mercoledì 8 maggio 2013

La leucemia - la fase di riparazione dopo il cancro alle ossa

Del Dott. G.R. Hamer


Alcuni lettori, a cui forse è stata fatta la diagnosi di leucemia, vogliono sapere che cosa è la leucemia, altri credono di saperlo già, perché hanno letto molto al riguardo (di medicina ufficiale).

La maggior parte dei pazienti, che già da un po’ sono coinvolti in questa questione, ha in comune il fatto di pensare solo «ai valori ematici». Se ad esempio si chiede loro come va, spesso la risposta è: «Grazie, va bene, i miei leuciti sono scesi a 50.000, così ha detto il mio medico».

La medicina ufficiale non sa che cosa sia la leucemia. Non ne conosce le cause. Crede però che sia maligna e, se non trattata, che porti alla morte.

Il trattamento sintomatico della medicina ufficiale consiste nella chemio-«terapia». La mortalità è molto alta.
Solo la leucemia linfatica dei bambini, che in passato non veniva trattata essendo innocua, dà qualche pseudo successo con (poca) chemio.
Il termine «leucemia» deriva dal greco antico e significa «sangue bianco», volendosi intendere che nel sangue periferico si trovano relativamente più globuli bianchi del normale. Inoltre non si tratta dei normali leucociti, ma di forme immature, cosiddette «blasti».

Tutte le cellule sanguigne, anche i cosiddetti «eritrociti», sono prodotte nel midollo osseo e precisamente per divisione delle cosiddette «cellule staminali» del midollo osseo.
Sebbene i blasti, a differenza dalle loro cellule madri, le cellule originarie, non possano più dividersi ed entro pochi giorni vengano metabolizzati dal fegato ovvero vengano rielaborati in nuovi mattoni proteici, per i medici tradizionali i leucoplasti sarebbero molto maligni. Si crede persino alle «metastasi leucemiche» e agli «infiltrati leucemici».

Esistono diverse forme di leucemia.
La leucemia linfatica, la leucemia mieloide e la leucemia monocitica.
Oggi si sa che queste forme possono avvicendarsi fra di loro. Dal punto di vista del decorso ci sono delle leucemie acute e croniche.
Secondo l’opinione della medicina ufficiale esistono anche delle cosiddette «leucemie aleucemiche», espressione con cui si intendono quelle leucemie che mostrano blasti nel midollo osseo, ma non nel sangue periferico.

Si crede che tutto ciò non abbia nulla a che fare con psiche e cervello.
Si ritiene che la leucemia sia una malattia del midollo osseo puramente sintomatica.
Sotto questo aspetto, del tutto ipotetico, la terapia delle medicina ufficiale verte a far diminuire il numero dei leucoblasti. Lo si ottiene «con successo» mediante veleni cellulari a spese del midollo osseo. Se il midollo osseo ovvero le cellule staminali si riprendono, viene subito applicato il successivo giro di chemio nella supposizione di scacciare così i leucoblasti maligni ovvero di distruggerli.
Il cosiddetto «trapianto di midollo» parte dalla congettura ipotetica che, quando si è irradiato il midollo di tutto lo scheletro con una dose che uccide l’organo, occorra solo iniettare delle nuove cellule staminali «compatibili» nel circolo sanguigno che allora (secondo l’ipotesi) troverebbero la strada verso il midollo osseo distrutto, vi si insedierebbero per produrre dei leucociti ormai «normali».
Tuttavia non si è ancora mai potuto provare che anche solo un’unica cellula staminale estranea sia attecchita nel midollo osseo o che i destinatari del midollo osseo abbiano a quel punto il gruppo sanguigno (che comprende 150 sottogruppi ognuno con fattori specifici) del donatore. Eppure si continua a «credere» e a fare come se la cosa fosse esatta.

Se un paziente sopravvive a un tale «trapianto di midollo osseo», è solo perché per qualche motivo non ha ricevuto la dose piena di irradiazioni che uccidono l’organo.
Allora le cellule staminali proprie a un certo punto iniziano di nuovo a produrre. Ciò viene venduto come successo terapeutico.
I fatti, ben noti, non vengono confutati.
Ma le conclusioni e le conseguenze terapeutiche a cui si è giunti sono tutte sbagliate. Inoltre la medicina ufficiale non trova alcuna spiegazione riguardo alle cause della leucemia, e in linea di massima fa delle pseudo terapie a casaccio.
Noi della Nuova Medicina abbiamo dimestichezza con la leucemia perché:
a)     sappiamo le sue cause e il suo decorso
b)     ne riconosciamo il senso biologico e
c)     sappiamo che la leucemia fa parte del programma speciale, biologico e sensato di certo più frequente che conosciamo.

Di seguito vogliamo esporre la visione dettagliata della Nuova Medicina con cui possiamo persino comprendere gli errori compiuti sinora.


