di Maria Consiglia
Santillo
“Conosci Te Stesso, e conoscerai
l’Universo e gli Dei”
(Oracolo d’Apollo, inciso sul frontone del tempio di Delfi)
(Oracolo d’Apollo, inciso sul frontone del tempio di Delfi)
L’oracolo d’Apollo, inciso sul frontone del Tempio di Delfi, esprime il principio dell’ologramma: ogni aspetto della nostra vita è espressione della stessa ed unica “realtà non separabile”.
Tale principio è espresso anche dal termine Svādhyāya, utilizzato da Patanjali nel Sistema Filosofico Yoga per designare lo ‘studio di sé’ che conduce alla ‘conoscenza del Sé’ da cui origina la presa di coscienza dello stato di ‘unione’ con l’Uno-Tutto. Ciò avviene attraverso un processo di costante osservazione e studio della propria realtà interna che conduce alla ‘conoscenza delle varie dimensioni di sé’ la quale deve poi lasciare il posto ad un ‘altro piano di comprensione’ che consente l’accesso alla ‘conoscenza del Sé’ e dell’Uno-Tutto di cui il Sé è espressione.
Quali sono le dimensioni da esplorare attraverso il processo di conoscenza di sé? Per rispondere a questa domanda è necessario fare riferimento alla nostra storia evolutiva. Noi siamo innanzitutto una ‘forma di vita sul pianeta terra’: ciò determina la nostra dimensione biologica. Tale dimensione è, infatti, regolata dalle stesse leggi che regolano tutte le altre forme di vita e definisce il nostro ‘biotipo’. Tra tutte le forme di vita noi costituiamo gli ‘esseri umani’, esseri umani appartenenti ad una determinata ‘cultura’: questo aspetto determina la nostra dimensione antropologica e definisce il nostro ‘antropotipo’. Oltre ad appartenere ad una determinata cultura, in quanto esseri umani facciamo parte di una specifica famiglia: tale appartenenza determina la nostra dimensione genealogica definendo il nostro ‘genotipo’. All’interno della dimensione familiare esistiamo come singoli individui con la nostra storia personale che determina la nostra dimensione individuale definendo il nostro ‘fenotipo’.
Il nostro inconscio contiene, quindi, una dimensione ‘biologica’, una dimensione ‘antropologica’, una dimensione ‘genealogica’ e una dimensione ‘psicologica’.
Dimensione Biologica
Il nostro cervello trova origine direttamente nella nostra appartenenza ai diversi regni evolutivi: Minerale, Vegetale, Animale, Umano. La nostra ‘biologia’ è soprattutto ‘animale’. Il ‘cervello’, in quanto biologico, è, quindi, ‘animale’ e si esprime ‘nell’Inconscio Cellulare’.
Il ‘Cervello Biologico’ ha una capacità di analisi enorme ed è efficace nel creare connessioni tra milioni di informazioni. E’ pero incapace di distinguere tra loro Reale, Immaginario, Virtuale, Simbolico. Tutte le nostre ‘malattie’ provengono da questa interpretazione. Tale dimensione è stata esplorata e definita con chiarezza da Hamer.
La Nuova Medicina di Hamer si fonda su due pilastri:
Tale principio è espresso anche dal termine Svādhyāya, utilizzato da Patanjali nel Sistema Filosofico Yoga per designare lo ‘studio di sé’ che conduce alla ‘conoscenza del Sé’ da cui origina la presa di coscienza dello stato di ‘unione’ con l’Uno-Tutto. Ciò avviene attraverso un processo di costante osservazione e studio della propria realtà interna che conduce alla ‘conoscenza delle varie dimensioni di sé’ la quale deve poi lasciare il posto ad un ‘altro piano di comprensione’ che consente l’accesso alla ‘conoscenza del Sé’ e dell’Uno-Tutto di cui il Sé è espressione.
Quali sono le dimensioni da esplorare attraverso il processo di conoscenza di sé? Per rispondere a questa domanda è necessario fare riferimento alla nostra storia evolutiva. Noi siamo innanzitutto una ‘forma di vita sul pianeta terra’: ciò determina la nostra dimensione biologica. Tale dimensione è, infatti, regolata dalle stesse leggi che regolano tutte le altre forme di vita e definisce il nostro ‘biotipo’. Tra tutte le forme di vita noi costituiamo gli ‘esseri umani’, esseri umani appartenenti ad una determinata ‘cultura’: questo aspetto determina la nostra dimensione antropologica e definisce il nostro ‘antropotipo’. Oltre ad appartenere ad una determinata cultura, in quanto esseri umani facciamo parte di una specifica famiglia: tale appartenenza determina la nostra dimensione genealogica definendo il nostro ‘genotipo’. All’interno della dimensione familiare esistiamo come singoli individui con la nostra storia personale che determina la nostra dimensione individuale definendo il nostro ‘fenotipo’.
Il nostro inconscio contiene, quindi, una dimensione ‘biologica’, una dimensione ‘antropologica’, una dimensione ‘genealogica’ e una dimensione ‘psicologica’.
Dimensione Biologica
Il nostro cervello trova origine direttamente nella nostra appartenenza ai diversi regni evolutivi: Minerale, Vegetale, Animale, Umano. La nostra ‘biologia’ è soprattutto ‘animale’. Il ‘cervello’, in quanto biologico, è, quindi, ‘animale’ e si esprime ‘nell’Inconscio Cellulare’.
Il ‘Cervello Biologico’ ha una capacità di analisi enorme ed è efficace nel creare connessioni tra milioni di informazioni. E’ pero incapace di distinguere tra loro Reale, Immaginario, Virtuale, Simbolico. Tutte le nostre ‘malattie’ provengono da questa interpretazione. Tale dimensione è stata esplorata e definita con chiarezza da Hamer.
