio aperto, stai pur certo che desidererei ricevere la cure che offre. In una emergenza, la sutura di una arteria interrotta, l’ingessatura di un arto fratturato, dei farmaci salvavita per impedire ulteriori danni organici che porterebbero a morte sicura, ben vengano.
Quando però si tratta di malattie croniche, il quadro è molto diverso. Qui vediamo il medico tradizionale che tratta il sintomo della malattia, non cura il paziente, non lo libera dalla malattia. La medicina ortodossa si concentra sul trattamento del sintomo della malattia, e sa molto poco sulla prevenzione. E non ha certo l’interesse a prevenire la malattia. La fine della malattia coincide con la fine della medicina così come la conosciamo.
La vita del comune cittadino, nella società in cui viviamo, è regolata da persone che fanno parte di un sistema al cui vertice troneggia un’oligarchia che prospera sull’ignoranza di cui è effetto la maggior parte della popolazione.
Questa ignoranza viene coltivata, implementata e rinforzata perché è il muro portante su cui si fonda il sistema del profitto indiscriminato.
Ignoranza significa bugie e false credenze ritenute verità, che spaziano in ogni campo della vita dall’alimentazione all’istruzione, alla cura della salute, alla spiritualità, alla politica alla sanità mentale, alla giustizia, alle regole morali ed etiche, alle leggi della Natura, tanto per dare qualche esempio.
Una credenza falsa è che i farmaci curino, che se non li prendi non guarisci, quando è invece vero il contrario. Per quanto sia evidente che oggigiorno quasi tutti muoiano a seguito di gravi malattie croniche perpetuate dall’uso indiscriminato di farmaci, tale credenza è talmente radicata nella nostra mente che ci impedisce di valutare osservando i fatti, ma si continua a prendere farmaci nel tentativo inutile di guarire.
Se tu avessi accesso al mondo che ruota intorno alla malattia, verresti a conoscenza di alcune cose sorprendenti. Il personale medico degli ospedali viene istruito su vari argomenti inerenti ai compiti che deve svolgere all’interno della struttura e vengono date alcune informazioni su cui basare le decisioni da prendere in ogni situazione e circostanza.
Per esempio, se uno si trovasse per qualsiasi ragione in ospedale e gli venisse prescritto un farmaco e chiedesse: “Ma di cosa si tratta? E’ un farmaco sicuro?” potrebbe ricevere una risposta ferma e confortante: “Certamente! E’ sicuro!”
Tale prontezza nel rispondere deriva dall’istruzione ricevuta, in questo caso in merito alla sicurezza di un farmaco. Ma cosa si intente per sicurezza in questo ambito? Questa è l’informazione che viene data al personale medico:

