Scimmia paralizzata torna a muoversi dopo il trattamento
È stato ottenuto il primo successo
nella riparazione di lesioni spinali nelle scimmie utilizzando le
cosiddette cellule pluripotenti indotte (Ips). I test, in corso in
Giappone, sono condotti dal gruppo di Hideyuki Okano, dell'Università
Keio.
L'esperimento in questione ha visto come protagonista una
piccola scimmia, rimasta paralizzata per una lesione al midollo
spinale. Dopo il trattamento con le staminali il primate ha
parzialmente recuperato la mobilità.
Negli esperimenti di Okano
cellule adulte prelevate dagli animali vengono fatte tornare
'bambine' grazie a un cocktail di quattro geni. In questo modo si
ottengono cellule pluripotenti, ossia potenzialmente in grado di
svilupparsi in ogni direzione.
Il loro sviluppo viene quindi
guidato in modo da ottenere cellule nervose capaci di riparare la
lesione nel midollo spinale.
Le cellule staminali sono state
somministrate alla scimmia il nono giorno dopo l'infortunio, il momento considerato
più efficace, e l'animale ha ricominciato a muovere gli arti nel giro di
due-tre settimane. “Dopo sei settimane, il primate aveva recuperato un
livello di mobilità tale per cui poteva saltare - ha spiegato Okano - e
aveva anche recuperato di circa l'80% la forza prensile dei suoi arti
inferiori”.
“È il primo caso al mondo di un primate di piccole
dimensioni che si è ripreso da una lesione al midollo con le cellule
staminali”, ha spiegato il professore.
“La sperimentazione sulle
scimmie è cominciata in seguito al successo dei primi test fatti sui
topi nell'estate scorsa, nei quali si sono ottenuti risultati
confrontabili a quelli avuti con le cellule staminali embrionali”, ha
dichiarato Shinya Yamanaka, dell'Università di Kyoto, padre della
tecnica per ottenere le Ips.
I topi, paralizzati dalle lesioni hanno
mostrato un netto miglioramento, tanto da incoraggiare la ricerca su
mammiferi più complessi, le scimmie appunto. “L'intenzione è quella di
programmare i test sull'uomo in un futuro non lontano: non sappiamo
esattamente quando, speriamo di poterci riuscire entro pochi anni”.
Fonte: www.itliasalute.it
L'esperimento in questione ha visto come protagonista una piccola scimmia, rimasta paralizzata per una lesione al midollo spinale. Dopo il trattamento con le staminali il primate ha parzialmente recuperato la mobilità.
Negli esperimenti di Okano cellule adulte prelevate dagli animali vengono fatte tornare 'bambine' grazie a un cocktail di quattro geni. In questo modo si ottengono cellule pluripotenti, ossia potenzialmente in grado di svilupparsi in ogni direzione.
Il loro sviluppo viene quindi guidato in modo da ottenere cellule nervose capaci di riparare la lesione nel midollo spinale.
Le cellule staminali sono state somministrate alla scimmia il nono giorno dopo l'infortunio, il momento considerato più efficace, e l'animale ha ricominciato a muovere gli arti nel giro di due-tre settimane. “Dopo sei settimane, il primate aveva recuperato un livello di mobilità tale per cui poteva saltare - ha spiegato Okano - e aveva anche recuperato di circa l'80% la forza prensile dei suoi arti inferiori”.
“È il primo caso al mondo di un primate di piccole dimensioni che si è ripreso da una lesione al midollo con le cellule staminali”, ha spiegato il professore.
“La sperimentazione sulle scimmie è cominciata in seguito al successo dei primi test fatti sui topi nell'estate scorsa, nei quali si sono ottenuti risultati confrontabili a quelli avuti con le cellule staminali embrionali”, ha dichiarato Shinya Yamanaka, dell'Università di Kyoto, padre della tecnica per ottenere le Ips.
I topi, paralizzati dalle lesioni hanno mostrato un netto miglioramento, tanto da incoraggiare la ricerca su mammiferi più complessi, le scimmie appunto. “L'intenzione è quella di programmare i test sull'uomo in un futuro non lontano: non sappiamo esattamente quando, speriamo di poterci riuscire entro pochi anni”.
Primo test sull’uomo per la cura delle lesioni alla colonna vertebrale. Risultati positivi
Sono buoni i risultati preliminari del primo trial clinico portato avanti in Usa che mira a verificare l’efficacia di un trattamento con cellule staminali su pazienti che hanno riportato fratture alla spina dorsale.
Dopo lo
studio dell’università di San Diego che ha sperimentato su modelli
animali la possibilità di trattare le lesioni al midollo spinale con
cellule staminali neuronali (di cui vi avevamo parlato nell’articolo “Cellule staminali per riparare il midollo spinale“),
arriva la notizia che una azienda statunitense di nome StemCells ha già
potuto iniziare un trial clinico per la sperimentazione di un
trattamento per le fratture alla spina dorsale basato sull’infusione di
cellule staminali. Non solo: i primi risultati di questa sperimentazione
sembrano essere molto positivi. Due persone su tre tra quelle trattate,
infatti, hanno ricominciato ad avere qualche sensazione agli arti
inferiori.
Anche in questo caso sono state
impiegate cellule staminali neurali, responsabili della generazione del
sistema nervoso, prelevati da feti in seguito ad aborto. Sono già
passati sei mesi da quando l’infusione ha avuto luogo e nessuno dei tre
pazienti trattati ha avuto reazioni di rigetto. Due di loro, anzi, hanno
dato i primi segni di riuscire a percepire stimoli tattili e elettrici
al di sotto della frattura.
Servono naturalmente molti più dati per
stabilire se il trattamento possa essere effettivamente definito
efficace, ma i primi risultati sono, anche a detta della stessa azienda
che sta conducendo i test, molto incoraggianti. L’azienda si è detta
inoltre intenzionata a testare prossimamente questo tipo di trattamento
su pazienti che hanno riportato fratture parziali della colonna
vertebrale, mentre i tre soggetti che si sono sottoposti al trattamento
nella prima fase del test erano tutti i tre con fratture totali.
Fonte immagine: Novartis AG – Flickr.com
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