La Nuova Medicina di Hamer si fonda su due pilastri:
Il riconoscimento, su basi scientifiche, della PSICHE nella ricerca della causa delle malattie. La chiave di comprensione si trova nel modello Psiche-Cervello-Organo che spiega l’esatto collegamento tra ‘Conflitto Biologico’ e ‘Malattia’.
Una ridefinizione in senso biologico della ‘Malattia’ interpretata non più come un ‘Errore della Natura’ ma come uno specifico ‘Programma Biologico’, come un processo con una specifica ‘Finalità e Senso Biologico’.
Tali intuizioni nascono dallo studio comparato tra ‘embriologia’ e ‘filogenesi’. Ciò che Hamer rilevo è che le fasi dello sviluppo embrionale ricalcano perfettamente quelle della evoluzione filogenetica.
Una ridefinizione in senso biologico della ‘Malattia’ interpretata non più come un ‘Errore della Natura’ ma come uno specifico ‘Programma Biologico’, come un processo con una specifica ‘Finalità e Senso Biologico’.
Tali intuizioni nascono dallo studio comparato tra ‘embriologia’ e ‘filogenesi’. Ciò che Hamer rilevo è che le fasi dello sviluppo embrionale ricalcano perfettamente quelle della evoluzione filogenetica.
Il termine ‘conflitto biologico’ utilizzato da Hamer può creare qualche confusione perché il conflitto è, di fatto, ‘psichico’: biologico è il contenuto del conflitto. Preferisco, quindi, parlare di ‘conflitto psichico a specificità biologica’, distinguendolo dal ‘conflitto psichico a specificità mentale’. Il ‘conflitto psichico a specificità biologica’ è un conflitto psichico che ha per oggetto contenuti che riguardano le ‘finalità evolutive dei foglietti embrionali’. Tali conflitti sono già ‘programmati’ nella nostra biologia. Il ‘conflitto psichico a specificità mentale’ è, invece, un ‘conflitto psichico’ che ha per oggetto contenuti che riguardano gli ‘obiettivi della mente’. Essi si formano nel corso dell’esistenza individuale.
Perché un conflitto possa innescare un processo che culmina nella patologia organica, deve avere le caratteristiche di uno Shock Conflittuale a specificità Biologica; Estremamente Grave, Acuto, Drammatico; Inaspettato e vissuto in uno stato di Isolamento; per il quale non si riesce a trovare la Soluzione a nessun livello. Secondo Hamer alla base di una DHS c’è sempre un Conflitto Programmante, dello stesso tipo di quello scatenante (DHS), avvenuto in precedenza che non ha innescato la malattia ma, possiamo dire, ha messo in memoria il conflitto.
Perché un conflitto possa innescare un processo che culmina nella patologia organica, deve avere le caratteristiche di uno Shock Conflittuale a specificità Biologica; Estremamente Grave, Acuto, Drammatico; Inaspettato e vissuto in uno stato di Isolamento; per il quale non si riesce a trovare la Soluzione a nessun livello. Secondo Hamer alla base di una DHS c’è sempre un Conflitto Programmante, dello stesso tipo di quello scatenante (DHS), avvenuto in precedenza che non ha innescato la malattia ma, possiamo dire, ha messo in memoria il conflitto.
Bertoli (Le origini della malattia, 2010) propone un ulteriore modo di leggere la relazione tra il Conflitto programmante e la DHS: “La soluzione biologica interviene per il semplice fatto che ci si trova completamente immersi in un conflitto, però quello che è più importante e al tempo stesso più difficile da comprendere è l’intervento e il ruolo che svolge il mondo esterno in relazione a quello stesso conflitto. Senza rendersene conto, infatti, si va sempre a vivere un certo numero di situazioni il cui denominatore comune corrisponde allo stesso conflitto, come se fossimo guidati su un binario obbligato. Tutte queste situazioni possono essere collocate in maniera sequenziale nel tempo, in una specie di ‘catalogo personale del conflitto’ che io chiamo ‘Vaso di Pandora’ ….. Le situazioni il cui denominatore è comune rappresentano i conflitti programmanti, mentre l’ultima – quella che precede il sintomo organico, rappresenta il conflitto scatenante o DHS. In altre parole, ogni malattia rappresenta un traboccare del Vaso di Pandora. Questo raggiunge la sua massima capienza e il liquido che contiene non può quindi fare altro che fuoriuscire. Il Vaso di Pandora si riempie necessariamente a fasi successive: di conseguenza si tratta di elencare i momenti più importanti della vita di una persona precisandone le date, per evidenziare ciò che ha via via portato al riempimento del vaso e al suo traboccare (malattia)” (pp. 125 – 126).
Questa seconda modalità era stata già anticipata nel concetto di ‘Massa Conflittuale’ proposto da Hamer. La massa conflittuale sarebbe determinata, infatti, da due parametri: Intensità e Durata (intesa anche in termini di recidiva) del conflitto. Il conflitto può essere breve ma intenso (schok conflittuale) o poco intenso ma prolungato nel tempo.
Marc Fréchet ha individuato la presenza di un ‘Ciclo Biologico Cellulare Memorizzato’. Il cervello, infatti, a partire dalla nascita registra tutti gli eventi sia sul piano emozionale (risentito legato all’evento) che temporale (data e ora dell’evento): lo studio del rapporto tra gli eventi ed i tempi correlati evidenzia delle ‘coincidenze’ estremamente significative. Il cervello, come ha dimostrato Marc Fréchet, non dimentica mai i tempi di ogni risentito legato agli avvenimenti dell’esistenza perché questi sono programmati in termini biologici di sopravvivenza e costituiscono, quindi, dei riferimenti costanti per tutte le situazioni che si andranno a vivere. L’individuazione dei cicli biologici cellulari memorizzati dimostra che certi eventi sono programmati nella memoria biologica e il cervello ce li restituisce ad una data precisa e quindi prevedibile. La presa di coscienza di questo dato e l’elaborazione del ‘conflitto’ legato alla memoria, annulla completamente le memorie cellulari azzerando il ‘Ciclo Biologico Cellulare Memorizzato’.
