domenica 13 novembre 2016

Fisiologia di un'emozione

Fisiologia di un'emozione

Quando si soffre di un disturbo a livello fisico si tende a curarlo con farmaci e ad individuarlo per mezzo di analisi. La medicina di tipo allopatico, cura ogni sintomo come un nemico da sconfiggere proveniente dall'esterno. Essa cura ma, spesso, non guarisce determinate sintomatologie che poi definirà come croniche.


La pecca della medicina allopatica è proprio quella di scomporre il corpo in un insieme di organi e funzioni senza mai correlarli ma, al contrario, scindendoli e cercando, allo scopo di "guarire" il soggetto, virus, fattori genetici e quant'altro possa farla venire a capo dello stato di disagio lamentato da quella persona che ad essa si rivolge.


La medicina cosiddetta alternativa, invece, considera l'individuo come un complesso formato da anima, mente e corpo. Per questo si parla sempre più spesso di medicina olistica proprio in riferimento al fatto che questo tipo di medicina, a differenza della medicina allopatica, cerca le cause che hanno originato il disturbo senza limitarsi a curare gli effetti e tenendo conto dell'unità Anima-mente-corpo del soggetto da curare.

Se la medicina allopatica è più superficiale, ciò è dovuto al fatto che essa considera il corpo alla stregua di una macchina e lo cura come tale, considerando l'influenza di fattori quali emozioni, ambiente e conflitti interiori come estranei ed irrilevanti quali possibili cause del sorgere dello stato di disagio.
Se quindi la medicina allopatica si rivela indispensabile come medicina salvavita, di contro essa risulta poco efficace e superficiale nel caso di patologie legate a stati di disagio scaturenti da conflitti interiori.

Proprio per compensare questa sua lacuna e per cercare d'imitare la medicina alternativa, è sorta la psiconeuroendocrinoimmunologia. Dietro questo nome così complesso ed ampolloso si nasconde una nuova ed evoluta branca della medicina allopatica classica avente lo scopo di studiare il rapporto esistente fra emozioni e stato di salute delle persone.

Già millenni fa la medicina cinese ed indiana avevano individuato fra le principali cause del disagio fisico dell'individuo le emozioni. Non a caso, sia la medicina indiana che quella cinese compresero presto che dietro un disturbo fisico localizzato in un organo stava un'emozione che determinava una modificazione di carattere fisiologico a carico del sistema anima-mente-corpo, comunemente chiamato essere umano.

Ebbene sì, sono le nostre emozioni a condizionare il nostro stato di salute e non i virus, i geni o l'inquinamento. In parole semplici è ciò che pensiamo a determinare il nostro stato di salute. Ho già parlato dell'influenza delle emozioni sullo stato psicofisico del soggetto nel mio libro L'ARTE DELLA CONSAPEVOLEZZA- YOUCANPRINT EDIZIONI.

Ogni emozione ha un suo potere sul nostro stato fisiologico. Essa ha la capacità di mutare la nostra fisiologia e donarci la salute o, al contrario, farcela perdere. Diversi studi di psiconeuroendocrinoimmunologia hanno dimostrato come a seconda delle emozioni vissute il corpo umano è orientato a migliorare o, viceversa, peggiorare il proprio equilibrio omeostatico (stato di salute).

Se una persona vive in un ambiente a lei ostile o in condizioni di forte stress, automaticamente sarà in uno stato emotivo cosiddetto di attacco o fuga. Questo stato di stress produrrà, a livello fisiologico, degli ormoni quali cortisolo ed adrenalina, gli ormoni dello stress aventi effetti negativi sul sistema psicofisico.
Quando, viceversa, una persona riesce a trovare un equilibrio all'interno della propria Vita, vivendo relazioni soddisfacenti, accettando gli accadimenti senza resistere allo stato di ciò che è, il suo organismo si stabilizzerà in uno stato di benessere e, a livello fisiologico, produrrà gli ormoni del benessere quali ossitocina ed endorfina. Questi ormoni hanno la caratteristica di agire a livello positivo sul sistema neurovegetativo, stabilizzando tutte le funzioni dell'organismo, aumentando la soglia di sopportazione della fatica e migliorando la risposta allo stress esterno.