Che cos'è la leucemia per la Nuova Medicina? 
Risposta: la leucemia è la seconda fase (fase di riparazione) di un programma speciale, biologico e sensato del foglietto embrionale medio (mesoderma) e precisamente del cosiddetto «gruppo di lusso» diretto dal midollo cerebrale. «Gruppo di lusso» perché qui il senso biologico sta nella fine della fase di riparazione invece che nella fase attiva, come per tutti gli altri gruppi.


Che cosa prevede l’intero programma speciale, biologico e sensato?
Risposta: osteolisi (atrofia ossea) nella fase di conflitto attivo e ricostituzione dell’osso (che diventa più forte e solido di prima) nella fase di riparazione.
Risultano modificati anche i valori del sangue e del siero, i cui relativi sintomi avevamo sinora erroneamente interpretato come singole «malattie».


 Quali sintomi vediamo nella fase di conflitto attivo? 
Risposta:
1)     Osteolisi = riduzione, decalcificazione ossea = atrofia delle ossa = osteoporosi
2)     Cerebralmente: FH nel midollo cerebrale in configurazione a bersaglio
3)     Psichicamente: conflitto di svalutazione di sé generalizzata (bambino o anziano)
4)     o specifica alterazione vegetativa: simpaticotonia, disturbo del sonno, perdita di peso, estremità fredde, pensiero costantemente fissato sul conflitto.
5)     Riduzione fino al massimo della resistenza delle parti scheletriche osteolizzate
6)     Panmielotisi avanzata:
- anemia
- leucopenia
7)     Progressiva riduzione dell’efficienza a causa dell’anemia.


Quali sintomi vediamo nella fase di conflitto risolto? 
Risposta:
dopo la risoluzione del conflitto (CL) l’organismo passa alla fase di riparazione vagotonica, in questo caso alla fase di ricostruzione dell’osso (ricalcificazione). Si manifestano uno dopo l’altro i seguenti sintomi:
1)     Espansione vagotonica dei vasi sanguigni e linfatici. Il diametro dei vasi aumenta da 3 a 5 volte. Per il fattore pi greco x r2 (r = metà diametro) il volume nei vasi aumenta. Poiché all’inizio della fase di riparazione il numero di eritrociti e leucociti a disposizione non è ancora aumentato rispetto a prima della conflittolisi, il volume deve essere ripristinato con siero sanguigno. Perciò i valori di emoglobina, eritrociti e leucociti (compreso il valore dei trombociti) scendono proporzionalmente, anche se in effetti il numero delle cellule sanguigne non è diminuito di una sola cellula. Chiamiamo questo fenomeno, la «pseudo-anemia-meccanica», che sembra molto drammatica, ma di fatto non lo è.
2)     Dopo una/tre settimane si verifica un aumento dei leucociti, per lo più basti, cioè la cosiddetta leucemia.
3)     Dopo altre 3-8 settimane (a seconda della durata della fase CA e quindi dell’estensione delle osteolisi ossee in modo corrispondente alla massa conflittuale) vediamo un aumento degli eritrociti, fino ad arrivare alla eritremia. Cioè significa un maggiore quantità di globuli rossi nel sangue periferico nonostante l’espansione dei vasi, dunque proporzionalmente avremmo troppe cellule sanguigne nel sistema vascolare se il diametro dei vasi fosse normale.
4)     Grande stanchezza, fiacchezza estrema, buon appetito. (…)
5)     Dolori ossei per la dilatazione del periostio a causa dell’accumulo di callo.
6)     Tendenza ad emorragie per i vasi dilatati e il sangue molto diluito.
7)     Ricalcificazione della zona ossea osteolizzata (…)
8)     Idem nel caso di reumatismo articolare acuto (osteolisi in prossimità delle giunture).
9)     Idem in caso di cifosi, cifoscoliosi.
10) Idem con spondilite anchilosante (Bechterew).
11) Idem con osteosarcoma
12) Idem con frattura ossea con DHS


Che cosa significa tutto ciò? In tutti questi sintomi elencati la leucemia è sempre il sintomo di accompagnamento del quadro ematologico periferico o per lo meno del midollo osseo, se non si trovano i cosiddetti «blasti» nel quadro sanguigno periferico e sempre solo nella fase di riparazione.
La leucemia, la fortuna della leucemia, è certo il sintomo più frequente della medicina che si conosca. Il livello dei leucociti periferici (12.000 o 300.000) dipende da una reazione individuale e non ha alcun particolare significativo.

Tratto dal libro: "Testamento per una Nuova Medicina"





2 commenti:


  1. Laura , grazie ..molto interessante..
    Serena serata!

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  2. Night Lady Was Here Today!
    JUST TO WISH YOU A SAFE
    AND WONDERFUL WEEKEND !!!

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