E’ fondamentale sottolineare che la ‘situazione’ che scatena il conflitto, in sé, non ha nessuna importanza: solo la sua ‘interpretazione’ è portatrice di ‘significato’ e tale interpretazione dipende dai ‘programmi biologici individuali’, che sono diversi per ogni persona ed entrano in gioco nelle nostre reazioni di fronte agli eventi. Sappiamo leggere la vita solo attraverso i nostri programmi biologici. Le ‘malattie’ troveranno, quindi, tutte origine in un ‘programma biologico’ registrato nelle nostre cellule ed un ‘fattore scatenante’ dello stesso ‘tono’ del programma che lo ha attivato in un momento della nostra esistenza.
Ognuno è portatore di un ‘programma biologico generale’ e di un ‘programma biologico individuale’. Il programma biologico generale, comune a tutte le specie viventi, è quello relativo alle corrispondenze tra foglietti embrionali, centri di controllo cerebrale, fasi della filogenesi, conflitti psichici a specificità biologica correlati.
L’ENDODERMA (da cui si sviluppa il tessuto epiteliale e le ghiandole) ha il suo centro di controllo nel Tronco Cerebrale. Sul piano dello sviluppo filogenetico siamo nel periodo dell’essere unicellulare, dell’ameba. I bisogni prevalenti sono quelli Primari (fisiologici) e gli apparati interessati sono prevalentemente quelli Respiratorio, Digerente, Sessuale. I conflitti biologici correlati sono quelli legati alle funzioni di base, arcaiche, vitali (sopravvivenza dell’individuo, continuità della specie).
Il MESODERMA ANTICO (da cui si sviluppa il derma e le sierose) ha il suo centro di controllo nel Cervelletto. Sul piano dello sviluppo filogenetico siamo nel periodo della spugna e della medusa. I bisogni prevalenti sono quelli di sicurezza e protezione e gli apparati interessati sono tutte le Membrane che proteggono il corpo. I conflitti biologici correlati sono quelli legati alla integrità Fisica e alla Difesa Corporea.
Il MESODERMA NUOVO (da cui si sviluppa il tessuto linfoide connettivo e sinoviale) ha il suo centro di controllo nel Midollo Cerebrale. Sul piano dello sviluppo filogenetico siamo nel periodo dei pesci e dei rettili. I bisogni prevalenti sono quelli di alleanza, unità, protezione all’interno del clan (posto), rispetto e riconoscimento di sé e degli altri all’interno del clan (valore) e gli apparati interessati sono Arterie, Vene, Sangue, Milza, Vasi Linfatici, Gangli, Ossa, Articolazioni, Ghiandole Surrenali, Muscoli, Tendini . I conflitti biologici correlati sono quelli legati alla Posizione e al Valore all’interno del clan.
L’ECTODERMA (da cui si sviluppa il tessuto epiteliale pavimentoso) ha il suo centro di controllo nella Corteccia. Sul piano dello sviluppo filogenetico siamo nel periodo dei mammiferi. I bisogni prevalenti sono quelli di definire la propria area di potere; esplorare e realizzare le proprie potenzialità interiori; essere in contatto, vicinanza (territorio; identità e relazione) e gli apparati interessati sono Tiroide, Coronariche, Duodeno Stomaco, Bronchi, Vescica, Epidermide. I conflitti biologici correlati sono quelli legati al Territorio (attacco al territorio dall’interno e dall’esterno, difesa del territorio, perdita del territorio), alla Individualità (identità) e Relazionali (contatto, separazione).
Il processo che culmina nella patologia organica è costituito dal programma che Hamer definisce Speciale, Biologico e Sensato (SBS). Vediamo l’articolazione delle fasi di tale programma: Schok Conflittuale di tipo Biologico; Fase di “Conflitto Attivo” (‘Fredda e Simpaticotonica’); Conflittolisi (momento della ‘Soluzione del Conflitto’); Fase di ‘Riparazione Post-Conflittolitica’ (‘Calda e Vagotonica’) inframezzata dalla Crisi Epilettoide; Ritorno alla Normalità (‘Normotonia’).
Hamer ha osservato che non tutti i tessuti e gli organi seguono lo stesso comportamento all’interno del programma SBS. C’è una differenza tra quelli che sono sotto il controllo del Paleoencefalo e quelli che sono sotto il controllo del Neoencefalo. Il paleoencefalo, che controlla i tessuti e quindi quelle parti di organi che evolvono dall’endoderma e dal mesoderma antico, fanno ‘proliferazione cellulare’ in fase di ‘conflitto attivo’ e riduzione della massa cellulare per ‘necrosi’ in fase di ‘riparazione post-conflittolitica’. Il neoencefalo, che controlla i tessuti e quindi le parti di organi che evolvono dal mesoderma nuovo e dall’ectoderma, fanno ‘ulcera’ e ‘necrosi tissutale’ in fase di ‘conflitto attivo’ e riparazione delle ulcere con ‘proliferazione cellulare’ in fase di ‘riparazione post-conflittolitica’. Sulla base di questo processo si può affermare che tutte le patologie organiche sono ‘Oncoequivalenti’.
Quando, invece, si parla di ‘Programma Biologico Individuale’ bisogna fare riferimento alla ‘Bioanalogia’ di Brébion.