Ecco quanto è importante pensare bene e risolvere i conflitti interiori! UN SOLO PENSIERO MUTA LA FISIOLOGIA DI CHI LO HA FATTO DETERMINANDO LO STATO DI BENESSERE O DI DISAGIO PSICOFISICO! 

D'altronde la medicina tradizionale cinese, già millenni fa ribadiva il collegamento fra organi ed emozioni. Ad esempio, essa collegava l'emozione rabbia al fegato, la tristezza al polmone, la paura al rene, la simpatia allo stomaco, l'amore al cuore. Per ulteriori approfondimenti in merito, rimando al mio libro.

Ogni emozione ha il potere di mutare sia la fisiologia che la postura di una persona. Diversi atteggiamenti, modi di parlare più o meno veloci, più o meno rabbiosi, sono determinati dallo stato psicofisico della persona alla quale appartengono. 
Da ciò si può trarre una conclusione: tutte le somatizzazioni e i disagi psicofisici in generale comunemente ascritti al rango di patologie croniche dalla medicina ufficiale, sono guaribili. Certo, non è facile direte voi. Ciò richiederà un serio lavoro su di se volto ad individuare ciò che crea quel tipo di disagio. Per far ciò occorre effettuare un'attenta auto osservazione allo scopo d'individuare l'emozione base che crea poi il disagio a livello psicofisico.

La prossima volta che avete mal di testa o accusate altri disturbi simili, sappiate che sono solo somatizzazioni e che l'organo che accusa quel disagio è una semplice spia che vi avverte che è arrivato il momento di cambiare direzione alla vostra Vita. Voi solo potete farlo. Voi solo potete guarirvi, nessuno può farlo al posto vostro perchè nessuno HA INTERESSE A VEDERVI SANI, ALTRIMENTI LE MULTINAZIONALI DEL FARMACO E I MEDICI SI RITROVEREBBERO IMPROVVISAMENTE DISOCCUPATI.

Il sistema vuole individui inconsapevoli e manipolabili allo scopo di guadagnarci sopra. Imparate a mantenervi in salute da soli, documentatevi, ascoltate persone più esperte di voi in questo campo, leggete libri sull'argomento, frequentate seminari e, in generale, fate tutto ciò che ritenete opportuno per cambiare il vostro modo di vedere la Vita ricordando che la salute dista da voi solo un pensiero. Questo pensiero, se positivo produrrà salute attraverso emozioni positive, se negativo vi farà vivere disagi a livello psicofisico e, se reiterato nel tempo e non tenuto nel dovuto conto, potrà portare alla morte. 
Vincenzo Bilotta

venerdì 11 novembre 2016

Malattia: un approccio più sensato è possibile?

Malattia: un approccio più sensato è possibile?
Si sente spesso dire: “era malato”, “aveva un brutto male”, “è stato sfortunato” ecc. con riferimento a chi è stato colpito da gravi patologie purtroppo sempre più frequenti al giorno d’oggi, in particolare cancro o oncoequivalenti, questi odierni modi di dire altro non sono che convinzioni indotte che a certe malattie nulla si può opporre, non c’è scampo; niente di più fuorviante poiché trattasi di una radicata illusione delle coscienze.

In caso di gravi malattie di un proprio caro o di se stessi nessuno si sente in grado di fare delle scelte per contrastare in maniera alternativa il “male” pertanto si è destinati ad un calvario di sofferenza e solo se si dispone di una ferrea motivazione a guarire prima o poi si uscirà dal ciclo infernale di cure i cui effetti collaterali devastanti sono ormai noti a tutti.
Quando si tratta di persone care e di noi stessi io personalmente credo che sia doveroso prendere in mano la situazione in maniera chiara e cercare oltre, oltre a quello che ci viene propinato come “cura” quando al contrario è una batosta che lascia il paziente, già gravato dalla stessa patologia, in una condizione a volte disastrosa e senza alcuna forza interiore di reagire.  

