Oggi voglio
andare un po’ controcorrente, sento parlare sempre con più insistenza della violenza sulle donne da parte
dell’animale-uomo. E’ stata indetta una giornata mondiale contro la violenza
sulle donne, su cui non si può che essere d’accordo, sono state inasprite molto
le norme a tutela delle vittime di violenze e anche su questo non è
assolutamente possibile dissentire, la violenza non è mai ammessa e ancor meno
sulle donne; si organizzano riunioni, congressi, qualche manifestazione
pubblica e addirittura si è decretato per un nuovo reato: il femminicidio. Avrei
qualcosa da dire, non in relazione al messaggio diretto sul quale credo che
tutti siamo d’accordo, quanto piuttosto per le strumentalizzazioni di tali
“operazioni sociali”.
Queste
assillanti campagne pubblicitarie a favore della non violenza sulle donne, pur
avendo un anima nobile che nessun essere umano si sognerebbe di ostacolare,
appaiono uno strumento fin troppo esplicito contro l’unione della coppia e non
solo. I dati statistici sbandierati hanno un sapore di eccessivo non solo per
me, ma anche per diverse donne, vigili alla programmazione mentale mediatica,
che io stesso ho potuto ascoltare ad un programma radiofonico(radiouno lo stesso giorno della
giornata mondiale della violenza sulle donne); questo appare palese per chi
conosce il sistema, per chi conosce come vengono raccolti, analizzati e
interpretati i dati statistici, senza voler metterci del marcio vero e proprio
dicendo che spesso sono manipolati per indurre le menti. Si sta combattendo realmente
la violenza alle donne, l’animale uomo o c’è dell’altro?
Siamo sicuri
che si possa ridurre tutto il fenomeno sociale solo ad alcune sporadiche (non è
che in fondo se ne conoscano altre oltre a quelle platealmente esposte alla
pubblica fede) questioni raccapriccianti all’uopo esaltate come una pubblicità
di una nuova auto o di un profumo? E’ chiaro che ci sono episodi svilenti che pongono
l’essere maschio in una vergognosa situazione, questo però non giustifica la
caparbia ostinazione ed esaltazione di un fenomeno che pur essendo in aumento(e
questo non è inconfutabile) è molto lontano dalla diffusa percezione sociale
che si sta inculcando. Chiaramente io sono il primo a schierarmi dalla parte
delle vittime e contro i carnefici, come farei in qualsiasi altra circostanza e
senza neanche conoscerne gli attori, questo
non significa che debba accettare quello che mi viene imposto dai media, che
ormai penso tutti sappiano a cosa servono.
Il fatto di essere vicini(in ogni senso) a chi ha subito una violenza
non significa averla subita, non significa che la si subirà, non significa aver
bisogno di protezione, non significa essere in pericolo. E’ solo un’altra illusione sociale in atto tesa alla separazione dei
sessi e delle persone, una vera e propria deflagrazione sociale che è lo scopo
ultimo per poter giungere ai soliti biechi fini.
L’argomento che
voglio affrontare non riguarda direttamente la violenza sulle donne, ma quello
che viene ingenerato da tale assunto sociale ritenuto quanto mai grave ed attuale.
Sono delle considerazioni poco diffuse poiché invisibili agli occhi, ma
tangibili alle menti ed ai cuori. Ho preso spunto da diversi articoli trattati
da diversi siti, ma anche da libri e da una trasmissione radiofonica(radio1 ore
12.45 del 25/11/2013) alla quale ho assistito per caso lo stesso giorno in cui
ho iniziato la stesura di questo post, che storia eh!
Non vedo il
perché un evento di fortissimo impatto
traumatico per una donna invece di essere sdrammatizzato ai suoi occhi al fine
di una consentirgli una più rapida ripresa debba essere invece estenuantemente
sdoganato in forma crudele ed agghiacciante a tutti, in particolare donne. Alla vittima di certo non fa bene, per
ovvi motivi; alle altre donne fa
assolutamente male dover vivere(accade proprio così nella mente) un trauma
di rilevante entità che genera a livello inconscio solo ansia, diffidenza e
paura di vivere e di confrontarsi col sesso forte(magari!); agli uomini genera un senso di
inadeguatezza per la perdita del ruolo di protettore e colpa per un male
che la maggior parte non commetterebbe mai, ma di cui da ora in poi dovranno
sentirsi responsabili, anche in questo caso a livello inconscio ansie e paure
nel confronto col gentil sesso saranno a portata di mano.
