mercoledì 30 aprile 2014

Grandi Menti perseguitate - considerati folli o eretici

Ogni uomo è una creatura dell’epoca in cui vive; solo pochi sono in grado di elevarsi al di sopra delle idee del loro tempo”.  Voltaire

Nel 2009 uscì uno spettacolare film storico "Ágora", che rievocava la vicenda umana della prima scienziata della storia, l’astronoma e filosofa Ipazia di Alessandria, vissuta nel IV secolo d.C. che fu perseguitata della chiesa fino alla morte, in nome della sua passione per la scienza, la libertà e la ricerca della verità.

Ipazia ebbe l’unica colpa di essere una donna estremamente attiva nel dibattito scientifico dell’epoca, che arditamente si pronunciava contro il modello geocentrico di stampo tolemaico, che poneva la Terra al centro dell’Universo e che ai tempi era ritenuto la teoria consolidata, a favore del modello eliocentrico, con il Sole centrale, che si rifaceva invece ai vecchi e dimenticati studi di Aristarco.

L’epoca che la ospitò sul pianeta era confusa e intollerante e così Ipazia venne accusata di empietà e stregoneria, nonché diffidata in quanto donna che pretendeva di insegnare agli uomini. Venne aggredita da un gruppo di monaci fanatici, trascinata in una chiesa e uccisa a colpi di conchiglie affilate. Mentre ancora respirava, le cavarono gli occhi come punizione per aver osato studiare il cielo. Dopo averla fatta a pezzi cancellarono ogni traccia di lei bruciandola.

Ci sono uomini e donne che hanno vissuto epoche storiche che non gli appartenevano. Menti illuminate da idee rivoluzionare troppo premature per il tempo e il contesto culturale che stavano vivendo.

Gran parte di loro sono stati perseguitati, oltraggiati e messi al margine dal potere costituito, in ragione delle loro idee troppo distanti da quelle ufficialmente accettate e pertanto troppo scomode. Le loro ricerche sono state ignorate nella migliore delle ipotesi, se non derise o addirittura manipolate e sminuite affinché risultassero palesemente false o nulle a tutti coloro che si fossero accostati ad esse per cercare di comprenderle.

Solo a distanza di molti anni, se non addirittura secoli, il lavoro di questi grandi “eretici” (ma solo di alcuni e solo parzialmente!) che hanno avuto il coraggio di contrapporsi alle verità “dogmatiche” del sapere ufficiale, è stato rivalutato, riconosciuto valido e magari dato per scontato, alla luce delle nuove conoscenze scientifiche e delle acquisizioni tecnologiche. Oggi tutti sanno che la Terra gira intorno al sole e nessuno se ne scandalizza o che la velocità del treno non provocherà nei viaggiatori il “delirium furiosum”, l’obnubilazione dei sensi di cui fu accusato George Stephenson, inventore della locomotiva a vapore e considerato un “ciarlatano” e un “povero matto” quando, nella prima metà dell’800, lanciò il suo treno alla folle velocità di ben 39 Km/h!

Questo però non significa che i nostri tempi siano ormai e finalmente esenti da discriminazioni e abusi e che la comunità scientifica abbia raggiunto la maturità intellettuale per sostenere che lo scopo primario della scienza è la ricerca pura della verità, ovunque essa si trovi. Tutt'altro.

Sono passati quasi due secoli da quando il grande Nikola Tesla, sintetizzando il senso del suo operato, pronunciava la celebre frase: “La scienza non è nient’altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’umanità” eppure, pur riconoscendo taluni fondamentali progressi del sapere, sfociati prevalentemente in ambito tecnologico, siamo ancora molto lontani da un mondo in cui l’obbiettivo principe della scienza sia perseguire il benessere dell’uomo e non invece il successo personale, gli interessi economici dei finanziatori dei progetti di ricerca, nonché il potere politico che ne consegue.

Soprattutto per questo motivo ho il viscerale desiderio di dedicare un particolare tributo a tutte le grandi menti di ogni tempo, e ne citerò qualcuna, che con le proprie intuizioni hanno sfidato le idee della loro epoca, hanno coraggiosamente aperto nuove strade e instillato nuova consapevolezza in chi era aperto a riceverla.

La maggior parte di loro è rimasta a tutt'oggi incompresa o misconosciuta ai più.

Hanno portato al mondo nuove verità, ma sono rimasti soli. Tuttavia ogni seme gettato da questi grandi pensatori rappresenta una preziosa perla di conoscenza e nonostante abbiano operato in epoche e luoghi differenti, ognuno di loro ha fornito al mondo una tessera in grado di incastrarsi a misura in un più grande puzzle, in quel sofisticato disegno d’Autore che esiste da sempre ed attende solo di essere svelato per intero.

Nessun uomo inventa qualcosa che potenzialmente non esista già, ma una mente ispirata può scoprire e descrivere parte delle leggi universali che ci governano. Ognuno di questi uomini ha acceso la luce su una porzione del Progetto, ha esteso la propria mente al di là delle convinzioni del proprio tempo, sfidando l’ortodossia e lo status quo.


La mattina del 17 febbraio 1600, anno del Giubileo imposto da Clemente VIII, nella Città Santa stracolma di pellegrini, veniva arso vivo l’ostinatissimo eretico ed ex frate dominicano da Nola, Giordano Bruno. I capi d’accusa contestatigli dall'Inquisizione della Chiesa romana erano di aver calpestato i dogmi sacri e incontestabili del cattolicesimo con l’aggravante di voler morire volontariamente martire, infischiandosene del dolore corporale e sostenendo impunemente che la sua anima sarebbe ascesa per ricongiungersi all'anima dell’Universo.

Nonostante il corpo di Bruno fosse stato martoriato da anni di prigionia e da ignobili torture e le sue carni devastate da ferite suppuranti, il suo pensiero rimase sempre svincolato dal corpo febbricitante, libero e indomito. I feroci inquisitori che avevano cercato di addomesticarlo con la sottomissione non erano riusciti ad asservire la sua Anima ed il suo Spirito, tanto da sentirgli pronunciare, prima del rogo, queste ultime parole: “Et diceva che moriva martire et volentieri, et che se ne sarebbe la sua anima ascesa con quel fumo in Paradiso”.

La Santa Inquisizione, che ben poco aveva di santo, in qualità di istituzione benpensante, preservando lo status quo della religione dominante, ormai lontana dall’originale concetto di amore cristico, aveva il preciso scopo di tutelare il potere ecclesiastico, arginando gli scomodi fantasmi del cambiamento e tenendo sotto controllo l’indagine scientifica che avrebbe potuto destabilizzarlo.

Giordano Bruno è stato un grande esempio di coerenza e di lotta all’intolleranza, ha scelto di morire per un’idea ed il suo olocausto non è stato vano se solo ha instillato in chi resta la forza e lo stimolo per continuare a lottare perché la verità trionfi!

