La Fabbrica della “Salute” (si fa per dire)
Oggigiorno siamo tutti malati. Come si spiega questo in un
mondo in cui la ricerca promette continuamente di debellare l’umanità dalle
malattie? Alla base di ciò sono una errata percezione di ciò che sono le
“malattie” ma soprattutto enormi interessi economici. La notizia positiva è che
è possibile cambiare questo stato di cose, a partire dall’assunzione di
responsabilità della propria salute in prima persona. Oggigiorno è virtualmente
impossibile vivere da sani.
Oggigiorno la normalità è vivere da malati e del
resto se il settore medico-farmaceutico è il primo al mondo per fatturato un
motivo ci sarà. E fin qui è tutto procede sui binari della normalità, perché noi moderni crediamo sia normale “ammalarsi”,
crediamo sia normale “essere malati”, crediamo normale ricorrere ai medici, agli
ospedali, alle medicine, per “curarci”. Noi crediamo che per
curarci abbiamo bisogno della medicina, possibilmente una Medicina con la “M”
maiuscola. Non è del resto la “guerra contro le malattie” il compito ufficiale
di cui è investita la Medicina nell’immaginario comune? Da qui è tutto un
proliferare di guerre: contro il cancro,
contro l’alzheimer, contro la
sclerosi, il diabete, la depressione, quello
e quell’altro. Del resto in un mondo in guerra contro tutto e tutti
(natura, animali, popoli, clima, ecc.) non è normale essere in guerra anche
contro le malattie?
Noi
crediamo nella religione della medicina che ci salverà dalle malattie che,
cattive che non sono altro, ci vogliono tutti morti. Bisognerebbe invece
ficcarsi bene in testa anzitutto che i
medici, con tutte le eccezioni del caso (e questo sia ben chiaro), non sono
esperti di salute ma di malattie (che non è stessa cosa) e soprattutto che noi
non viviamo affatto grazie alla medicina ma nonostante questa.
Del resto alcune cifrette parlano chiaro: la medicina, tra vaccini, somministrazioni di farmaci
con effetti collaterali vari, infezioni contratte in ospedale, diagnosi ed
interventi chirurgici errati, varie ed
eventuali, è la prima
causa di morte negli Usa (oltre 800.000 statunitensi muoiono ogni
anno per colpa della medicina ufficiale) e
la terza in Europa (2). Ma questo non conta perché nella nostra
testa la Medicina ci salva e nemmeno le cifre ci convincono del contrario.
Se non avessimo abdicato del tutto
alla nostra capacità di formulare pensieri logici e di buon senso, ci porremmo
immediatamente un paio di domandine molto semplici:
da dove vengono le malattie? E, soprattutto, cosa sono le malattie? Ma queste
domande non ce le poniamo perché siamo stati educati a credere nel mondo in cui
viviamo e nelle sue strutture, di cui la tecno-medicina scientifica è senza
ombra di dubbio una struttura portante. Insomma, se ci ammaliamo la colpa non è
mai del mondo e del modo in cui viviamo e proprio per questo crediamo nella
Medicina che ci salverà. Perché la Medicina fa parte di quel mondo e rinnegarla
significherebbe rinnegare quel mondo, cioè rinnegare come viviamo.
Perché ci “ammaliamo” dunque? Pensiamoci un attimo: siamo animali
fisiologicamente frugivori e ci cibiamo di carne, pesce, latticini, uova, grani
(il tutto ovviamente ben cotto e devitalizzato) combinandoli per di più tra
loro (rendendo così la digestione estremamente difficile ed energeticamente
dispendiosa, energie che il nostro corpo non può convogliare alla “salute”) e
generando in tal modo tossiemia, ma questo non importa. Questi (pseudo)cibi che
ingeriamo quotidianamente sono pieno di veleni e composti chimici per la loro
colorazione, conservazione, ecc., ma anche questo non importa. Inoculiamo
vaccini (organismi geneticamente modificati, metalli vari, formaldeide, ecc.)
nei corpi dei nostri bimbi (e anche adulti), ma la cosa non è determinante. Nel
corso della nostra vita assumiamo medicinali (cioè veleni) per “curarci”, ma
pure questo non incide affatto. Respiriamo aria satura di composti chimici e
nanoparticelle (sono dappertutto) ma la cosa non conta affatto.