Vi è un istante unico nella vita di ognuno: quello del ‘concepimento’. In quell’istante, in cui ha inizio il nostro tempo personale, si definisce la nostra ‘Identità Biologica’. L’apparizione del ‘tempo’ che si dilata nello ‘spazio’ da luogo alla ‘forma’. Il Concepimento può essere considerato, quindi, la ‘incarnazione’ nel ‘tempo’ e nello ‘spazio’ di una ‘forma unica’. Ogni istante della ‘vita’ è un dispiegamento del ‘tempo’ nello ‘spazio’. Il concepimento costituisce, quindi, una ‘Impronta’ che da origine a una ‘Forma’. Ogni impronta è frutto di un ‘incontro’. Il concepimento è frutto dell’incontro tra l’ovulo e lo spermatozoo. Questa ‘Impronta’ costituisce il ‘Sensore’ che capta la totalità della vita e un ‘Archetipo’ che attira a sé tutto quello che gli corrisponde. L’impronta è pregna di tutto ciò che è impresso nelle due cellule originarie.
L’Inconscio Cellulare del bambino è in Risonanza Totale con il ‘vissuto’ e il ‘risentito’ del padre e della madre durante un determinato periodo intorno al concepimento e alla nascita del bambino. Ciò che è ‘acquisito’ nei genitori diventa, quindi, ‘innato’ nel bambino.
La Legge Biologica crea un primo Programma comune a tutti: tutto ciò che viene ‘Concepito’ dopo nove mesi diviene ‘Realtà’. Ciò implica che tutte le nostre cellule hanno una ‘Specificità Mnestica’ di nove mesi. Biologicamente siamo, quindi, maggiormente sensibili a ciò che abbiamo vissuto durante gli ultimi nove mesi. Il bambino, pertanto, si ‘Impregna’ di tutto ciò che viene impresso nel vissuto psicologico dei genitori in uno specifico periodo.
Per il bambino risulteranno quindi programmanti: i 9 mesi che precedono il Concepimento, i 9 mesi della Gravidanza, i 9 mesi dopo la Nascita. Questo periodo di 27 mesi è definito ‘Ciclo di Impregnazione’ e struttura il nostro “Inconscio Biologico Cellulare Animale”.
Durante i nove mesi che precedono il concepimento l’impregnazione è maggiormente legata al ‘padre’. Il motivo biologico, secondo la valutazione di Brebion, è costituito dal fatto che nella donna il numero di ovuli è determinato alla nascita, gli spermatozoi, invece, si rinnovano in continuazione. Essi si impregnano, quindi, di una memoria legata in modo specifico agli ultimi nove mesi della vita del padre.
Durante i nove mesi di gestazione, l’impregnazione è legata tanto al ‘padre’ quanto alla ‘madre’.
Durante i nove mesi dopo la nascita l’impregnazione è legata prevalentemente alla ‘madre’. La spiegazione biologica consiste nel fatto che in questo periodo il bambino è ancora sotto la protezione degli anticorpi della madre e, quindi, rimane specificamente in risonanza con lei . Solo a partire da nove mesi svilupperà anticorpi propri e comincerà a capire la distinzione tra sé e la madre.
Nel corso di questi ventisette mesi l’impregnazione dell’impronta ha luogo su tre livelli che si collegano a tre parametri di sopravvivenza. I Progetti: ciò che ideiamo, concepiamo e vogliamo realizzare in vari ambiti. I progetti si collegano alla ‘Discendenza’. Questo livello si struttura durante i nove mesi che precedono il concepimento e quindi l’impregnazione è soprattutto legata al padre. I Conflitti: problemi relazionali relativi a vari ambiti e conflitti psichici a specificità biologica. I conflitti si collegano all’ ‘Alimentazione’. Questo livello si struttura durante i nove mesi della gravidanza e quindi l’impregnazione è legata tanto al padre quanto alla madre. L’Ambiente: clima familiare e sociale e relazione con la realtà (esame di realtà e rapporto con la realtà). L’ambiente si collega al Territorio (inteso nel senso di ‘realtà concreta’). Questo livello si struttura durante i nove mesi successivi alla nascita e quindi l’impregnazione è legata prevalentemente alla madre. A partire dal nono mese dopo la nascita non registriamo più programmi biologici.
Prendere coscienza del nostro Programma ci rende liberi di scegliere come meglio viverlo. Tutti i nostri potenziali sono, infatti, nella nostra impronta. Il nostro programma biologico individuale, come già visto, è fortemente condizionato dalla dimensione familiare. Ciò ci introduce al tema trattato nel prossimo paragrafo.
DIMENSIONE ANTROPOLOGICA E GENEALOGICA
Tali dimensioni sono strettamente correlate in quanto tutto ciò che attiene la cultura di appartenenza viene filtrato e trasmesso dalla famiglia: per comprendere l’influenza della dimensione antropologica bisogna, quindi, analizzare quella genealogica.
L’Analisi Transgenerazionale studia le influenze dell’albero genealogico sulla realtà dell’individuo.
L’idea che le generazioni precedenti possano condizionare la storia di un individuo è molto antica (medicina cinese e africana). Lo stesso Freud aveva rilevato l’importanza degli antenati nella costituzione degli psicosomatismi individuali e collettivi. Ciò che Freud ignorava è l’esistenza di un Inconscio Genealogico.
