domenica 29 giugno 2014

LA LEZIONE DEL MAESTRO PITAGORA


LA LEZIONE DEL MAESTRO PITAGORA

Non siamo nati ieri. Nemmeno Pitagora era nato ieri, quando 2500 anni orsono fondava la sua celebre Università di Crotone, e creava le basi filosofiche e politiche per una nuova Civiltà Mediterranea e Mondiale, con tutte le città italiche della Magna Grecia (Crotone, Taranto, Messina, Eraclea, Locri, Gallipoli, Velia, ecc) rette alla perfezione da amministrazioni sagge, virtuose e pitagoriche, governate con principi sani, mai visti prima e mai visti dopo.
Non dimentichiamoci che si viveva in un mondo rozzo, schiavistico e orrendamente maschilista, con le donne prive di qualsiasi diritto civile (il diritto di voto femminile arriverà in Europa nel 1918, non senza che la londinese Anne Kenney e altre femministe conoscessero prima le sofferenze del carcere).

NESSUNA DISCRIMINAZIONE VERSO LE DONNE

Per Pitagora la parità tra uomo e donna era un dogma più che un diritto, e nelle sue scuole le classi erano scandalosamente classi miste.
Di sicuro Pitagora era troppo avanzato per quei tempi, e sarebbe troppo avanzato persino per i tempi odierni, caratterizzati come sono da superficialità, da imbrogli, da scandali, da frodi, da crudeltà mentale, da beffe, da epidemie inventate, da gioventù sbadata e sbandata, da gente che vive male, mangia male, defeca male, orina male, suda male, fa l’amore male o peggio ancora non lo fa addirittura, perché non lo sa fare o perché non gli interessa nemmeno.

UNA ISTERICA CACCIA ALLE OPERE DI PITAGORA DA PARTE DEL CLERO

Perché proprio Pitagora? Non era nato ieri, dicevamo. Pitagora non era un grande, non era un Platone o un Socrate. Pitagora era un super-grande. Tanto grande che se ne resero conto mille anni dopo i papi e la Chiesa, che trovavano evidenti ostacoli alla penetrazione del loro credo cristiano, nel senso che la fama di Pitagora oscurava in tutto e per tutto quella di Gesù. E fu per questa assurda e patologica gelosia postuma che l’Inquisizione scatenò una caccia spietata alle opere di Pitagora e dei Pitagorici. Un repulisti sistematico presso le biblioteche e i monasteri, che si risolveva sempre con un grande rogo di tomi, di pergamene, di papiri e di scritti dal valore incommensurabile.

IL MEGLIO DEL MEGLIO DELLA CONOSCENZA ANTICA

Pitagora era ai suoi tempi un contenitore vivente. Aveva girovagato in lungo e in largo per l’Egitto, la Caldèa e la Mesopotamia, studiando matematica, musica, medicina e scienze occulte coi grandi sacerdoti, incontrando studiosi e filosofi, rastrellando il meglio del meglio della conoscenza antica, e portando il tutto con sé a Crotone, sulle nostre coste ioniche.

PITAGORA ETERNO FARO DELL’UMANITA’

Tanto grande, giusto ed illuminante era Pitagora che venne brutalmente fatto fuori dall’ignoranza e dalla demagogia. Una fine orribile e vergognosa che pesa come un macigno su tutti noi, che disturba ed imbarazza non meno della crocifissione di Gesù. Pitagora non solo igienista, non solo filosofo della salute e dell’equilibrio psico-fisico, non solo vegano e matematico, ma anche politico e pure martire.
Con la differenza che, mentre Gesù ha ricevuto il conforto di 2000 anni di Cristianesimo, Pitagora, a parte 500 anni di divinazione da parte della Civiltà Greco-Romana, ha continuato a subire crocifissioni, insulti da parte della chiesa vaticana, animata da una dissennata furia incendiaria contro qualunque cosa e qualunque persona che facesse ombra alla fede cattolica.

I VERSI IMMORTALI

Igiene dunque che si rifà a Pitagora. Hygiene come regola di comportamento e regola di alimentazione.
Le scuole di Pitagora erano molto selettive ed educative. Pitagora insegna l’amore per il Dio Sole, l’amore per se stessi, per i propri genitori, per il prossimo, per gli animali col pelo, le pinne e le piume.
Bruciata ed incenerita la sua opera dai preti, siamo costretti a prendere brani e scritti di altri autori su di lui. A parte i famosi teoremi sui triangoli, studiati nelle scuole del mondo intero, una sola opera scritta di suo pugno ci rimane, e si tratta dei “Versi Immortali”, che ho inserito, non a caso, nel mio testo “Alimentazione Naturale”.

PITAGORA, COI SUOI 5 PUNTI CHIAVE, CE L’ABBIAMO TUTTI NELLE VENE

Basta però interpellare gli allievi diretti di Pitagora, per capire qual’era la musica, l’atmosfera e lo spirito che animava il nostro grande maestro (e quando dico nostro dico anche vostro, perché Pitagora ce l’abbiamo tutti nel sangue, nei meandri della coscienza, per cui dobbiamo solo recuperarlo).
Cosa scrive Larisa, moglie di Kostantinos, allievo di Pitagora?
Dice che i principi della vita “in amore con l’intero” (cioè con l’universo) sono molto semplici, e sono basati su 5 punti chiave:

1) L’amore cordiale
2) La calma della mente e il silenzio interno
3) La benevolenza verso tutti, uomini, animali e piante
4) L’operare per il bene di tutti i viventi, nei propri pensieri, nelle proprie
emozioni e nelle proprie azioni.
5) La gratitudine verso il Creatore per tutte le lezioni che ci dà ad ogni
istante della nostra vita.

OGNUNO RACCOGLIE QUELLO CHE SEMINA

Pitagora insegna aveva che la giustizia divina è grande, per cui ognuno raccoglie i frutti che ha seminato in questa vita e in quelle precedenti.
Niente diavoli e niente inferni. Se il nostro frutto è amaro, diamoci da fare per renderlo più dolce.
Hygiene che parte giustamente da Pitagora.
Hygiene come materia eclettica e multi-comprensiva.
Qualcosa che riguarda da vicino le necessità reali ed intime del singolo cittadino e dell’intera comunità umana, oltre che gli interessi della natura e dell’ambiente, incluse le creature viventi che abitano e che, al pari di noi, hanno diritto di vivere, e di non portare al collo, ignare e frodate, una inquietante targhetta con la data della loro prossima esecuzione.

HYGIENE TROPPO BELLA E TROPPO SCOMODA

Hygiene come scienza del vivere e del filosofare, come religione vera stracarica di significati spirituali ed ultraterreni, anche se priva di icone, di riti e di genuflessioni.
Hygiene come scienza comportamentale e salutistica, attentissima alle condizioni della persona umana, allo stare bene, in forma ed equilibrio, ma anche al come ripristinare la salute, una volta che l’avessimo persa lungo il cammino.
Hygiene ignorata, insabbiata, ostacolata, perseguitata, perché va a scalfire ed intaccare i grossi interessi consolidati.

Valdo Vaccaro

Fonte
http://valdovaccaro.blogspot.com/2011/10/proteinomania-cottomania-e-curomania-in.html

giovedì 26 giugno 2014

EMORROIDI

IL SEGRETO DELLE EMORROIDI SCOMPARSE

Finalmente sto veramente meglio!