Sicurezza dei farmaci

Premessa:
Nessun farmaco è privo di effetti collaterali.
Un farmaco viene definito sicuro quando il rapporto beneficio/rischio propende verso il beneficio (Ossia maggiore di 1). Questa definizione significa che se il farmaco produce tre effetti buoni e due effetti dannosi, il farmaco è sicuro. Questa non è sicurezza. Sicuro dovrebbe significare che non produce effetti negativi, ma come la scienza medica stessa afferma, non esistono farmaci privi di effetti collaterali, quindi ha creato una propria definizione di sicurezza, per adattarla alla situazione.
Solo che questa definizione non la trovi nel dizionario, e nemmeno viene fatta conoscere pubblicamente in modo adeguato.
Posso aggiungere che i cosiddetti “Effetti collaterali” sono sempre dannosi e in realtà sono i sintomi dell’avvelenamento prodotto dal farmaco. La presunta cura del sintomo che si vuole curare non è altro che la soppressione di tale sintomo. Il sintomo viene soppresso, gli viene impedito di manifestarsi, di infastidirci, ma è sempre lì. E in più ora si hanno un po’ più di veleni con cui prima o poi si dovranno fare i conti.
Siamo abituati a leggere sui “bugiardini” i termini “effetti collaterali” e non ci facciamo più caso.
Che cos’è un effetto collaterale? E’ una reazione avversa, una risposta (che produce dei sintomi nocivi) del nostro sistema immunitario che insorge a dosi normalmente usate per la profilassi, la diagnosi o la terapia di una malattia. Un effetto farmacologico diverso da quello voluto ma inevitabile. Il nostro sistema immunitario fa partire il processo di disintossicazione quando l’organismo è attaccato da tossine e quindi appaiono dei sintomi come manifestazione esteriore di azioni necessarie per ottenere l’espulsione di tali tossine.
Quando si tratta di tossine presenti in natura, inizialmente tali sintomi sono tollerabili e scompaiono subito e progressivamente una volta che la tossina è stata espulsa.
Tuttavia nel caso di farmaci, la maggior parte delle componenti tossiche dei farmaci è sintetica e di elevate concentrazioni non esistenti in natura e il processo di disintossicazione indotto per liberare l’organismo di tali tossine (farmaci) produce sintomi (chiamati effetti collaterali dalla scienza medica), nuovi e diversi da quelli prodotti da tossine esistenti in natura. Le malattie croniche sono i sintomi perennemente manifestati di tossine che il processo di disintossicazione non riesce ad espellere, pur tentando continuamente di farlo. Le tossine possono anche avere origini diverse da quella farmacologica, come quelle prodotte da cibi inadatti o agenti inquinati atmosferici, ecc.
Ogni mille abitanti sono state prescritte 931 dosi di farmaci rispetto alle 875 dell’anno precedente, tra il 2003 e il 2008 si e osservato un tasso di variazione annua del 4,6%.
(L’uso dei farmaci in Italia: Rapporto OsMed gennaio-settembre 2008)
Questo significa che ogni anno vengono prescritti circa 60 milioni di dosi. Indipendentemente dai miliardi di euro di spesa, questo è un avvelenamento di massa, sia dei corpi che dell’ambiente.
Negli Stati Uniti, i farmaci uccidono 20.000 persone all’anno, quasi il doppio rispetto a 10 anni fa.
In Italia le cifre sono molto basse, ipotizzo che questo avvenga perché forse gli italiani sono più forti fisicamente o perché i medici non riportano correttamente le cause non attribuendole ai farmaci, lascio al lettore fare le sue proprie valutazioni.
Ormai le cifre non fanno più impressione, i media ci hanno abituato ripetendole spesso e non riusciamo più a vedere la condizione di estrema emergenza in cui si trovano le più svariate situazioni, e non siamo interessate a risolvere tali situazioni. I prodotti farmaceutici sono pubblicati in TV e inghiottire pillole per alleviare lo stress, ansia o insonnia è diventato un mezzo socialmente accettabile.

I farmaci più comunemente abusati si dividono in tre categorie:

  1. a base di analgesici oppiacei
  2. depressori del sistema nervoso centrale prescritti per l’ansia e disturbi del sonno (Valium e Xanax)
  3. stimolanti, usati per il trattamento dei disturbi da deficit di attenzione (Ritalin e Adderall ).
All’interno di queste categorie, l’industria farmaceutica ha fornito una serie completa di sostituti per quasi tutti gli stupefacenti illeciti disponibili. Il metilfenidato, il principio attivo chimico del Ritalin, produce effetti simili a quelli della cocaina. Gli antidepressivi possono agire come degli “acceleratori” della serotonina. Anche se a volte i farmaci possano essere appropriati per salvare la vita di una persona, la maggior parte delle volte sono inutili, costosi e dannosi. Il mio consiglio è di cercare terapie naturali che affrontino le cause della malattia, prima di decidere in favore dei farmaci. Ti posso assicurare che il numero di persone che hanno effettivamente bisogno di farmaci è una piccola percentuale di coloro che li prendono. Ad esempio, vengono prescritti farmaci per il bruciore di stomaco, quando si tratta di uno dei disturbi più facili da risolvere. La maggior parte delle persone ignorano il fatto che il bruciore di stomaco è un segnale importante inviato dal loro corpo e invece ricorrono a un farmaco per sopprimere i sintomi.
Nel caso in cui tu non lo avessi ancora realizzato fino ad ora, ciò che determina gli obiettivi generali della medicina tradizionale ortodossa, ormai da più di un secolo, è l’influenza della più potente industria del mondo, il cartello delle aziende farmaceutiche.
Le aziende farmaceutiche esercitano una grande influenza sulla maggior parte degli studi pubblicati e su quasi tutta la formazione del personale medico. Questa influenza fa sì che i medici utilizzino i loro costosi rimedi sintomatici come soluzioni per i problemi delle persone.
Le aziende farmaceutiche sono state in grado di imporre i loro prezzi elevati, perché la stragrande maggioranza delle persone non paga più il prezzo pieno dei farmaci o non li paga per niente come nel caso dei vaccini. Dato che la maggior parte delle persone non li paga direttamente, le aziende farmaceutiche sono in grado di farla franca con dei prezzi scandalosi.