Conduciamo vite del tutto
innaturali, con
pochissimo movimento, seduti per ore dietro ad un computer, su un divano, sul
sedile di un auto, al chiuso di una casa, un ufficio, una fabbrica, un centro
commerciale, un centro abbronzatura, quando sappiamo benissimo che il nostro
corpo è fatto per muoversi e stare all’aria aperta). Ma questo non ci fa
niente. Siamo costantemente immersi in
campi elettromagnetici, ma potranno mai essere i campi elettromagnetici i
responsabili della nostra salute? Usiamo
l’aria condizionata per il troppo caldo e il riscaldamento per il troppo
freddo (ormai non siamo in grado di sopportare più nulla), con ciò indebolendo progressivamente il nostro corpo. Ma nemmeno a
pensare che un corpo indebolito e con le difese immunitarie altrettanto
indebolite possa essere la causa delle nostre malattie! Ma come ci viene in
mente?! Abbiamo lavori orribili e senza senso che ci fanno stare male,
relazioni perlopiù altrettanto orribili al lavoro, in famiglia, in società, ma
la cosa non conta nulla.
Siamo stanchi, depressi, annoiati,
stressati, del tutto privi di gioia ed entusiasmo per la vita, ma non ci passa
nemmeno per la testa che tutto questo possa influire minimamente sulla nostra salute.
Assumiamo droghe di ogni genere
(ufficiali e non)
ma la cosa non incide minimamente. Spalmiamo sulla nostra pelle creme, lozioni,
rossetti, shampoo, you name it,
anche questi tutti pieni di composti chimici e delle onnipresenti nanoparticelle,
le quali, essendo nano,
eludono le naturali barriere protettive del nostro sistema immunitario per
arrivare dritte al sangue (e lì fermarsi). Ma pure questo non incide sulla
nostra salute perché in fondo, (non)ragiona il cittadino medio, potranno mai
essere creme, lozioni, rossetti, shampoo e tutto il resto i responsabili delle
nostre malattie? Ma dai, non sono stati testati negli asettici laboratori del
mondo progredito? Non hanno ottenuto l’imparziale placet per la commercializzazione dei vari Ministeri della
Salute (leggi, della Malattia)?
Si
potrebbe andare avanti all’infinito ma il senso è chiaro: la vita moderna, con tutte le sue impalcature e
strutture, non si mette in discussione. Anzi, per risolvere
questa cosa un po’ scocciante delle malattie che di tanto in tanto vengono a
turbare le nostre meravigliose vite moderne, di vita moderna ce ne
vuole ancora di più. Quindi ci vuole ancora più sviluppo (tecnico,
scientifico, medico, economico), appena un po’ di più, fino a che tutto,
abbiate fede, andrà a posto come da promesse reiterate. In ogni caso, se tra
voi ci fosse ancora qualche dubbioso, volete mettere con il passato, quando
tutti morivano come mosche? Uno sterminio terribile. E se proprio rimane
qualche ultimo scettico recalcitrante critico della Megamacchina che domina le
nostre vite, lo si zittisce con la frase magica che taglia la testa al toro: oggi si vive di più. Questa frase
sortisce l’effetto miracoloso di mettere tutti in riga. Peccato non sia vera.
Ciò che si è allungata non è la vita media bensì l’aspettativa di vita, che è
tutt’altra cosa (tratterò il tema nel prossimo articolo “La fabbrica dell’infelicità).
Per
tornare a noi, dopo anni e decenni di abusi, soprusi e avvelenamenti vari, il nostro
corpo, che a differenza del mondo della Medicina e delle multinazionali
farmaceutiche, ci vuole bene, e che, a differenza nostra, è intelligente, cerca di comunicarci, attraverso la
“malattia”, che qualcosa non va, che stiamo facendo qualcosa di
sbagliato; il nostro corpo ce lo dice, per l’appunto, attraverso l’insorgenza
di quella che chiamiamo “malattia”. Ma
noi non sappiamo più ascoltare il nostro corpo; sappiamo solo seguire i
consigli e le prescrizioni degli “esperti”, questi grandi salvatori
dell’umanità (Umberto Veronesi, tanto per fare un nome tra i tanti) di fronte
ai quali bisognerebbe genuflettersi ogni volta che per l’appunto ci dispensano
i loro consigli e le loro miracolose prescrizioni (e a cui bisognerebbe fare
statue in piazza), questi “grandi esperti” formatisi alle più prestigiose
università del mondo progredito con i master conseguiti in qualche università
ancora più prestigiose (sarà un caso, ma anche le università sono controllate
dall’alto dalle lobby tecno-farmaceutiche; ma pure questo non conta nulla).
