mercoledì 15 maggio 2013

Cig in crescita - Cgil: "persi 2.600 euro a testa" - Cisl: "Altri 178mila posti a rischio"

Maggio 2013 - Oltre 365 milioni di ore di cassa integrazione, 530 mila lavoratori coinvolti a zero ore, una perdita di reddito per 1,4 miliardi di euro. Sono i numeri, segnalati dalla Cgil, di una crescita della cig "senza freni" in questi primi quattro mesi dell'anno, e che "delineano una situazione drammatica e che reclamano una risposta, che non sia pero' quella di finanziare gli ammortizzatori in deroga con le risorse per la formazione o per detassare la produttività'".

Nel rapporto di aprile dell'Osservatorio cig della Cgil Nazionale sulle rilevazioni Inps emerge un quadro critico dello stato del sistema produttivo e della condizione dei lavoratori: il solo mese di aprile ha messo a segno circa 100 milioni di ore di cassa, con un trend che mira a sfondare il tetto del miliardo di ore anche per il 2013. Il tutto per un totale di 530 mila lavoratori in cassa a zero ore da inizio anno che hanno subito un taglio del reddito per 1,4 miliardi di euro, pari a 2.600 euro netti in meno per ogni singolo lavoratore.

Un rapporto, quello della Cgil, diffuso mentre si discute del provvedimento del governo per finanziare gli ammortizzatori sociali. Infatti, osserva il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada, "i dati di aprile richiamano, per l'ennesima volta, la necessita' di dare centralità al mondo del lavoro". "Ma le opzioni di cui si discute -aggiunge Lattuada- non sono assolutamente all'altezza: sarebbe infatti intollerabile utilizzare i fondi per le politiche attive e per detassare la produttività, a maggior ragione dopo le forzature su quest'ultimo punto, sanate poi dalle parti, per finanziare gli ammortizzatori in deroga".
La dirigente sindacale inoltre, nel sottolineare come "insieme alla cassa integrazione in deroga c'e' il tema della mobilita' in deroga e dei contratti di solidarietà'", punta il dito contro le ipotesi allo studio e che ritiene siano "una scelta sbagliata e recessiva, che ripercorre strade già praticate, ovvero quelle di usare le scarne risorse del lavoro invece di industriarsi per trovarne di nuove e aggiuntive.Il lavoro ha bisogno di risorse e non di un travaso tra quelle poche già esistenti".

Anche la Cisl lancia l'allarme. Nei primi quattro mesi dell'anno in media sono stati in cig 600.000 lavoratori equivalenti a zero ore secondo la Cisl. Ma tra questi, nei prossimi mesi, circa 178.000 sono i posti "a rischio", lavoratori cioè che dopo il fermo potrebbero non rientrare sul posto di lavoro.

Fonte: StudioCataldi.it 

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