Le aziende farmaceutiche costituiscono l’industria più redditizia al mondo.

Le aziende farmaceutiche sostengono che hanno bisogno di grandi guadagni – miliardi di euro – per svolgere le loro attività di ricerca e sviluppo. Sostengono anche che i farmaci hanno migliorato la qualità e la durata della vita di molte persone. Ma questa motivazione perde credibilità quando:
  • Solo 1 euro su 5 che l’industria farmaceutica raccoglie va alla ricerca, ricerca comunque indirizzata non a trovare una vera cura ma nuovi farmaci che trattino i sintomi di malattie che rimangono senza cura.
  • Alcune società farmaceutiche spendono quasi il doppio di soldi per la pubblicità e il marketing di quanto spendono per la ricerca.
  • I profitti delle aziende farmaceutiche sono così grandi che superano di gran lunga i profitti di qualsiasi altra industria.
Per spiegare cosa intendo veramente significare per imprese più redditizie devo ricorrere al pianeta USA, perché in Italia non ci sono enti indipendenti preposti a raccogliere certi tipi di dati.
Nel 2001, un anno che ha visto un calo dell’occupazione, un tuffo in picchiata nel mercato azionario e letteralmente il crollo dei simboli economici dell’America, le aziende farmaceutiche hanno continuato a regnare come l’industria più redditizia nella classifica annuale della rivista Fortune delle 500 aziende con maggiori profitti.
Mentre l’utile totale delle 500 aziende diminuiva fino al 53%, il che rappresenta il crollo più grande dal 1954, le top 10 aziende farmaceutiche degli Stati Uniti hanno aumentato i loro profitti del 33%.
Queste società farmaceutiche hanno ottenuto il profitto più elevato, il 18,5%, che è stato di 8 volte superiore alla media di quello di tutte le 500 industrie di Fortune, e che supera facilmente il profitto di 13,5% della prossima industria più redditizia, l’attività bancaria. Anche in Italia, nonostante il clima di recessione stia congelando i consumi delle famiglie, le case farmaceutiche hanno continuato a macinare utili nell’anno che si è appena concluso. (2008). L’ enfasi che viene data ai farmaci è uno dei motivi principali per cui la spesa pubblica per l’assistenza sanitaria ha il più alto tasso di crescita. E ‘anche uno dei principali fattori per cui i medici costituiscono una delle principali cause di morte il fatto che fanno più affidamento sull’uso di farmaci per mettere una pezza al problema, piuttosto che cercare la causa del problema.

Quanto sono sicuri i farmaci?