Nessuno si fa carico di ricercare soluzioni differenti dall’usuale percorso di cura imposto come unico possibile, ma comodo e già bello pronto senza alcuno sforzo pur sapendo che gli esiti spesso sono nefasti, quindi l’andazzo è quello di limitarsi a “girare” da questo a quel dottore, ospedale, clinica, analisi ecc. rigorosamente ben “accreditati” in tal modo non si potrà dire che non si ha avuto “cura”; tuttavia qualcosa pulsa sempre sotto le spoglie della coscienza assopita che ogni persona umana ancora ha e solo nel momento del dolore profondo pare riesca a venire a galla.

Non è certo colpa nostra se le cose vanno così, tutti siamo nati in questa società che ci ha abituati ad affidarci e a credere nei suoi metodi e che ha allestito un eccellente(?) sistema sanitario che dovrebbe pensare a curare i malati. Sempre più spesso tuttavia ci si accorge dell’inganno, dell’impossibilità di cura, dell’incapacità anche di diagnosticare alcuni mali e porvi rimedio efficace e quando questo accade allora qualcuno, purtroppo pochi, cerca al di fuori dell’illusione concepita a copertura della claudicante sanità pubblica svegliandosi dall’ipnosi della malattia.

Oggi poi con i più avanzati mezzi nel settore sanitario fa ancora più male sapere di persone sane che a seguito di test diagnostici di controllo, insistentemente pubblicizzati come preventivi[1], si sono ritrovate in un vortice senza fine di cure e disagi di ogni genere, da cui non tutte ne escono a testa alta(vive).

Il problema della falsa prevenzione e sovradiagnosi[2] è ormai arcinoto, ma non si deve assolutamente sapere che i test preventivi non riducono il numero di malati, non prevengono le malattie, non diminuiscono il numero di morti per le rispettive malattie, ma innalzano l’illusione di efficienza del sistema con la scusa che prendendo sul principio il “male” si avranno più possibilità di sopravvivere, cosa che non corrisponde al vero in quanto i metodi ufficiali di cura non tengono conto del malato nella sua interezza ed una semplice diagnosi può, più della stessa malattia, comportare conseguente irreparabili.

La realtà purtroppo è più crudele di quello che normalmente si può immaginare poiché questo sistema preventivo ha il solito scopo di far ingrassare la macchina infernale delle cure dissennate, macchina che viene costantemente oleata e perfezionata per funzionare sempre al meglio, riuscendo a volte a prevedere anni prima il male dal quale saremmo afflitti, giusto per farci stare più tranquilli sia chiaro!

Qualsiasi grave sintomo(non malattia) dovesse presentarsi bisogna analizzarlo in ogni sua componente, basterebbe anche solo porsi in maniera critica a livello fisico(sintomi) per valutarlo nella sua reale gravità e decidere un percorso di cura, che, mi duole dirlo, dovrà essere scelto da noi, non da altri, solo così saremo consapevoli di tutto il “cammino” di guarigione e troveremo la giusta motivazione ad uscire dalla malattia che viene a mancare quando demandiamo il compito della nostra guarigione ad altri.

Per guarire il primo e più importante passo è volerlo e il miglior modo di avviare un genuino convincimento verso la propria(e altrui) salute è proprio quello di occuparsi in prima persona del proprio soffrire.

Quando si sta male sarebbe di fondamentale importante sapere quanto realmente sia grave il nostro malessere, dico sarebbe in quanto la questione è del tutto ignorata dalla medicina tradizionale la quale tratta ogni patologia di forte impatto sociale con lo stesso allarmistico e distruttivo metodo(protocollo). Il cancro anche quando benigno e/o piccolo è pur sempre il “male” da estirpare con immediatezza. Con ogni mezzo, non c’è tempo di farsi domande. Com’è possibile che per un cancro di pochi millimetri ci si accanisca sostanzialmente con le stesse pesanti cure(?) del cancro esteso?