Ma quanti studiosi e ricercatori coraggiosi e controcorrente dovranno ancora nuotare nel fango dell’ingiuria ed essere additati come gli eretici di turno dalla moderna inquisizione, prima che la loro idea possa essere presa in considerazione e sottoposta ad una accurata ed imparziale verifica scientifica?

Quando succederà che lo spirito indagatore e lo spirito critico, da sempre promotori dei più grandi progressi dell’Umanità, prenderanno il naturale sopravvento sui modelli di pensiero fossilizzati, schiavi della tradizione ed asserviti alla stabilità delle lobbie e dei baronati?

Una vera chimera e nessun indizio favorevole se penso ai due esempi che voglio di seguito brevemente ricordare.

Nikola Tesla (1856-1943) è stato uno degli scienziati più geniali di tutti i tempi nel campo della fisica dell’elettromagnetismo. Le sue idee rivoluzionarie e le invenzioni tecnologiche, alcune delle quali non completamente comprese nemmeno oggi, lo hanno messo in antagonismo con la scienza tradizionalista e con l'establishment politico ed economico dei suoi tempi.

Il grande sogno di Tesla era quello di eliminare miseria e povertà distribuendo gratuitamente energia elettrica a tutti, in quanto la sua scoperta dei raggi cosmici, nel 1896, che già gli aveva fatto guadagnare la fama di “pazzo”, lo aveva portato a sostenere che ci doveva essere una fonte di energia sconosciuta e senza limiti che poteva essere incanalata.

Nel 1901 brevettò infatti un apparato per l’utilizzo dell’energia libera radiante, le cui sorgenti principali erano il Sole, la magnetosfera terrestre, la Terra e i raggi cosmici, che condensando l’energia intrappolata tra la Terra e la sua atmosfera superiore, la trasformava in energia elettrica utilizzabile gratuitamente dall'uomo, come dono del pianeta ai suoi abitanti.

Ma questo progetto si scontrava enormemente con l’imperante logica del profitto, sorta con la rivoluzione industriale, ed inoltre le idee inedite di Tesla, non avendo analoghi precedenti nella storia della scienza, non sarebbero mai state incentivate finanziariamente perché non avrebbero potuto essere realizzate per procurare un guadagno immediato e così, nonostante egli detenesse oltre 700 brevetti, morì in solitudine sulla soglia della povertà ed il giorno stesso della sua morte tutti i suoi appunti e documenti vennero sequestrati dall’FBI.

Stessa sorte, se non addirittura più clamorosa, toccò al Dr. Wilhelm Reich (1897-1957), contemporaneo di Tesla, pupillo e assistente di Clinica Psicoanalitica del Dr. Sigmund Freud, storicamente famoso per le sue scoperte in psichiatria a psicoanalisi, ma i cui studi in materia biofisica sono stati letteralmente cancellati da ogni registro storico.
La prima metà del XX secolo è stata un periodo di grande fermento intellettuale e di formidabile ingegno umano, ma nonostante il fiorire di scoperte rivoluzionarie nella biologia e nella fisica, il negazionismo della scienza “ufficiale” ha impedito letteralmente che queste influenzassero il panorama scientifico accademico che a tutt'oggi è solo agli inizi di quella rivoluzione culturale che sarebbe già dovuta esplodere e che invece si sta appena affacciando, con singoli, timidi e spesso isolati tentativi.

Negli anni ’30 il Dr. Reich notò una connessione energetica fra tutti gli esseri viventi che chiamò “orgone” e lavorò per molti anni e in paesi differenti per studiarne le leggi e le manifestazioni, ma subì una radicale censura da parte del governo degli Stati Uniti che, per decreto della FDA (Food and Drug Administration, l’ente federale Americano per il controllo degli alimenti ed i farmaci) deliberò, probabilmente un caso unico nella storia, un rogo ufficiale per distruggere tonnellate di libri di Reich, oltre ai suoi manoscritti personali. Per almeno una decade, fino al 1962, la FDA sequestrò ogni copia circolante del lavoro di Reich, inclusi gli appunti di ricerca che riuscì a trovare e che contenessero la parola “orgone”.
Eppure, prima dei suoi studi sull’energia cosmica orgonica, il Dr. Reich si guadagnò una grande reputazione internazionale come scienziato di grande integrità, ciò nonostante passò i suoi ultimi giorni in prigione, dove morì nel 1957, etichettato come ciarlatano e ricattatore dal governo Americano e dal sistema medico.

Cosa esattamente fece sì che il Dr. Reich venisse tacciato di eresia, perseguitato e messo in ridicolo dall’establishment medico e scientifico?

 Egli aveva scoperto qualcosa che poteva essere assimilato all’energia responsabile della pulsazione biologica che dà la vita sulla Terra (e probabilmente nell’Universo). Inoltre suggerì l’idea che il cancro fosse il risultato dell’incapacità di esprimere le emozioni, in particolare di natura sessuale (energia sessuale). L’ “accumulatore di orgone” che egli inventò, era un contenitore abbastanza grande da accogliere una persona seduta al suo interno e lo aveva usato per trattare con successo pazienti affetti da diverse patologie, ma per il governo degli Stati Uniti l’orgone non esisteva e la parola “orgone” era sufficiente per classificare il materiale da bandire e distruggere nel caso fosse stato pubblicato.

E’ paradossale come qualcosa che si riteneva “non esistere” abbia potuto suscitare un tale accanimento, come se avesse costituito una reale minaccia o un pericolo imminente. Eppure riusciamo a spiegare razionalmente questa follia non appena comprendiamo che il principale ostacolo al progresso ed alla felicità dell’uomo è proprio la paura.

Paura che nuove idee possano infrangere le proprie certezze così da doversi rimettersi in discussione: è proprio per questo che i piccoli uomini hanno bisogno dei dogmi.

Paura di conoscere sé stessi, o meglio di riconoscersi in qualcosa di troppo diverso dalla propria tradizione. Qualcosa che potrebbe essere scomodo e sconveniente.

Paura dell’ignoto, di ciò a cui non siamo in grado di dare un volto noto, una spiegazione convincente usando gli strumenti che abbiamo a disposizione.

Paura che un intero sistema crolli e con esso i suoi protocolli, le sue verità di carta e i suoi dogmi ritenuti irrevocabilmente sacri.

Paura di perdere i propri privilegi, il proprio status, il potere raggiunto faticosamente a seguito di una scalata sociale secondo le logiche del profitto e del materialismo.

In sostanza paura del cambiamento, cioè della vita stessa.

Le idee di Reich però, per quanto eretiche, non perirono in quel rogo. Diversi studiosi proseguirono in sordina quel filone di ricerca sfociando nei campi della bioenergetica, della psicosomatica, della radionica e dell’energetica vibrazionale.