Dopo un anno e mezzo di sofferenze finalmente inizio a vedere l’uscita.
Vi propongo quindi la mia esperienza nella speranza che possa essere utile a qualcun altro. E devo dire che non ci sarei mai riuscito senza la solidarietà di chi ha partecipato al Laboratorio Emorroidi Solidali.
Il che, tra l’altro, mi ha convinto che la collaborazione tra esseri umani e la condivisione delle esperienze è uno strumento potente quanto poco utilizzato.
Anche perché su questo disturbo la medicina occidentale e quelle “alternative” non hanno soluzioni. E’ il malato che si deve sbattere, non ci sono pasticche miracolose. In particolare le testimonianze di chi ha subito diversi tipi di intervento chirurgico confermano quel che sostiene Beppe Grillo e cioè che l’intervento chirurgico è una sola e la maggioranza delle persone ne trae solo un miglioramento momentaneo (quando va bene).
Va subito detto che nonostante abbia provato decine di rimedi non uno è stato capace da solo di debellare questo disturbo.
Questo tipo di malanno infatti è di quelli che hanno più cause. Se non si affrontano tutte, una per una, non si ottiene nulla.

Innanzi tutto non ho ottenuto risultati cospiqui fino a quando non mi sono veramente deciso a mettermi a dieta.
Non che prima mangiassi in modo criminale ma ho dovuto azzerare pesce, formaggi e latte, carne, uova, cioccolato, cibi piccanti, alcol, caffè, nocciole varie. Ho anche rinunciato a patate, peperoni, melanzane. Ridotto drasticamente pomodori e agrumi.
L’obiettivo di questa manovra draconiana è stato quello di dare riposo al fegato e ridurre l’acidità presente nell’apparato digestivo. Attenzione: se mangi solo verdura cereali e frutta è necessario mangiare insieme cereali integrali e legumi (piselli, fagioli, lenticchie) sennò non disponi di proteine a sufficienza. Se non tolleri i legumi devi mangiare qualche cosa come piccole quantità di yogurt e uova per ottenere le proteine indispensabili.

Secondo punto irrinunciabile è muoversi. Da mezz’ora a due ore al giorno. L’effetto migliore si ottiene a partire dai 30 minuti di movimento continuato in su.
E per massificare il risultato ho iniziato a muovermi cercando di coinvolgere tutti i muscoli così da aumentare l’effetto in termini di consumo di energia e circolazione del sangue. Quindi anche quando lavo i piatti o faccio una rampa di scale cerco di muovermi tutto, così faccio più fatica. E la fatica fa bene perché consuma l’energia in eccesso che sennò finisce per andarti nel sedere e gonfiarti l’ano come un palloncino.

Terza azione strategica rilassare i muscoli della zona genitale e anale, ascoltando in particolare la contrazione dei muscoli della fascia nuca-naso che sono accoppiati a quelli anali. Su questo non mi dilungo perché ne ho scritto a sufficienza nell’articolo di presentazione del Laboratorio Emorroidi Solidali.
Importante anche dotarsi di un cuscino a ciambella. Io uso semplicemente un asciugamano di misura media arrotolato a tubo e un po’ attorcigliato su se stesso per aumentarne la consistenza. Mi fornisce un supporto di circa un centimetro di spessore che diminuisce la pressione sull’ano quando sono seduto a scrivere oppure vado in auto. Ma non deve essere troppo spesso. Deve alleggerire la pressione non eliminarla. Se il sedere è completamente staccato “il culo pesa troppo” (non so come altro dirlo).

La quarta questione irrinunciabile è di tipo psicologico. Secondo Claudia Rainville (“Metamedicina. Ogni sintomo è un messaggio.” Edizioni Amrita) i disturbi anali sono legati (evidente) alla conclusione di un processo. C’è qualche cosa che non riesci a finire!
Le domande che lei propone sono:
“Mi sento diviso tra due situazioni e aspetto che una delle due si concretizzi?
C’è una situazione che riguarda la conclusione di un processo che mi provoca collera perché le cose non vanno come vorrei?
Sono in collera perché non riesco a vedere la fine di una condizione difficile?
Le cose non avanzano nonostante io “mi faccia un culo così”?”

Ho dovuto ragionare molto sulla mia vita per riuscire a vedere quanta rabbia nascondevo nella mia anima. Vedi l’articolo: Jacopo lascia andare la rabbia”. Ma come faccio? (Gastrite, cistite, emorroidi solidali)a> E ho dovuto ragionare molto per accorgermi di quanto io da anni ormai viva in sospeso, aspettando che una serie di problemi centrali arrivino a una svolta, invece di godermi le cose buone del presente.
Da anni dico “se succede questo abbiamo svoltato”. Ma non succede mai e tutto è rimandato in una palude di attese.
Su questa storia della rabbia hanno scritto molto Elle e altri nel laboratorio emorroidico. In sintesi non si tratta solo di capire che sei arrabbiato come un cane e che sei diventato nevrotico perché continui a non riuscire a uscire da un’accerchiamento. Si tratta di aver la pazienza e la forza di stare a guardare cosa succede quando ti prende l’ira. Ascoltare le sensazioni. Vedere che sono proprio sgradevoli ma che se le ascolti lo sono meno che se le soffochi e le neghi. Una cosa un po’ tosta.
E ovviamente questa ultima parte non funziona se non ti fai una ragione per come va la tua vita, non l’accetti e non ti inventi qualche cosa per cui riesci a dirti: “Va bene così.” Poi devi anche riuscire a trovare la forza di sorridere. Anche solo per finta. Dopo un po’ il cervello (che non è molto furbo) vedendo che continui a sorridere si convince che tutto vada bene e inizia a secernere le sostanze chimiche che agendo su certi neuroni provocano la sensazione del benessere.
Azione di supporto molto utile è dare un taglio alle tante piccole cose in sospeso. In Usa ne hanno fatto una terapia che vanta risultati notevoli. Si tratta di prendere un quaderno e iniziare, meticolosamente, a appuntare tutte le cose da fare che non hai ancora fatto (dal libro che devi restituire, alla telefonata alla zia malata che rimandi...). Tutte le azioni che richiedono meno di 5 minuti le fai subito, le altre le annoti. Poi devi iniziare a perquisire la tua casa, rovesciare le scatole delle foto, perquisire l’hard disck del pc. Questa perquisizione ti serve per far tornare alla memoria brandelli del tuo passato e altre azioni che sono restate in sospeso (chiedere finalmente scusa a Giulia, cancellare definitivamente dalla lista degli esseri umani esistenti Antonio). Annoti tutto. E’ un lavoro che deve essere svolto in modo intensivo. Datti una settimana di tempo. Non di più. Nei successivi 20 giorni devi riuscire a cancellare il 90% della tua lista. Alla fine ti resteranno poche cose ancora in sospeso e quelle le affronterai piano piano. Ma avrai fatto piazza pulita del più delle situazioni non risolte. E, incredibile, la tua vita ti apparirà solo per questo sotto una luce diversa.
Incredibile quanto ti pesasse in realtà non aver ancora risposto a quella mail…