Vogliamo
continuare? Questo mito(perché questo sta diventando) negativo della violenza
sulle donne, secondo me, e so di non essere il solo, è finzione, funzionale al
sistema, ne sono ancora più convinto dopo il programma radiofonico che ho
poc’anzi citato, ove le stesse donne in
linea parlavano di tale strumentalizzazione, di uno svilimento delle loro capacità
di autodeterminazione, private della loro dignità, sminuite, sottomesse, trattate
come piccoli esseri indifesi, ma soprattutto incapaci di gestire la vita ed un rapporto.
Lo stato forte del fatto che ci sono dei sostanziali aumenti di gravi reati nel
senso, si è preso la briga di difenderle a spada tratta e senza alcun consenso
né avviso alle parti interessate, che in buona parte si sono sentite
soverchiate da cotanta autorità imposta in loro salvezza.
La
struggente campagna pubblicitaria(è proprio il caso di dirlo) attuata da ogni
media comporta un’accentuata percezione negativa di tali eventi, dei quali nessuno
vuole negarne l’esistenza, generando, a livello inconscio, rapporti distruttivi
tra i sessi opposti. Questo porta, alla lunga, a far sentire le donne serene
solo con se stesse, e non più anche con gli uomini, ad annullare l’esigenza di
avere al fianco un uomo poiché oramai è visto come padrone e violento che nel
migliore dei casi creerà solo problemi. Vero?
Tale
sensazioni che cominciano molto piano sino ad insinuarsi nel vissuto sociale si
affiancano ad un forte desiderio di emancipazione sociale, tendenzialmente
distruttiva nei rapporti di coppia/familiare. Dall’altra parte l’uomo,
l’animale, il bruto, il deficiente guidato solo dagli istinti, tende a sentirsi
“bastonato” dagli eventi poiché ferito nel suo ruolo di guerriero-protettore,
ormai deviato totalmente dall’informazione ortodossa come ruolo di
possessivo-violento, ruolo che non gli è mai piaciuto in quanto ha sempre
voluto compiacere la sua compagna e ragione di vita.
Potrebbe
essere vero che gli episodi di violenza siano in aumento, anche se
personalmente non ci metterei la mano sul fuoco, questo tuttavia non è certo il
metodo per arginare il fenomeno, né per agevolare una ripresa nelle vittime;
spingere a fondo nella piaga tanto da generare dolore anche nelle persone non
colpite dal fenomeno, è diabolico e quindi deleterio per i rapporti sociali; la
stragrande maggioranza degli uomini e delle donne tali atteggiamenti neanche li
concepiscono, anzi per molti neanche esistono, tale è il loro valore morale.
Ma allora
perché infierire? C’è un qualcosa di sinistro in questo voler far attecchire
nelle nostre menti questo assunto di violenza inaudita in danno a povere donne,
che posto in questi termini (cioè facendo leva sul dolore delle vittime e
sull’ingiustizia del gesto) non po’ che essere assecondato; tale condizione di
allarme sociale è estremamente dannosa in quanto ha molte e rilevanti controindicazioni-effetti
collaterali che, come in molti farmaci, fa più male del rimedio. A cosa serve un allarme? Spesso a fare la
guerra, ma stavolta la guerra e tra di noi, esseri creati gli uni per gli altri
dalla natura e che ora si vuol dividere.
La
separazione dei sessi è in atto e la si può testare in ogni circostanza ed età,
la tanto agognata emancipazione, instillata nelle menti sin dai tempi del dopoguerra,
ha reso tutti più soli, più deboli, più malati, avendo perso nel rapporto con
l’altra metà l’energia dell’unione e della completezza. Gli uomini sono
diventati psicologicamente più sensibili, le donne più dure, quest’ultime ora
più che mai si sentono libere dai vincoli che tenevano legate le loro nonne e
madri, ma che con esse non si sono mai confrontate a fare una disamina degli
aspetti complessivi della vita.
Ora si
sentono libere di decidere, come se prima non decidessero già tutto loro, lo hanno
sempre fatto e personalmente spero che continueranno a farlo; una volta lo
facevano valutando appieno e rimanendo nel loro insostituibile ruolo di caposaldo
della società primaria: la famiglia. Vi ricordate il detto”dietro un grande
uomo c’è sempre una grande donna”? E’
ancora valido e lo sarà per sempre tranne che per questi tempi qua e non voglio
immaginare quel che sarà. Noi, uomini e
donne, siano solo la metà di una unità composta dalla nostra unione, non
dimentichiamocelo.
