E’
difficile dialogare su questi argomenti con obiettività.
Anche solo accennare una critica agli esami diagnostici viene visto come un affronto al progresso, un voler sparare sulla Croce Rossa. Chi osa farlo, anche con fior di dati alla mano, viene additato come gli untori di manzoniana memoria…
Alziamo subito bandiera bianca. Mostrare i limiti dello screening precoce non equivale a suggerire che nessuna faccia più una mammografia, o negare che in molti casi possa salvare una vita. Ci permette solo di prendere decisioni informate, conoscendo anche l’altro lato della medaglia.
Anche solo accennare una critica agli esami diagnostici viene visto come un affronto al progresso, un voler sparare sulla Croce Rossa. Chi osa farlo, anche con fior di dati alla mano, viene additato come gli untori di manzoniana memoria…
Alziamo subito bandiera bianca. Mostrare i limiti dello screening precoce non equivale a suggerire che nessuna faccia più una mammografia, o negare che in molti casi possa salvare una vita. Ci permette solo di prendere decisioni informate, conoscendo anche l’altro lato della medaglia.
E’ DAVVERO PREVENZIONE?
Cominciamo
con la semantica. Le prime campagne di prevenzione del tumore al seno, che
incitavano le donne a sottoporsi a mammografia, erano note con il nome
“mese della consapevolezza” (“Breast cancer awareness
month”). Oggi invece si parla di “mese della PREVENZIONE”. Questa parola
non è stata cambiata a caso, e non è un mero errore di traduzione linguistica.
Parlare di prevenzione è più rassicurante, ci rincuora, ci fa pensare che una volta fatto il nostro esamino annuale e superatolo a pieni voti, saremo a posto ma soprattutto, si è visto che invoglia più donne a donare soldi per la ricerca e alle associazioni (o aziende commerciali) che supportano queste campagne.
Non ci piace pensarlo, ma anche il business dietro la “prevenzione” di questo tumore è a nove zeri purtroppo…
Parlare di prevenzione è più rassicurante, ci rincuora, ci fa pensare che una volta fatto il nostro esamino annuale e superatolo a pieni voti, saremo a posto ma soprattutto, si è visto che invoglia più donne a donare soldi per la ricerca e alle associazioni (o aziende commerciali) che supportano queste campagne.
Non ci piace pensarlo, ma anche il business dietro la “prevenzione” di questo tumore è a nove zeri purtroppo…
Come
ci ricorda la famosa chirurga Susan Love, creatrice di una fondazione di
ricerca e autrice di quella che è considerata “la bibbia per le donne affette
da questo tumore”, “quando si parla di tumore al seno, lo screening
non è prevenzione. Lo screening significa solo trovare un tumore che ormai c’è
già”. (B)
Mentre la prevenzione primaria (quella vera) viene fatta su un soggetto sano per EVITARE che si ammali, aiutandolo a cambiare stili di vita, la mammografia fa parte di quel tipo di prevenzione detta “secondaria”, fatta su una popolazione APPARENTEMENTE SANA ma che potrebbe essere già malata, senza essersene accorta.
Mentre la prevenzione primaria (quella vera) viene fatta su un soggetto sano per EVITARE che si ammali, aiutandolo a cambiare stili di vita, la mammografia fa parte di quel tipo di prevenzione detta “secondaria”, fatta su una popolazione APPARENTEMENTE SANA ma che potrebbe essere già malata, senza essersene accorta.
Oltre
a sentirci rassicurate dall’uso improprio della parola prevenzione, tendiamo
inoltre a pensare che questi esami siano sempre salvifici. A volte sicuramente
lo sono, ma non in tutti i casi.
Come prosegue la Dottoressa Love, “da decenni ci viene ripetuto il mantra che la migliore speranza di curare il tumore al seno sia quella di trovarlo presto. In questo modo, molte di noi ormai pensano che lo screening (mammografie, auto-palpazione ecc.) sia davvero una forma di “prevenzione” e che le donne che sopravvivono a questo tumore debbano ringraziare il fatto che “è stato trovato in tempo”. (A)
Basta leggere i forum per donne con tumore al seno per renderci conto che questo mantra ha funzionato bene. Ormai abbiamo associato la mammografia a queste due parole: “prevenzione” e “salvezza”, con la conseguenza che molte donne vi si affidano completamente, dimenticandosi così di fare prevenzione a tavola, o considerandola di importanza secondaria.
