sabato 26 aprile 2014

Contrastare l'aumento della sofferenza psicologica



IO NON SONO NORMALE: IO AMO - IL MOVIMENTO

“Una persona creativa è una persona felice.” - Bruno Munari

Il movimento io non sono normale: IO AMO vuole sostenere l’originalità, la creatività e l’unicità di ogni essere vivente e nasce dalla convinzione che ognuno abbia diritto alla propria personale A-normalità.
La difesa, il rispetto e la valorizzazione della A-normalità individuale, prendono vita dall’esperienza maturata in oltre venticinque anni di professione psicologica e grazie al confronto con colleghi psicologi, psicoterapeuti, medici e operatori della salute e del benessere psichico.
Come psicologi abbiamo potuto verificare quanto la sensibilità individuale sia ostacolata dal nostro attuale stile di vita e come venga ingiustamente incriminata, colpevolizzata e disprezzata persino dai suoi stessi portatori che, reputandola poco normale e per questo disdicevole, spesso arrivano a desiderare di eliminarla da se stessi pur di sentirsi finalmente normali.

Riteniamo che la normalità, nascondendo in sé la trappola del conformismo sociale, finisca spesso per bloccare il fluire spontaneo della espressività individuale producendo malessere e sofferenza.
Mentre, la manifestazione della propria creatività costituisce quasi sempre una cura (naturale, efficace, economica e a disposizione di tutti) capace di far evolvere il dolore psichico in realizzazione personale e appagamento.
Vogliamo contrastare l’aumento dilagante della sofferenza psicologica e il consumo di psicofarmaci, con il ripristino di un adeguato ascolto della emotività individuale e sostenere una cultura dell’espressività e del diritto alla creatività con:
  • Un approccio psicologico che rispetti le scelte esistenziali di ciascuno 
  • Incontri di informazione e di discussione 
  • Articoli 
  • Workshop 
  • Laboratori creativi
Siamo contrari alle patologie e alle etichette psicologiche. Crediamo che la psicologia, a differenza della psichiatria, lavori sulla salute individuale, e non sulla malattia, e che il compito dello psicologo non sia curare un “organo” malato, in questo caso la mente, ma aiutare le persone ad esprimere il loro peculiare modo di essere.
A Cagliari nel Centro di Benessere Interiore, in piazza Salento 7, mettiamo a disposizione le nostre competenze e la nostra filosofia per costruire un punto di unione dove possano ritrovarsi tutti quelli che vorranno affermare il diritto a essere pienamente se stessi e a vivere la propria vita in modo personale.
IL CUORE NON E’ NORMALE
Nasciamo tutti diversi e ciascuno con il proprio peculiare modo d’interpretare la vita. Ognuno portatore di una ricca gamma di emozioni e sentimenti. Ognuno con il suo modo di amare.
Poi cresciamo, diventiamo grandi e viviamo in un mondo che ci spinge come pecore dentro un recinto di conformismo, dal quale spesso non è più possibile uscire senza sentirsi emarginati, incompresi e soli.
Dentro questo recinto, stereotipato e prevedibile, il cinismo e la competizione, purtroppo, sono i valori più quotati e chiunque si senta tenero, emotivo o sensibile è costretto a pagare il prezzo della diversità o a dover nascondere, a volte anche a se stesso, il proprio mondo interiore.
Questo stile di vita, teso soprattutto a raggiungere il consenso sociale, chiamato successo o realizzazione, poggia sui conseguimenti materiali e convenzionali e su un alto tasso di conformismo.
Per sentirsi socialmente realizzati bisogna avere:
1) un reddito. Col quale comprare…
2) una casa. Dove fare…
3) una famiglia. Con cui trascorrere…
4) le vacanze… viaggiare… e incontrare gli amici e i parenti.
E bisogna farlo nei giorni prescritti, detti festivi o prefestivi, riunendosi e possibilmente mangiando insieme. Ma anche…