Nel 1998 un ampio studio pubblicato nel Journal of the American Medical Association (JAMA) ha evidenziato che 106.000 persone muoiono ogni anno in ospedali americani a causa di effetti indesiderati da farmaci.
Diamo un’occhiata a questo dato statistico in un modo diverso: 106.000 morti in media all’anno fanno quasi 300 morti al giorno, ogni giorno. I decessi a causa di disastri di tutte le principali compagnie aeree sono in media meno di 300 all’anno, ma 1 incidente aereo attira di più l’attenzione dei media e dei governi che non 300 decessi a causa di farmaci che si sono verificati non solo lo stesso giorno in cui è avvenuto l’incidente aereo, ma anche ogni giorno prima e dopo per decenni.
Perché questa epidemia di effetti collaterali non è stata riconosciuta? I decessi avvenuti per reazioni a un farmaco raramente sembrano diversi da qualsiasi decesso per cause naturali. Non ci sono relitti da riprendere, nessun luogo del disastro ad affascinare e inorridire i telespettatori. Come i media dicono, “Nessun filmato, nessun articolo”.
I decessi provocati da farmaci si verificano spesso silenziosamente negli ospedali, al pronto soccorso e nelle abitazioni private. Quando questi decessi avvengono, è spesso poco chiaro se la causa sia stata il farmaco, la malattia, o qualche altro fattore. In altre parole, per gran parte dei media, una morte per effetti collaterali non ha nulla di interessante per attirare il pubblico.
Gli effetti negativi prodotti dai farmaci di cui viene fatto rapporto sono solo la punta di un iceberg. Considera la digossina, il best-seller fra i farmaci per il cuore. Secondo un articolo di JAMA, la Food and Drug Administration (FDA) riceve ogni anno circa 82 rapporti sulle reazioni avverse alla digossina, ma uno studio sistematico rivela che ogni anno avvengono più di 28.000 ricoveri per reazioni avverse alla digossina. Stiamo parlando di 28.000 reazioni avverse all’anno e la Food and Drug Administration (FDA) ne viene a conoscenza di solo 82.
Questa in sostanza è la punta dell’iceberg delle case farmaceutiche.

lunedì 20 agosto 2012

Sclerosi multipla, al via la sperimentazione clinica del “metodo Zamboni”