Quante vite vengono perse in questo modo…?
Come prosegue la Dottoressa Love, “da decenni ci viene ripetuto il mantra che la migliore speranza di curare il tumore al seno sia quella di trovarlo presto. In questo modo, molte di noi ormai pensano che lo screening (mammografie, auto-palpazione ecc.) sia davvero una forma di “prevenzione” e che le donne che sopravvivono a questo tumore debbano ringraziare il fatto che “è stato trovato in tempo”. (A)
Basta leggere i forum per donne con tumore al seno per renderci conto che questo mantra ha funzionato bene. Ormai abbiamo associato la mammografia a queste due parole: “prevenzione” e “salvezza”, con la conseguenza che molte donne vi si affidano completamente, dimenticandosi così di fare prevenzione a tavola, o considerandola di importanza secondaria.
Quante vite vengono perse in questo modo…?
“Oggi mi è arrivato l’invito a fare questo esame per la prevenzione
tumori”
“Ho sempre sentito dire che oltrepassati i 40 è la
mammografia che ti salva la vita”
“Piu’ che controllarsi regolarmente non si può fare, se il
destino si accanisce”
“Se solo mia moglie avesse fatto la mammografia prima, come continuavo
a dirle, si sarebbe salvata!”.
E’ DAVVERO SEMPRE SALVIFICO?
Esiste
un solido fondamento scientifico che dimostri l’utilità di questi interventi,
una riduzione significativa sulla mortalità?
Per esempio, prosegue questo medico, “nessuno studio ha mai trovato che un’auto-palpazione mensile riduca la morte per cancro al seno”. (A)
(Anche perché, più ci si tocca temendo di trovare qualcosa di negativo, più aumenta l’ansia e la paura, non proprio due sensazioni positive per mantenerci in salute!)
Non solo. Ormai si è capito che non tutti i tumori al seno sono uguali. Come ci spiega questo medico, alcuni non causano metastasi “e quindi non importa quando vengono scoperti, non porteranno comunque mai alla morte. Altri invece sono così aggressivi che, anche se diagnosticati presto, avranno già fatto danni e spesso sono questi a portare alla morte. Solo il 30% invece ha il potenziale di diventare “cattivo” se non fermato in tempo.” (B) Ed è per questi tumori che si rivela in effetti utile una diagnosi precoce, ma non è giusto dire che la guarigione è sempre dovuta a questi esami. Tutto qui.
Non sempre la mammografia è salvifica insomma, a volte era il tumore a non essere mortale…
C’è dell’altro ancora da considerare.
Per esempio, prosegue questo medico, “nessuno studio ha mai trovato che un’auto-palpazione mensile riduca la morte per cancro al seno”. (A)
(Anche perché, più ci si tocca temendo di trovare qualcosa di negativo, più aumenta l’ansia e la paura, non proprio due sensazioni positive per mantenerci in salute!)
Non solo. Ormai si è capito che non tutti i tumori al seno sono uguali. Come ci spiega questo medico, alcuni non causano metastasi “e quindi non importa quando vengono scoperti, non porteranno comunque mai alla morte. Altri invece sono così aggressivi che, anche se diagnosticati presto, avranno già fatto danni e spesso sono questi a portare alla morte. Solo il 30% invece ha il potenziale di diventare “cattivo” se non fermato in tempo.” (B) Ed è per questi tumori che si rivela in effetti utile una diagnosi precoce, ma non è giusto dire che la guarigione è sempre dovuta a questi esami. Tutto qui.
Non sempre la mammografia è salvifica insomma, a volte era il tumore a non essere mortale…
C’è dell’altro ancora da considerare.
L’ARTE DELL’INTERPRETAZIONE…
Leggere
una radiografia, o una biopsia, non è una scienza, ma un’arte. La
radiografia non esce dal macchinario con la diagnosi incorporata, va
interpretata. Gli occhi umani sono fallibili, soprattutto, ci dicono i dati, se
il medico è giovane, inesperto o stressato per via di una mole eccessiva di
lavoro. Anche il macchinario stesso viene programmato e manovrato da mani
umane, ed è soggetto ad usura come tutti gli strumenti elettrici.
