mercoledì 19 giugno 2013

PAURA DELLA MORTE COME STRUMENTO DI MARKETING



Paura
Il corpo non può distinguere una paura da un’ altra. Avere paura di tenere un discorso può avere lo stesso effetto del timore di essere derubato. Il corpo non può distinguere tra il fisico e il mentale, tra ciò che sta succedendo davvero nella nostra vita e ciò che stiamo immaginando con la nostra mente. Ogni momento, costantemente, modelliamo il mondo esterno a noi. Cercare, attendere, o concentrarsi su qualsiasi cosa, un segno di avvertimento o altro, sono azioni creative, non preventive. Qualunque cosa una persona possa concepire e credere, dai sintomi del successo ai sintomi dell’influenza, l’otterrà.
La mente in sé è neutrale, non giudica la validità o la convenienza o la morale degli scopi prefissi dall’individuo e lavorerà per fare diventare l’obiettivo messo a fuoco una realtà. Riempire la mente con tutti i segni di malattia imminente forse non sarà fatale, ma ucciderà certamente la speranza di una salute smagliante.
E’ necessario uno sforzo enorme per emergere dai condizionamenti ricevuti da sempre e mettersi a valutare tale sistema tradizionale e mettere in discussione quanto questo sistema abbia in mente realmente i nostri più grandi desideri.
Un pensiero influisce su ogni cellula del corpo giù fino al DNA. Se il nostro corpo può essere eccitato, con tutti i sensi all’erta, dal pensiero di un possibile rapporto sessuale, cosa può accadere quando siamo consumati da pensieri di malattia?


Programmati per il fallimento


Il sistema della “assistenza sanitaria”, sta contribuendo al proliferarsi dei nostri mali anziché alla loro cura. Il sistema tradizionale non può, e di fatto non si avventura nel regno della salute smagliante. L’ira e la paura stanno portando avanti lo spettacolo. L’idea che la malattia è una parte naturale della vita e che, solo con l’eccezione di un miracolo, non possiamo fare nulla per cambiare, viene impiantata nella nostra testa ogni volta che apriamo un quotidiano.
Quel genere di paura può paralizzare anche il più positivo dei pensatori. Una vita con il terrore di chissà quali malattie, fino a quando e se una cura per tutti i mali non verrà trovata, succhia lentamente la nostra forza, e non è certo il modo di vivere, nè più nè meno come non lo sarebbe vivere con la paura di un fallimento finanziario fino a quando non si vincerà la lotteria. Entrambi gli scenari renderebbero il nostro potenziale umano naturale, la nostra potenza interiore creativa illimitata, impotente.

Le notizie sull’ultima malattia e sulla verosimile possibilità che possa venirci anche a noi, sono trasmesse ogni giorno. I titoli dei quotidiani, le notizie spesso in prima pagina, ci tormentano con il nuovo virus che sta arrivando. Le statistiche che salgono delle dieci malattie più diffuse che potrebbero capitarci ci spaventano a morte. Persone intorno a noi parlano del loro nuovo virus. Ci viene detto di avere speranza, un giorno si troverà la cura. Negli ambulatori, con occhio conscio o inconsciamente, cogliamo i messaggi subliminali dei posters esposti alle pareti, delle liste dei “Segni d’Avvertimento” di malattie molto temute. Per non parlare della pubblicità televisiva dei farmaci. Riempire la nostra mente con immagini vivaci dei sintomi di dolore e malattia vuol dire andare a caccia di guai. Le immagini dei sintomi proposte negli spot assieme al farmaco che dovrebbe porvi rimedio vengono assorbite inconsciamente dalla nostra mente. Di fatto, vendono meglio la malattia che non il farmaco!
C’è una inconfutabile potenza di suggestione al lavoro sulla nostra salute.
I media sono una delle sorgenti molto potenti di suggestione. I media influenzano l’acquisto di ogni prodotto dal cibo per cani al computer. Dovunque noi guardiamo, i dettagli di quello che potrebbe mettere in pericolo la nostra salute, infiammano i titoli. Quando i media trasmettono malattia dopo malattia, avvertimento dopo avvertimento, aiutano solo a inserire le cattive notizie nelle nostre menti e di riflesso nei nostri corpi. Quanto velocemente l’influenza o un virus si propagano in una nazione dopo pochi giorni dalla notizia del suo arrivo trasmessa in TV o nella prima pagina dei giornali? La vendita di vaccini, pastiglie, sciroppi, bustine e capsule vanno alle stelle il giorno stesso che viene annunciata l’influenza o l’allergia. La malattia è una industria che ha vendite per migliaia di miliardi di euro.

Finché ci saranno prodotti da vendere, ci saranno potenti addetti alle vendite e pubblicità estremamente creativa e la malattia non fa eccezione a questa regola. Immaginate quante altre malattie, croniche e gravi, sono state diffuse tramite il potere della suggestione. Siamo portati a credere che i medici e le cause farmaceutiche stanno svolgendo una missione. La vaccinazione di massa dei bambini africani viene fatta passare per una benefica attività umanitaria. Raramente pensiamo che devono raggiungere le loro quote nelle vendite come qualsiasi altro business. Chi altro se non un genio della pubblicità potrebbe vendere all’intero pubblico mondiale l’idea che la salute può essere acquistata in pillole?