Il progetto Brave Dreams del chirurgo vascolare Paolo Zamboni partirà tra pochi giorni. Prima sarà la volta dell'azienda ospedaliera-universitaria di Ferrara, poi dell'Usl di Bologna, successivamente l'ospedale Cannizzaro di Catania e infine altre undici strutture sanitarie distribuite in tutta Italia
Si parte con la sperimentazione clinica. Il progetto è quello che va sotto il nome di Brave Dreams (acronimo di Brain venous drainage exploited against multiple sclerosis) e, sotto il coordinamento del chirurgo vascolare Paolo Zamboni dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara, il suo scopo è quello di verificare gli effetti sulla sclerosi multipla intervenendo per rimuovere le ostruzioni sanguigne determinate dall’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (Ccsvi).
L’annuncio ufficiale è stato dato da Carlo Lusenti, assessore regionale alla salute, e con la selezione dei pazienti si partirà a metà della prossima settimana, iniziando nei centri dell’Emilia Romagna che hanno aderito alla sperimentazione, finanziata con 2 milioni e 900 mila dalla Regione stessa lo scorso febbraio. Tra i centri, oltre al presidio ferrarese dove opera il clinico che ha dato il nome alla tecnica di intervento, il “metodo Zamboni”, c’è l’Usl di Bologna. Dopodiché sarà la volta dell’azienda ospedaliera Cannizzaro di Catania e delle 14 strutture su 20 che hanno già ricevuto il nulla osta dai comitati etici dopo l’esame del protocollo la cui stesura è stata coordinata dall’agenzia sanitaria e sociale dell’Emilia-Romagna.
Per quanto riguarda l’inizio della sperimentazione, che era attesa a settimane, l’ok definitivo è giunto dopo che il ministero della Salute si è pronunciato in senso positivo lo scorso 17 luglio. A dare il contributo finale affinché ciò avvenisse un precedente parere, quello della commissione unica dispositivi medici del dicastero, chiamata a esprimersi sull’uso dei palloncini da angioplastica previsti dal protocollo Brave Dreams. A questo punto, dunque, si passerà alla verifica dell’intuizione da cui era partito il professor Zamboni, quando aveva cominciato a studiare la malformazione che impedisce il deflusso del sangue dal cervello e che può portare a ristagni ematici all’interno del cranio con conseguente accumulo di tossine.
La patologia – è stato riscontrato poi anche in centri clinici diversi da quello di Ferrara (tra questi, la Fondazione Don Gnocchi di Milano, l’ospedale Sant’Antonio di Padova e il policlinico Vittorio Emanuele di Catania, oltre a ospedali stranieri) – può presentarsi indipendentemente dalla sclerosi multipla. Ma, sempre secondo i ricercatori che hanno seguito il metodo Zamboni fin dal training ad hoc a cui i medici vascolari vengono sottoposti, i pazienti affetti dalla malattia neurologica degenerativa avrebbero la Cssvi con una frequenza che va oltre il 90%.
Per il clinico ferrarese e per i colleghi che hanno adottato le sue tecniche sia diagnostiche (come l’ecocolor dopler e la flebografia) che terapeutiche (la rimozione delle ostruzioni), esisterebbe la possibilità di beneficiare di effetti positivi sulla sclerosi multipla adottando un approccio vascolare, oltre a quello tradizionale di tipo neurologico. In altre parole, correggendo i problemi di deflusso del sangue nelle vene che non inviano correttamente sangue a polmoni e cuore, si possono ottenere miglioramenti, tra cui miglior qualità di vita, recupero del tono muscolare e almeno parziale ripresa dell’attività fisica.
Una sessantina per centro medico il numero dei pazienti che entrerà nel programma di sperimentazione, che costerà circa 3.500 euro a paziente. La selezione verrà fatta in base alla storia clinica dei candidati, che non devono aver superato uno specifico livello di gravità nella progressione della sclerosi multipla. E ognuno di questi sarà trattato per un anno, al termine del quale si aprirà la fase – dai 18 ai 24 mesi – durante la quale i risultati saranno relazionati alla comunità scientifica.
Si tratta di un momento atteso anche da una onlus, la Ccsvi nella sclerosi multipla, che ha come presidente onorario Nicoletta Mantovani e che nel corso degli ultimi anni ha appoggiato le ricerche di Paolo Zamboni attivandosi sia presso le istituzioni che presso i privati per raccogliere pareri e finanziamenti. Ancora di recente Gisella Pandolfi, presidente nazionale dell’associazione, aveva chiesto che si partisse quanto prima con la sperimentazione per verificare le correlazioni tra le due malattie. E aveva aggiunto: “Noi questo affermiamo e vogliamo: che si prenda atto della ricerca internazionale fin qui compiuta e in continua evoluzione, in un confronto sereno e serio. Ricordiamo che i malati di sclerosi multipla sono oltre 60 mila in Italia e 2 milioni e mezzo nel mondo. Per la maggior parte giovani adulti, due su tre donne”.
http://www.ilfattoquotidiano.it

