L’esatto momento in cui l’anima lascia il corpo sembra essere stato catturato
dallo scienziato russo Konstantin Korotkov, direttore del
Research Institute of Physical Culture di San Pietroburgo, che avrebbe
fotografato una persona con un dispositivo bioelettrografico nel momento esatto
in cui è deceduta. Korotkov ha scattato la foto con la tecnica Kirlian: il
metodo, adottato dal Ministero della Salute russo ed utilizzato da oltre 300
medici in tutto il mondo come forma di monitoraggio per malattie come il cancro,
è stato perfezionato da Korotkov con tecnica GDV (Gas Discharge Visualization)
che ha poi applicato su una persona in punto di morte.
L’alone azzurro nell’immagine a sinistra rappresenta il momento in cui,
secondo lo scienziato, l’anima sta abbandonando il corpo che, una volta spirato
il soggetto, diviene rosso. Secondo Korotkov, l’ombelico e la testa sono le
parti che per prime perdono la loro forza (cioè l’anima) mentre l’inguine ed il
cuore sono le aree che vengono abbandonate per ultime. Lo scienziato ha
affermato che le immagini da lui ottenute dimostrerebbero che l’anima ritorna
più volte nel corpo, specie in caso di morte violenta o improvvisa, come se
manifestasse uno stato confusionale e ritornasse nel corpo nei giorni seguenti
alla morte: lo scienziato ascrive il fenomeno ad energia non utilizzata che è
contenuta nell’anima. Per Korotkov più la morte è improvvisa e non naturale, più
l’anima, rappresentata dalle onde elettromagnetiche fosforescenti, resta a lungo
vicino al corpo, quasi stentasse ad accettare l’improvvisa separazione.
Per Korotkov, la tecnica potrebbe essere utilizzata per monitorare tutti i
tipi di squilibri biofisici, per le diagnosi in tempo reale ed anche per svelare
se una persona possiede poteri psichici o meno.
Fonte: meteoweb.eu
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Non è la via del Paradiso, ma una reazione chimica: è stata
fotografata la luce che si emette (e che si vede) nel momento del trapasso.
Secondo uno studio condotto dall’Institute of Health Ageing
dell’University College di Londra nel momento della morte all’interno del
corpo si innesca una reazione chimica che rompe i componenti cellulari ed emana
un’onda fluorescente blu da cellula a cellula. Lo studio sconvolgente
(pubblicato sul sito vitadidonna.com) è stato condotto dal professor
David Gems sui vermi che hanno meccanismi pressoché identici a
quelli dei mammiferi. Gems conferma: “Abbiamo identificato un percorso chimico
di autodistruzione che si propaga con la morte cellulare nei vermi, che vediamo
come questa incandescente fluorescenza blu in viaggio attraverso il corpo. E
‘come un cupo mietitore blu, si monitorizza come la morte si diffonda in tutto
l’organismo fino all’ultimo atto.”
In un primo momento si era attribuita questa fluorescenza ad una
sostanza chiamata lipofuscina, che emette una luce bluastra e si accumula negli
organismi con l’avanzare dell’età. Durante lo studio però si è scoperto
come un’altra molecola chiamata acido antranilico sia implicata nella produzione
di questa onda blu. I ricercatori dell’equipe hanno poi bloccato questo
percorso, ponendo le basi per uno studio su come ritardare la morte indotta da
uno stress come le infezioni. Il professor Gems conclude: “I risultati mettono
in dubbio che l’invecchiamento è una semplice conseguenza di un accumulo del
danno molecolare. Adesso bisogna concentrarsi sugli eventi biologici che si
verificano durante l’invecchiamento e la morte per comprendere correttamente
come potremo essere in grado di interromperli”.
http://www.affaritaliani.it/culturaspettacoli/lo-studio-choc-ecco-che-cosa-si-vede-nel-momento-del-trapasso.html?refresh_ce
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giovedì 26 settembre 2013
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