Inoltre, mentre sappiamo che il livello di radiazioni delle mammografie è stato finalmente ridotto rispetto al passato, si sa un po’ meno che la conseguenza è stata una riduzione anche della qualità dell’immagine (non si può avere il marito pieno e la botte vuota!).
Questo ha significato che in alcuni casi non sia di buona qualità, la lettura sia difficile e la radiografia vada ripetuta.
Inoltre, mentre sappiamo che il livello di radiazioni delle mammografie è stato finalmente ridotto rispetto al passato, si sa un po’ meno che la conseguenza è stata una riduzione anche della qualità dell’immagine (non si può avere il marito pieno e la botte vuota!).
Questo ha significato che in alcuni casi non sia di buona qualità, la lettura sia difficile e la radiografia vada ripetuta.
“Mi hanno mandata a rifare l’esame per un errore del macchinario…
potete immaginare in che stato emotivo ero… Avevo già fatto testamento!”
Il
danno dei raggi X tra l’altro è cumulativo. Più mammografie, più aumenta il
rischio negli anni, e come ci ricorda il Dottor Mercola, se per caso si ha già
un tumore crescente nel presentarsi alla prima mammografia, quelle radiazioni o
la compressione del seno, potrebbero essere dannose. (C)
“Mia
mamma faceva mammografie ogni 6 mesi, eppure sta combattendo da 1 mese contro
un tumore maligno.”
Alla
luce di tutti i dati scientifici raccolti sul tema, nel 2012 il famoso gruppo
Cochrane Collaboration, un centro indipendente di ricerca, ha scritto nero su
bianco che – dati ASSOLUTI alla mano – “per ogni 2000 donne
invitate a fare una mammografia nel corso di 10 anni, solo 1 prolungherà la sua
vita grazie a questi esami, mentre 10 donne in salute avranno subito dei
trattamenti” (esame citologico /istologico/ultrasuoni/biopsie/radioterapie/chemioterapie/rimozione
del seno ecc.) che non sarebbero stati necessari non vi si fossero
sottoposte. Inoltre, più di 200 donne avranno subito uno stress psicologico
molto forte, soprattutto dall’aver ricevuto notizia di un falso positivo.”
(D)
La paura e l’ansia possono sia precedere che seguire questi screening, ed essere molto pesanti.
La paura e l’ansia possono sia precedere che seguire questi screening, ed essere molto pesanti.
“Devo
fare la mammografia e sono nel panico più assoluto”
“Ho
fatto la mammografia dopo il suggerimento, o meglio dire, l’intimidazione da
parte del medico”
“La mia biopsia è settimana prossima e ho paura da morire, a dire
poco”
“L’ho appena fatta e credevo che l’ansia mi avrebbe uccisa!”
Lo
stesso Istituto Nazionale del Cancro degli Stati Uniti, pur raccomandando
questo esame, così si esprime sulle potenziali pericolosità delle
mammografie: “I pericoli potenziali delle mammografie includono
risultati falsi positivi, risultati falsi negativi, eccesso di diagnosi
(vengono trattati tumori che non sarebbero progrediti), eccesso di
trattamento ed esposizione a radiazioni cancerogene”. (E)
Ancora
una volta, non si sta dicendo di non farle, ma è importante forse cominciare a
togliere questi esami dal piedistallo e vederli più obiettivamente.
Per concludere, mentre prima si tendeva ovunque a raccomandare alle donne sopra i 40 di seguire questo esame annualmente, o prima, sempre più nazioni ed associazioni importanti e indipendenti, come la Preventive Services Task Force americana, cominciano a consigliare alle donne NON ad alto rischio di sottoporsi a mammografia SOLO DOPO I 50 ANNI, proprio per evitare potenziali rischi che deriverebbero dal cominciare troppo presto, e ad effettuare mammografie SOLO OGNI DUE ANNI, perchè si è visto che in questo modo si possono dimezzare i potenziali rischi negativi delle stesse… (D,F)
Per concludere, mentre prima si tendeva ovunque a raccomandare alle donne sopra i 40 di seguire questo esame annualmente, o prima, sempre più nazioni ed associazioni importanti e indipendenti, come la Preventive Services Task Force americana, cominciano a consigliare alle donne NON ad alto rischio di sottoporsi a mammografia SOLO DOPO I 50 ANNI, proprio per evitare potenziali rischi che deriverebbero dal cominciare troppo presto, e ad effettuare mammografie SOLO OGNI DUE ANNI, perchè si è visto che in questo modo si possono dimezzare i potenziali rischi negativi delle stesse… (D,F)
LA VERA PREVENZIONE SI FA A TAVOLA (E FACENDO SPORT)
Per
concludere, lo screening mammografico resta un elemento molto utile quandi si
sospetta qualcosa, quando si è soggetti a rischio e per poter trovare presto
questo tumore, all’età in cui più tende a colpire, ma chiamarla “PREVENZIONE” è
molto pericoloso.
