venerdì 22 dicembre 2017

L’assoluzione del giudizio



Il giudizio è una possibilità di essere compreso o di comprendere. Il giudizio, può essere personale o collettivo, ossia, può essere un pensiero rivolto ad un’altra persona oppure un pensiero storico di gruppo che si tramanda nel tempo. Collettivo o culturale, il giudizio spesso è inserito anche nelle usanze o nelle regole sociali di molte culture. Anche se la gente continua a dire che non giudica, lo fa perché è necessario. Perché è impossibile non farlo. Quello che non si percepisce è la differenza fra il giudicare ed il condannare. Il giudizio è un’opportunità per comprendere. La condanna non lascia possibilità, è la sentenza. 
Abbiamo pensieri sentenziosi continuamente perché essi nascono da un’interferenza fra ciò che siamo e ciò che vediamo al di fuori di noi. Nasce nella paura di perdere ciò che pensiamo sia giusto: l’opinione, il potere e l’ammirazione degli altri. 
Giudicare è naturale e necessario ed è anche una garanzia. Le modalità del giudizio agiscono secondo il tempo storico, la cultura ed il livello di conoscenza delle persone. In qualsiasi dialogo si percepisce il giudizio, ma le persone si affrettano a dire che non stano giudicando ed in realtà è vero, non stano giudicando… ma condannando. 


Il giudice o l’atto del giudizio è tanto antico quanto l’uomo stesso. È da sempre collegato alle figure di potere, alla crudeltà o alla benevolenza. Il giudice era e lo è tuttora, una figura sociale che gode di credibilità rispetto e ricchezza. Il popolo non può compararsi al giudice ed è per questo che temiamo giudicare: non abbiamo il permesso. Nella storia umana sono sempre esistiti gli errori di giudizio, come per esempio, quegli della inquisizione, che seguivano la mentalità ed il comportamento dell’epoca (in quel caso, erano leciti). Condannare ora le religioni, tuttavia, non ha più alcun senso. Forse noi (persone che non giudicano ma che condannano), siamo già pronti a comprendere l’evoluzione ed assolvere il passato imparando, con esso? Può darsi sia un gioco di parole ma se le parole sono l’unico modo con il quale esprimiamo ciò che abbiamo dentro, è bene fare attenzione al linguaggio ed evolvere assieme ad esso.

Luciane A. Dos Santos 
http://www.lucianedossantos.com

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