La quinta azione essenziale è la cura locale.
I medicamenti migliori che ho sperimentato sono:
Crema antiemorroidi dell’erboristeria Montricos di Nuoro gestita da Michele Piredda e dalle gentilissime Luciana e Gabriela Lapia. Potete richiederla per telefono allo 078437133
Crema antiemorroidi Fitoroid di Aboca.
Crema Populeo (erboristeria Magentina, in farmacia). Ringrazio Gaia Mezzadri, mia adorata sorella per la dritta.
Durante le fasi di sanguinamento ho tratto particolare beneficio dalle supposte Avenoc (omeopatiche Boiron) sulle quali spargevo un po’ di crema Arnica Compositum (omeopatica Hell). Devo confessare che per fermare la perdita di sangue ho provato a mettere sulle supposte anche una goccia di Tea Tree (olio essenziale dell’albero del te) o di lavanda (olio essenziale) e olio di iperico o di San Giovanni (macerato di fiori di iperico in olio d’oliva extravergine spremuto a freddo in un barattolo lasciato al sole per 40 giorni. Poi si filtra il tutto facendolo passare in 4 strati di garza. In commercio generalmente si trova quello prodotto con olio di semi. Se non trovate quello con olio d’oliva potete richiedere quello che faccio io (esclusivamente con fiori racolti all’alba del 25 giugno, dopo la notte di San Giovanni) a www.commercioetico.it. ATTENZIONE: NON USARE OLIO DI IPERICO SE PRENDI LA PILLOLA: ANNULLA TOTALMENTE L’AZIONE DEGLI ESTROGENI. E’ una potenza! Io sono nonno grazie all’olio di iperico che preparo io. Ma non l’ho fatto apposta.). Non so se usare questi oli sia stata un’azione criminale (aspetto pareri illuminati). Comunque la registro. Questi oli hanno sulle ferite esterne il potere di fermare le emorragie e cicratizzare in modo superiore alle medicine “moderne”; per questo mi è venuto in mente di usarli e la sensazione è stata positiva. Il The Tree pizzica ma è rivitalizzante. Inoltre questi oli sono battericidi più potenti di qualunque altro in commercio (agiscono anche su ustioni, punture di insetti, psoriasi. L’olio di iperico è poi efficace per botte, tumefazioni, distorsioni, piaghe da chemioterapia. L’olio di Tea Tree è efficace anche per infiammazioni della gengiva).
Ho sentito di persone che hanno tratto grande giovamento con il Ruscoven della Aboca. E’ una pomata per le vene varicose (molto rinfrescante) che aiuta a ricostituire il tono della zona. Ringrazio Diego Ruiz del teatro dei Satiri di Roma per l'informazione.
Ringrazio Laura Fo, mia carissima cugina per avermi segnalato l’effetto potente dell'Arnica Compositum.
Cito così tante creme perché ho notato che il loro effetto migliore è nei primi giorni. Poi tende a affievolirsi. Quindi credo che la soluzione più efficiente sia alternarne almeno tre o quattro.
Attenzione: queste creme, quando c’è irritazione interna, andrebbero infilate anche nei primi centimetri del retto.
A questo scopo si può usare il dito mignolo abbondantemente cosparso di crema. Se la situazione è particolarmente gonfia è un’operazione difficile. In questo caso la crema migliore è l’Avenoc perché è molto densa. Oppure, come ho detto, le supposte. Ma vi consiglio di tagliare il culo della supposta Avenoc perché ha i bordi acuminati e il fondo concavo che provoca un fastidioso risucchio quando si tuffa nelle profondità rettali (come tutti quelli che soffrono di emorroidi sono molto precisino e pieno di fisime).
In alternativa al dito e alle supposte alcune creme sono dotate di cannule bucherellate.
E qui il signor Aboca dimostra di essere un vero signore. Infatti solo la sua crema Fitoroid è abbinata a una cannula con dei buchini fatti in modo cristiano che non ti graffiano l’ano impazzito mentre li infili.
La cannula del signor Aboca è il top delle cannule. Abbondantemente lubrificata con la crema stessa scivola senza dolore che è quasi un piacere. Grazie signor Aboca. I tre centesimi in più che le è costato levigare i buchini delle sue cannule sono soldi benedetti. E non lo dico perché lei è stato uno dei due soli imprenditori che hanno comprato pubblicità su Atlantide Tv permettendoci di esistere. Lo dico con sincerità che sgorga direttamente dal più profondo del mio culo. Grazie. A nome di tutti gli emorroidici del pianeta: lei ha stabilito uno standard di qualità universalmente e assolutamente valido per la produzione delle cannule rettali. Essersi occupato con tanta dedizione e pignola attenzione a questo aspetto che altri trascurano totalmente le fa onore.

Sesta è ultima azione (è il sei il numero perfetto non credete alle imitazioni) bisogna da una parte abbassare l’acidità del sistema digestivo e dall’altra fornire alle cellule dell’area debilitata tutti quegli elementi atti a riparare e rafforzare la zona.
Per fare questo la principessa delle medicine è l’achillea. Mattino pomeriggio e sera una tisana (mettere in acqua un bel cucchiaio di fiori secchi per ogni tazza d’acqua, far arrivare l’acqua a bollore, e poi lascia decantare per 20 minuti, quindi filtrare col passino e bere. Io ne preparo tre tazze per volta). Oppure frullare i fiori secchi per alcuni minuti e poi setacciare. Un cucchiaino da caffè di polvere di achillea tre volte al giorno. Io preferisco questa seconda soluzione. Eccellente. Veramente un rimedio potente. Ti da delle sensazioni anali nuove e esaltanti. Sederi liberati!
E’ però veramente amara. (Devo ringraziare l’amico fraterno Sergio Frau per la segnalazione tratta da un giornale e l’erboristeria Monticos di Nuoro per aver scritto il suddetto articolo. Mi ha anche spedito l’achillea da raccolta selvatica. In alternativa Aboca e altre aziende ne commercializzano di biologica). Piredda ci informa anche che l’achillea è eccellente per i casi di rigurgito gastrico, gastralgie, esofagiti.
Ma se soffri di emorroidi croniche come me un solo ciclo di Achillea non ti basta a guarire completamente. E dopo 15 giorni l’effetto miracoloso inizia a diminuire. Io ho interrotto e per 10 giorni ho preso le capsule di erbe anti emorroidi preparate da Giuseppe Giordano, caro amico che gestisce l’erboristeria Camomilla di Milano (025454063. Produce anche una crema miracolosa per funghi della pelle e piaghe: la Crema Maga. L’ho provata dopo anni che provato di tutto, compresi diserbanti militari. Mi ha risolto il problema in 48 ore. E quando dico che ho provato di tutto dico di tutto. Come puoi evincere da questo articolo ho un rapporto maniacale con i medicamenti).
Giordano ocnsiglia anche di mangiare molta lattuga, soncino e valeriana. E io aggiungo che rape, cavoli e verze sono ottimi antinfiammatori. E anche i carciofi e i mirtilli producono effetti ottimi (anche per le cistiti).
Mi è sembrato buono anche il consiglio di assumere capsule di vite rossa che hanno un potere riequilibrante dei tessuti venosi.
Segnalo anche che molte persone dichiarano di aver avuto effetti miracolosi ingerendo un paio di capsule di peperoncino rosso piccante a digiuno ogni mattina. Io ci ho provato ma a me non ha dato risultati positivi. Anzi un lieve peggioramento. Sospetto che questo rimedio sia utile per quel che i cinesi definiscono “Tipo Yang” (pesante e solido di struttura, pressione alta, suda molto, soffre il caldo). Io sono decisamente Yin: testa grossa, longilineo, sudo poco ecc.

Riassumendo:
-Dieta.
-Movimento.
-Rilassamento della zona anale (riequilibrio della pressione nella parte alta e bassa del corpo).
-Comprensione e ascolto della rabbia e delle sue ragioni (un qualche processo che non si conclude mai. Difficoltà a lasciare andare quello che è finito).
-Creme riparatrici e anti infiammatorie locali.
-Achillea (antiacido), lattuga, soncino, valeriana, carciofi, capsule di erbe Camomilla (disinfiammanti e ricostituenti).