Purtroppo la scienza medica non risponde a questi elementari quanto vitali quesiti, agisce senza pensare a discapito del fisico, ma soprattutto della morale del paziente, la quale viene tenuta costantemente in allarme, sotto lo scacco di una paura agghiacciante poiché il protocollo non ha sentimenti, non ha cuore; il medico spesso cerca di attenuare il colpo, ma così è stato deciso per lui e così deve fare.

Quindi ho compreso che ci tocca valutare il “peso” della malattia autonomamente, dopo aver compreso molto del funzionamento del nostro corpo e di cosa sia realmente la malattia a quel punto potremmo decidere consapevolmente di seguire delle cure alternative e/o naturali che giocoforza, per i motivi suesposti, saranno efficaci. [3] [4] [5] [6] [7]

Avessimo per le mani una tabella della gravità della nostra malattia renderebbe tutto più semplice e di sicuro spazzerebbe via molte paure inutili che aggravano notevolmente le condizioni sanitarie.

lunedì 7 novembre 2016

“I vaccini? Sono tutti approvati senza studi”

“I vaccini? Sono tutti approvati senza studi”

Qualcosa deve essere andato storto se, nel mezzo della campagna pro-vaccini, finanziata dal ministero della Sanità con 495.500 euro per 24 mesi, si stanno incoraggiando provvedimenti punitivi contro i medici che “osano” sconsigliare le vaccinazioni.

Quando la pubblicità non basta
La federazione che riunisce gli ordini dei medici (Fnomceo) ha rivelato l’8 luglio scorso “che sono già stati inoltrati procedimenti disciplinari per i dottori che sconsigliano i vaccini” e minacciato per loro la radiazione dall’Ordine.
Beatrice Lorenzin ha applaudito i metodi forti. Già, il ministro non rappresenta gli “altri” medici – nè quelli in linea con l’Istituto superiore di sanità, che non se la sentono di inoculare gli ultimi vaccini appena immessi sul mercato (per i motivi ben descritti qui) – nè quelli che non considerano tutti i vaccini come appartenenti a un unico calderone ma ne spiegano differenze e finalità. Qui e qui.

Lo spot a spese nostre
Eppure, dicevamo, il ministero ha finanziato una campagna pubblicitaria con denaro pubblico. Cliccate sull’azzurro per leggere l’accordo di collaborazione con la Regione Veneto. È descritto un progetto che risale al 2014 (ma i fondi verranno distribuiti a partire dal gennaio 2017). L’intento è quello di “monitorare la fiducia del pubblico nei programmi vaccinali” e di cogliere “le necessità informative sviluppando un sistema di decisione assistita per le vaccinazioni”.
In sostanza, la cifra servirà a finanziare il sito vaccinarsi.org, perché “un ruolo determinante nella sfiducia crescente nelle vaccinazioni è giocato dai mass media e dal web (…)” e “la rete va assolutamente presidiata” (pag 8).
Grazie al denaro si potrà posizionare il sito in alto fra i motori di ricerca in modo che diventi più visibile. A pag 10 è illustrata “l’importanza di preparare dati fruibili da tutti gli operatori che possano essere disponibili in caso di emergenza mediatica”.

I luoghi comuni
Ma tutta questa sbandierata informazione sui vaccini di fatto non c’è. Ascoltiamo sempre frasi fatte, spot appunto: “i vaccini sono sicurissimi”; “i vaccini hanno salvato l’umanità”; “chi non si vaccina mette a rischio l’immunità del gregge”, “chi divulga pericolosi dubbi sui vaccini non può far parte della Sanità Pubblica”, “i magistrati non devono occuparsi di salute” e via così.
Poi, però, quando si cerca di entrare nel merito, di capire qualcosa sugli studi di efficacia dei vaccini (svolti – magari !- da enti indipendenti); su come vengono raccolti e considerati gli effetti collaterali; sul perchè non esistano in commercio vaccini singoli; sul perchè ad ogni nuova stagione il sistema sanitario ne debba acquistare di nuovi (lasciatecene pagare almeno uno); su quali sono le epidemie pericolose da cui ci dobbiamo guardare; sulle analisi degli eccipienti; sulle strategie vaccinali; sui conflitti di interesse dell’agenzia del farmaco europea Ema che dovrebbe tutelarci… ecco che le famose spiegazioni si dileguano come tanti cubetti di ghiaccio sotto il sole di Taormina.
Dagli spot al vapore acqueo, sempre e solo fumo.