giovedì 16 agosto 2012

Vaccini e Autismo: il segreto che non si dovrebbe conoscere

Riportiamo un ottimo articolo pubblicato da Milani Gabriele su Autismo e vaccini
Secondo il Centers for Disease Control and Prevention [CDC], il numero di bambini con autismo negli Stati Uniti è aumentato del 78% nell’ultimo decennio. Ora 1 ogni 88 bambini negli Stati Uniti ha qualche forma di disturbo dello spettro autistico anche se l’evidenza conferma 1 ogni 29.
Le scuole americane [e non solo] sono assolutamente ricche di bambini con bisogni speciali e milioni di genitori stanno disperatamente cercando di capire perché così tanti bambini stanno manifestando questi gravi problemi dello sviluppo.
Stranamente, i bambini autistici nascono perfettamente normali. La maggior parte di loro si sviluppano bene per il primo anno o due di vita e poi succede qualcosa di drammatico. Cosa sarà mai?
C’è un segreto che non si dovrebbe conoscere. Quel segreto è che i vaccini sono la causa primaria dell’autismo.
Come è aumentato il numero dei vaccini somministrati ai nostri figli, così è aumentata la percentuale dei nostri bambini con autismo.
Oggi, in alcune zone degli Stati Uniti più di 30 vaccini vengono somministrati ai bambini prima dei 3 anni e anche l’Italia non smentisce questo trend col Piano Nazionale Vaccini 2012-2014 dove le “promozioni” sono più intense.
Quando si iniettano così tanti materiali tossici direttamente nel sangue dei bambini il cui sistema immnunitario è totalmente vulnerabile, qualcosa prima o poi accade. La prova che collega vaccini ed autismo continua a lievitare, malgrado le aziende farmaceutiche continuano a negare energicamente il nesso causale tra i due.
Ogni anno, ci sono migliaia e migliaia di genitori che portano il loro bambino perfettamente sano dal medico per la vaccinazione e poi finiscono per rammaricarsi profondamente di questa scelta. Poco dopo l’assunzione di così troppi vaccini, molti bambini si ammalano, smettono di parlare e non recuperano più. I genitori di questi bambini rimangono assolutamente devastati.
Se si avvia una ricerca su Internet è possibile trovare abbastanza testimonianze per tenere chiunque inchiodato alla sedia a leggere per giorni e giorni, da qui all’eternità. Una di queste è stata pubblicata recentemente anche da noi: Parla la mamma di una bambina autistica [parte prima ... e ... parte seconda].
Ma per l’istituzione farmaceutica, un collegamento tra vaccini e autismo non deve mai essere ammesso e arrivano addirittura a chiedere la chiusura dei siti che evidenziano questo scomodo nesso come sta accadendo recentemente in Gran Bretagna: una delle più assurde campagne contro la libertà di parola dei medici. Evidentemente in quel paese, dove ha sede il quartier generale della GlaxoSmithKline [l'Italia è stato il primo insediamento estero dell'azienda], deve essere ormai assimilabile al reato di omicidio esporre questa inconfutabile evidenza. Centinaia di miliardi di dollari e di euro di profitti sono in gioco, e le implicazioni giuridiche nell’ammettere che i vaccini causano l’autismo sarebbero assolutamente travolgenti: il recente caso di Rimini lo insegna.
Le grandi compagnie farmaceutiche mai, mai, mai, mai ammetteranno un collegamento. E poiché quelle aziende spendono anche miliardi di dollari e di euro in pubblicità sui media ufficiali, i media ufficiali non riporteranno mai neanche un collegamento. E’ tutta una questione di soldi.
Quindi i media ufficiali devono mostrare incredibile perplessità in merito a ciò che sta causando l’aumento drammatico di casi di autismo negli Stati Uniti e nel mondo.  E “aumento drammatico” è un eufemismo. Si sta facendo veramente difficile negare che è esplosa una epidemia di autismo, non solo in America.
Nel 2000 e nel 2002, la stima di autismo è stata di circa 1:150 bambini. Due anni più tardi 1: 125. Nel 2006, il numero era 1:110, e i dati più recenti – dal 2008 – suggeriscono che 1:88 bambini hanno autismo.
Che cosa sta causando tutto questo?
I media ufficiali fluttuano tra vari tipi di teorie bizzarre.
Un numero crescente di genitori negli Stati Uniti e in tutto il mondo sono giunti a una conclusione. Nonostante la travolgente propaganda sui media ufficiali che i vaccini non causano l’autismo, un sondaggio del 2010 ha dimostrato che uno ogni quattro genitori credono che i vaccini causano l’autismo.