Ma queste sei azioni liberatrici da sole non bastano.
E’ anche importante agire a livello generale su organismo e buon umore.
- Inserisci un piccolo cambiamento nella tua vita. Inizia a lasciare il cellulare staccato in certe ore del giorno, impara a cucinare indiano (senza spezie). Iscriviti a un corso di salsa (nel senso della danza sudamericana). Come sostengo da tempo iscriversi a un corso di salsa è una mossa esistenziale potente. Sono corsi frequentati da persone che amano divertirsi e se la tirano pochissimo. Già nei corsi di Tango incontri persone mediamente più difficili e arzigogolate.
- Altra questione esiziale: passa il maggior tempo possibile a ascoltare le sensazioni del tuo corpo, la musica, il sapore dei cibi, osservare il tramonto, la gente che passa, i fiori o quel che preferisci. Se ascolti le sensazioni ti si spegne il cervello razionale automaticamente e diminuisce la pressione mentale (ascoltare è la forma più semplice e efficace di meditazione).
- Cerca di respirare il più possibile tipo sospiro di sollievo e di sbadigliare molto. Fa bene a tutto il corpo e rilassa e muove il basso ventre e lo stomaco.
- AUTOMASSAGGIATI. Questo è l’ultimo consiglio ma poteva anche essere il primo. Si tratta di esplorare il proprio corpo alla ricerca di punti che ti diano sensazioni piacevoli. Prova a massaggiare, grattare, premere, frizionare, sfiorare ecc. Quando trovi un punto piacevole insisti per un po’ fino a che la sensazione gradevole persiste. E osserva come alcuni punti danno la sensazione che quando li massaggi si sviluppi una specie di corrente brividosa che si espande. Una sensazione molto lieve ma distinguibile. In particolare dovresti insistere sui punti che si trovano tra le punte delle dita e i gomiti o i ginocchi (compresi). Secondo la Medicina tradizionale Cinese qui si trovano i punti più efficaci. Approfitta per automassaggiarti un po’ mentre ti insaponi o ti asciughi e ogni volta che durante la giornata ne hai occasione.
Questi rimedi dovrebbero spazzar via le tue emorroidi. Ma se sono veramente toste come lo erano le mie allora ti servirà una cosa in più. Un elemento di rottura. Per me questo si è verificato ultimamente. Ho cambiato l’impostazione del blog mettendomi a raccontare la mia vita onirica. Ho rinunciato a rispondere alle e-mail e a leggere i quotidiani. Stavo già migliorando in modo stellare, le perdite di sangue invece di durarmi 4 giorni finivano in poche ore e il malessere si era attenuato parecchio.
Ma poi iniziò a succedermi che ogni due giorni mi si gonfiava un pezzettino della corolla anale in modo repentino, dopo essere andato al bagno, e restava dolorosamente gonfio fino a che non si liberava sanguinando. Mi era chiaro che era come se un muscolo si bloccasse strozzandomi una venuzza. E tutto il mio rilassamento non riusciva a sbloccare questo crampo muscolare. Allora mi è venuta un’idea che non mi sento di consigliare ma che riporto. Ho preso mezza bustina di Oky, un antidolorifico che evidentemente ha qualche effetto come rilassante dei muscoli.
La zona si è ISTANTANEAMENTE decontratta e il disturbo non si è più presentato. Probabilmente un effetto psicologico. L’aver trovato il modo di sbloccare questi strozzamenti ha rotto il circolo vizioso di aspettarsi il gonfiore ogni due giorni.

Jacopo Fo
http://www.jacopofo.com/?q=node/2496

EMORROIDI INFIAMMATE E RIMEDI

TESINE DA LEGGERE

- Infiammazione emorroidale e varicocele, del 7/3/11
- Guarigione totale da flebite e vene varicose, del 24/2/11
- Capillari, varici, rutina e affioramento patologie, del 10/3/12
- Un insopportabile fastidio chiamato ragadi anali, dell’1/4/12
- Spettacolare estate e guarigione dalle ragadi anali, del 5/12/11

GUAI SE NON AVESSIMO LE EMORROIDI
Cominciamo col dire che tutti abbiamo le emorroidi e che non sono affatto una patologia, ma una utile ed indispensabile parte anatomica del corpo umano. Trattasi infatti di vene situate in zona rettale. Con la loro pressione aiutano nel contenimento delle feci. I problemi sorgono quando subentra un processo infiammatorio di queste vene.

MAI INTERVENIRE SUI SINTOMI MA SEMPRE E SOLO SULLE CAUSE
A quel punto subentra un dolore acuto, fisso e pulsante, con fuoriuscita di sangue, visto che in zona rettale si forma un ristagno di sangue dovuto a una ulcerazione delle vene stesse. Gli scarichi emorroidali, come tutte le perdite e le eiezioni del corpo umano sono un fatto sintomatico e positivo da non interrompere e da non attenuare. Quali le cause? Pigrizia linfatica, costipazione ovvero stipsi, difficoltà e sforzi a liberarsi del carico rettale e quindi tempi lunghi sul water, eccessi alimentari, alcol, problemi di fegato, cisti ovariche, gravidanza, sforzi intensi di lavoro o di sport.

ALCALINIZZARE QUESTO E’ IL VERO PROBLEMA
Quali i rimedi? Molto semplici e scontati. Stare alla larga da tutte le carni e da tutte le proteine animali. Assumere più acqua biologica (frutta acquosa). Alcalinizzare il corpo e non il contrario.
Più centrifugati di carote-sedani-mele con ciuffi di malva, acetosa, ortica e tarassaco. Più insalate e fette di avocado. Più agrumi, più arance, più limoni, più pompelmi, più vitamina C e meno B12, altro che le strampalate teorie di certi nutrizionisti da strapazzo, privi di scienza e di competenza oltre che di buonsenso.

UNO STILLICIDIO DI FALSE PAURE INGENERATE AD ARTE
Continuo a ricevere messaggi sfasati sulla solita carenza B12 dei vegani, decretata da gente che di veganismo non conosce un tubo, e di vitamine sinergiche del gruppo B capisce ancora di meno. Tutti coloni dei falsari e dei proteinomani di Atlanta. E continuo a ricevere domande e dubbi sugli agrumi che non alcalinizzerebbero, ma provocherebbero alcalinizzazione a scapito delle ossa.

I PAESI A PIU’ ALTA PERCENTUALE DI OSTEOPOROSI SONO QUELLI AD ALTO CONSUMO DI LATTE E DI CARNE
Queste uscite cervellotiche e demenziali le possono fare solo degli sprovveduti, poco importa se forniti di titoli e di cattedre. I mangiatori di arance e di agrumi rivelano in realtà le ossa più dure e più solide. Questi sono fatti concreti e verificabili. L’osteoporosi colpisce sempre e solo i paesi grandi consumatori di latticini e di carni.. Nessuno mi sollevi più argomenti di questo tipo.

NON INTENDO RIPETERMI ALL’INFINITO SU QUESTE COSE
Non ho tempo da perdere e, nessuno me ne voglia, ma cestinerò ogni mail che parli di queste banalità. Sono 5 anni che ne parlo. Conoscete a memoria le mie posizioni e devo per forza di cose diventare intransigente. Volete la B12 in pasticche? Volete anche, colmo dei colmi, essere ridicolizzati dai macellai? Fatelo pure. Le farmacie e i supermarket straboccano di pasticche. Vi fanno schifo le arance? Andate pure avanti col melismo.

