sabato 11 maggio 2013

Morbillo contro Autismo


Quando il numero di bambini che si ammalano di morbillo è confrontato con il numero di bambini sofferenti di autismo, e il danno relativo a ciascuno stato di malattia è più o meno enfatizzato, diventa evidente che c’è un ordine del giorno dietro alla diffusione mediatica dell’ansia e della paura per il morbillo. Il morbillo è di solito un evento autolimitante che si vive una volta sola nella vita, sempre che ci si ammala. L’autismo, invece, è una vita devastata per sempre, e dai numeri è molto più frequente di quanto si possa pensare.

In pratica, ci risiamo. La paura abituale che va oltre il morbillo è in pieno svolgimento. Ad ascoltare il clamore dalla medicina ufficiale, definizione quest’ultima che stride sempre di più con gli interessi di industrie farmaceutiche il cui vero obbiettivo è garantire utili ai propri azionisti, si potrebbe pensare che è tornata addirittura la peste, non la malattia relativamente mite che è di fatto il morbillo. La realtà è che l’epidemia di autismo passa in secondo piano rispetto all’enfasi del rischio del morbillo.

Prima, però, diamo un senso all’isteria montante del morbillo partendo da ciò che i quotidiani vanno scrivendo al riguardo del Galles. Ad aprile un uomo di 25 anni è stato trovato morto, e la stampa parlava già di morbillo prima ancora che fosse confermato da esami di laboratorio ancor oggi non molto chiari. Le notifiche inoltrate anche per sintomi clinici simili al morbillo nella maggior parte dei casi si sono dimostrate tutt’altro che precise. The Telegraph urla “Due milioni di bambini a rischio di morbillo“. La corsa alle vaccinazioni è per colpa dei non vaccinati, eppure nessuno dei rapporti racconta se coloro che hanno contratto il morbillo sono stati vaccinati [per esempio, il virus del vaccino è differente da quello selvaggio], oppure sono stati vaccinati tardivamente [col doppio rischio che la vaccinazione tardiva non copre contro la malattia e fa lievitare la diffusione virale, in quanto la vaccinazione trivalente è a virus vivi e la sua storia è tutt'altro esente da rischi], oppure non erano vaccinati.

Il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità [OMS] per la regione europea, con sede a Copenaghen [Danimarca], Zsuzsanna Jakab, dichiara:

"Ogni paese della regione europea deve cogliere l’occasione ora per aumentare la copertura tra le popolazioni suscettibili, migliorare la sorveglianza e ridurre severamente la circolazione del virus del morbillo prima che il morbillo raggiunga un picco elevato."

Sorvolando sul fatto che trattasi della stessa signora che consigliava di vaccinarsi contro l’influenza suina, si tratta di un’affermazione che rimarca in modo evidente e tipico i messaggi usati dalla lobby vaccinale per dire che l’unica condizione che può spiegare l’epidemia è il cattivo comportamento di una parte di cittadini, e che i paesi europei devono avviare una campagna di vaccinazione obbligatoria.

Come sempre, l’implicazione è che i genitori che non vaccinano i loro figli sono colpevoli, non solo per il danno ai propri figli, ma anche perché mettono a rischio tutto il vicinato che, per quanto vaccinato, non si comprende bene cosa ha da temere. I rischi delle vaccinazioni non sono mai considerati. E c’è una ragione per questo: se i pericoli e le probabilità di un danno da vaccino sono confrontati con quelli del morbillo, la verità comporterebbe una diffusa resistenza a questa vaccinazione [tra l'altro combinata con anti-parotite e anti-rosolia] e ad altri vaccini.

Proviamo a fare un confronto per vedere i relativi rischi da morbillo e da vaccinazioni.


Secondo la BBC, dal novembre 2012 ad oggi, sono stati notificati [non significa "confermati" e comprendono altresì gli errori di diagnosi] 1.039 casi di morbillo in Galles con un aumento di 28 nuovi casi in due giorni, manco fosse in atto la fine del mondo. Se proviamo ad estrapolare degli ipotetici dati annuali, avremmo 3100 casi di morbillo in un anno su una popolazione di 66 milioni di abitanti [ovvero lo 0,004%].

Supponiamo che questo tasso prosegua negli anni successivi, in modo che un totale di 3100 bambini si ammalano di morbillo ogni anno. Secondo l’Ufficio di Statistica Nazionale del Regno Unito, il numero di nati vivi nel Regno Unito negli ultimi anni è stato circa di 790.000 bambini per annualità. La maggior parte di questi bambini vengono vaccinati. Supponiamo che un numero molto conservatore ha effettivamente ricevuto le vaccinazioni per la maggior parte delle malattie infantili, così da mantenere il numero dei vaccinati al 80% [ben al di sotto della soglia di "immunità del gregge" del 95%] pari a circa 632.000 bambini.

Ora, il tasso di autismo attualmente accertato è che circa 1 bambino su 50 sviluppa la patologia. Questo dato rappresenta il 2% di tutti i bambini, e finora, solo i bambini vaccinati soffrono di questa malattia [provate a trovare un bambino autistico non vaccinato!]. Quindi, se ci riferiamo alla stima appositamente prudente di 630.000 nuovi bambini che vengono vaccinati ogni anno, otteniamo che il numero di nuovi bambini autistici sarà di circa 12.600!