Importanti attività di ricerca sono state condotte da Richard Blasband, Robert Morris, Courtney Baker, John Schleining, Jerome Eden e James DeMeo. Quest’ultimo scienziato statunitense da oltre 30 anni continua gli studi di Reich sull’energia dell’orgone, dirigendo un laboratorio di ricerca nell’Oregon. Egli sostiene che l’energia orgonica, corrispettiva dell’etere del XIX secolo, è la forza vitale, una reale energia tangibile che esiste nell’atmosfera, in forma libera e ricarica anche noi, ricarica il terreno e ricarica gli alberi. Tuttavia, le difficoltà nel portare avanti queste ricerche nell’ambito della scienza ufficiale egli hanno fatto osservare: “In Occidente gli scienziati accademici sanno tutto e non gli si può insegnare niente. Sono consapevoli di quello che conoscono, ma non conoscono quello che non sanno. Un vero scienziato sa che esistono dei limiti alla conoscenza e che c’è bisogno di conoscere di più, di sapere quello che ancora non si sa e questo è molto raro”.

In circa un secolo di studi, diversi autori, sconosciuti al grande pubblico perché indistintamente derisi o ignorati, come Albert Abrams, Georges Lakhovsky, Giuseppe Calligaris, Alexander Gurwitsch, Jacques Benveniste, Pierluigi Ighina e molti altri, hanno seguito lo stesso filo conduttore nella ricerca, contribuendo enormemente alla scoperta delle Leggi della Natura, pur senza avere mai ricevuto nessun riconoscimento scientifico ufficiale.

Grazie a loro ed alla mentalità alternativa che pian piano sta emergendo, dovuta anche alla sempre crescente diffusione delle filosofie orientali, i ricercatori indipendenti più illuminati di oggi, stanno valutando una scoperta sensazionale: la possibilità che l’informazione biologica non venga trasmessa soltanto per via biochimica, ma anche per via elettromagnetica e attraverso il campo energetico (eterico, orgonico, vitale, o che dir si voglia) universale.

Ognuno di questi coraggiosi pionieri meriterebbe un tributo personale ed almeno un articolo interamente dedicato per la portata delle loro scoperte, ma non essendo ciò possibile, ho scelto di dedicare una nota in ricordo di un ricercatore italiano che mi ha commosso e affascinato nello stesso tempo, per il grande valore della sua opera, espressa con semplicità disarmante ed insieme, con solida consapevolezza di sé. I saccenti uomini di scienza ne hanno ignorato l’esistenza, la gente comune ha sorriso alle sue affermazioni ferme e quiete, beffandosi del suo desiderio di condividere le sue scoperte, troppo distanti dai luoghi comuni e dalle loro nozioni di scienze imparate a scuola.

Solo i bambini in visita al laboratorio di Pierluigi Ighina, nella loro innocente integrità, libera da sovrastrutture, si sono riempiti di meraviglia, a bocca aperta e col naso all’insù osservando le nuvole che si aprivano nel cielo, proprio sopra l’elica rotante di Ighina, un’invenzione rivoluzionaria in grado di far piovere o di far tornare il sole, simile nel principio di funzionamento al Cloudbuster di Reich, potenzialmente in grado di risolvere il problema della siccità nei paesi poveri, ma che nessuno ha mai voluto prendere in considerazione per più approfondite indagini. Gli unici davvero interessati sono stati quei bambini delle elementari: “La più grande soddisfazione della mia vita!” ha ammesso Ighina, con il suo genuino sorriso edentulo e gli occhi umidi, in un’espressione di saggia lucidità che solo un decano della vita e della conoscenza può avere.

Pierluigi Ighina (1908-2004), per 10 anni allievo e collaboratore di Guglielmo Marconi, è stato uno scienziato e ricercatore controcorrente, pressoché sconosciuto al pubblico. Fondatore del Centro Internazionale Studi Magnetici di Imola, ha dedicato tutta la vita allo studio dell’elettromagnetismo e dell’atomo. Ha teorizzato il ritmo sole-terra secondo il quale dall'interazione dell’energia solare con quella terrestre si produce materia, attraverso l’Atomo Magnetico.

Nel suo libro “Il Monopòlo magnetico” Ighina spiega che l’energia solare è il monopòlo positivo dell’atomo magnetico che arriva alla terra a spirale, dalla terra riparte un’altra spirale verso il sole con segno negativo e così il ciclo si chiude. Il riflesso di questa energia, abbinato alla pulsazione che lo caratterizza, crea la vita ed ogni cosa animata o inanimata è segnata da un proprio ritmo.

Noi esistiamo in virtù di questa pulsazione vitale, di questa doppia spirale di energia che promuove il movimento che dà la vita. E’ straordinaria, a mio parere, e meriterebbe di essere indagata a fondo, l’analogia di questa descrizione con quella del DNA, la molecola della vita, alla luce delle più recenti ricerche, ancora embrionali, sul suo ruolo di “antenna biologica” Rice-trasmittente a funzionamento elettromagnetico!

Nella sua ultima intervista, nel 1999, Pierluigi Ighina dichiarò: “Il 2000 è vicino, io ho poco tempo, ma sono avanti trent’anni. Gli scienziati invece sono molto indietro. Se mi dessero ascolto, se solo un poco mi ascoltassero, risolverebbero tutti i problemi del mondo. Ho 91 anni e da tanto tempo studio il magnetismo e molti fenomeni della fisica che ancora non sono stati capiti. Il secolo che sta per iniziare potrebbe cambiare la scienza. Non so se siete pronti per ascoltare queste cose, ma è bellissimo. Il sole è il centro della vita. Dentro il sole, al centro, abbiamo scoperto un cuore, un cuore pulsante che batte agli stessi ritmi del corpo umano, un cuore magnetico. Siete liberi di credere o no a quello che scrivo. Se ci credete, avrete capito i segreti del mondo, se non ci credete, per me è lo stesso…”.

Sono convinta che ognuno degli scienziati che ho citato avrebbe voluto che i propri studi non dovessero essere considerati un traguardo, bensì un punto di partenza, da approfondire ed integrare, correlare alle acquisizioni di altri, nel vero spirito della ricerca, per inseguire e perché no, raggiungere, quel principio unificatore che è stato il sogno dei più grandi filosofi di ogni tempo.

Un sogno che è appartenuto anche ad un altro grande perseguitato, il dott. Ryke Geerd Hamer, teologo e medico dei nostri tempi, specializzato in medicina interna, che dopo aver scoperto le Cinque Leggi Biologiche della natura, in grado di spiegare l’origine di tutte le malattie ed averle sperimentate attraverso la sua Nuova Medicina Germanica su oltre 40.000 casi di studio, presentando tra l’altro la sua ricerca in una tesi di post-dottorato presso l’Università di Tübingen nel 1981, invece di incontrare la disponibilità a proseguire la sperimentazione su casi equivalenti ed estendere le sue originali scoperte agli studenti di medicina, ha incassato la bocciatura del suo lavoro da parte della commissione universitaria e inoltre gli è stato intimato di negare le sue scoperte altrimenti il suo contratto non sarebbe stato rinnovato.