I vaccini sono approvati senza studi
Proviamo a sfatare alcuni luoghi comuni ascoltando l’infettivologo Fabio Franchi.

La Fnomceo ha dichiarato che i vaccini sono sicuri perchè sottoposti a studi randomizzati in doppio cieco, è vero?
“I vaccini, in Europa e negli Usa, non sono considerati farmaci ma misure di prevenzione nonostante in Italia se ne occupi Aifa, l’agenzia per il farmaco. Così, mentre per gli altri medicinali è prevista una lunga procedura di studio prima dell’approvazione in commercio, per le misure di prevenzione (i vaccini, appunto) questa non occorre. Una cosa non richiesta, non si fa. Sui vaccini gli studi controllati randomizzati in doppio cieco con placebo non ci sono“. (Per lo studio randomizzato in doppio cieco si divide la popolazione in due gruppi, in maniera casuale: a una parte si somministra il vaccino all’altra un placebo. E li si segue entrambi nel tempo per osservare l’efficacia del vaccino e prendere nota degli eventuali eventi avversi).

Ma Fnomceo ha dichiarato che ci sono. Cliccate qui il documento originale.
“Ha preso un abbaglio. Mancano gli studi randomizzati in doppio cieco per i singoli vaccini e mancano per le combinazioni di vaccini (trivalente, esavalente). Lo hanno sempre evidenziato le review più importanti sui vaccini (ad esempio la Cochrane Collaboration, spesso citata da ricercatori e medici di tutto il mondo). In più ora l’Agenzia europea per il farmaco (Ema) impedisce ai ricercatori indipendenti la verifica dei dati suggellati da se stessa (come denunciato dalla Cochrane): quello che Ema produce va accolto a scatola chiusa. Come mai per la Fnomceo la trasparenza non è da considerarsi un requisito essenziale?  E dire che la Fnomceo invoca in continuazione il rispetto della metodologia scientifica…”

Quando si prova a fare domande su questi aspetti cruciali, non si riceve risposta.
“Se Fnomceo e istituzioni fossero così sicuri della saldezza delle loro ragioni, non si opporrebbero a un confronto ragionato con eventuali critici. Invece preferiscono evitarlo con l’esilarante motivazione che “sarebbe una falsa par condicio”.  Affermano a priori che è ingiusta la pretesa di “un democratico confronto” tra scienza (esclusivamente la loro) e le “tesi truffaldine”, quelle di chiunque non dia loro ragione”.

Questa condotta rispecchia il codice deontologico dei medici?
“Assolutamente no. Ci impegniamo a sostenere con la persona assistita una relazione di cura fondata sulla fiducia e sul rispetto e su un’informazione comprensibile e completa; a mettere le nostre conoscenze a disposizione del progresso della medicina”.

Quale articolo parla della libertà del medico?
“Gli articoli 4 e 20. La professione del medico è fondata sui principi di libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità. Il medico non si piega a interessi, imposizioni o condizionamenti”.

Un medico può rifiutarsi di consigliare tutti i vaccini a chiunque come vorrebbe la Fnomceo?
“L’articolo 22 recita: il medico può rifiutare la propria opera professionale quando vengano richieste prestazioni in contrasto con la propria coscienza o con i propri convincimenti tecnico-scientifici, a meno che il rifiuto non sia di grave e immediato danno per la salute della persona, fornendo comunque ogni utile informazione e chiarimento per consentire la fruizione della prestazione”.

Genitori paurosi e ignoranti sui vaccini, si informano di più quando devono comprare un'auto nuova!