A tal proposito D. Dumas e F. Dolto introducono il concetto di ‘Processo Originario’ per designare quel processo che parte da uno stato di indifferenziazione tra la ‘psiche familiare’ e la ‘psiche individuale’ per giungere, infine, ad una loro differenziazione. Secondo gli autori ciò avverrebbe all’età di tre anni, quando il bambino inizia a parlare: personalmente non concordo con questa conclusione. Ritengo che la ‘psiche individuale’, seppure in forma molto rudimentale, si differenzi all’età di nove mesi, quando il bambino non è più sotto la protezione degli anticorpi materni ma dispone di un proprio sistema immunitario e, pertanto, comincia a percepirsi come un’entità separata dalla figura materna con la quale, fino a quel momento, ha vissuto in un rapporto di tipo ‘simbiotico’. Dumas e Dolto fanno risalire l’inizio di questo processo a ‘prima del concepimento’, momento in cui (secondo gli autori) i genitori hanno proiettato l’idea del figlio che genereranno: il periodo precedente la concezione sarebbe, dunque, già in se il primo momento di trasmissione del passato transgenerazionale, e quindi il momento in cui l’inconscio familiare ed i suoi processi psichici profondi si innestano per la prima volta nell’individuo. Secondo Dumas e Dolto, infatti, la strutturazione della personalità di un individuo non dipende dal coito che gli ha dato corpo, ma dal modo in cui i genitori hanno mentalmente concepito il figlio (attraverso parole, pensieri, fantasmi) assegnandogli inconsciamente un posto nell’ordine familiare e determinando, in tal modo, il suo destino e la sua vita. Ciò si verifica, appunto, durante il ‘periodo di impregnazione’, e quindi a partire da nove mesi prima del concepimento, e andrà a costituire il programma personale di ogni individuo che condizionerà anche il suo rapporto con la vita e con la morte. Il fatto che può rappresentarsi un tempo in cui esisteva già prima della nascita, nel progetto dei genitori, consente all’individuo di pensare che si possa continuare ad esistere anche dopo la morte.
A questo punto possiamo introdurre il concetto di ‘Memorie Familiari Invisibili’ le quali costituiscono i legami di causa-effetto che si producono tra un avvenimento del passato ed una problematica attuale. Si è osservato che i membri di una famiglia sono fedeli a questa memoria la quale condiziona il loro vissuto, la loro fisiologia, il loro comportamento: si tratta di quello che alcuni autori definiscono ‘Fedeltà Familiare Invisibile’, una sorta di ‘ordine’ a cui sono sottoposti tutti i membri di una famiglia che dirige, con più o meno forza, l’individuo con una modalità che potrebbe essere definita ‘Pulsionale’.
Esaminiamo a questo punto due concetti chiave dell’analisi transgenerazionale: il ‘Fantasma Transgenerazionale’ e il ‘Segreto di Famiglia’. Le ‘memorie familiari invisibili’ corrispondono sempre ad un trauma personale (concetto di DHS di Hamer) che si fissa nella memoria (livello biologico) trasformandosi in un ‘dramma familiare’, in un segreto ‘indicibile’ il cui lutto non è stato elaborato al momento giusto. Il contenuto di questa memoria, non essendo stato ‘integrato’, ha subito un processo di ‘incorporazione’ e ‘rimozione’ e, pertanto, si trasmette di generazione in generazione fino a trovare un membro della famiglia per collocarsi all’interno di una ‘cripta psichica’ da cui esce come ‘fantasma transgenerazionale’ che si esprime con l’intermediazione della persona abitata grazie ad un ‘effetto ventriloquo’ (N. Abraham e M. Torok, La scorza e il nocciolo). Abraham e Torok sono stati i primi ad aver dimostrato che le ‘trasmissioni psichiche’ possono avvenire sia attraverso le ‘influenze intergenerazionali’ (quelle relative alle generazioni adiacenti), che attraverso le ‘influenze transgenerazionali (quelle relative alla successione delle generazioni).
A tal proposito Tisseron afferma che l’evento traumatico è ‘indicibile’ nella misura in cui è psichicamente presente in colui che l’ha vissuto ma non può essere detto. Gli eventi della generazione successiva che risalgono a questa configurazione psichica non saranno più indicibili, ma ‘innominabili’ nel senso che non possono essere oggetto di nessuna rappresentazione verbale: questi contenuti sono ignorati e la loro esistenza è solo intuita, oggetto di interrogativi inspiegabili. Nella generazione che segue, gli eventi traumatici risalenti alla medesima configurazione psichica non sono più innominabili ma ‘impensabili’ nel senso che vengono completamente ignorati e si presentano sotto forma di sensazioni, pensieri o immagini che possono sembrare ‘bizzarri’. Dopo la terza generazione tali traumi possono sussistere solo sotto forma di comportamenti e reazioni ‘incongrui’.
Secondo Tisseron ogni ‘realtà storica familiare’ è sempre una ricostruzione del trauma originario e, nel caso di un segreto di famiglia, l’importanza non risiede mai nel segreto in sé stesso, ma nelle molteplici strategie stabilite dalle generazioni successive per adattarvisi.
Analizziamo ora come i ‘conflitti’, e le ‘patologie’ che da essi originano, sono correlati con gli Archetipi Primari del Maschile e del Femminile e con Eros e Thanatos i due Fattori Evolutivi fondamentali.