5) andando sempre d’accordo.
Chiunque non sia interessato a raggiungere e a rispettare questi traguardi in un tempo ragionevole, è considerato strano, socialmente emarginato, disadattato e, probabilmente, mentalmente malato.
La “malattia mentale” è la paura inconfessabile di molti. L’etichetta che sancisce la diversità e la conseguente emarginazione sociale, che terrorizza. Al punto che, segretamente, tante persone ricorrono ai farmaci pur di non ascoltare un sistema emotivo in contrasto con i dettami della società.
Bisogna essere come tutti gli altri. NORMALI. Anche nei sentimenti. Anche nelle emozioni.
Ma non tutti riescono a lobotomizzare la propria emotività per conformarsi agli standard sociali. Sempre più persone risentono del livellamento emotivo e dell’amputazione della propria creatività e le malattie psicologiche oggi più frequenti, la depressione e gli attacchi di panico, segnalano una falla nel conformismo. “Falla” che, a mio parere, non andrebbe “curata” ma valorizzata, esplicitata e incentivata.
Dentro questo scenario, la sofferenza psicologica diventa la conseguenza di un dover essere “emotivamente in un certo modo” impossibile da raggiungere, lo scarto tra un sentire giudicato illecito e un sentire considerato lecito, e costituisce spesso l’unica risposta sana davanti al tentativo di livellare i propri sentimenti in uno standard socialmente prescritto, chiamato normalità.
Così, mentre ci viene detto con insistenza cosa sia ragionevole provare nelle varie circostanze della vita, il cuore funziona a modo suo e prescinde dai dettami della ragione.
Il cuore segue una logica illogica, basata su valori diversi dagli status della normalità.
AMA.
Senza preoccuparsi se questo sia conveniente, intelligente, disdicevole o giusto.
E, per quanti sforzi compia, la ragione non riuscirà mai a modificare i sentimenti.
Può solo scegliere di non ascoltarli.
Chi ascolta il proprio cuore si apre alla verità di se stesso e trova la sua unicità. La creatività che guida la sua vita e le sue scelte.
Nell’A-normalità esiste la più profonda verità interiore di ciascuno.
Il cuore non è normale.
E’ vero.
IO NON SONO NORMALE: SONO LIBERO
Tutte le cuoche sanno fare una torta di mele…
La torta di mele si fa sempre con gli stessi ingredienti, ma ogni cuoca la prepara a modo suo, mescolando le dosi in quell’irripetibile mix che fa di lei uno chef unico al mondo.
E’ così che atterriamo nella vita. Con la nostra alchimia originale che è insieme l’espressione di noi stessi e il dono che portiamo agli altri, la nostra speciale: torta di mele.
Credo che un cuoco sia grande quando le sue ricette diventano uniche, perché unico è il modo in cui ciascuno gusta la vita.
Così ritengo che la normalità sia la patologia del secolo, quella malattia che, incatenando la creatività, ci rende schiavi dentro una vita al servizio del conformismo.
Si può essere diversi e “a-normali”.
Ci si può permettere di avere un cuore. Con cui ognuno assapora la vita a modo suo.
Si può essere “a-normali” ed essere liberi, creativi, originali, appassionati, sinceri.
Nella ricetta della felicità questi ingredienti sono fondamentali.
L’amore è diverso per tutti.
Per questo ci rende unici e speciali.
Per questo rende speciale ogni essere che amiamo.
Nessuno è normale.
Quando ama.

Carla Sale Musio

1 commento:

  1. EVVIVA, allora anormale lo sono anch'io!
    Un post piacevolmente rassicurante.
    Cristiana

    RispondiElimina

Non si accettano offese parolacce o bestemmie. Rispetto e civiltà sono ben accetti. Gli autori non vogliono sostituirsi alla figura medica e non si accettano richieste di cura. Non è possibile in questa sede rispondere a domande riguardo malattie personali ma, solo in linea generale, a scopo informativo e divulgativo.