Il palazzo di New Bond Street sarebbe di proprietà del Vaticano |
Il Vaticano avrebbe accumulato un patrimonio segreto di
oltre 680 milioni di euro in Regno Unito, Francia e Svizzera, grazie
soprattutto al regime fascista. Lo scrive il Guardian, che
scoperchia il vaso di Pandora sulla ricchezza dello Stato Vaticato,
merito – in gran parte – di Benito Mussolini: il Duce avrebbe lasciato al Papa
una enorme eredità in cambio del riconoscimento del regime nel 1929.
Secondo lo storico dell’università di Cambridge John
Pollard, i soldi di Mussolini furono molto importanti per le casse pontificie.
Pollard nel suo libro Money and the Rise of the Modern Papacy dice:
“In quel momento le finanze pontificie sono state messe al sicuro, non si
sarebbero più impoverite”.
Attraverso lo studio dei documenti d’archivio Leigh è
riuscito a ricostruire le intricate vicende finanziare che hanno portato
all’acquisizione di numerose proprietà immobiliari a Londra a Parigi e in
Svizzera.
La chiesa sarebbe segretamente proprietaria di interi
palazzi di uffici e di valore in tutto il mondo, compreso il centro di Londra –
dal negozio di Bulgari di New Bond Street alla sede della banca Altium Capital
all’incrocio tra St James’s Square e Pall Mall -, acquistati utilizzando
società offshore. “L’aspetto sorprendente – scrive David Leigh sul Guardian – è come il Vaticano abbia
preservato la segretezza sui milioni ottenuti da Mussolini. Gli uffici di Saint
James’s Square furono comprati da una compagnia chiamata British Grolux
Investments Ltd, che detiene anche le altre proprietà pontificie in
Inghilterra. I registri pubblicati alla Companies House (la Camera di Commercio
britannica, ndr), non rivelano la vera proprietà della società né citano mai il
Vaticano”.
I due azionisti di riferimento, secondo i documenti,
sarebbero due banchieri cattolici: John Varley della Barclays e Robin Herbert
della Leopold Joseph merchant bank. Il Guardian ha provato a
contattarli ma non ha avuto risposte. E nemmeno il segretario John Jenkins ha
spiegato la vera identità dei proprietari della società: “Non sono autorizzato
dal mio cliente a fornire alcuna informazione”.
Le ricerche d’archivio avrebbero però svelato la verità. Che
porterebbe dritto a Città del Vaticano, che deterrebbe un impero esteso anche
in Francia e Svizzera. Queste proprietà del Papa e gli investimenti di
Mussolini sarebbero ora controllate da Paolo Mennini che gestisce a Roma
un’unità speciale all’interno del Vaticano chiamata Apsa (Amministrazione del
patrimonio della sede apostolica): questa sezione, dedicata agli investimenti
immobiliari, avrebbe chiuso nel 2005 in attivo di 43,5 milioni di euro.
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