giovedì 1 novembre 2012

Luci basse nelle strade: disposizione virtuosa, risparmio virtuale

Il disegno di legge di stabilità approvato dal Governo prevede, tra le altre misure, la reingegnerizzazione della rete di illuminazione pubblica.

Leggere attentamente per capire come il testo del decreto oltre che non risolvere un bel niente porterà un aggravio dei costi alle bollette dei cittadini utenti e sicuramente favorirà malavita e prostituzione che del "buio" fanno la loro arma di battaglia. Chi si occupa di prevenzione sa che la luce è lo strumento più efficace.

In particolare nella bozza della legge viene riportato:

Per finalità di contenimento della spesa pubblica, di risparmio di risorse energetiche, nonché di razionalizzazione ed ammodernamento delle fonti di illuminazione in ambienti pubblici siano stabiliti standard tecnici di tali fonti di illuminazione e misure di moderazione del loro utilizzo fra i quali, in particolare:

a) spegnimento dell’illuminazione ovvero suo affievolimento, anche automatico, attraverso appositi dispositivi, durante tutte o parte delle ore notturne;

b) individuazione della rete viaria ovvero delle aree, urbane o extraurbane, o anche solo di loro porzioni, nelle quali sono adottate le misure dello spegnimento o dell’affievolimento dell’illuminazione, anche combinate fra loro;

c) individuazione dei tratti di rete viaria o di ambiente, urbano ed extraurbano, ovvero di specifici luoghi ed archi temporali, nei quali, invece, non trovano applicazione le misure sub b);

d) individuazione delle modalità di ammodernamento degli impianti o dispositivi di illuminazione, in modo da convergere, progressivamente e con sostituzioni tecnologiche, verso obiettivi di maggiore efficienza energetica dei diversi dispositivi di illuminazione.

Un provvedimento che ha come obiettivo la riduzione della bolletta energetica per l’illuminazione pubblica per la quale vengono consumati su base annua più di 6 TWh (6,2 TWh nel 2011, 6,4 TWh nel 2010), all’incirca il 2% dei consumi di energia elettrica italiani, per una spesa annua quantificabile in circa un miliardo di euro.

Nel campo dell’illuminazione pubblica e privata va sicuramente perseguita l’efficienza energetica sostituendo ad esempio lampade inefficienti con lampade a basso consumo, un processo virtuoso in moto già da diversi anni nella sostituzione di impianti vetusti con impianti di illuminazione più efficienti, interventi che solitamente ripagano i propri costi nell’arco di pochi anni.
Vanno sicuramente limitati gli sprechi di energia luminosa dove questi vengono individuati ma le misure di spegnimento od affievolimento dell’illuminazione pubblica dovranno essere valutate con estrema attenzione perché non possono prescindere dal ruolo sociale dell’illuminazione pubblica nel garantire la sicurezza dei cittadini all’interno delle città, per quanto riguarda la salvaguardia della proprietà privata e dal punto di vista della sicurezza stradale.

Il risparmio di energia elettrica dedicata all’illuminazione pubblica comporta sicuramente un risparmio di energia primaria e quindi una riduzione di emissioni di CO2, ma per una valutazione del risparmio economico conseguente a tali interventi va ricordato che il risparmio è in parte ‘virtuale’. La fornitura di energia elettrica per l’illuminazione pubblica costa indicativamente 17 centesimi di euro per ogni kWh* escluse le imposte e l’IVA, a tale importo il costo vero e proprio dell’energia contribuisce per circa 10 centesimi di euro, i restanti 7 centesimi sono costituiti da oneri generali di sistema e spese di trasmissione, distribuzione e misura dell’energia elettrica. La valutazione del risparmio economico deve quindi tenere conto che pur consentendo sollievo alle casse della Pubblica Amministrazione una parte consistente delle spese accessorie contenute nella bolletta per l’illuminazione pubblica verrebbe ‘rigirata’ ad altre utenze e che verrebbe meno il gettito costituito dalle imposte . (gb)

 *Utenze di illuminazione pubblica in BT in Maggior Tutela IV trimestre 2012

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