La persecuzione del Dott. Hamer è culminata nel 1986 quando, all’età di 51 anni, una sentenza del tribunale lo ha escluso dall’Ordine dei Medici, impedendogli così di praticare la medicina, sulla base del fatto che si rifiutò di rinunciare alle sue scoperte sulle origini del cancro e di conformarsi ai principi della medicina ufficiale. Nel frattempo giornalisti e tabloid medici non hanno perso occasione di ritrarre Hamer come un ciarlatano, un sedicente guaritore, un leader di setta o addirittura un pazzo criminale che ha negato ai malati di cancro i trattamenti “salvavita” convenzionali.

Più volte Hamer è stato arrestato e condannato al carcere, da dove è stato liberato solo nel 2006 ed ora vive da esiliato in Norvegia.

Non è certo un quadro rassicurante quello che ho dipinto.

L’antica inquisizione metteva al rogo fisicamente gli eretici destabilizzatori, ma l’inquisizione moderna mette al rogo i novelli Savonarola e Giovanna D’Arco censurandone le idee o peggio ancora lasciandole cadere nel silenzio e nella totale indifferenza, mettendo un bavaglio mediatico a tutte quelle scoperte scientifiche che potrebbero realmente migliorare la vita dell’uomo, ma che probabilmente farebbero tremare le poltrone istituzionali e alleggerirebbero i portafogli dei colossi dell’energia e della farmaceutica.

Io credo che i tempi siano ormai maturi per un significativo cambiamento.

E’ ora che ognuno si impegni a dare il proprio contributo per accrescere la consapevolezza collettiva, affinché il patrimonio delle idee e delle grandi intuizioni emergenti non venga considerato eresia, ma ottenga il giusto rilievo e si possa così sfatare per sempre la sconfortante quanto realistica sentenza di Albert Einstein che dice: “La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele servo. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono”.   

“La verità attraversa sempre tre fasi. Prima viene ridicolizzata, poi violentemente contestata, infine accettata come una cosa ovvia”.

Tratto da: Un articolo di Rita Belforti scritto per il sito Madaat

martedì 29 aprile 2014

Corso 5 Leggi Biologiche Lecco

9 - 10 - 11 maggio 2014

Eremo di Monte Barro

Via Balassi 

Galbiate (Lecco)

Le 5 Leggi Biologiche scoperte
dal dr. R. G. HAMER

LA CONNESSIONE MENTE-CORPO 

IN MEDICINA 


SEMINARIO DI 3 GIORNI


Presentazione della Nuova Medicina: il nuovo modo di intendere la malattia, non più come “brutto male”, ma come un “processo in corso” che possiede un suo senso biologico.
Le cinque Leggi Biologiche: criteri secondo i quali ogni malattia  è generata e si sviluppa ai tre livelli (psiche, cervello, organo).
Il senso biologico delle malattie: il Programma Speciale, Biologico e Sensato della Natura.
La differenziazione embrionale alla base dei 4 tessuti originari che compongono il nostro organismo e le corrispondenti aree cerebrali di conduzione (Focolai di Hamer)
Le implicazioni di fronte a questo fondamentale cambiamento di paradigma. La responsabilità del singolo di fronte a se stesso e in qualità di operatore della salute: da “paziente” a “persona autodefinita” (non ancora per tutti).
Le costellazioni schizofreniche (psicosi), la loro eziologia e la loro precisa corrispondenza conflittuale e organica. L’evidenza dei fatti: la chiusura del cerchio tra “mente” e “corpo”.
Il corso è aperto a tutti.
 
RELATORE     Claudio Trupiano 
DURATA         Dalle 9 alle 13 – dalle 14,30 alle 18 
COSTO € 280 + iva 
                            In caso di partecipazione di coniugi, una quota è ridotta al 50%
ISCRIZIONI    Claudio Trupiano   349.2420680 – claudiotrupiano@gmail.com

Per coloro che vogliono seguire un corso di un giorno, Claudio Trupiano offre la possibilità (più economica) di seguirlo da casa acquistando il Video-corso 5 Leggi Biologiche


Video Download - Le Cinque Leggi Biologiche del Dott. Hamer

€ 69

lunedì 28 aprile 2014

Con la chemio salvi solo il 2,5% dei malati di tumore


Un dato sconcertante pubblicato da autorevoli riviste scientifiche americane, dove si legge che dei malati di tumore trattati esclusivamente con la chemioterapia, solo il 2,5% di essi raggiunge i 5 anni di vita. Aspettative di vita di molto superiori invece con il Metodo Di Bella, ma guai a chi pubblica i risultati su questa cura!


L’ARTICOLO

La ricerca scientifica

Nel 2014 sono stati pubblicati da Neuroendocrinology Letters, rivista scientifica recensita dalla massima banca dati scientifica mondiale www.pubmed.gov, due studi clinici sull’impiego del Metodo Di Bella (MDB) nei tumori della prostata e della mammella. Con questi, i casi di varie neoplasie complessivamente e favorevolmente trattate col Metodo di Bella salgono a 774.

Il progresso rilevante e il dato innovativo, senza precedenti nella ricerca oncologica e nella terapia del cancro, è costituito dal fatto di aver ottenuto, su tumori solidi, la completa e stabile remissione senza ricovero ospedaliero, senza intervento chirurgico, né radioterapia, né chemioterapia, ma unicamente mediante il Metodo Di Bella:

Di Bella G, Mascia F, Ricchi A, Colori B.
Neuro Endocrinol Lett. 2013;34(7):660-8.

Di Bella G, Mascia F, Colori B.
Neuro Endocrinol Lett. 2013;34(6):523-8. Review.

Mentre l’informazione in Italia (anche se portata a conoscenza con documentazione dettagliata esauriente e completa) si è affrettata a censurare accuratamente ed ermeticamente quest’unico reale e documentato progresso nella terapia dei tumori solidi, ( ottenuto senza chiedere e ottenere nulla per la ricerca scientifica, senza questue, sceneggiate televisive “giornate della vita” o vendite di arance verdure e ortaggi vari), le istituzioni sanitarie, e la cosiddetta autodefinita “ comunità scientifica nazionale“ non si sono interessate alle pubblicazioni per prendere atto di un risultato di per sé rilevante, né per esaminarne il razionale, i meccanismi biochimici e molecolari, le ampie conferme bibliografiche, che hanno consentito questo risultato. C’è stata, al contrario, una mobilitazione generale, hanno scagliato anatemi e lanciato scomuniche contro il MDB, si sono scomodate società scientifiche, istituzioni sanitarie e comitati etici, per cercare ogni cavillo, ogni appiglio, ogni pretesto, ogni espediente, ogni scusa, per delegittimare, non il risultato, non le guarigioni, non l’essenza del problema, non le verità documentate e verificabili, (per cui non hanno assolutamente manifestato il benché minimo interesse, e che non potrebbero contestare), non la sostanza. Dalle irraggiungibili altezze siderali della loro onniscienza hanno sprezzantemente criticato la forma, la procedura, la metodologia delle pubblicazioni, il livello di valutazione della rivista che ha pubblicato gli studi (c.d.”Impact factor”).