Questi 12.600 bambini malati cronici, ai quali è stata devastata la vita, si aggiungeranno a tutti quelli degli anni precedenti e degli anni a venire. Cosa ne pensate del divario abissale tra 12.600 bambini autistici ogni anno, malati cronici, contro 3.100 bambini che si ammalano di morbillo? Anche moltiplicando il numero di casi di morbillo di dieci volte, in brevissimo tempo risulterebbe comunque minore rispetto ai tanti bambini che vivono una vita intera di dolore e limitazione causata dall’autismo, per non parlare del salasso per le loro famiglie e per la società nel suo complesso.

Pochi giorni, anche un paio di settimane, di un comune esantema infantile [per il quale tutti quelli della generazione 1970, oggi, sono da considerare dei "sopravvissuti"] non si possono confrontare con una vita intera completamente distrutta, piena di dolore e di debolezza fisica.

Ora consideriamo i decessi. La statistica spesso riportata per decessi da morbillo è di circa 1 su 1000 casi. Ciò significa che possiamo anticipare circa 3 morti causati quest’anno dal morbillo, ovvero 1 ogni quadrimestre secondo i dati che stanno emergendo dal Galles. Confrontiamo questi dati con l’unica causa credibile della morte in culla [sindrome della morte improvvisa infantile - SIDS] che è la vaccinazione. Sia studi tedeschi [2006 Unexplained cases of sudden infant death shortly after hexavalent vaccination] che quelli dimenticati dell’ISS [2011 Sudden unexpected deaths and vaccinations during the first two years of life in Italy: a case series study] ricollegano i decessi intervenuti entro 48 ore dalla prima vaccinazione con esavalente.

Il Lullaby Trust del Regno Unito [ente di consulenza e sorveglianza per le morti in culla] riporta che ci sono state 287 morti in culla nel 2010. Confrontate le 3 morti da morbillo contro le 287 morti in culla ricollegabili alle vaccinazioni, e quindi aggiungete i 12.600 nuovi casi di autismo ogni anno. Il morbillo non è ancora nello stesso ambito, in termini di danno!

Nemmeno nel peggiore dei casi il morbillo non si può paragonare all’autismo e alla morte in culla, sia per la gravità del rischio che dei numeri coinvolti. Dov’è quindi il senso della misura nei mezzi di informazione e nelle nostre istituzioni di salute pubblica?

Se consideriamo gli effetti e le perdite complessive che provoca solamente l’autismo, è palese che il morbillo non è della stessa partita. Tuttavia, si sceglie di spendere enormi risorse contro il morbillo. Un’enorme campagna mediatica di quotidiana paura è stata avviata, con l’obbiettivo di pressare tutti, genitori e adulti, per richiedere sempre più vaccinazioni. Allo stesso tempo, l’autismo e la morte improvvisa infantile ricevono poco più di due parole cariche di ipocrisia nei giorni della memoria a loro dedicati.

Sembra ovvio a noi, e a tutti coloro che personalmente hanno compiuto lo sforzo di andare a leggere i dati, che è in atto una insidiosa campagna di depistaggio in corso. Il suo scopo è quello di promuovere la convinzione che i vaccini sono più utili che dannosi, per spaventare letteralmente le persone e spingere i genitori a vaccinare i loro figli e anche se stessi, non importa quale sarà il costo personale o sociale.

L’autismo e la SIDS vengono ignorati, mentre lo sforzo si concentra sulla paura quotidiana per spaventare le persone e spingerle negli ambulatori vaccinali. In questo momento, la malattia di prima scelta è il morbillo. L’ultima volta è stata l’influenza. La prossima volta ne troveranno un’altra ancora e la causa saranno i calli ai piedi. Le campagne vanno e vengono, ma tutte si basano sulle stesse tecniche: ignorare e negare i danni dei vaccini e le malattie croniche che provocano, mentre si soffia sul fuoco della paura contro le malattie che sono raramente più di una sgradevolezza che passa.

La paura alza le vendite e, con la complicità di opinion leaders [individui ingaggiati dalle aziende farmaceutiche che formano, come margherite in un campo, intere agenzie di comunicazione per annunciare imminenti catastrofi e spingere - dietro l'impulso dei cattivi maestri - a diffidare della verità seminando il discredito], Big Pharma non solo sa come fare mercato ma anche come distogliere l’attenzione dal vero incubo!

Fonte: Autismo & Vaccini

1 commento:

  1. da piccola mia madre mi portava a casa dei bambini che avevano morbillo, varicella, e compagnia bella per farmi prendere tutte queste malattie che si prendono una sola volta nella vita. Risultato: le ho prese tutte, dagli orecchioni alla scarlattina, e ora non devo preoccuparmi di niente. Oggi invece madri in preda al panico fanno vaccinare i loro bambini, d'altronde non mi stupisco, gli fanno anche il vaccino antinfluenzale... l'ignoranza fa più stragi di una guerra.

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