Perchè sono così tanti i genitori che non ascoltano gli “esperti”? … Certamente è causa di quello che hanno visto e vivono nella vita reale. Tutto ciò è riportato da un recente articolo dell’Huffington Post
È un fatto che molti bambini con Disturbi dello Spettro Autistico sono regrediti da uno sviluppo normale appena ricevevano più vaccini a intervalli regolari. I funzionari della sanità dicono che la tempistica è completamente casuale.
La regressione di solito avviene tra i 12 e 24 mesi, anche se uno studio ha trovato che alcuni bambini mostrano segni dell’autismo all’inizio dei sei mesi, ma mai prima di quell’età.
Da sei mesi di età, la maggior parte dei bambini degli Stati Uniti ricevono circa 18 inoculazioni contenenti 24 vaccini contro nove malattie. Nei prossimi due anni, riceveranno altre nove iniezioni che contengono 14 vaccini contro 12 malattie.
Così, se un bambino regredisce a sei mesi o di 18 mesi, la tragedia accade durante un periodo di intensa vaccinazione. In molti casi, i genitori segnalano che il bambino ha avuto una reazione anomala dopo essere state vaccinato [convulsioni, febbre elevata, diarrea, letargia, pianti inconsolabili, urla acute o altri sintomi].
Se il vostro bambino smette di parlare nel giro di giorni [o persino di ore] dopo aver ricevuto un vaccino, come vi sentireste?
Le grandi aziende farmaceutiche hanno finanziato numerosi studi per cercare di dimostrare che non non c’è alcun legame tra vaccini e l’autismo, ma molti studi indipendenti contraddicono i risultati di questi studi aziendali finanziati. È riportato da un articolo del 2009 di Paul Joseph Watson
L’epidemiologo Tom Verstraeten e il Dr. Richard Johnston, immunologo e pediatra presso l’Università del Colorado, entrambi hanno concluso che il thimerosal è stato il responsabile per l’aumento drammatico nei casi di autismo, ma i risultati ottenuti sono stati respinti dal CDC.
I casi di autismo negli Stati Uniti ora sono aumentati di oltre il 2700% dal 1991, da quando hanno raddoppiato i vaccini per i bambini, e soltanto da quando è in aumento il numero delle vaccinazioni. 1 ogni 2.500 bambini sono stati diagnosticati con autismo prima del 1991, mentre ora 1 ogni 91 bambini ha la malattia, e 1 ogni 150 appena sei anni fa.
Cosa c’è di così dannoso nel thimerosal?
Il thimerosal contiene mercurio che è una delle sostanze più tossiche note all’umanità. Il mercurio ha dimostrato di nuocere gravemente allo sviluppo neurologico. Di seguito è quanto viene spiegato direttamente dal sito dell’EPA
Per feti, neonati e bambini, l’effetto primario sulla salute del metilmercurio è quello di un alterato sviluppo neurologico. L’esposizione al metilmercurio nel grembo materno, che può risultare dal consumo di pesce e crostacei che contengono il metilmercurio da parte della madre, può influire negativamente sulla crescita del cervello e del sistema nervoso di un bambino. Impatti sul pensiero cognitivo, memoria, attenzione, linguaggio e abilità motorie e abilità visuali spaziali sono stati osservati nei bambini esposti a metilmercurio nel grembo materno.
Perché nel mondo si vogliono pompare enormi quantità di composti tossici nel corpo dei nostri bambini quando i loro cervelli sono ancora in fase di sviluppo? … Tutto ciò è letteralmente folle!
Molti paesi in tutto il mondo hanno riconosciuto questo e hanno vietato il thimerosal nei vaccini. In Italia ci pensò l’allora Ministro della Salute Umberto Veronesi, salvo poi concedere nel 2003 la possibilità “sine die” [letteralmente senza fissare giorno di scadenza] di smaltire le scorte e non solo.
Ciò che segue è un estratto da un articolo di Dawn Prate
Nel 1977, uno studio russo ha comprovato che gli adulti esposti a ethylmercurio, la forma di mercurio che deriva dal thimerosal, subirono un danno cerebrale anni più tardi. Studi sull’avvelenamento da thimerosal descrivono anche necrosi tubulare e lesioni del sistema nervoso, tra cui ottundimento, coma e morte. Come risultato di questi risultati, la Russia ha bandito il thimerosal dai vaccini per bambini nel 1980. Danimarca, Austria, Gran Bretagna, Giappone e tutti i paesi scandinavi hanno vietato anche il conservante.
Perchè non è stato vietato negli Stati Uniti e in Italia è ancora presente in fiale e filiera produttiva?
