martedì 20 novembre 2012

Un proiettile di 71 000 anni fa

Recenti ritrovamenti avvenuti in Sudafrica attesterebbero che l’homo sapiens avrebbe iniziato a lavorare la pietra molti millenni prima di quanto creduto fino ad ora.



Erano armi che potevano trasformarsi in “letali”, utilizzate per cacciare o forse anche per combattere contro i propri simili, frutto di una tecnologia avanzata che vide la propria origine circa 71 000 anni fa in Africa. Il ritrovamento di alcune microliti nel sito di Pinnacle Point, promontorio a sud di Mossel Bay lungo le coste meridionali sudafricane, sposterebbe indietro di diversi millenni la nascita di questa innovazione che si rivelò probabilmente fondamentale anche nella successiva competizione tra uomo di Neanderthal ed homo sapiens: lo spiega uno studio recentemente pubblicato da Nature.

Se è unanimemente riconosciuto ed accertato che i nostri progenitori fecero la propria comparsa prima di 100 000 anni fa in Africa, infatti, il dibattito relativo alle caratteristiche cognitive e culturali dell’uomo moderno, alla loro precisa collocazione nel tempo e al ruolo che svolsero nell’ambito dell’espansione dei primi sapiens sul territorio, è ancora in parte aperto. Ad alimentarlo, principalmente, il numero limitato di siti africani oggetto di studio. Tuttavia, scoperte degli ultimi anni hanno contribuito fortemente a chiarire molti dettagli e a fissare cronologicamente, con una buona approssimazione, la genesi di comportamenti complessi: basti pensare al materasso risalente a circa 77 000 anni fa, composto da fibre vegetali che tenevano lontani gli insetti fastidiosi per consentire di riposare meglio, ritrovato nella grotta di Sibudu, in Sudafrica; oppure al “laboratorio del pittore” di 100 000 anni fa, venuto alla luce nella grotta di Blombos, sempre in Sudafrica.

Le microliti di Pinnacle Point, piccole pietre scheggiate che presentavano un lato particolarmente affilato, venivano utilizzate, per lo più, come armi leggere da getto presumibilmente in veste di frecce o punte di lance in legno: esse, oltre ad essere indicative di un pensiero simbolico già ben sviluppato, sono la testimonianza di una tecnologia avanzata che sfruttava le possibilità offerte da uno strumento funzionale capace di limitare la possibilità di procurarsi delle lesioni. Le più antiche pietre scheggiate rinvenute fino ad ora lasciavano intuire che l’origine di questi manufatti andasse fatta risalire ad un arco di tempo compreso tra 65 000 e 60 000 anni fa: esse sarebbero state utilizzate per la prima volta in associazione ad una fase glaciale che interessò tutto il Pianeta. La crisi derivata dal mutamento climatico aveva spinto gli uomini verso l’ottimizzazione dei propri strumenti che, successivamente, sarebbero scomparsi, finendo in un temporaneo oblio.

Ora sappiamo che queste armi sono assai più antiche anche se, probabilmente, la loro produzione non fu continua nei secoli ma subì interruzioni e riprese. La presenza di reperti isolati nel tempo, infatti, non fa propendere per l’ipotesi di un’industria litica ben sviluppata, bensì dimostrerebbe che queste tecnologie avrebbero avuto un andamento oscillante, scomparendo talvolta assieme agli artigiani dotati di abilità proprie che le avevano sviluppate e facendo la propria ricomparsa in altri luoghi e in circostanze differenti: sempre, tuttavia, a testimoniare l’ingegno dei nostri progenitori che li avrebbe portati prima a dominare sul proprio territorio e, poi, a valicare anche i suoi confini, lasciando l’Africa.

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