Il nostro Sistema di Assistenza Sanitaria utilizza uno strumento di marketing potente per mantenerci suoi clienti a vita, la “paura della morte”. In modo subliminale, veniamo mantenuti legati in una situazione del tipo “o fai così o muori” in cui pensiamo che potremmo rischiare la nostra vita o quella dei nostri familiari facendo diversamente. Con la paura della morte impiantata nelle nostre menti, molti di noi rimangono fedeli a un sistema che non funziona. La paura può mantenerci ubbidienti ma non può mantenerci in salute. Indipendentemente da come giustificata, la paura, basata sulla sua continuità, ha effetti nocivi. Qualsiasi sistema a cui siamo legati con la paura, deprime il nostro intero essere, specialmente le cellule del sistema immunitario, e un essere depresso non può stare bene.

L’ enunciato è chiaro: concentratevi su quello che potrebbe essere di danno al corpo, temete la possibilità di ammalarvi, e rinforzerete il vostro senso di impotenza riguardo alla salute nel suo complesso. Con ogni problema di salute, dal semplice raffreddore semplice a una grave malattia, sono stati creati punti di riferimento o d’avvertimento per guidarci lungo il percorso della patologia. “La gola sarà irritata, gli occhi lucidi, il naso colerà.”
Concentrandosi sui segnali d’avvertimento di ogni malattia immaginabile, è probabile che questo cosiddetto approccio preventivo crei e ri-crei il problema. Concentrarsi sui “segnali d’avvertimento iniziali” spesso crea anche un comune raffreddore. Cosa avviene nella mente quando si starnuta qualche volta in più del normale, si sente la gola irritata o si prova un momento di stanchezza? Probabilmente si pensa “Oh, sto prendendo un raffreddore!” E entro minuti o ore, abbiamo la conferma. La domanda chiave qui è se siamo stati intuitivi o creativi. Se riguardasse la nostra carriera e notassimo un problema, la cosa che faremmo sarebbe quella di evitare di concentrarci sul fallimento e continuare a creare e visualizzare esiti di successo. Ma quando abbiamo a che fare con la salute, tutti gli intenti positivi si spengono. Si presta attenzione ai segnali d’avvertimento, ci si prepara al peggio, si mantiene uno stretto controllo sull’esito che non vogliamo, leggiamo tutto sulla malattia e facciamo ricorso ad ogni specialista sulla malattia. C’è qualcosa di sbagliato con questa prospettiva!
Esistono ora più di 3.000 nomi creati per ogni malattia immaginabile. Quello che li rende così pericolosi è che sono termini medici, invece di termini umani, atti a confonderci e a opprimerci. Queste etichette sono cliniche e impersonali, il che rende veramente tutto troppo complicato per guarire facilmente. Siamo diventati così familiari con i termini delle malattie che, dato un pezzetto di informazione, possiamo fare una diagnosi sofisticata per noi stessi e ognuno intorno a noi. Ma questa conoscenza blocca la nostra capacità di giudizio, non ci rende più brillanti.

Molta gente si sente speciale dopo che è stato dato un nome sofisticato alla loro malattia. Discutono costantemente sulla loro rara malattia con entusiasmo e ripetitivamente a chiunque presti ascolto. Ci sono le “Associazioni di Sostegno” per ogni genere di disturbo che rendono i partecipanti ancora più animosi sulla loro malattia. La cosa peggiore è che le etichette non hanno alcuna limitazione, troppo spesso rimangono appiccicate alla persona per tutta la vita. Se vogliamo essere liberi dalle malattie, dobbiamo prima liberarci delle etichette che le classificano. Informarsi su disturbi e malattie a scopo preventivo, spesso ha effetti disastrosi, indipendentemente da quanto si sia stati portati a credere altrimenti. Molti vengono suggestionati dalle informazioni negative che apprendono a un punto tale da sviluppare la malattia che vogliono prevenire.
Qualunque cosa che creiamo nella nostra mente, la vita esteriore la manifesta come un domestico ubbidiente.



da medicinenon 

3 commenti:

  1. Complimenti per il post: cinica mma veritiera fotografia di una realta' per niente riconosciuta. Benvenuto su Fronte Libero!
    Giuliana Sclerosette

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  2. Grazie Giuliana,Il business di chi ci sfrutta è basato sulla paura che ci inculcano nella mente,uscire dalla paura significa uscire dallo sfruttamento, oltre la paura è basato il passaggio dallo schiavo all'uomo libero ..ciao...

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  3. Caro Ivano, capisco perfettamente cio' che intendi dire...perche' e' un'esperienza che ho vissuto in prima persona: prima schiava del terrore provocato soprattutto dai medici, poi finalmente libera dal giogo del terrorismo psicologico. Raccontiamolo a tutti!!!
    Giuliana

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