I VACCINI CAUSANO L'AUTISMO... E MOLTO ALTRO. SVEGLIATEVI, BRANCO DI LOBOTOMIZZATI!
Inutile prendersi per il culo. Guardiamo le cose per come sono.
Viviamo in un'epoca in cui la vita umana non vale un cazzo. A nessuno interessa niente di nessuno, a meno che non ci sia qualcosa da guadagnare.

I rapporti umani hanno raggiunto il loro livello più basso, tanto da fare gli auguri di compleanno su Facebook a persone morte da un pezzo.

Il livello di ignoranza e di inconsapevolezza, poi, uniti alla mancanza totale di pensiero indipendente sono la ciliegina sulla torta: nessuno ragiona con la propria testa e delega di forza agli altri il proprio destino, soprattutto in campo medico.

Greggi di pecore belanti che non sanno nemmeno che cazzo dicono osannano il dottore di turno pro-vaccini, che li prende per il culo nella maniera più sfacciata possibile: con il sorriso sulla bocca.

Scienza qui, scienza lì.
Quando in realtà basterebbe osservare...

Siamo completamente circondati da milioni e milioni di bambini autistici, la cui sintomatologia è senza alcun dubbio iniziata con la somministrazione vaccinale.

Se io vi dessi una bastonata in testa e voi provaste dolore, assocereste la botta alla bastonata o dareste la colpa a un uccello che nel frattempo vi ha cagato dal cielo?
Ecco, questo è quello che fanno questi spocchiosi, arroganti, frustati, incompetenti e marci dottori che arrivano a negare l'evidenza... a negare quello che è davanti agli occhi di tutti.

Vaccino mio figlio e il giorno dopo muore in culla.
Vaccino mio figlio e il giorno dopo smette di guardarmi.
Vaccino mio figlio e il giorno dopo smettere di andare di corpo.
Vaccino mio figlio e il giorno dopo smette di parlare.

Ma la colpa rimane sempre e solo VOSTRA.

Genitori paurosi e ignoranti che studiano ore prima di comprare un'auto nuova, ma che non perdono cinque minuti per capire se vaccinare o meno i propri figli.

Qualunque sostanza venga inserita direttamente nel torrente sanguigno e provochi febbre NON può essere qualcosa di benefico per il corpo, altrimenti, per le Leggi naturali, il corpo NON produrrebbe febbre, che si sviluppa solo ed esclusivamente davanti a qualcosa di negativo.

Una persona su tre muore di cancro. Gli anziani, quando ci arrivano alla terza età, raggiungono l'aldilà completamente devastati nel corpo e nella mente, pieni zeppi di farmaci.

Gli uomini, oltre i 50 anni, sono quasi tutti viagra-dipendenti.
L'essere umano medio, intorno ai 50 (ma anche molto prima) non ha più quasi tutti i suoi denti naturali.

I bambini, soprattutto quelli vaccinati, sono sempre devastati da febbri e tonsilliti, tanto che è raro trovare un bambino vaccinato che vada regolarmente all'asilo.

Gli animali domestici, unici in natura che si vaccinano, hanno la peggior salute del regno animale pur vivendo in condizioni estremamente favorevoli.
Continuate la vostra vita fatta di porchetta, scamorza e vaccini.

Quando, dopo avervi spennato come polli, la "medicina moderna" vi manderà a casa a morire pieni di morfina, con vostro figlio autistico che non potrà accudirvi (e che lui stesso finirà in qualche casa famiglia alimentandola, assieme alla valanga di psicofarmaci che vengono somministrati in questi casi) non dite che Pietro Bisanti non vi aveva avvertito.

Io questa vita la vivrò dall'inizio alla fine in piena integrità fisica e mentale.
E nessuno osi portarmela via con la forza. O saranno cazzi amari.
Pietro Bisanti

sabato 5 novembre 2016

Dittatura sanitaria

Dittatura sanitaria
Non mi sono meravigliata del diktat della Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici: è in linea col governo, da sempre.
Alla luce dei decenni passati tra studio ed esercizio della professione medica, posso sostenere con giusta convinzione che in nessun altro paese del mondo i medici siano maltrattati e umiliati come in Italia.
L’Italia ha il più alto numero di medici  del mondo: qui i medici devono  essere manovalanza a basso costo per essere impiegati in un ramificato sistema succhia-soldi a benefico del malaffare.

