sabato 17 novembre 2012

Allarme dai premi Nobel: con i tagli alla ricerca inevitabile la fuga di cervelli

Con i quasi 6 miliardi di tagli previsti per la ricerca nella proposta Van Rompuy di bilancio pluriennale, l'Europa – capace di vincere il Nobel per la pace – entro il 2020 rischia una fuga di massa dei suoi cervelli migliori e perdere un'intera generazione di scienziati.

È l'allarme lanciato, dalla sede di Bruxelles del Parlamento Europeo, dai premi Nobel per la medicina Tim Hunt (2001) e Jules Hoffmann (2011) che, con la presidente del Consiglio europeo per la ricerca, Helga Nowotny, e il direttore della Organizzazione europea per la biologia molecolare, Maria Leptin, hanno consegnato ai presidenti delle tre istituzioni europee (al Parlamento Martin Schulz, alla Commissione Josè Manuel Barroso e al Consiglio Herman Van Rompuy) la copia di una petizione on line (http://no-cuts-on-research.eu/) che chiede di bloccare i tagli ed in tre settimane ha già raccolto oltre 130mila firme.

«Siamo pronti a sottoscriverla anche tutti noi» ha detto Amalia Sartori, presidente della Commissione Industria, che ha organizzato una conferenza stampa durante la quale la portoghese Maria Carvalho (Ppe) ha annunciato che il Parlamento europeo è pronto a porre il veto sul bilancio se saranno confermati i tagli per la strategia 'Horizon 2020'. Per l'intero capitolo della competitività la Commissione ha proposto di stanziare 155,52 miliardi (di cui 80 per la ricerca) nei sette anni tra 2014 e 2020. Le capitali 'rigoriste’, a cominciare da Londra, hanno chiesto il congelamento ai livelli del precedente bilancio pluriennale.

La proposta presentata ieri da Van Rompuy indica una cifra di 152,65 miliardi, di cui 75 per la ricerca che finirebbe per essere percentualmente il settore più penalizzato. «Ogni miliardo tagliato significa 600 progetti di ricerca in meno» ha spiegato Nowotny.

Mentre Hunt e Hoffmann, che hanno avuto entrambi periodi di lavoro negli Usa ma sono tornati proprio per la funzionalità dei programmi di ricerca europei, hanno sottolineato che «se c'è incertezza sui finanziamenti, i ricercatori migliori sono i primi a partire».

E con loro, ha ammonito Leptin, anche le possibilità che l'industria europea – che dipende direttamente dalla ricerca e dalla capacità di innovazione – resti competitiva. «Il rischio è di fare come i piloti di aereo che al momento del decollo tagliano il carburante» ha detto Nowotny.

La petizione consegnata ieri (16/11/2012) è stata lanciata dai network Ise (Iniziative for Science in Europe) e Young Academy in Europe dopo che il 23 ottobre scorso i vincitori di 44 premi Nobel e 6 medaglie Fields (il 'Nobel' della matematica) hanno firmato una lettera-appello inviata ai 27 capi di governo.

La ricerca è troppo importante per essere tagliata, abbiamo il dovere di fare tutto quello che è in nostro potere per evitare tutto questo. Firmate la petizione e diffondete.

Nessun commento:

Posta un commento

Non si accettano offese parolacce o bestemmie. Rispetto e civiltà sono ben accetti. Gli autori non vogliono sostituirsi alla figura medica e non si accettano richieste di cura. Non è possibile in questa sede rispondere a domande riguardo malattie personali ma, solo in linea generale, a scopo informativo e divulgativo.