SBAGLI ESATTAMENTE SU TRE PUNTI
Tornando a te, Roberta, è presto detto dove sbagli. Tre punti-chiave. Primo, troppa frutta secca e troppi legumi. Sei diventata vegana da un mese e hai voluto prevenire inesistenti rischi di sottoalimentazione. In pratica hai esagerato col cibo e hai superato il tetto proteico dei 24 grammi al giorno. Secondo, troppo computer e troppa sedentarietà. Servono camminate veloci, con scattini a destra e sinistra, con ritmo respiratorio profondo e ritmato, almeno un’ora al giorno. Terzo, stop a tutti i farmaci e alle creme. Usare al massimo con frequenza un bidet di acqua e bicarbonato di sodio.

ORTICA, MENTA E MALVA
Ottimo il succo di 30-100 grammi da pianta fresca, da assumere allungato coi centrifugati. Va bene anche prendere un cucchiaio di olio di oliva a digiuno o la sera tardi. Infusi di menta e di malva per bagni esterni apportano sicuramente del sollievo.

Valdo Vaccaro
http://valdovaccaro.blogspot.it/2012/11/emorroidi-infiammate-e-rimedi.html

EMORROIDI e NMG


I conflitti che causano le emorroidi sono di due tipi:
1) Conflitto femminile di identità, non sapere a quale posto (o uomo) si appartiene, né dove andare o quale decisione prendere
2) Conflitto ripugnante, vile, abietto, insidioso (da dietro, “prenderla in quel posto”)
Nel primo caso il senso biologico è l’allargamento ulceroso del retto per facilitare la defecazione allo scopo di determinare la propria posizione (identità).
Nel secondo caso il senso biologico è di due tipi:
- Tipo Secretorio: scioglimento di un boccone, anche di un boccone di chimo
- Tipo Assorbente (raro): assorbimento, ad esempio di acqua.

Cristina

Fonte
https://autoguarigione.wordpress.com/2011/01/11/le-emorroidi/

EMORROIDI E CROMOPUNTURA

Probabilmente la cause dell' emorroidi è multifattoriale ( sedentarieta',alimentazione scorretta, conflitti e rabbia repressa), sicuramente l'alimentazione acida è un fattore scatenante, quindi NO CARNE NO ALCOOL e SI VERDURA E SI FRUTTA CRUDA ma cè da tenere presente anche il fattore EMOZIONI REPRESSE in questo caso la rabbia.

cè qualcosa che ci tormenta e non riusciamo a risolvere abbiamo subito un conflitto ripugnante, vile, abietto, insidioso e quindi è il caso di incazzarci esprimiamo la rabbia e facciamo valere le nostre ragioni, quindi appartiamoci in luogo dove è possibile rivivere la situazione e esprimere totalmente la rabbia, dopo averla espressa si puo' accettare e lasciare andare ( cromopuntura, è possilbile usare la linea del fegato con placca fegato placca emotiva in questo è possibile esprimere una gran quantita' di rabbia e liberare cosi il fegato da questa energia tossica, riequilibrare poi con linea intestino ,amore e relativa placca, qui si parla di linee e placche di Calligaris)

i trattamenti base per problemi emorroidi;


armonizzazione
trattamento base tossico
punti e zone fegato
vaso patologico fuoco attivo
tgo . linea equilibrio e linea infiammazioni, alternate
zona dei sogni Marte
zona converter Verde del lasciar andare




ok conflitti e circolo funzionale fegato
trattare anche punti tgo sulla fronte zona ano 
e altro...


Antar Raja


domenica 22 giugno 2014

La lumaca Aplysia di Kandel e…L’UOMO DI HAMER

Una comparazione scientifica con le recenti scoperte neurologiche conferma gli studi di Hamer.

Di Claudio Trupiano

Eric Kandel, emerito scienziato dei giorni nostri, con al suo bagaglio culturale una formazione umanistica e successivamente medica e psicanalitica, per comprendere meglio il comportamento dell’uomo, la sua mente e i suoi ragionamenti, ha avuto un’intuizione geniale nel sistema di indagine scientifica, al punto da riconoscergli nel 2001 il premio il Nobel per la medicina e la fisiologia.

Come psicanalista si è reso conto che la memoria è la colonna portante della vita mentale dell’uomo, come biologo ha intuito che dall’osservazione dei fenomeni in natura, in un contesto filogenetico, avrebbe potuto convergere la distanza che separa la neurofisiologia dalla psicologia.
La difficoltà insormontabile per tutti gli studiosi del “cervello dell’uomo” è sempre stata la complessità di questo organo del corpo, costituito da oltre cento miliardi di cellule.
Al fine di risalire all’origine e analizzare i meccanismi elementari del cervello Kandel cercò quindi nel mondo biologico un essere organico più semplice.
Lo trovò nella lumaca Aplysia, un gasteropode di mare.
Dal 1963 lo studioso americano, di origine austriaca, dedicò quindi le sue ricerche a questo mollusco, presupponendo che i risultati di un’indagine sulla memoria cerebrale di questa lumaca sarebbero stati più immediati, semplicemente perché si trovava di fronte ad un essere animale con solo 20.000 cellule nervose e per lo più di grosse dimensioni, quasi visibili ad occhio nudo.
Bisogna riconoscere che l’intuizione di Kandel fu geniale: bastava studiare un modello semplice per poi arrivare alle deduzioni sul modello più complesso.
I risultati infatti non tardarono.
Toccando con degli elettrodi la coda della lumaca, Kandel e i suoi colleghi ricercatori si accorsero che il mollusco muoveva i muscoli e ricopriva l’unica branchia, attraverso la quale respirava, con una membrana di pelle nuova.
La deduzione dello scienziato fu che la lumaca, se attaccata, reagiva con un aumento di funzione cellulare.
Ma lo studio di Kandel era mirato all’osservazione dei meccanismi della memoria e quindi si preoccupò di verificare cosa succedeva nei meccanismi neuronali della lumaca se sottoposta a continue sollecitazioni con elettrodi.
I risultati furono notevoli.
Se la lumaca veniva sollecitata più volte, ma solo in un breve arco di tempo, allora il funzionamento dei canali sensoriali tornava allo stadio iniziale, come se la memoria di quella sollecitazione fosse svanita.
Se invece lo stimolo veniva ripetuto più a lungo il ricordo si consolidava e la memoria diventava stabile.
Kandel concluse che a livello cellulare si verifica un rimodellamento dei neuroni. Le cellule del circuito nervoso stimolato producono dei messaggeri chimici, delle sostanze che raggiungono il nucleo e agiscono direttamente sul DNA.