Il sostegno,
l’indirizzo morale, le decisioni sensate delle donne “di casa” di una volta che
trasmettevano al loro uomo ed ai loro figli si sono tramandate sino ai giorni
nostri. Ora quali valori possiamo tramandare ai nostri figli, alla società, se
ci viene tolta la base fondamentale di ogni civiltà esistente: la funzione
originaria della donna? E alle donne cosa gli rimarrà se gli viene portato via
il proprio ruolo senza che se ne rendano conto? Una nuova generazione nascerà,
non avrà più i nostri valori perché gli uomini e le donne li stanno perdendo,
sarà una generazione di individui soli e senza la capacità di unirsi agli
altri, malati, soprattutto mentalmente, docili da gestire per il sistema di
potere che sta portando avanti il suo programma devastante.
Il miglior
supporto ed alleato dei mariti e dei figli non vogliono che sia più la stessa,
non deve avere quel ruolo, ora verrà prepotentemente portata ad eccellere in
altri ruoli, anche se nel suo ruolo naturale non potrà essere sostituita. Sono
state destituite le fondamenta di una società di valori; alle donne è stato
sempre detto di essere stata schiava di un ruolo che non la valorizzava, gli è
stato detto che il suo futuro era fuori dalla famiglia, anche se senza di lei
non ci sarebbe più stata una famiglia, questi ed altri discorsi erano la
pillola addolcente di un succo molto amaro per l’umanità intera, di cui già
stiamo vivendo gli effetti in ogni settore, soprattutto nei giovani
disorientati e senza meta poiché senza valori e punti di riferimento.
E' bene precisare che la società com’è oggi strutturata non consentirebbe
alla donna e all’uomo di riappropriarsi dei rispettivi ruoli e della loro
dignità, l’inversione di marcia è ardua; rendendosene conto si può procedere ad una lenta destrutturazione del
problema per ritrovare una serenità individuale, tra le parti e sociale che ormai
è perduta.
Un sincero
senso di solidarietà volgo a tutte le ragazze e donne che abbiano subito delle
ignobili angherie, mai mia è stata l’intenzione di sminuire il loro dolore o
mitigare l’operato degli animali-indotti, soprattutto con esse voglio
condividere il mio pensiero poiché doppiamente vittime oltre che dall'ex amato
ora anche dal sistema che infierisce sul loro dolore senza pudore al fine di stimolare
la separazione delle metà.
Alcune donne sono risentite di tanto “affetto”
ricevuto a forza(non è anche questa violenza?), avvedutesi della
strumentalizzazione del loro dolore, si sono sentite donne-oggetto in mano al
sistema e non più ad uomini insulsi.
Molti uomini (anche famosi) dissentono da questo assurdo ed immotivato
accanimento verso un fenomeno che appare una chiara scusa per attuare delle
imposizioni sociali inusuali e che li cataloga - relega allo status di orchi
cattivi, privi di controllo, guidati solo da istinti animali e dipinti da
carnefici che non sono e mai lo saranno.
Ora mi
domando, ma se certe considerazioni vengono in mente alle persone normali come
mai chi ci protegge, chi ci insegna i valori (anche le religioni) non hanno
sollevato il problema, non si sono minimamente espressi in merito? Al contrario
pare che su tutti i fronti si stia calcando la mano sul “non discriminare” (o
forse incentivare?) atteggiamenti innaturali perché? Qualcuno si pone queste
domande? Qualcuno ha trovato delle risposte? Le tesi in circolazione giungono
sempre alla stessa conclusione . . . . .
I piani per
giungere a scopi disumani vengono portati avanti in maniera del tutto soft e
anonima, nulla deve dare la parvenza dello scopo finale, solo i folli
potrebbero pensare a tali obbiettivi che
però sono ormai ben dichiarati e pianificati.
Uomini,
donne, nessuno verrà a salvarci dal sistema, esso ci vuole divisi è bene
saperlo sin da subito se si vuol tornare a volersi bene.
Il mio è
solo un invito a dubitare, a riflettere, ma soprattutto ad amare.
Aprire gli
“occhi” può servire a vedere.
Approfondimenti
sul tema:
Il Corpodelle Donne – Lorella Zanardo.
LINK : http://www.anticorpi.info/2013/04/dal-matriarcato-alla-guerra-dei-sessi.html
http://www.progettoatlanticus.net/2013/06/la-decrescita-e-donna.html
http://www.stampalibera.com/?p=69199
http://www.stampalibera.com/?p=69199
http://www.informarmy.com/2013/12/il-grande-inganno-del-68-il-sogno.html
http://frontelibero.blogspot.it/2013/08/spot-innocui.html
http://www.ilsitodelledonne.it/il-corpo-delle-donne-sotto-lalbero/ http://frontelibero.blogspot.it/2013/08/spot-innocui.html
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=5m4oM_gcZe4
http://www.youtube.com/watch?v=fub2gepaZPI
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