Ma cos’è l’Impact Factor?

E’ una sorta di punteggio che viene assegnato ad ogni singola rivista, sulla base di una apposita selezione. La selezione delle riviste è svolta a totale discrezione di Thomson Reuters seguendo un approccio quali-quantitativo; le caratteristiche principali che consentono ad una rivista scientifica di essere presa in considerazione per la misura dell'IF sono:
·        la puntualità nella pubblicazione dei fascicoli;
·        l'applicazione di un processo di valutazione editoriale degli articoli basato sulla peer review;
·        la presenza di un abstract e di informazioni bibliografiche in inglese;
·        l'internazionalità degli autori;
·        l'interesse per il contenuto scientifico in relazione anche alla attuale copertura della specifica categoria tematica o alla trattazione di argomenti emergenti;
·        la presenza di dati citazionali sulla rivista (o sugli autori che vi scrivono) nel database di citazioni delle riviste già censite da Thomson Reuters.


E chi è Thomson Reuters?

Thomson Reuters, società nata il 17 aprile 2008, dalla fusione del colosso dell'informazione finanziaria canadese Thomson e la Reuters. L'accordo, raggiunto per 12,7 miliardi di euro, ha dato vita ad una delle più potenti e importanti società nel campo dell'informazione economico-finanziaria: il nuovo gruppo controllerà infatti il 34% del mercato, con il 33% detenuto da Bloomberg.

Probabilmente a questi eccelsi luminari è sfuggito l’ormai noto e da più parti denunciato meccanismo con cui vengono manipolati dalle multinazionali sia l’impact factor, che l’intera cosiddetta “Comunità scientifica”. E’ sufficiente leggere le dichiarazioni del Premio Nobel per la medicina Randy Scheckman che si ribella alle riviste scientifiche ai primissimi posti dall’Impact Factor, (come Science, Nature e Cell) e ammette che la ricerca in campo scientifico non è affatto libera ma in mano ad una “cerchia ristretta” (c.d. comunità scientifica). Dunque la ricerca scientifica, per il premio Nobel, “…sarebbe tutt’altro che indipendente” questa è l’accusa di Randy Sheckman che incalza sostenendo che “…ormai le riviste scientifiche non pubblicano contenuti in base alle ricerche ma in base all’interesse legato alle vendite…”.

(Per questo riviste indipendenti come Neuroendocrinology Letters , che hanno il coraggio di pubblicare le scomodissime verità scientifiche del Metodo Di Bella pagano la loro grande onestà morale con una grave penalizzazione dell’Impact factor).

“… In questo modo si crea un circolo vizioso perché anche i ricercatori sono spinti a modificare i risultati ottenuti e il loro lavoro per vedere pubblicate le loro ricerche…” Per questo Scheckman è convinto che questa sorta di “supervisore” (l’Impact factor) debba essere eliminato soprattutto per il bene della ricerca scientifica.

La Prof.ssa Marcia Angell, per 20 anni direttrice scientifica editoriale di una delle massime testate medico - scientifiche mondiali , New England Journal, nel suo volume " The truth about Drug Companies" (La verità sulle case farmaceutiche), conferma e condivide in pieno la denuncia di Sheckman e fa riferimento ad ulteriori gravi denunce di altri autori (tra i quali Melody Petersen), lodandone l'impegno civile e l’approfondita indagine. Segnaliamo tre libri-inchiesta: “Melody Petersen: Dacci oggi le nostre medicine quotidiane: venditori senza scrupoli, medici corrotti e malati immaginari" – “Ray Moynihan e Alan Cassels: Farmaci che ammalano: ...le case farmaceutiche che ci trasformano in pazienti" - “Sauveur Boukris: Quelle medicine che ci fanno ammalare". Ben Goldacre, medico ricercatore inglese nel suo libro: ”La cattiva scienza” ( Bad science) denuncia il sistema della “comunità scientifica” dalle dinamiche perverse e poco trasparenti in cui sono coinvolti “”… soggetti dalla dubbia integrità morale …”” assecondano e diffondono il giudizio positivo su un determinato farmaco, basandosi su dati falsati dalle aziende farmaceutiche. Molto spesso, infatti, l'efficacia dei medicinali viene verificata in test clinici malamente progettati, condotti su un numero ridotto di pazienti poco rappresentativi e analizzati con tecniche che ne enfatizzano solo gli effetti positivi. Quando emergono dati negativi, la legge consente all'azienda di tenerli nascosti”.

Ormai le denunce documentate sono sempre più autorevoli, e numerose, es: -Uno studio sul British medical journal rivela che l’87% dei ricercatori che diede parere favorevole al farmaco per il diabete Avandia, prodotto dalla GlaxoSmithKline, sospettato di provocare infarti, avevano ricevuto denaro dai produttori del farmaco. Nel caso dell’Avandia la corruzione emerse anche fra i membri della commissione della Food and Drug Administration chiamata a valutare. Se consideriamo la manipolazione e l’asservimento della ricerca al profitto denunciate da autorevoli personalità, comprendiamo pienamente la desolante impotenza e la grave tossicità nei tumori solidi delle attuali terapie del cancro. I dati scientifici oncologici, quelli veri, non quelli degli imbonitori dell’informazione di regime, smentiscono i trionfali successi dei ”farmaci antineoplastici di provata efficacia” magnificati dalle istituzioni sanitarie, documentandone un’inaccettabile percentuale di mortalità denunciata da un’agenzia della Reuters Healt [Wesport,CT]: “Unexspected high mortality rated associated with chemoterapy regimen...” (“Non ci si aspettava un tasso di mortalità così elevato associato ai protocolli chemioterapici...”). Il dato è confermato dalla pubblicazione di Gerrard [Br.J. Cancer 1998 Jun 77(12) 281-5] con l’undici per cento di decessi, non causati dal tumore ma unicamente da chemioterapia. Viene documentata una mortalità del 17% nella pubblicazione di Ghesquières H, Ferlay C e AA sulla rivista Ann Oncol. 2010 Apr;21(4):842-50. Epub 2009 Nov 13.dal titolo : Long-term follow-up of an age-adapted C5R protocol followed by radiotherapy in 99 newly diagnosed primary CNS lymphomas: a prospective multicentric phase II study of the Groupe d'Etude des Lymphomes de l'Adulte . La sopravvivenza dei malati di tumore, quella vera, delle verifiche scientifiche, non giornalistico-televisive, è essenzialmente dovuta alla chirurgia, molto meno alla radioterapia, e per il 2,5% con chemio, e si riduce, nei pazienti operati , ad un 29% di sopravvivenza a 5 anni (Richards,BMJ2000;320:895–898). Del 29% pertanto solo il 2,5% era dovuto alla chemio, come pubblicato da Morgan G. e AA “The contribution of cytotoxic chemotherapy to 5- year survival in adult malignancies”, sulla prestigiosa rivista oncologica Clin. Oncol [2004 Dec.16(8):549-60]. Questa fondamentale pubblicazione si basa su 14 anni di osservazione, 225.000 pazienti, 22 varietà tumorali, per accertare il reale contributo della chemio al raggiungimento dei 5 anni di sopravvivenza. L’avvilente risultato è questo: su cento ammalati la chemioterapia consente solo al 2,5% di raggiungere i 5 anni, dopo i quali, Lopez nello studio clinico “Long–term results…Experience at the 20 th…” GacMed Mex [1998 mar. Apr,134(2):145-5] ha accertato che metà dei pazienti sopravvissuti a cinque anni, nel lungo termine muore per tumore.