Il rilievo più eclatante però fu che i neuroni del circuito non solo diventano più recettivi, ma aumentano di numero. Siamo di fronte ad un aumento di cellule e quindi di funzione, dovuto a delle sinapsi tra neuroni, determinate da un evento esterno.
Questo processo diventa tanto più stabile e aumenta in crescita, quanto più si ripete nel tempo questo messaggio esterno.
L’esperimento di Kandel fu poi ripetuto su modelli più complessi, tipo quello dei topi, e i risultati furono confermati.
Le osservazioni di questo scienziato portano dunque alla scoperta che le connessioni interneuronali del sistema nervoso di un essere vivente vengono modificate in modo preciso e prevedibile durante l’apprendimento.
A questo punto, senza nulla togliere al merito della ricerca del professore americano e tanto meno all’insigne premio di un Nobel per la medicina, non è difficile provare a riscrivere il test scientifico fatto da Kandel con le chiavi di lettura delle scoperte fatte dal dr. R.G.Hamer direttamente sull’uomo.
Innanzitutto per chi conosce l’intero sistema scoperto da Hamer nel processo biologico che si verifica nell’essere umano, resta la constatazione che, in fondo, quanto scoperto da Kandel costituisce solo, e forse neanche, 1/10 della globalità delle leggi biologiche scritte dal medico tedesco.
Nel caso della lumaca aplysia è stato osservato un semplice processo di sopravvivenza: difesa da un attacco.
E la constatazione si carica di amarezza quando si assiste agli eventi che ci vedono spettatori di un ricercatore, pur illustre e degno di nota, insignito di un premio Nobel per la Medicina, mentre chi ha osato estendere e completare la scoperta all’essere umano, con le sue inevitabili conseguenze, è stato “insignito del... dileggio”.
Ma restiamo nella comparazione scientifica del caso.
L’attenzione rivolta da Kandel alla biologia degli eventi, nella fattispecie ad un mollusco di mare, è stata ed è tuttora il motore unico e fondamentale della ricerca del dr. Hamer.
Nel suo testo principale “Il Testamento per una Nuova Medicina” il medico tedesco in una semplice frase condensa tutta la priorità e la fonte delle sue scoperte: “Se volete fare delle nuove scoperte osservate il semplice battito della natura”.
Per questo però non ha avuto bisogno di analizzare una lumaca e tanto meno un topo, ma è andato direttamente al cervello e agli organi del corpo umano, riuscendo a dimostrare che la fisiologia elementare dei nostri componenti organici si struttura effettivamente dall’accumulo dei segnali raccolti dalla memoria umana attraverso miliardi di anni di evoluzione.
E’ semplice arguire che noi siamo il prodotto della nostra storia e in questo modo viene avvalorata la ricerca di Kandel che ha dimostrato che un segnale di attacco ripetuto nel tempo determina un aumento di funzioni e di cellule.
Ma chi conosce le regole biologiche scoperte da Hamer, sa che questa funzione di aumento di cellule nella branchia della Aplasia dopo un attacco, corrisponde semplicemente all’aumento di funzione, e quindi di cellule, durante la fase di “Conflitto Attivo di un attacco” e riguardante appunto tutti gli organi del mesoderma antico, e correlati alla parte del cervelletto.
Questi organi sono appunto quelli che si sono formati attraverso moltissimi anni di evoluzione, a seguito proprio di un processo biologico, se vogliamo confermato da Kandel, per cui si è reso necessario aumentare la funzione cellulare di protezione degli organi vitali.
Gli organi in questione sono principalmente la pleura, il peritoneo e il derma .
Così si comprendono tutte quelle cosiddette patologie connesse a questi organi, definite dalla medicina classica, con nomi più svariati come melanomi, mesoteliomi, neurofibromi.
Ad ulteriore conferma della corrispondenza delle due ricerche ritroviamo altre due assonanze importanti:
a) l’attacco inflitto all’improvviso alla lumaca Aplasia con degli elettrodi contiene le stesse caratteristiche del conflitto scoperto da Hamer: inaspettato, acuto e drammatico e vissuto solo da quell’essere organico.
b) mentre Kandel si è limitato ad osservare che, interrotto l’attacco con gli elettrostimolatori, la membrana di pelle che si formava sulla branchia della lumaca si riduceva, il dr. Hamer ha compreso tutti i processi di riduzione per caseificazione o per incapsulamento dell’aumento di massa cellulare, successivi alla risoluzione del conflitto di attacco.
Ribadiamo: quanto sopra rappresenta però solo una minima parte del lavoro del dr. Hamer, che, se sviluppata a livello così riduttivo, ha consentito al prof. Kandel di essere insignito di un Nobel, c’è da auspicare al dr. Hamer il riconoscimento dei prossimi dieci Nobel per la Medicina e la Biologia.
Infatti con la stessa metodica, ma con il supporto della scientificità biologica e delle connessioni tra i foglietti embrionali e la filogenesi evolutiva dell’essere umano, il dr. Hamer ha dimostrato tutta la fisiologia patologica del corpo umano, con un processo analogo per gli organi diretti dal tronco cerebrale e con un processo inverso per quelli diretti dal midollo e dalla corteccia cerebrale.
Ovviamente anche le implicazioni delle due scoperte variano nella loro portata, perché mentre per il prof. Kandel ci si è limitati ad osservare il fenomeno della memoria a breve e a lungo termine, senza dare peso alla formazione della nuova membrana sulla branchia del mollusco, per le scoperte del dr. Hamer le implicazioni sono evidentemente di una portata troppo vasta, sino a demolire tutta l’impalcatura della patologia medica.

E, come la storia insegna nei suoi corsi e ricorsi, forse questo è troppo!

Claudio Trupiano

venerdì 20 giugno 2014

Seminari Monografici 5 Leggi Biologiche

Le 5 Leggi Biologiche: Ossa, Muscoli e Articolazioni (OMA)

Questo seminario monografico è aperto a tutti

Orari svolgimento seminario:
Sabato 9.00-17.00
Domenica 9.30-17.00

Relatore: Andrea Taddei (se non specificato diversamente)

Contatto telefonico per informazioni: 380.2122290

Contatto email per informazioni sul programma o iscrizioni: info@5leggibiologiche.it

SEDE e DATA
MILANO | 12-13 Luglio 2014

Le 5 Leggi Biologiche: La Pelle e le Allergie Cutanee

Questo seminario monografico è aperto a tutti

Orari svolgimento seminario:
Sabato 9.00-17.00
Domenica 9.30-17.00

Relatore: Andrea Taddei (se non specificato diversamente)

Contatto telefonico per informazioni: 380.2122290

Contatto email per informazioni sul programma o iscrizioni: info@5leggibiologiche.it

SEDE e DATA
MILANO | 19-20 Luglio 2014

Maggiori informazioni su www.5leggibiologiche.it

Bibliografia essenziale:

Le 5 Leggi Biologiche - La Pelle e le Allergie Cutanee Andrea Taddei Le 5 Leggi Biologiche - La Pelle e le Allergie Cutanee

La Nuova Medicina del Dr. Hamer

Andrea Taddei

Lo trovi su il Giardino dei Libri

Le 5 Leggi Biologiche - Ossa, Muscoli e Articolazioni Andrea Taddei Le 5 Leggi Biologiche - Ossa, Muscoli e Articolazioni

La Nuova Medicina del Dr. Hamer

Andrea Taddei

Lo trovi su il Giardino dei Libri

Le 5 Leggi Biologiche: La Pelle e le Allergie Cutanee (eBook) Andrea Taddei Le 5 Leggi Biologiche: La Pelle e le Allergie Cutanee (eBook)

Andrea Taddei

Lo trovi su su il Giardino dei Libri

Le 5 Leggi Biologiche: Ossa, Muscoli e Articolazioni (eBook) Andrea Taddei Le 5 Leggi Biologiche: Ossa, Muscoli e Articolazioni (eBook)

Andrea Taddei

Lo trovi su il Giardino dei Libri

giovedì 19 giugno 2014

Quando i bambini fanno fatica a socializzare, i consigli della psicologa


Oggi con la Psicologa Amica, la dottoressa Francesca Santarelli, affrontiamo un argomento per me molto importante, forse perché mi tocca molto da vicino: “Quando i bambini fanno fatica a socializzare“.

Devo ammettere che fa veramente male vedere il proprio figlio “escluso” dal gruppo o comunque non accettato con entusiasmo dai suoi compagni. A me è successo con Marco.
E mi sono resa conto che la cosa lo ha fatto soffrire.