Università a porte spalancate dagli anni ottanta, il numero chiuso attuale comunque è una presa in giro, un ulteriore costo per le famiglie e per gli aspiranti studenti che si sobbarcano mesi di studio di quiz assurdi ed esami burletta in giro per il paese, graduatorie, pescaggi e ripescaggi, trasferimenti forzati in altre città per regole mutevoli secondo logiche inespresse, motivate in modo pretenzioso dall’imbecille ministeriale di turno.
Una pletora di studenti senza tutor che intasa Università sempre più povere ma con numero crescente di Cattedre dai nomi fantasiosi (cos’è la “medicina Traslazionale”? – questa parola non l’ho trovata nella Treccani) dove nominare il raccomandato di turno, studenti fuoricorso perenni, mai cacciati perché continuano a pagare rette.

Alla laurea si arriva senza saper fare nulla, nemmeno preparare una terapia venosa, incidere un ascesso, suturare e medicare una ferita banale. Per quello ci sarebbe il corso di specializzazione post-laurea di ben 5 anni, dove però solo ben pochi della pletora dei laureati potranno entrare, per poi essere spesso defenestrati al termine  del corso, ormai con le tempie striate di bianco.

I posti chiave dove far carriera sono già prenotati dalla schiera degli eletti per diritto di nascita, altri posti spetteranno ai meritevoli per militanza politica o per frequentazioni giuste, camere da letto comprese.
Nel corso della mia vita professionale lo stato italiano mi ha fatto lavorare senza versare alcun onere previdenziale, praticamente “in nero”, per sette anni. Nemmeno ho potuto riscattare, allora, ai fini pensionistici gli anni di laurea, causa regole allora vigenti, poi modificate quando ormai le cifre erano diventate irraggiungibili.
Successivamente lo stato italiano ha tolto a molti medici il lavoro obbligando quelli di noi che svolgevano più di una attività, ad abbandonarla e lavorare solo in ospedale; successivamente  ha preteso la “mazzetta” sulla attività libero–professionale, persino se fatta presso il proprio studio privato.

Negli anni recenti, obbligo della posta elettronica certificata, dotazione del POS e persino obbligo di trasmettere alla agenzia delle Entrate le fatture dei pazienti; tutto ciò ha un costo economico che prescinde dal fatturato, ed un costo in termini di scadente qualità di vita.
Per brevità taccio sull’Enpam e sulle tassazioni, sulle vicende dei medici di famiglia.

Il governo dittatoriale, nel silenzio totale della stampa e delle tv sta smaltellando rapidamente,  a colpi di “riforme”, quello che era il Sistema Sanitario Nazionale togliendo le cure persino ai pazienti oncologici mentre vuole imporre l’obbligo vaccinale a tutti  e minaccia la libertà decisionale del medico.

Ormai è chiaro che nessuna forza politica parlamentare difende i diritti dei cittadini, anzi, nessuna ha fiatato contro il diktat dei burattini ministeriali.
Quel che continua a meravigliare è l’acquiescenza degli Italiani, i commenti dei medici sui social sono troppo garbati, i dittatori della medicina meritano di essere presi  a male parole e cacciati.

Ricordiamoci che noi li manteniamo e noi possiamo e dobbiamo rifiutare qualunque imposizione: quella dei vaccini è solo una delle punte di un iceberg enorme che sgretolerà l’intero paese.

Solo la presa di coscienza costruttiva di molti potrà, forse, ritardare, se non impedire tale sfacelo.

La categoria dei medici potrebbe cominciare a ribellarsi, almeno quella parte di essa che conserva dirittura morale, amore per la professione, dedizione alla cura dei malati, rispetto per la propria libertà di giudizio, autonomia da qualunque imposizione politica ed economica.