Ma
insomma, dirà il lettore, se quando ci “ammaliamo” la colpa non è dei nostri
orribili, malsani, assurdi, folli, insensati, del tutto innaturali stili di
vita, chi è il responsabile allora? Se ci vengono un raffreddore o la febbre
(tanto per stare sul leggero) di chi è la colpa? Ma di un microbo, no? O di un
germe, un bacillo, il freddo, troppo sole, troppo vento (tutte cose, fateci
caso, “naturali”. L’aria condizionata no on ci fa ammalare, ma il vento sì) o
se proprio il colpevole non si trova, allora sarà stato il caso, il fato, il destino,
la sfortuna (che è ciò che di
norma la gente commenta quando a qualcuno, dopo decenni di vita innaturale,
viene un cancro: “poveretto. Che
sfortuna!). Capite, la colpa non è di come viviamo, ma della sfortuna. Il mondo e il modo in cui
viviamo non si toccano!
A
questo punto però siamo “malati” ed ecco allora arrivare lancia in resta in
nostro soccorso, la Medicina con i
suoi medici-stregoni e le sue
medicine-pozioni magiche, che
riporta tutto nei binari della normalità (ovvero della malattia, perché noi
dobbiamo vivere “malati”), che riporta tutto sotto controllo, un sotto controllo che ovviamente ci tiene
tutti sotto. Sì, proprio
sotto il potere della Medicina e delle lobbies
tecno-farmaceutiche. C’è una semplice realtà che non si vuole accettare: la medicina non ci cura mai ma solo e sempre di
sopprime dei sintomi.
Pur
con tutte le infinite difficoltà a vivere in maniera sana in questo mondo,
abbiamo comunque la possibilità di farlo. Per fare questo bisogna assumersi la
responsabilità della nostra salute senza delegarla ad altri perché noi,
naturalmente, già sappiamo (sapremmo) cosa fare e come vivere per essere in
salute.
Un buon punto di partenza è capire che la “salute” è la condizione normale degli esseri umani (e non solo), per poi proseguire con la consapevolezza che la malattia in sé non esiste ma è solo una (importantissima) comunicazione che il nostro organismo sta facendoci pervenire riguardo al nostro alterato stato di salute. Poi si prosegue (re)imparando ad ascoltare il nostro organismo, comprendendo ciò che stiamo facendo di sbagliato che ci fa “ammalare”, infine, con una generalizzazione necessaria in questa sede, riprendendo a vivere in maniera più naturale (a partire dal modo in cui ci alimentiamo). Insomma, cominciamo a fare qualcosa a favore della nostra salute piuttosto che contro.
La Fabbrica della Salute invece, lo avrete notato, si regge
su tutt’altro: fantasmagoriche ricerche medico-scientifiche che ci salveranno
(ma per il momento siamo sempre più malati), produzione di medicamenti
portentosi che ci libereranno per sempre
dalle malattie (“trovata la cura per
sconfiggere il cancro, l’Alzheimer o qualunque altra cosa”,
strombazzano ai quattro venti con ciclica ripetitività i media di potere),
ospedali, presidi medici (soprattutto in quei paesi poveri dove non hanno nemmeno gli ospedali. Però
adesso sono malati e prima no), università, ecc., insomma tutto un grandeambaradan
che però non riesce a nascondere la verità: e cioè che siamo malati. Del
resto, se non lo fossimo, non ci sarebbe alcun bisogno di medicine, ospedali,
presidi medici, facoltà di medicina e tutto il resto, e la Fabbrica della Salute
non sarebbe la prima al mondo per fatturato. Magari è proprio questa la
causa delle nostre malattie.
(1)
Manicardi, Enrico, Liberi dalla
Civiltà, p. 10, Mimesis Edizioni (2010)
(2)
Nul-Dean-Feldman-Smith, Medicina
Assassina (2004), in A.A.V.V., Tutto
quello che sai è falso 2. Secondo manuale dei segreti e delle bugie”, Nuovi
Mondi Media (2004)
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