Ultimamente
su questo blog abbiamo avuto visite di persone interessate al
problema sclerosi multipla, fermo restando che questo spazio web non
si occupa di cure ma e' soltanto un luogo dove le persone raccontano
le loro esperienze e discutono delle loro idee, riproponiamo un articolo gia' pubblicato mesi fa
dove viene esposto un approccio diverso da quello "ufficiale" alla problematica in
questione.
Articolo pubblicato su
"L'Adige", sui quotidiani "Il Resto del Carlino",
"Il Giorno" e la "Nazione" di domenica 30/3/2008.
"Via
libera alla cura Di Bella. Il tribunale obbliga l'Azienda a pagare la
terapia."
L'
Azienda sanitaria dovrà pagare le spese per la cura della sclerosi
multipla ispirata al controverso «metodo Di Bella». L'efficacia
della terapia è stata sancita, per la prima volta in Italia, da un
Tribunale, quello di Trento, che di conseguenza ha condannato
l'Azienda a riconoscere le spese della cura. La sentenza chiude una
lunga battaglia giudiziaria avviata da una donna di 27 anni che da
cinque lotta contro la sclerosi multipla. La cura «ufficiale» non
aveva dato i risultati sperati: tanto da spingere la donna a battere
altre strade, fino alla terapia alternativa che si ispira ai metodi
sviluppati da Di Bella e dal costo di circa 500 euro al mese.
LA
SENTENZA
Sì
alla cura Di Bella per la sclerosi multipla.
L'Azienda
Sanitaria ora deve pagare
Secondo
i giudici la terapia e' stata efficace
sergio
damiani
Per
la prima volta in Italia un Tribunale, quello di Trento, ha di fatto
riconosciuto l'efficacia della cura alternativa ispirata al «metodo
Di Bella» per la cura della sclerosi multipla. L'Azienda sanitaria e'
stata infatti condannata a pagare le spese della terapia. La sentenza
chiude una lunga battaglia giudiziaria avviata dall'avvocato Claudio
Severini per conto di una donna di 27 anni che da cinque anni lotta
contro una malattia terribile. La sclerosi multipla colpisce il
sistema nervoso centrale, in particolare cervello e midollo spinale.
Non esiste una cura definitiva universalmente riconosciuta che ne
blocchi la progressione e porti il paziente alla piena guarigione.
Come per altri gravi patologie, i medici procedono per tentativi per
individuare la medicina che sul singolo paziente risulti più
efficace. E cosi' e' stato anche la la giovane malata di sclerosi. La
terapia convenzionale si basa sull'assunzione di interferone. Ma la
cura «ufficiale» non ha dato i risultati sperati: non solo non ha
bloccato la malattia, ma ha prodotto fastidiosi effetti collaterali.
Furono gli stessi medici - ha sottolineato nel suo ricorso l'avvocato
Severini - a suggerire di interrompere l'assunzione di interferone.
La donna a quel punto decise di provare un'altra strada. Ormai oltre
un anno fa si rivolse ad un neurologo modenese che le propose una
terapia alternativa, che si ispirava ai metodi sviluppati da Di
Bella, a base di melatonina e somatostatina. La donna accetto' benche'
l'Azienda sanitaria di Trento non riconoscesse il rimborso per quel
tipo di farmaci. Questo per lei comportava un vero salasso economico:
400-500 euro tutti i mesi, ma per la salute ovviamente non ci sono
sacrifici troppo grandi. La sorpresa, positiva, arrivo' nei mesi
successivi: la cura dava risultati concreti, bloccando il progredire
della malattia ed eliminando i pesanti effetti collaterali
dell'interferone. Con in mano i certificati medici che attestavano
l'efficacia della nuova cura, la donna si rivolse all'avvocato
Severini per promuovere una causa contro l'Azienda sanitaria. Nel
ricorso si chiedeva che venisse rispettato il principio della libertà
di cura, ma anche il codice deontologico del medico: visto che la
sclerosi multipla non e' una malattia con una cura definitiva - si
sostiene - il medico dovrebbe cercare di alleviare le sofferenze del
paziente, rallentare il decorso della patologia e garantirne la
qualità di vita migliore. Una prima battaglia la pazienta la vinse
quando il perito nominato dal giudice, il professor Francesco De
Ferrari di Brescia, riconobbe che nel suo caso la cura aveva dato
risultati positivi. Sembrava fatta, ma poi la sentenza fu sfavorevole
alla paziente: ricorso respinto, le cure restavano a carico della
donna anche se questo di fatto dimezzava il suo stipendio. A questo
punto l'avvocato Severini ha fatto ricorso in appello. Nei giorni
scorsi il Tribunale - con i giudici Giorgio Flaim, Giulio Adilardi e
Battista Palestra - ha ribaltato la prima sentenza accogliendo il
ricorso. L'Azienda sanitaria e' stata condannata a pagare le cure. Il
medico «discepolo» di Di Bella e la sua paziente hanno vinto la
loro battaglia.
L'avvocato
Claudio Severini: causa per le spese pregresse.
«Decisione
importante, e' la prima volta in Italia»
E' soddisfatto l'avvocato Claudio Severini. Non e' la prima volta che il
legale, specializzato in contenziosi di natura sanitaria, promuove
una causa per il riconoscimento di "cure alternative". E'
la prima volta, pero', che vede accogliere le sue ragioni per una
malata di sclerosi multipla. Sono contento soprattutto per la
cliente. La cura alternativa, chiamiamola impropriamente pseudo-Di
Bella, su di lei ha avuto risultati positivi: ora lavora e pratica
persino attività' sportiva. La terapia tradizionale a base di
interferone su di lei aveva avuto invece effetti pesanti. Erano stati
gli stessi medici curanti a interrompere le cure. In primo grado però
il giudice vi aveva dato torto. Sono rimasto sorpreso perche' la
perizia ci dava ragione. Il professor De Ferrari, che e' un luminare,
aveva riconosciuto che la cura alternativa aveva dato risultati
positivi. Per questo guardavo con ottimismo all'appello. Ma perche'
l'Azienda non voleva passare le cure? Sostenevano che c'erano altre
cure tradizionali da provare. Ma noi abbiamo obiettato che non si
poteva pensare che la paziente sperimentasse su di se tutte le altre
cure, visto che già aveva trovato una terapia efficace. I giudici
evidentemente hanno seguito il vostro ragionamento. E' un fatto
importante perche' e' la prima sentenza di questo tipo in Italia per
la sclerosi multipla. Adesso cosa accadrà'? L'Azienda sanitaria dovra'
pagare le cure. E per le spese sostenute in passato? Vedremo se fare
una causa.
Il
professore
La
cura si ispira alle teorie del medico e fisiologo Luigi Di Bella,
morto nel 2003. Il dottore modenese sali' alla ribalta delle cronache
per una sua controversa cura contro il cancro. La sua terapia aveva
previsto protocolli anche per le malattie neurologiche. La
sperimentazione sancì, nel 1999, la sostanziale inefficacia
("inattività") del cosiddetto "multitrattamento Di
Bella".
postato
da: STAFF DI BELLA INSIEME (MODENA) in data: 2008-03-29 12:56:22.0
Fonte:
http://www.dibellainsieme.org/sezione.do?nome=testimonianze
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