giovedì 11 giugno 2015

Seno, patologie e paure


La mammella è una ghiandola esocrina la cui funzione è di produrre, nel periodo successivo al parto, il latte, che esce sotto lo stimolo della suzione.
Essa è costituita da:
v   l’apparato duttulo-lobulare (le ghiandole) che comprende i dotti periferici e gli acini dove “si produce il latte”;
v   il sistema dei dotti galattofori, che permettono di portare il latte all’esterno;
v   un tessuto connettivo e adiposo con funzioni di sostegno.

E’ l’organo simbolo della “protezione” poiché una mamma stringe il suo bimbo al seno per proteggerlo. Le ghiandole sono strutture “vitali” poiché la loro secrezione permette al bimbo di nutrirsi e svilupparsi, mentre i dotti galattofori sono delle strutture “relazionali” che mettono in “comunicazione”, “uniscono”, le ghiandole al capezzolo.
Le ghiandole aumentano al verificarsi inaspettato di un “dramma umano”; il figlio o il partner sono improvvisamente in pericolo e la ghiandola, sollecitata, produce una secrezione più abbondante e nutriente, per fornire simbolicamente l’energia necessaria a superare il momento critico.
Per il cervello, figlio e partner, sono tutti coloro o tutto ciò che si “materna”: ad esempio il libro che sto scrivendo e che potrei considerare come << il mio bambino, la mia creatura>> o il gatto che può rappresentare il “cucciolo” di cui mi occupo amorevolmente come un figlio.
I dotti galattofori sono la sede del tumore duttale, oggi molto frequente.
Ai nostri giorni sempre giorni sempre più sono le donne che subiscono e soffrono a causa di separazioni dai figli o dai mariti. Poiché i dotti sono strutture relazionali, nel momento della sofferenza il cervello “toglie” la struttura che simboleggia la relazione come se, così facendo, non si avesse più a soffrirne. E’ quando il contatto è ritrovato, che si forma il tumore duttale, che ha lo scopo di rinforzare i dotti come se simbolicamente la donna desse così concretezza alla relazione che non vuole perdere mai più.
Mentre nelle ghiandole il tumore si manifesta nel momento del conflitto, per i dotti esso prende corpo quando lo stress è finalmente terminato.
Il seno sinistro rappresenta la protezione o il contatto che offro e quello destro la protezione o il contatto che ricevo. [1]

Considerazioni.
La natura della donna è quella di accogliere, amare, accudire, nutrire, crescere e curare (anche il “nido”), tutte queste sue funzioni ancestrali fanno parte di ogni donna, anche le più “moderne” che si occupano d’altro rispetto al loro vera natura, tuttavia l’inconscio collettivo, le funzioni degli organi e la loro simbologia che si sono configurati nei millenni non sono cambiati e quindi ancora oggi la donna per poter adempiere alla sua naturale “vocazione” di essere d’amore e creatore per eccellenza, “utilizza” simbolicamente sempre la stessa parte del corpo: il seno.
Si tratta di emozioni e stati d’animo, consci ed inconsci, che qualsiasi donna nella vita ha provato e che somatizza a livello del seno.
Appare chiaro quindi che il seno è costantemente sottoposto a “sollecitazioni” e modifiche endocrine e strutturali(fisiche) di varia “entità”- rilevanza, in relazione all’intensità del “vissuto”; la donna non se ne accorge nemmeno, a meno che non si tratta di forti eventi drammatici vissuti il cui epilogo sfocia in malattie del seno che danno dei marcati sintomi.
Bisogna tener presente che il vissuto è unico per ogni donna quindi non può applicarsi alcun criterio di standardizzazione o generalizzare su particolari eventi o emozioni percepite.
Possiamo vedere la patologia del seno come un segnale d’amore; l’amore di una madre, di una compagna o di una figlia che non hanno potuto dare “di più” alle persone amate.
Non è trascurabile il fatto che oggi moltissime donne scoprono di essere “ammalate” a tale organo vitale non tramite i sintomi di madre natura,  bensì tramite gli screening preventivi tanto di moda oggigiorno e che consentono di cogliere sul nascere patologie del seno che potrebbero arrecare grave pregiudizio(?) all’integrità femminile.
Quello che di norma non viene detto poiché non ritenuto interessante, ai meri fini lucrativi, è analizzare quello che avrebbe comportato alla donna la mancata scoperta di tale “imperfezione” nel suo seno, anzi di solito si calca la mano sulle nefaste conseguenze che ciò potrebbe comportare senza esporre chiaramente che molti processi tumorali, di cui il nostro corpo è pieno, non danno alcun sintomo e si dissolvono autonomamente.
Gli screening e la relativa sovradiagnosi purtroppo non consentono di abbassare il tasso di mortalità di questo e di altri fenomeni patologici, ma aumentano solo il numero dei malati, ecco il fine di lucro, i quali a seguito del devastante impatto, soprattutto emotivo, della diagnosi e del successivo protocollo aggravano le proprie condizioni di salute invece di migliorarle e quindi, come già spiegato bene in altri articoli, si possono verificare le famigerate metastasi con tutto quello che ne consegue.