Ma in questi casi bisogna intervenire in qualche modo o bisogna lasciar correre? E’ meglio che imparino da subito a conquistarsi il rispetto e la stima dei compagni oppure è meglio aiutarli per non fargli perdere fiducia in se stessi?

Io non sono intervenuta. Ho lasciato che risolvesse i suoi problemi da solo. E ho visto nei suoi occhi quell’entusiasmo, quella soddisfazione quando  tornando a casa un giorno mi ha detto: “Sai che A. mi ha detto che siamo di nuovo amici?”.
Ma in ogni caso vedo che fatica a integrarsi bene.

Ecco cosa ci consiglia la dottoressa Francesca Santarelli:

“Care mamme, la mia pratica clinica di tutti i giorni, mi mette di fronte sempre nuovi stimoli da proporvi e questa volta, vorrei parlarvi di una mamma che mi porta in studio il suo bimbo di 5 anni che frequenta l’ultimo anno di scuola materna, le cui maestre sono preoccupate ( e quindi hanno fatto allarmare anche questa povera mamma) perché il bambino fa fatica a socializzare e giocare con gli altri compagni, soprattutto se in gruppo. Capita infatti che lui si avvicina al gruppo di amichetti ma spesso viene respinto o ignorato e se capita qualcosa e lo incolpano, non tenta neppure di difendersi.

Innanzitutto non tendiamo subito a patologizzare una modalità relazionale un po’ faticosa e ricordiamo che stiamo pur sempre parlando di un bimbo di soli 5 anni che ha tutta la vita davanti per imparare anche a rompere il ghiaccio e a stare con gli altri!

L’inserimento in un gruppo passa attraverso meccanismi particolari e spesso incomprensibili: un “gruppo” tende alla propria sopravvivenza, l’elemento nuovo viene spesso sentito come una potenziale minaccia e quindi allontanato.  Più volte è stato osservato che un gruppo, per rinforzare la propria coesione e quindi per appagare i propri membri insoddisfatti e in vena di rivolta nei confronti del leader, scarica su un elemento, o su un altro gruppo, aggressività e frustrazione. Questa dinamica è funzionale al mantenimento dello status quo, gli equilibri e i poteri non vengono alterati, tutti i componenti sono protetti e nessuno di loro viene penalizzato.

Per chiarire questo concetto, pensiamo alle frequenti difficoltà che incontra spesso una “nuora” nella famiglia del marito. Sarà sempre colpa sua (sarà cioè il capro espiatorio) tutto quello che succede: se il marito ingrassa o dimagrisce, se dorme troppo o se soffre d’insonnia, persino se ha problemi di lavoro, e questo a dispetto anche delle capacità intellettive del marito stesso, che sarebbe un acefalo mentecatto se fosse realmente così..

Come vediamo, la “colpa” non è mai di un membro del gruppo e per tornare al bimbo in questione, anche lui possiede, come tutti gli esseri umani, in ugual misura tanto spirito di cooperazione che di competizione: anche lui proverà gli stessi, frequenti e dolorosi conflitti di interesse tra queste due “spinte”, che ovviamente lo spingeranno a comportamenti opposti.

Tuttavia, per tranquillizzare questa mamma e chiunque si ritrovi in una situazione simile, vi garantisco che sono rare e transitorie le relazioni basate sullo sfruttamento; e che quindi anche i vostri bimbi impareranno ad elaborare strategie comportamentali più evolute che  assicureranno  loro un rapporto ottimale tra profitti e perdite, in termini di salute e soddisfazione individuale.

Personalmente, quello che eviterei è  di allontanarlo da situazioni di gruppo faticose, ma inviterei  questi bimbi a tenere un atteggiamento diverso, cioè ad avere una maggiore loquacità e comunicativa con gli altri bambini, a mostrare affetto e a chiedere con gentilezza, a presentare un comportamento gioviale e di sostegno per gli altri.

Proviamo dunque a “trasformarlo” in un  piccolo leader. Male non gli fa di certo!

In fondo, anche se vorremmo proteggerlo da situazioni come queste, dovrà pur imparare a tollerare e gestire tali conflitti, fa parte della vita…aihme!

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com 



mercoledì 18 giugno 2014

Staminali, al Bambin Gesù nuova tecnica di trapianto di midollo da genitori a figli

“Si tratta di una tecnica innovativa di ingegneria dei trapianti di midollo che, in assenza di donatore compatibile, consente il trapianto dai genitori ai figli”, spiega Franco Locatelli, responsabile del reparto di Oncoematologia e medicina trasfusionale dell’ospedale della Santa Sede. “Il protocollo messo a punto nei nostri laboratori - gli fa eco entusiasta Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell’ospedale romano - rappresenta una pietra miliare nella terapia di molte patologie del sangue ed è destinato a incidere radicalmente sulla loro storia naturale”.

di Davide Patitucci

Staminali, al Bambin Gesù nuova tecnica di trapianto di midollo da genitori a figli

 
Le cellule staminali in Italia non sono solo fonte di polemiche e contenziosi nelle aule giudiziarie. Lo dimostra una nuova procedura, messa a punto dai ricercatori dell’Ospedale pediatrico Bambin Gesù, che ha già salvato la vita di decine di bambini con malattie genetiche rare o tumori del sangue. Illustrata oggi a Roma, la metodica ha già avuto un primo riconoscimento internazionale con la presentazione dei risultati lo scorso dicembre a New Orleans, nel corso del congresso della Società americana di ematologia, e la pubblicazione sulla rivista specializzata “Blood”. “Si tratta di una tecnica innovativa di ingegneria dei trapianti di midollo che, in assenza di donatore compatibile, consente il trapianto dai genitori ai figli”, spiega Franco Locatelli, responsabile del reparto di Oncoematologia e medicina trasfusionale dell’ospedale della Santa Sede. “Il protocollo messo a punto nei nostri laboratori – gli fa eco entusiasta Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell’ospedale romano – rappresenta una pietra miliare nella terapia di molte patologie del sangue ed è destinato a incidere radicalmente sulla loro storia naturale”.

Il metodo è stato testato finora su circa 70 bambini affetti da leucemie e su una trentina di piccoli pazienti con malattie rare che coinvolgono il sangue o il sistema immunitario, come la talassemia, l’immunodeficienza severa, o l’anemia di Fanconi. Ma in cosa consiste la nuova metodica? “La tecnica – chiarisce Alice Bertaina, responsabile dell’unità trapianti di midollo del Bambin Gesù – consiste nel ripulire le cellule staminali del donatore, che può essere indifferentemente uno dei due genitori, eliminando solo quelle cattive che causano le principali complicazioni, ma preservando, allo stesso tempo, una grande quantità di cellule buone che proteggono il paziente dalle infezioni, soprattutto nei primi mesi successivi al trapianto. Questo metodo di trapianto di cellule staminali – aggiunge la studiosa – consente di avere oltre il 90% di probabilità di cura definitiva, e di ottenere una percentuale di successi confrontabile a quella che si aveva cercando un donatore compatibile”. 

Fino a pochi anni fa le tecniche di manipolazione cellulari adoperate nei trapianti di midollo osseo comportavano, infatti, un elevato rischio di mortalità, a causa soprattutto di infezioni. Inoltre, i trapianti da uno dei due genitori erano caratterizzate da una probabilità di successo significativamente inferiore a quella ottenibile impiegando come donatore un fratello o una sorella, oppure un individuo immunogeneticamente compatibile, identificato al di fuori dell’ambito familiare.