Il dato di fatto che, senza alcuna delle note, gravi e non raramente mortali, complicazioni tossiche della chemio, il MDB abbia documentato nella massima banca dati mondiale www.pubmed.gov risposte obiettive rilevanti e complete, anche in stadi avanzati di carcinomi della mammella in cui l’oncologia ammette notoriamente e chiaramente di essere impotente a ottenere simili risultati, per la “comunità scientifica”, è irrilevante. Motivo ? La rivista che ha pubblicato i risultati del MDB ha un basso impact factor, il Dr. Di Bella fa parte del comitato editoriale e il lavoro non segue (secondo loro), la corretta prassi metodologica. Pertanto un risultato scientifico e clinico di questa portata non conta assolutamente niente. La logica del ragionamento è ovviamente perfetta e ineccepibile , degna delle più eccelse e codificate procedure metodologiche, di impeccabili raccolte dati, di un’ortodossia sancita in quintali di inutili pubblicazioni metodologicamente perfette che hanno portato al nulla, al fallimento noto, conclamato e tragico precedentemente riportato, della cura del cancro che porta a uccidere con chemio dall’undici al diciassette per cento di pazienti in alcune neoplasie, e a 5 anni, a ottenere col la chemio ( in assenza di chirurgia ) il 97,5 % di ammalati neoplastici morti.
A fronte di questi noti e certificati risultati delle attuali terapie oncologiche istituzionali “ di provata efficacia “ è etico, razionalmente scientifico, morale, disprezzare e interdire terapie come il MDB che non provocano mortalità e neppure la rilevante tossicità della chemio, conseguono percentuali nettamente più elevate di miglioramenti in tutti gli stadi , fino alla documentata e stabile remissione (sconosciuta all’oncologia) in carcinomi prostatici e della mammella, senza intervento chemio e radio, con abbattimento evidente ed elevatissimo delle spese sanitarie e conseguente crollo del fatturato delle multinazionali?
Sollevare col MDB da drammatiche sofferenze, prolungare esistenze più dignitose e accettabili, salvare vite, documentare il tutto sulla banca dati scientifica mondiale ufficiale www.pubmed.gov, non serve assolutamente a nulla, non viene degnato della minima attenzione, non merita alcuna considerazione ma solo la sprezzante scomunica di questa cosiddetta “comunità scientifica". 

Fonte: www.metododibella.org



domenica 27 aprile 2014

Emisfero destro ed emisfero sinistro



Emisfero destro ed emisfero sinistro, così la scienza attuale ha suddiviso il nostro cervello, attribuendogli compiti e poteri diversi.
Oriente e occidente, così suddividiamo i due emisferi terrestri, donna e uomo, femminile e maschile, queste sono suddivisioni artificiali del nostro conoscere, termini impostati con un significato scientifico ben definito e condiviso da tutti.
Questa concezione ha influenzato nei secoli la ragione umana, in occidente si é più razionali, più maschili, in oriente più spirituali, più femminili, ovviamente é puramente indicativo, ma a grandi linee é così.
Se confrontiamo le varie religioni esistenti nei due emisferi, esse si differenziano ma hanno dei punti in comune, diverse morali ma comuni su certi punti di vista.
Sarebbe bello che questi due emisferi si unissero, come del resto sono uniti dal corpo calloso nel nostro cervello, essi sono indispensabili tutti e due, se usati insieme, si ottiene una visione più profonda e definita della realtà mentale.
Una morale di carattere maschile e femminile avrebbe più facoltà, creerebbe un mondo migliore.
Attualmente é l'emisfero sinistro, quello maschile ad avere la maggioranza, ormai sta prendendo piede anche in oriente, stanno prendendo come modello il nostro standard di pensiero e di vita.
Gli USA sono di carattere maschile, con un emisfero maschile dominante, esso sta condizionando la morale e lo stile di vita di tutti, essi impongono il dominio della ragione, ma promuovono un mondo molto razionale e freddo, poverissimo di spiritualità.
Sarebbe meglio sé puntassimo ad un unione dei due emisferi, se ci allenassimo ad usarli insieme, USA e la vecchia India, per fare un esempio.
Il femminile sta perdendo potere, si sta maschilizzando, esso segue la scia del potere, simula una crescita che crescita non é di certo.
Insomma il cervello umano ha grossi potenziali, ma se continuiamo a dividerlo psicologicamente non potremo cogliere i suoi frutti.
Molti studiosi del passato, puntavano il dito su questo fatto, é importantissimo imparare ad usare sia l'emisfero sinistro che quello destro, essere completi, pieni di spiritualità e di razionalità, ovviamente quanto basta. Oggi si usa essere razionali, anche la donna sta seguendo la scia.
Si sta sopprimendo il cuore, le emozioni e tutto quanto esiste di umano.
Ovviamente non ci sarà mai una crescita spirituale se continueremo ad essere troppo maschili, bisogna assaporare anche la femminilità del cervello.
Quando parleremo tutti la stessa lingua?
L'oriente non deve diventare occidente, stessa cosa l'occidente non deve diventare l'oriente, devono lavorare insieme per crescere spiritualmente, raggiungendo così il divino.
Daniele Tolu

sabato 26 aprile 2014

Contrastare l'aumento della sofferenza psicologica



IO NON SONO NORMALE: IO AMO - IL MOVIMENTO

“Una persona creativa è una persona felice.” - Bruno Munari

Il movimento io non sono normale: IO AMO vuole sostenere l’originalità, la creatività e l’unicità di ogni essere vivente e nasce dalla convinzione che ognuno abbia diritto alla propria personale A-normalità.
La difesa, il rispetto e la valorizzazione della A-normalità individuale, prendono vita dall’esperienza maturata in oltre venticinque anni di professione psicologica e grazie al confronto con colleghi psicologi, psicoterapeuti, medici e operatori della salute e del benessere psichico.
Come psicologi abbiamo potuto verificare quanto la sensibilità individuale sia ostacolata dal nostro attuale stile di vita e come venga ingiustamente incriminata, colpevolizzata e disprezzata persino dai suoi stessi portatori che, reputandola poco normale e per questo disdicevole, spesso arrivano a desiderare di eliminarla da se stessi pur di sentirsi finalmente normali.