Teniamo sempre a mente che la malattia, quando si manifesta, ha un suo scopo è grazie al cielo non è quello nefasto che ci hanno sempre fatto credere, ad esempio per rimanere in tema di patologie del seno, in caso si sia vissuta una situazione personale molto difficile di “separazione” vengono interessati i dotti galattofori che sul momento per necrosi si riducono con delle ulcere che all’atto del ritrovare la calma o il “contatto” si riformeranno più forti di prima con una proliferazione cellulare(tumore), si tratta di cellule dei dotti e non hanno alcuna intenzione di uccidere la donna, questo non significa che non inducano l’essere in una condizione dolorante e disabilitante durante tale processo riparativo, qualora di forte entità. 
Analogamente se per un conflitto di “non riuscire a proteggere, curare, tenere(per sè), sostenere(sfamare) il nido familiare inteso nel senso più ampio (figli veri o ritenuti tali, partner, casa, persone di casa, padre, sorelle, fratelli ecc.), il cosiddetto conflitto del nido”,  sono interessate le ghiandole che producono latte o siero all’atto del dramma, per meglio superarlo, aumentano le dimensioni e le secrezioni, senza sintomi e al termine vengono demolite per caseificazione arrecando sintomi molto forti ed invalidanti qualora di forte entità.
Conoscendo le funzioni del seno e le sue reazioni biologiche al nostro vissuto, strettamente personale, dovrebbe essere più facile e naturale affrontare la vita di tutti i giorni e la malattia qualora dovesse giungere?
Perché nessun “canale” ufficiale ci dice come stanno veramente le cose?
Perché ci fanno vivere nell’ignoranza della malattia e nel terrore che essa arrivi?
Ognuno si faccia le proprie domande e cerchi le risposte che gli consentano di proseguire un’esistenza che sia degna di essere definita tale.
Marcello Salas


Approfondimenti necessari:
Articoli relativi al tumore al seno [QUI] [QUI];
Articoli relativi allo screening, sovradiagnosi e prevenzione[QUI] [QUI].
Articoli che spiegano cosa sono veramente le metastasi[QUI]


Come Portare alla Luce la Realtà Nascosta della Malattia Voto medio su 20 recensioni: Da non perdere

2 commenti:

  1. L'ho sempre detto che il cancro è, spesso, generato da situazioni "stressanti", ma mi hanno sempre guardato come se stessi bestemmiando o peggio !
    La verità, purtroppo, non porta danaro a chi "vive" fabbricando farmaci, chemio, ecc.
    E' vero che le malattie le generiamo noi stessi con i nostri comportamenti non consoni oppure sfruttando troppo il nostro corpo, il difendersi e non cadere in queste trappole dovrebbe essere insegnato a scuola sin dalle elementari, FORSE ci sarebbe un'umanità più sana ! Ma come sempre vivo di sogni !!!
    Grazie infinite i vostri articoli sono sempre magnifici ed istruttivi.
    Buon tutto a tutti voi detto sinceramente e di cuore.

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    1. Di questi sogni viviamo anche noi, sappiamo che non si realizzeranno, ma noi non demordiamo e diamo una mano come possiamo con informazioni alternative di cui oggi se ne sente sempre più spesso il bisogno.

      Grazie per gli apprezzamenti e la condivisione del tuo pensiero.
      Auguro ogni bene anche a te anonimo e credo di parlare a nome di tutti noi del blog.

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