In Italia, nel 2013, sono stati sottoposti a trapianto di midollo da donatore esterno per malattie non maligne 125 bambini. Grazie a questa nuova procedura, secondo gli esperti, almeno altri 40 bambini l’anno, destinati ad esempio a dipendenza cronica da trasfusioni, potranno avere una chance di guarigione definitiva. “Con questa tecnica possiamo offrire a tutti la speranza di un trapianto efficace per diversi tipi di malattie – sottolinea Locatelli -. Nonostante i registri dei donatori volontari di midollo osseo, che contano ormai più di 20 milioni di iscritti, e le banche di sangue cordonale e placentare, pari a 600mila unità in tutto il mondo, infatti, il 30-40% dei pazienti non riesce ancora a trovare un donatore idoneo”. 

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/17/staminali-al-bambin-gesu-nuova-tecnica-di-trapianto-di-midollo-da-genitori-a-figli/1030983/

 
 

lunedì 16 giugno 2014

La timidezza

di Chiara Svegliado

Che cos’è la timidezza?

E’ quasi impossibile definirla. Innanzi tutto perché un timido è un insieme di elementi molto complessi, inoltre perché esistono diverse tipologie di timidezza. In linea generale si possono distinguere: i timidi propriamente detti, la cui timidezza costituisce un aspetto permanente del carattere; i timidi temporanei che soffrono di crisi periodiche di timidezza, generata da circostanze diverse; i grandi timidi o “sociofobi”, che soffrono di una forma di timidezza estrema, tale da annullarne totalmente o quasi la personalità e gli atti personali.

E’ necessario distinguere le circostanze che provocano la timidezza: una persona può essere ad esempio particolarmente timida nei confronti dell’altro sesso o dell’autorità. Nel caso sia l’autorità ad intimidire, è necessario approfondire sotto quale forma essa si presenta: religiosa, sociale o artistica; oppure, l’autorità può essere rappresentata da una persona che ricopre un determinato ruolo nel contesto relazionale a cui appartiene il timido (il padre, il capoufficio, l’insegnante, ecc..).
Per esempio, molte persone sono timide di fronte ad un’uniforme (soprattutto quella di un poliziotto). La ragione risiede nel fatto che in questo caso, l’uniforme rappresenta una barriera, un’impossibilità a discutere e a farsi comprendere. Di fronte all’individuo che indossa un’ uniforme, l’interlocutore timido prova un senso di impotenza e di frustrazione. Le reazioni che ne derivano possono essere quindi di svariata natura e sono comunque da leggersi tutte come forme di compensazione: di umiltà, scortesia, grossolanità, aggressività.
La stessa forma di timidezza contraddistingue alcune persone brillanti nel momento in cui debbano relazionarsi con persone poco intelligenti. Questo avviene perché la stupidità, per una persona intelligente, rappresenta anch’essa una barriera, un muro, in quanto rappresenta l’impossibilità a comunicare. Impossibilità, per la persona intelligente, di parlare lo stesso linguaggio di chi gli sta di fronte e quindi di farsi capire. La persona intelligente e timida nutre inconsciamente il timore di provare dei sentimenti di umiliazione e di frustrazione senza alcuna possibilità di rivalsa.
E’ evidente dunque che alla base della timidezza c’è sempre un sentimento di frustrazione e di inferiorità nel relazionarsi con gli altri.
Essa è come un tronco sul quale possono innestarsi innumerevoli rami: molto spesso questo disagio nasconde un senso di colpa, un’autopunizione o un’omosessualità (latente o reale).
Mentre è difficile che un timido si senta a disagio standosene a casa da solo, il problema insorge quando si trova in presenza di altri, oppure, alla sola idea di un possibile contatto. In questo caso, tre sono fondamentalmente i rischi ai quali egli si sente esposto e che possono tradursi nel: 1) timore di non riuscire a controllare l’intensità del proprio disagio nei diversi contesti sociali; 2) timore di non controllare i segni visibili e fisiologici del suo disagio (rossore, difficoltà di espressione e così via..); 3) timore di essere respinto, come naturale conseguenza del suo sentirsi a disagio.

Le manifestazioni della timidezza

Nel momento in cui è colpito da una crisi, diverse sono le manifestazioni fisiologicheche caratterizzano il timido: disturbi della secrezione (traspirazione, soprattutto delle estremità, mancanza di saliva; deglutizione anormale); dilatazione dei vasi periferici: il rossore al viso; costrizione dei vasi periferici: il pallore del volto; disturbi della parola e della respirazione: contrazioni del torace, corde vocali rigide che implicano parola strozzata, respiro corto, balbuzie, respirazione aritmica, cambiamento di voce che talvolta è molto bassa ed incomprensibile; rigidezza muscolare: incapacità di coordinare volontariamente i movimenti, esitazione, movimenti involontari, facilità ad inciampare, a rompere oggetti, mancanza di equilibrio; tremolio alle dita; contrazioni cardiache: sensazioni che il cuore stia per cedere; spossamento, sudore, stato di passività una volta terminata la crisi di timidezza.
Alla base di queste manifestazioni fisiologiche, vi sono delle manifestazioni psicologiche che sono le più numerose e che accomunano tutte le diverse forme di timidezza: innanzitutto si restringe in modo considerevole la capacità di osservazione e il campo della coscienza. Una cosa soltanto infatti colpisce il timido: la circostanza che lo intimidisce. Al di fuori di questo egli non sente niente, non vede niente e non osserva niente; ne è un esempio il conferenziere che, dopo la conferenza, ignora di aver saltato alcuni pezzi del suo testo.
Di conseguenza, diventando impossibile una reazione immediata, il timido si sente completamente paralizzato, e come se fosse all’improvviso privo di intelligenza, reagisce in un modo assurdo ed impacciato. Molto spesso infatti una persona intelligente e timida, può apparire stupida. Al contrario, la circostanza che ha generato la timidezza è osservata con implacabile acutezza. Nel cervello dei timidi si fissano i più minimi dettagli, le piccole impressioni; ed è solo su questo materiale che il pensiero torna senza sosta a rimuginare.
La paura può essere avvertita come un’oppressione interna spaventosa insieme alla sensazione di soffocare e può anche essere seguita da intontimento e da inerzia; si fa forte il desiderio di fuga e il tentativo di respingerlo non fa che aumentare la paura. Qualsiasi attività di ritirata viene così esclusa e il timido prova dentro di sé la paura di un animale in gabbia.
Questa sofferenza può essere generata anche alla sola idea di dover affrontare una situazione che si conosce e che si considera pericolosa, come ad esempio il rifiuto di partecipare ad una riunione, ad un pranzo, o ad un appuntamento: il rifiuto anticipato di tali situazioni fa spesso scatenare nei timidi dei malesseri fisici, come per esempio falsi raffreddori per vasodilatazione, mal di stomaco per contrazioni, male al cuore per contrazioni cardiache.
Esistono inoltre le cosiddette forme di timidezza localizzata, legate per lo più all’aspetto fisico: quante volte ci è capitato di sentire frasi come queste:” sono diventato timido perché troppo grasso, perché ho i capelli rossi, perché ho il naso grosso”.
In tutti questi esempi, le cause della timidezza sono rivelate dalle stesse persone, inconsapevoli tuttavia del fatto che non sono delle vere cause. Spesso infatti si cerca inconsciamente di ricondurre l’origine della propria timidezza a qualcosa che crediamo sia una discriminante nel momento in cui dobbiamo farci accettare dagli altri. Queste persone dunque, sebbene siano veramente timide, cercano di attribuire ad un proprio difetto la responsabilità della loro timidezza, allo scopo di giustificarla. La timidezza di base tuttavia, va ricercata in altre direzioni.