La vita sorge dall’interazione, dal dialogo di due Principi: Maschile e Femminile. Sul piano biologico, e quindi dal punto di vista della sopravvivenza dell’individuo e della continuità della specie, Eros e Thanatos, Sesso e Morte costituiscono gli elementi e gli eventi prioritari in quanto hanno il potere di favorire, interrompere o alterare il meccanismo virtuoso della vita. “Quando si parla di sesso, quindi, non si intende solo la modalità riproduttiva, ma anche la tipizzazione secondo cui si istaura la vita, il maschile e il femminile, le due entità archetipiche primarie che la fondano. Anche quando si parla di morte non si intende solo l’estinzione materiale della vita, ma la sparizione, l’abbandono, la scomparsa (psichica o materiale) della vita, vale a dire della tipizzazione secondo cui essa si instaura: il maschile e il femminile, ancora, i due archetipi primari di riferimento” (A. Bertoli, 2010). Nel dialogo tra maschile e femminile, il sesso, eros, costituisce il principale fattore di attrazione, quello che aggrega, unisce; la morte costituisce, invece, il principale fattore di separazione, che disgrega, divide. La morte, se da una parte rappresenta la scomparsa della vita, dall’altra è anche il fondamento di nuove possibilità: essa, infatti sancisce la fine di un percorso diventato impraticabile, non più funzionale, degenerativo. Quando non è più possibile il dialogo tra maschile e femminile, diviene impraticabile la vita stessa: dopo il fallimento di tutte le soluzioni fornite dall’altro principio vitale esistente, il sesso, la morte interviene come unica soluzione vitale. “Sesso e morte arrivano così a rappresentare i due fattori evolutivi essenziali che incidono sui due elementi primari della vita, il maschile e il femminile. Di conseguenza, qualsiasi alterazione degli archetipi primari è necessariamente di natura sessuale o mortale: eros e thanatos, come ha ben individuato Freud, costituiscono davvero le uniche due modalità essenziali di alterazione della vita e del suo dialogo improbabile – ma effettivo – tra opposti. ….. Nella teoria dei conflitti che è alla base di ogni malattia, dunque, possiamo risalire da un sintomo a un conflitto, da questo a uno degli archetipi primari (maschile o femminile), e da questo alla sua patologia che sarà inevitabilmente – alla radice – di ordine sessuale o mortale, di Eros o di Thanatos. In altre parole, ogni manifestazione individuale (sintomo) ha sempre alla base un conflitto biografico scatenante, il quale si configura però sempre come il binario del vero conflitto prioritario che riguarda gli archetipi primari di riferimento (linea maschile e linea femminile dell’albero genealogico di provenienza), i quali risultano disequilibrati a causa – sempre – di un evento che si configura, alla base, di natura sessuale o di morte-separazione” (A. Bertoli, 2010).
DIMENSIONE PSICOLOGICA
Per comprendere la connessione esistente tra dimensione Biologica e Psicologica si prenderà in esame lo Sviluppo Psicosessuale in una prospettiva psicoanalitica.
Stadio Orale (0 -12 mesi). È lo stadio della preminenza della ‘bocca’ come zona erogena ma bisogna estendere a tutto l’apparato respiratorio, digestivo, agli organi di senso, al tatto e alla pelle. Tale fase è quindi legata alla soddisfazione libidica fondata sul bisogno fisiologico di ‘essere nutrito’ in senso lato e quindi concerne tutto ciò che riguarda la ‘captazione dal mondo esterno’ e la ‘protezione’. Al nono mese si realizza il passaggio dal Narcisismo Primario, caratterizzato da un rapporto di tipo Simbiotico (dove prevale il bisogno di ‘essere nutrito’), allo stadio Anaclitico di Relazione con l’Oggetto (dove prevale, invece, il bisogno di ‘essere protetto’). E’ evidente la corrispondenza tra il bisogno che caratterizza la sotto-fase del ‘narcisismo primario’ (essere nutrito) e i bisogni legati allo sviluppo dell’Endoderma (sopravvivenza, primari, fisiologici). E’ altrettanto evidente la corrispondenza tra il bisogno che caratterizza la sottofase ‘anaclitica’ (appoggiarsi sull’oggetto, protezione da parte dell’oggetto) e i bisogni legati allo sviluppo del Mesoderma Antico (integrità fisica e protezione). Inoltre possiamo osservare che alcuni apparati che evolvono dall’endoderma, e precisamente l’apparato digerente e respiratorio, sono gli stessi apparati sui quali, in questa fase, si realizza un investimento libidico.
Stadio Anale (dai 2 ai 3 anni). È lo stadio della preminenza della ‘mucosa ano-rettale’ come zona erogena ma bisogna estendere a tutta la mucosa della zona intestinale di escrezione. Tale fase è quindi legata alla Soddisfazione Libidica fondata sulla acquisita capacità di ‘controllo sfinterico’ e quindi concerne tutto ciò che riguarda il ‘controllo’ dei contenuti sia interni che esterni, la ‘capacità’ e la ‘autonomia’: siamo, infatti, anche nella fase di Separazione-Individuazione legata all’acquisizione della capacità di deambulare e quindi di muoversi autonomamente. Ciò si traduce in un investimento libidico sull’apparato ‘muscolo-scheletrico’. Anche in questo caso è evidente la corrispondenza tra i bisogni che caratterizzano la fase anale, e soprattutto il processo di separazione-individuazione (controllo, capacità, autonomia), e i bisogni legati allo sviluppo del Mesoderma Nuovo (posizione e valore all’interno del clan). E’ interessante notare nuovamente che alcuni apparati che evolvono dal mesoderma nuovo, sono gli stessi investiti libidicamente in questa fase: nello specifico l’apparato muscolo-scheletrico.
Stadio Fallico-Uretrale (dai 3 ai 4 anni). È lo stadio della preminenza del ‘pene-fallo’ come zona erogena ma bisogna estendere a tutto l’apparato genito-urinario. Tale fase è quindi legata alla Soddisfazione Libidica fondata sulla ‘funzione urinaria’ e quindi concerne tutto ciò che riguarda la ‘potenza’ il ‘potere’ la ‘completezza’ la ‘fierezza narcisistica’ in opposizione alla vergogna per i fallimenti. Ancora una volta si evidenzia la corrispondenza tra i bisogni che definiscono la fase fallico-uretrale (potere, fierezza narcisistica) e i bisogni legati allo sviluppo dell’Ectoderma (territorio). L’apparato urinario, che evolve dall’ectoderma, è al contempo l’area corporea sulla quale, in questa fase, si realizza un investimento libidico.
