Gli Stregoni Toltechi dell'Antico Messico e la loro caccia al Potere
Don Juan racconta che in un periodo tra 7.000 e 10.000 anni fa vi furono diverse persone sugli altipiani del Messico che per vari motivi, fecero uso di piante psicotrope. Attraverso stati alterati di coscienza, essi scoprirono aspetti del mondo fino ad allora sconosciuti, ma si spinsero anche più in là e percepirono dimensioni o realtà assolutamente aliene rispetto al mondo consueto.
Questi antichi sciamani non erano affatto rozzi “primitivi” dediti al piacere stordente delle droghe. Al contrario, erano veri e propri ricercatori della verità dotati di sobrietà e disciplina. Un simile atteggiamento permise loro di non lasciare nulla al caso e di sistematizzare qualunque percezione degna di nota in un contesto ordinato, coerente, pragmatico. Le esperienze di questi antichi sciamani con le piante di potere vennero organizzate come vere e proprie ricerche nel campo della coscienza umana. Questo li portò nel tempo a elaborare una evolutissima concezione del mondo che, a partire dalle smisurate potenzialità della coscienza umana, mira a sistematizzare le possibilità di esplorare gli infiniti aspetti della realtà.
Gli sciamani dell’antico Messico riconobbero che ciò che chiamiamo normale percezione è solo il prodotto di una convenzione sociale, ovvero una descrizione del mondo del tutto arbitraria, e che essa può, tramite mezzi adeguati, essere smantellata e sostituita da altre forme di percezione parimenti reali ed “oggettive”.
«Tramuta tutto in ciò che è veramente: l’Astratto, lo Spirito, il Nagual. Non c’è stregoneria, né il male, né il diavolo. C’è solo la percezione.» Don Juan Matus (1)
Essi erano in grado, attraverso l’uso delle piante psicotrope, di trasformarsi in animali od in piante e di compiere innumerevoli altre imprese inimmaginabili – e questo non al livello di semplici proiezioni psicologiche, ma nella realtà effettiva. Gli sciamani dell’antico Messico elaborarono così la vera stregoneria, ossia una vera e propria arte della manipolazione della percezione.
Nel corso delle generazioni, gli antichi stregoni diventarono sempre più esperti nel riconoscere gli infiniti volti delle cose percepite (il fenomeno) e giunsero ad un tipo di percezione oltre il quale non si può andare: la percezione del mondo come energia (il noumeno). Don Juan chiama questa straordinaria impresa il vedere. Il vedere non inteso come guardare con gli occhi, ma come percezione totale da parte di tutto il proprio corpo energetico.
«Gli occhi di un uomo possono svolgere due funzioni: la prima è vedere l’energia così come fluisce nell’universo e la seconda è “guardare le cose di questo mondo”. L’una non è migliore dell’altra, ma addestrare i propri occhi solamente a guardare è una rinuncia inutile e disonorevole.»
Don Juan Matus (2)
Il vedere costituì il fine principale delle loro pratiche e le conoscenze che ne scaturirono divennero la base conoscitiva di tutte le generazioni successive di stregoni.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
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