Riteniamo che la normalità, nascondendo in sé la trappola del conformismo sociale, finisca spesso per bloccare il fluire spontaneo della espressività individuale producendo malessere e sofferenza.
Mentre, la manifestazione della propria creatività costituisce quasi sempre una cura (naturale, efficace, economica e a disposizione di tutti) capace di far evolvere il dolore psichico in realizzazione personale e appagamento.
Vogliamo contrastare l’aumento dilagante della sofferenza psicologica e il consumo di psicofarmaci, con il ripristino di un adeguato ascolto della emotività individuale e sostenere una cultura dell’espressività e del diritto alla creatività con:
  • Un approccio psicologico che rispetti le scelte esistenziali di ciascuno 
  • Incontri di informazione e di discussione 
  • Articoli 
  • Workshop 
  • Laboratori creativi
Siamo contrari alle patologie e alle etichette psicologiche. Crediamo che la psicologia, a differenza della psichiatria, lavori sulla salute individuale, e non sulla malattia, e che il compito dello psicologo non sia curare un “organo” malato, in questo caso la mente, ma aiutare le persone ad esprimere il loro peculiare modo di essere.
A Cagliari nel Centro di Benessere Interiore, in piazza Salento 7, mettiamo a disposizione le nostre competenze e la nostra filosofia per costruire un punto di unione dove possano ritrovarsi tutti quelli che vorranno affermare il diritto a essere pienamente se stessi e a vivere la propria vita in modo personale.
IL CUORE NON E’ NORMALE
Nasciamo tutti diversi e ciascuno con il proprio peculiare modo d’interpretare la vita. Ognuno portatore di una ricca gamma di emozioni e sentimenti. Ognuno con il suo modo di amare.
Poi cresciamo, diventiamo grandi e viviamo in un mondo che ci spinge come pecore dentro un recinto di conformismo, dal quale spesso non è più possibile uscire senza sentirsi emarginati, incompresi e soli.
Dentro questo recinto, stereotipato e prevedibile, il cinismo e la competizione, purtroppo, sono i valori più quotati e chiunque si senta tenero, emotivo o sensibile è costretto a pagare il prezzo della diversità o a dover nascondere, a volte anche a se stesso, il proprio mondo interiore.

venerdì 25 aprile 2014

Proteine – Da dove le ottengono i vegetariani, vegani e crudisti?

Da dove ottengono le loro proteine atleti come Seba Johnson (atleta vegana, attrice e scrittrice), Rob Bigwood (atleta vegano, braccio di ferro Pro), George Hackenschmidt (the Russian Lion – Wrestler vegano/crudista)?
O ancora attori famosissimi come Pamela Anderson, Tommy Lee, Natalie Portman, Anne Hathaway, Brad Pitt?
George Hackenschmidt, con un peso di 220libre (circa 100kg), ha girato il mondo, in competizione con i piú grandi wrestler del suo tempo. Secondo il Dr. George R. Clements, la sua dieta consisteva in:
Colazione – Lattuga e 5-6 noci brasiliane
Primo pasto – Frutta fresca
Secondo pasto – Verdura fresca cruda
Come ha potuto questo grande wrestler costituire e mantenere la sua potenza e muscolatura?

A richiesta di qualche e-mail, e notando la confusione in svariati blog, ho deciso di pubblicare un articolo sulle proteine. Premetto che questo è un pezzo che ho scritto per il mio prossimo libro, probabilmente intitolato “In forma fino a 100 anni”. Ovviamente non c’è copyright, perché non è stato ancora pubblicato, ma confido che l’uso di queste informazioni – cosí scritte come a seguire – si considerino a stretto uso personale.

Tema “proteine”. Che tema ricco di confusione e straniamento. C’è chi dice che dobbiamo consumare tutte le proteine ad ogni pasto, alcuni professionisti sono preoccupati specialmente per quegli amminoacidi essenziali che il corpo non puó sintetizzare da solo e che quindi dobbiamo assumere attraverso l’alimentazione, ci sono poi i sostenitori della Low-Carb, della dieta Atkins, secondo i quali dovremmo mangiare puri alimenti proteici.

Vorrei cominciare usando il nostro buon senso.
Facciamo riferimento al regno animale: osserviamo per esempio l’elefante, il toro, la mucca, il rinoceronte, il cavallo o il gorilla, probabilmente gli animali piú forti al mondo. Che cosa mangiano? Prodotti che provengono dal regno vegetale. Questo non vuol dire che dobbiamo mangiare erba o germogli di bambú per fabbricare muscoli come quelli del toro o del gorilla; ovviamente il corpo degli animali sopraindicati si è evoluto e sviluppato in modo da ottenere il miglior vantaggio da un certo tipo di prodotti, foraggio per le mucche ad esempio. Noi siamo animali vegetariani, fruttariani secondo gli antropologi. Il nostro DNA è per il 98% simile a quello delle scimmie. E che cosa mangiano queste? Si alimentano principalmente di frutta (amano le banane!), qualche ortaggio, se lo trovano, e a volte (solo alcuni tipi peró!) di qualche insetto, ragno o verme che sia. Questo ve lo posso confermare, visto che ho vissuto a stretto contatto con diversi tipi di scimmie in Bolivia. Scimmie magre all’apparenza (quasi anoressiche diremmo noi), ma che forza! E soprattutto, che agilitá! Da farci vergognare. Quindi mi viene naturale intendere che una muscolatura (e salute) perfetta non puó altro che derivare dal cibo al quale siamo biologicamente adattati. Questa regola vale per il cavallo, la mucca, il rinoceronte. E quindi diamo all’uccellino i semi, alla mucca il prato, germogli di bambù e frutta al gorilla, frutta, vegetali e qualche insetto alle scimmie cappuccine e per noi? Beh, in teoria della frutta, qualche verdura e foglia d’insalata, un po’ di frutta secca, dei germogli e qualche seme commestibile dovrebbe bastare – per avere un fisico perfetto.

Ovviamente c’è talmente tanto interesse nel farci credere che dovremmo mangiare la carne di mucca, di vitello, di maiale, di capra, di coniglio, di cavallo, di pollo, di gallina e bere litri di latte vaccino, e mangiare centinaia di tipi di formaggi diversi, e mangiare milioni di uova all’anno. E sapete una delle maggiori argomentazioni per sostenere queste industrie e i loro interessi? Abbiamo bisogno di proteine! Una delle maggiori ragioni per le quali mangiare carne, uova o bere latte è proprio per la loro composizione di proteine – assomigliano di piú a quelle umane, ci dicono. Beh, questa è anche un’ottima argomentazione a favore del cannibalismo! Se questa contesa fosse vera, allora tutti gli animali della terra farebbero bene a mangiare i propri simili, giacché le proteine sono identiche.