E perché tanti genitori americani e italiani ancora permettono che tutto ciò sia iniettato a livelli elevati direttamente nel flusso sanguigno dei loro figli?
Ci sono migliaia e migliaia di genitori che sono disposti a testimoniare che non avrebbero mai permesso ai propri figli di essere vaccinati se potessero tornare indietro e farlo di nuovo, soprattutto se fossero stati informati.
Ma non sono solo i bambini piccoli che hanno avuto conseguenze avverse dai vaccini. Migliaia e migliaia di donne incinte hanno perso i loro bambini poco dopo l’assunzione di vaccini. Migliaia e migliaia di adulti sono diventati permanentemente disabili poco dopo l’assunzione di vaccini.
Se volete saperne di più, si possono trovare decine di storie dell’orrore, in merito ai danni da vaccino, qui [aborti dopo il vaccino H1N1] e qui.
Una volta capito che i vaccini possono provocare l’autismo, diventa molto più facile da trattare. Di seguito è una citazione del Dr. Russell Blaylock [dal quale ho ricavato l'articolo Alluminio e Vaccini: accoppiata devastante per il cervello]
Gli studi dei bambini autistici hanno dimostrato spesso livelli molto alti di mercurio, con nessuna altra fonte di esposizione se non i vaccini. Questi livelli sono uguali a quelli osservati negli adulti durante le esposizioni tossiche industriali. Varie cliniche di autismo hanno trovato notevoli miglioramenti nel comportamento e nelle interazioni sociali nei bambini dai quali il mercurio è stato chelato. I risultati dipendevano da quanto prima il mercurio veniva rimosso dopo esposizione, ma possono essere causati danni permanenti se il metallo non è chelato abbastanza presto. Eppure, anche nei casi di gravi danni, a causa della enormi capacità riparative del cervello infantile, sono possibili miglioramenti. Il problema dell’autismo coinvolge numerosi sistemi del corpo, compreso il tratto gastrointestinale, il sistema immunitario e il sistema nervoso; di conseguenza assistiamo a numerose infezioni e effetti amplificati della malnutrizione. Intrepidi lavoratori nell’ombra, che sono all’esterno dello stabilimento mediale, hanno prodotto molti miracoli con questi bambini utilizzando un approccio scientifico multidisciplinare completamente ignorato dall’ortodossia. Alcuni bambini hanno sperimentato anche un ritorno completo alla normalità fisiologica.
Così se il bambino ha l’autismo, non danno speranze.
Eppure, ci sono molte cose che si possono fare.
Purtroppo, le autorità sanitarie stanno rispondendo al movimento d’accusa diventando più severe che mai con i genitori.
Ad esempio, in tutti gli Stati Uniti i bambini che non hanno ricevuto tutti i vaccini “obbligatori” sono esclusi dalla scuola.
In alcuni casi, i bambini sono addirittura sottratti ai loro genitori per non averli vaccinati. In un caso recente, in Pennsylvania, un’assistente sociale ha confiscato un bambino neonato solo perché la madre non avrebbe dato il consenso alla vaccinazione.
Questa è follia completa e totale.
Perchè mai non dovrebbe essere garantito ai genitori il diritto di scegliere o meno se iniettare mercurio o altre sostanze tossiche ai loro bambini?
Perchè mai non dovrebbe essere garantito ai genitori il diritto di chiedere se è una buona idea iniettare nei bambini decine di vaccini prima dei 3 anni?
Ma questo non è il modo in cui funziona il nostro sistema. Le grandi compagnie farmaceutiche finanziano le campagne dei nostri politici, e quindi ottengono dai nostri politici la garanzia di prevaricare il nostro DIRITTO DI SCELTA affinchè noi assumiamo i loro vaccini.
Per saperne molto di più su tutto questo, consiglio un ottimo articolo intitolato “Autismo & Vaccini” di Barbara Loe Fisher [Presidente del National Vaccine Information Centre].
C’è così tanto che potrebbe essere scritto su questo argomento, e spero che anche questo articolo vi porterà alla comprensione della verità.
La chiave è quello di fare la vostra propria ricerca. Non ascoltate ciecamente le aziende farmaceutiche o chiunque altro parli a nome di esse.
Prima di decidere se vaccinare un bambino, educate voi stessi sui vaccini quanto più possibile!
Ancora una volta anche quest’anno, migliaia e migliaia di bambini diventeranno permanentemente disabili inutilmente.
Quanto dovrà ancora passare prima che a tutti noi sarà finalmente ammessa la verità?

Fonte: Autismo e vaccini