Questo tipo di “prevenzione secondaria” potrebbe perlomeno riguadagnare un po’ di punti e bilanciare alcuni dei suoi potenziali rischi, se perlomeno in queste occasioni venisse consegnato di routine a tutte le donne almeno un depliant sull’importanza del fare anche la Prevenzione con la P maiuscola, cioè quella a tavola, e venisse almeno detto loro senza mezzi termini quanto sia urgente che cambino al più presto alimentazione.
Questo tipo di “prevenzione secondaria” potrebbe perlomeno riguadagnare un po’ di punti e bilanciare alcuni dei suoi potenziali rischi, se perlomeno in queste occasioni venisse consegnato di routine a tutte le donne almeno un depliant sull’importanza del fare anche la Prevenzione con la P maiuscola, cioè quella a tavola, e venisse almeno detto loro senza mezzi termini quanto sia urgente che cambino al più presto alimentazione.
Purtroppo
questo non viene fatto e troviamo che sia un’opportunità sprecata.
A questo proposito, qual è la dieta più protettiva?
A questo proposito, qual è la dieta più protettiva?
I
dati più recenti – dallo studio sulle insegnanti della California (2013) a
quelli sulle donne del gruppo degli Avventisti (2012), all’enorme studio
europeo EPIC (2009) mostrano che le donne con un rischio inferiore e
un’incidenza più bassa di tumore al seno, quando vengono suddivise tra
onnivore/vegetariane/ vegane, sono chiaramente queste ultime…
Speriamo
che dal prossimo “mese per la prevenzione” cominceranno a passarci anche
QUESTA informazione. Va benissimo tenersi controllate e utilizzare questi
strumenti di diagnosi quando serve, ma il fiocco rosa va appeso anche, e
soprattutto, in cucina…
E.V.A.
———————-
FONTI E RIFERIMENTI PRINCIPALI
A. Susan Love on the
myths of early detection
(http://www.minnpost.com/second-opinion/2009/07/myth-early-detection)
B. Susan Love –
Prevention/Detection
(http://www.dslrf.org/breastcancer/content.asp?L2=1&L3=8&SID=413)
C. Dottor Mercola –
Experts say avoid mammograms http://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2012/03/03/experts-say-avoid-mammograms.aspx
D. Cochrane
Collaboration – Mammography – Leaflet
http://www.cochrane.dk/screening/mammography-leaflet.pdf
F.
http://www.webmd.com/breast-cancer/features/new-mammogram-screening-guidelines-faq
Marcello, complimenti per il bell'articolo! Quanto vorrei far capire queste cose a mia madre che vive nell'angoscia più nera da quando, 10 anni fa, ha scoperto un tumore al seno, si è operata e ha fatto un ciclo di chemio...provata dall'accaduto, vive in una situazione di estremo terrore e si controlla scrupolosamente ogni anno. Fermiamo questi medici terroristi, ma soprattutto informiamo e rendiamo consapevoli le persone. La conoscenza dona libertà di scelta. Bravo!
RispondiEliminaGiuliana
Grazie Giuliana, ti capisco perfettamente è una situazione che sto vivendo anch'io su molti fronti. E' difficile far capire la forza dell'amore proprio alle persone che amiamo di più, bisogna avere tanta pazienza; nel frattempo però informiamo come possiamo. Ho cercato di esternare alcune mie convinzioni sul mio recente post della chemioterapia, che non vogliono certo essere un dogma, nella speranza che in tanti comincino a porsi domande che qualche anno fà erano assolutamente inconcepibili.
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