Stadio Edipico (dai 3/4 ai 5 anni). È lo stadio i cui si realizza la Genitalizzazione della Libido. L’oggetto della pulsione non è più il pene ma il ‘partner privilegiato’ della coppia genitoriale. L’Edipo rappresenta il nodo fondante di tutte le relazioni umane in quanto è fondamentale nella ‘strutturazione della personalità’ e nell’ ‘orientamento del desiderio’. Svolge quindi un ruolo determinante sulla ‘dimensione relazionale’ soprattutto in riferimento alla ‘sfera sociale’. Infine, anche in questo caso, non si può non constatare l’interessante corrispondenza tra i bisogni di questa fase (strutturazione della personalità, relazione) e alcuni bisogni legati allo sviluppo dell’ectoderma (identità, relazionali). Uno dei tessuti di derivazione ectodermica è l’epidermide, presente nella parte più esterna della pelle che, in quanto tale, ‘definisce’ la nostra immagine visibile e costituisce quella parte del nostro corpo che entra in ‘contatto’ con gli altri.
DIMENSIONE ENERGETICA E SIMBOLISMO DEL CORPO UMANO
Tra TERRA e CIELO …..….. l’UOMO
La Terra rappresenta ciò che è Solido, Concreto, Reale. Su di essa possiamo infatti, appoggiarci, riposarci, abbandonarci: da ciò deriva la nozione di ‘Madre Terra’. La ‘Terra’ è, infatti, legata alla ‘Madre’. Il Cielo rappresenta ciò che è Astratto, Etereo, Impalpabile. È il mondo delle Idee, dell’Intelletto, della Mente. Il Cielo è legato al ‘Padre’: parliamo infatti del ‘Padre che è nei Cieli’. Il Cielo Ordina, Orienta, Progetta.
E’ importante sottolineare che quando si parla di ‘PADRE’ e ‘MADRE’ ci si riferisce a due Principi Energetici: quello Maschile e quello Femminile. Il concetto di ‘madre’ indica l’Energia Femminile: rappresenta tutto ciò che riceve, accoglie, trasforma, riconduce verso l’interno. E’ una forza ‘centripeta’. I cambiamenti possono avvenire, infatti, solo all’interno del principio e dell’energia femminile. Il concetto di ‘padre’ indica, invece, l’Energia Maschile: rappresenta tutto ciò che propone, decide, mette in moto, spinge verso l’esterno. E’ una forza ‘centrifuga’
Nell’Universo, tra il Basso, ‘fisico e concreto’, e l’Alto, ‘mentale e astratto’, si colloca il mondo del Relativo, della ‘relazione’. Tra la Madre Terra e il Padre Cielo è situato il Figlio Uomo. l’Uomo mette in relazione il Cielo e la Terra e gestisce il mondo della Relazione, degli Affetti, della Psiche.
Esiste una Legge Universale la quale afferma che l’Universo si legge a tre livelli: CIELO – UOMO – TERRA. Partendo dal presupposto che l’Universo è Olografico, come tutto ciò che è manifesto anche l’Uomo si legge su tre livelli.
In Alto si colloca la Testa che costituisce il Mondo dell’Intelletto, della Mente e quindi rappresenta il Padre, l’energia del Cielo. La testa infatti ordina, fornisce punti di riferimento, permette di decidere, orientarsi, senza cambiare appoggio grazie alla rotazione del collo.
In Basso troviamo il Bacino e gli Arti Inferiori che costituiscono il mondo Fisico, ciò che è Stabile, che permette di Concretizzare, di Spostarsi poggiando su una base solida. Rappresenta, quindi, la Madre, l’energia della Terra.
Tra l’Alto e il Basso ci sono il Tronco e gli Arti Superiori che costituiscono il mondo dell’Affettività, della Relazione. Quando stringiamo la mano o abbracciamo qualcuno lo facciamo, infatti, entrare nel nostro spazio affettivo. Rappresenta, quindi, il Figlio, ciò che mette in relazione il Padre e la Madre, l’energia del Cielo e quella della Terra: non è un caso, infatti, che il primo e il settimo chakra siano orientati rispettivamente verso il basso (terra) e verso l’alto (cielo).
La medesima struttura è riconoscibile anche nella localizzazione dei foglietti embrionali. In alto l’Ectoderma, rivolto verso il Cielo, il Padre: l’ectoderma è correlato a tutti i bisogni legati al ‘territorio’, alla ‘identità’ e alla ‘relazione’ al di fuori del proprio gruppo di riferimento e gestisce, pertanto, i conflitti di natura più complessa ed elevata. In basso l’Endoderma, rivolto verso la Terra, la Madre: l’endoderma è correlato ai bisogni di tipo primario, fisiologici e gestisce, pertanto, tutti i conflitti di natura arcaica, legati alla sopravvivenza individuale e alla continuità della specie. Al centro il Mesoderma che si articola nella parte Antica, rivolta verso la Terra, la Madre e nella parte Nuova, rivolta verso il Cielo, il Padre e, quindi, mette in relazione il Cielo e la Terra, il Padre e la Madre: il Mesoderma è correlato a tutti i bisogni affettivi e relazionali all’interno del propria gruppo di riferimento (protezione, posizione, riconoscimento del valore) e gestisce, pertanto, tutti i conflitti di natura affettivo-relazionali.
La struttura è le stessa anche per la localizzazione dei ‘Tre Cervelli’. In Alto il Cervello Corticale (la Corteccia). Riguarda la ‘Evoluzione’ e gestisce i bisogni e i conflitti più evoluti che implicano i ‘Progetti’, le ‘Proiezioni nel Tempo’ (Energia Paterna – Cielo). Tra l’Alto e il Basso il Cervello Limbico (Midollo Spinale e Cervelletto). Riguarda ‘l’Incontro’ e gestisce i bisogni e i conflitti relazionali che implicano gli ‘Affetti’ all’interno del proprio gruppo di riferimento (Energia del Figlio – Uomo). In Basso il Cervello Rettiliano (Tronco Cerebrale). Riguarda la ‘Sopravvivenza’ e gestisce i bisogni e i conflitti di tipo ‘Primario’, ‘Fisiologico’ (Energia Materna – Terra).