C’é talmente tanta comprovante sui vantaggi dell’alimentazione vegetariana che gli igienisti fanno difficoltá a capire come cosí tante persone intelligenti possano ignorare l’evidenza schiacciante contro l’uso della carne in una dieta salutare. Ma qui non si vuole discutere sul fatto “è giusto mangiar carne o meno”, di questo ne discuteró in un altro articolo.

Il tema proteine preme a molte persone, specialmente ai vegetariani, ai vegani, ai crudisti perché sono stati terrorizzati dalla propaganda, dagli amici, dai parenti. É vero o no che quando si parla di cucina vegetariana, vegana o crudista c’è sempre l’ignorante che vi chiede “Dove trovi le tue proteine?” Sono sicura l’hanno chiesto anche a voi, miei cari lettori vegetariani, vegani e crudisti (sempre di piú tra l’altro!). Non voglio fare qui un caso contro l’industria della carne, del latte e delle uova, appunto. Ci sono moltissimi libri stupendi sul tema vegetarianismo e sul perché la carne non è alimento nutritivo per l’essere umano, ma ci sono delle cose che devono essere specificate. Tutti gli alimenti nutritivi di cui l’uomo ha bisogno si trovano anche nel regno vegetale, le proteine incluse. Gli umani, come tutti gli altri animali, devono sintetizzare le proprie proteine dagli amminoacidi che trovano nel cibo. Le proteine di carne, pesce, uova e latte che s’ingeriscono devono prima essere suddivise in amminoacidi e in seguito ricomposte in proteine umane, a grande spesa di energie, visto che il corpo umano non è provvisto di un sistema per la propria digestione delle proteine animali.

giovedì 24 aprile 2014

Tumore al seno e Screening precoce: Prevenzione o Preoccupazione?

E’ difficile dialogare su questi argomenti con obiettività.
Anche solo accennare una critica agli esami diagnostici viene visto come un affronto al progresso, un voler sparare sulla Croce Rossa. Chi osa farlo, anche con fior di dati alla mano, viene additato come gli untori di manzoniana memoria…
Alziamo subito bandiera bianca. Mostrare i limiti dello screening precoce non equivale a suggerire che nessuna faccia più una mammografia, o negare che in molti casi possa salvare una vita. Ci permette solo di prendere decisioni informate, conoscendo anche l’altro lato della medaglia.

E’ DAVVERO PREVENZIONE?
Cominciamo con la semantica. Le prime campagne di prevenzione del tumore al seno, che incitavano le donne a sottoporsi a mammografia,  erano note con il nome  “mese della consapevolezza”   (“Breast cancer awareness month”).  Oggi invece si parla di “mese della PREVENZIONE”. Questa parola non è stata cambiata a caso, e non è un mero errore di traduzione linguistica.
Parlare di prevenzione è più rassicurante, ci rincuora, ci fa pensare che una volta fatto il nostro esamino annuale e superatolo a pieni voti, saremo a posto ma soprattutto, si è visto che invoglia più donne a donare soldi per la ricerca e alle associazioni (o aziende commerciali) che supportano queste campagne.
Non ci piace pensarlo, ma anche il business dietro la “prevenzione” di questo tumore è a nove zeri purtroppo…
Come ci ricorda la famosa chirurga Susan Love, creatrice di una fondazione di ricerca e autrice di quella che è considerata “la bibbia per le donne affette da questo tumore”,   “quando si parla di tumore al seno, lo screening non è prevenzione. Lo screening significa solo trovare un tumore che ormai c’è già”. (B)
Mentre la prevenzione primaria (quella vera) viene fatta su un soggetto sano per EVITARE che si ammali, aiutandolo a cambiare stili di vita, la mammografia fa parte di quel tipo di prevenzione detta “secondaria”, fatta su una popolazione APPARENTEMENTE SANA ma che potrebbe essere già malata, senza essersene accorta.
Oltre a sentirci rassicurate dall’uso improprio della parola prevenzione, tendiamo inoltre a pensare che questi esami siano sempre salvifici. A volte sicuramente lo sono, ma non in tutti i casi.
Come prosegue la Dottoressa Love, “da decenni ci viene ripetuto il mantra che la migliore speranza di curare il tumore al seno sia quella di trovarlo presto. In questo modo,  molte  di noi ormai pensano che lo screening (mammografie, auto-palpazione ecc.) sia davvero una forma di “prevenzione” e che le donne che sopravvivono a questo tumore debbano ringraziare il fatto che  “è stato trovato in tempo”. (A)
Basta leggere i forum per donne con tumore al seno per renderci conto che questo mantra ha funzionato bene. Ormai abbiamo associato la mammografia a queste due parole: “prevenzione” e “salvezza”, con la conseguenza che molte donne vi si affidano completamente, dimenticandosi così di fare prevenzione a tavola, o considerandola di importanza secondaria.
Quante vite vengono perse in questo modo…?
“Oggi mi è arrivato l’invito a fare questo esame per la prevenzione tumori”
 “Ho sempre sentito dire che oltrepassati i 40 è la mammografia che ti salva la vita”
 “Piu’ che controllarsi regolarmente non si può fare, se il destino si accanisce”
“Se solo mia moglie avesse fatto la mammografia prima, come continuavo a dirle, si sarebbe salvata!”.

E’ DAVVERO SEMPRE SALVIFICO?
Esiste un solido fondamento scientifico che dimostri l’utilità di questi interventi, una riduzione significativa sulla mortalità?
Per esempio, prosegue questo medico, “nessuno studio ha mai trovato che un’auto-palpazione mensile riduca la morte per cancro al seno”. (A)
(Anche perché, più ci si tocca temendo di trovare qualcosa di negativo, più aumenta l’ansia e la paura, non proprio due sensazioni positive per mantenerci in salute!)
Non solo.  Ormai si è capito che non tutti i tumori al seno sono uguali.  Come ci spiega questo medico,  alcuni non causano metastasi  “e quindi non importa quando vengono scoperti, non porteranno comunque mai alla morte.  Altri invece sono così aggressivi che, anche se diagnosticati presto, avranno già fatto danni e spesso sono questi a portare alla morte. Solo il 30% invece ha il potenziale di diventare “cattivo” se non fermato in tempo.”  (B) Ed è per questi tumori che si rivela in effetti utile una diagnosi precoce, ma non è giusto dire che la guarigione è sempre dovuta a questi esami. Tutto qui.
Non sempre la mammografia è salvifica insomma, a volte era il tumore a non essere mortale…

C’è dell’altro ancora da considerare.