Il corpo si definisce anche a secondo dell’orientamento Anteriore, Posteriore e Laterale:
La parte Anteriore del corpo rappresenta il ‘futuro’, l’ ‘avvenire’, la ‘discendenza’.
La parte Posteriore si ricollega al ‘passato’ alla ‘ascendenza’.
Le parti Laterali si ricollegano al ‘presente’, alle ‘relazioni’.
Rispetto alla Lateralità, invece, la parte Sinistra del corpo è legata al mondo della ‘Affettività’ ma anche del ‘Pericolo e della ‘Protezione’ gestiti dall’energia di tipo Femminile, Materna (nella parte sinistra del corpo scorre, infatti, Ida, la nadi Lunare). La parte Destra del corpo è legata alla ‘Struttura’, alla ‘Azione Esterna’ e all’Attacco’ gestiti dall’energia di tipo Maschile, Paterna (nella parte destra del corpo scorre, infatti, Pingala, la nadi Solare).
La struttura del Mondo Manifesto, Struttura di tipo Universale, può essere, quindi, letta su tre livelli:
In Alto il Cielo, il Padre, il Progetto
Tra l’Alto e il Basso l’Uomo, il Figlio, la Realizzazione
In Basso la Terra, la Madre, la Concretizzazione
Tutte le malattie, senza eccezione, hanno un senso biologico. La loro programmazione è impressa nell’impronta di nascita. Come ogni altro aspetto del mondo manifesto, ogni malattia ha quindi tre livelli di lettura.
Risponde ad un “Progetto”
(Qual ‘è l’utilità)
Attraversa una fase di “Realizzazione”
(Processo di biologizzazione del conflitto: dalla psiche all’organo)
Per giungere alla propria “Concretizzazione”
(Espressione del conflitto nella malattia).
E’ la comprensione della ‘Verità’ sul processo che conduce alla ‘malattia’ che vi renderà ‘Liberi’ dalla stessa.
E’ importante sottolineare che la ‘Soluzione Pratica’ del conflitto porta alla ‘Riparazione’ del conflitto (a cui consegue la fase di ‘Riparazione Post-Conflittolitica’ del programma SBS). La ‘Guarigione’ subentra solo quando vi è una ‘Presa di Coscienza’ del nesso tra il ‘Conflitto’ e la ‘Patologia’ che lo esprime.
La ‘Guarigione’ implica, quindi, il passaggio dalla ‘Soluzione’ alla ‘Presa di Coscienza’.
Vi è un ulteriore passaggio: quello dalla ‘Presa di Coscienza’ che riguarda il livello del ‘Pensiero’ allo ‘Incontro col Sé’, la nostra vera essenza e natura che riguarda il livello della ‘Coscienza’ e per questo occorre uscire dal ‘Tempo Cronologico’ per accedere al ‘Presente’ al ‘Qui ed Ora’. L’accesso a questo livello, di natura non duale, elimina qualsiasi possibilità che si sviluppi un conflitto e, di conseguenza, la malattia.
In quanto esseri umani, la nostra ‘Biologia’ è proiettata nel ‘Futuro’ o nel ‘Passato’, la nostra ‘Coscienza’ nel ‘Presente’. COSCIENZA è, infatti, uno stato fuori dal ‘tempo’ e dallo ‘spazio’. L’uomo è l’unico che ha la possibilità di accedere a questo stato dell’essere.
Spazio e Tempo in senso assoluto non esistono. E’ nel momento del ‘Concepimento’ che ci si incarna nella dimensione ‘Spazio/Tempo’ (artefatto della mente utile per orientarsi nel mondo della ‘Materia’), prendendo ‘Forma’ nel ‘Mondo Relativo’: l’identificazione con questa forma costituisce ciò che definiamo ‘Io’.
Il ‘Quì ed Ora’ è il punto in cui il Tempo Storico e l’Infinito coincidono. L’accesso a questa dimensione consente di realizzare la condizione affinché avvenga l’incontro col Sé e si possa, quindi, ritrovare il senso della propria nascita per poterlo incarnare pienamente. Ciò elimina la possibilità di insorgenza della malattia (in quanto si è trasceso il livello biologico) realizzando, al contempo, il “Divieni ciò che Sei”, obiettivo del Processo di Individuazione.
Gli ostacoli per accedere al livello della Coscienza, al Sé è costituito, quindi,dall’Identificazione con l’Io: è proprio in questo senso che va inteso “L’Io ci fa ammalare, il Sé ci guarisce”.
Come accedere alla dimensione COSCIENZIALE che determina il passaggio dall’Io al Sé? La MEDITAZIONE.
Fonte: http://www.centrostudipsiche.it/main/2011/l%E2%80%99io-ci-fa-ammalare-il-se-ci-guarisce-percorso-di-autoconoscenza-tra-biologia-psiche-coscienza/
GLI STESSI, identici (!) CONCETTI ("il pensiero fa ammalare o guarire"), resi operativi e fruibili a tutti con linguaggio divulgativo in quasi 600 pagine di prescrizioni concrete, consigli pratici ed esercitazioni domestiche, unitamente a test e questionari di valutazione per modificare il proprio stile di vita, si trovano ne IL MANUALE PRATICO DEL BENESSERE (Ipertesto editore) un "percorso guidato di auto aiuto per vivere meglio e più a lungo". Patrocinato dal Club UNESCO, finalsta premio Nabokov per la saggistica popolare, quest'anno alla sua seconda edizione italiana. Tra i manuali di auto aiuto oggi è tra i più letti e anche tra i più richiesti in Italia, tramite il web
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