Un'analisi dei
rischi/benefici derivanti dalla vaccinazione contro pertosse, tetano,
difterite, poliomielite e haemophilus influenzae B
Alessandro Silva - 03/08/2012
Alessandro Silva - 03/08/2012
La Dr.ssa Anne Schuchat, direttrice del Centro
Nazionale per l’Immunizzazione e le Malattie delle vie Respiratorie
(Atlanta, USA) segnala, nell’anno corrente, 18.000 casi di
pertosse a livello nazionale, ben il doppio del numero di casi
registrati nello stesso periodo durante il 2011 e il più alto numero
di casi (sempre in questo periodo dell’anno) a partire dal 1959.
Ma cos'è la pertosse (o tosse canina)? E' una malattia
causata da un batterio, la Bordetella pertossi, ed è una delle
malattie infettive più contagiose, tanto che, un bambino infetto,
può contagiare fino al 90% di bambini non immuni con cui viene a
contatto. Si trasmette per via aerea con la tosse o gli starnuti. Il
vaccino contro la pertosse è un preparato costituito da interi
microrganismi o parti di essi opportunamente trattati in modo da non
essere più pericolosi per l’essere umano ma comunque in grado di
suscitare una risposta immunitaria con produzione, da parte del
soggetto ricevente, di anticorpi neutralizzanti il microrganismo
stesso.
Dal 1940 fu messo a disposizione il vaccino DTP
ossia un formato da una combinazione di vaccino antidifterico (D),
antitetanico (T) e antipertussico (P). Negli ultimi anni è
disponibile il nuovo vaccino “acellulare” (DTaP) contenente cioè
soltanto alcune parti del batterio.
Per l’immunizzazione dei bambini, oggi di solito, è
utilizzato il Vaccino Esavalente formulato contro la pertosse, il
tetano, la difterite, la poliomielite, l’epatite virale B, e le
infezioni da Haemophilus Influenzae di tipo B (Hib, una forma
influenzale). Le dosi del vaccino esavalente vanno
somministrate per legge a tutti i bambini in varie fasce di età: tra
2, 4-6 mesi, 15-18 mesi e 4-6 anni. Un successivo richiamo, noto come
Tdap, è necessario all’età di 11-12 anni.
Tuttavia, i dati raccolti dal Centro di Controllo e prevenzione
delle Malattie delle nazioni americane (CDC) mostrano come
l’81%
dei soggetti di età inferiore ai 18 anni, che hanno ricevuto tutte
le dosi di DTaP da bambini, sviluppano comunque la pertosse e che,
l’efficacia reale del vaccino, per i bambini di età compresa tra 8
e 12, anni si attesterebbe solo intorno al 24% (solo 2,4 bambini su
10 non si ammalano di pertosse). Il
Centro di controllo sta verificando se questo fenomeno possa essere
attribuito al vaccino di nuova formulazione introdotto negli USA dal
1997, che sostituisce il precedente, sospettato di causare danni
neurologici.Di fronte a questi dati, a Washington, i funzionari della sanità di stato, hanno giustificato la bassa percentuale di effeccacia facendo presente che: la pertosse è una malattia ciclica, per la quale il picco del livello d’infezione è raggiunto ogni 4-5 anni, indipendentemente dalla copertura garantita dai vaccini e, anche con la vaccinazione, l’immunità tende ad attenuarsi nel tempo. Per tali motivi i funzionari avrebbero stabilito come:
1) tutti gli adulti che non sono stati
vaccinati contro la pertosse dovrebbero ricevere il vaccino,
soprattutto le donne incinte e coloro che sono o verranno a contatto
con i bambini;
2) sia necessario modificare il piano delle
vaccinazioni eseguendo tre somministrazioni primarie e tre dosi di
richiamo.
Ma due dosi in più di vaccino in più saranno
realmente sufficienti a contrastare la bassa efficienza
d’immunizzazione riscontrata? Inoltre, che tipo di effetti
collaterali possiamo aspettarci nella somministrazione di questo
vaccino in ulteriori dosi anche su donne in gravidanza?
Possibili effetti collaterali del vaccino
esavalente
Uno studio condotto presso la UCLA (University of
California, Los Angeles) ha indicato che, negli Stati Uniti, circa
1.000 bambini muoiono ogni anno come conseguenza diretta della
vaccinazione. I tipici sintomi di una reazione avversa
al DTaP si manifestano pochi giorni dopo la somministrazione e
comprendono: febbre alta, collasso, ore di pianto persistente,
diarrea grave e/o con sangue, arrossamento, gonfiore e forte dolore
nel sito d’iniezione. Inoltre sintomi gravi possono manifestarsi
anche qualche tempo dopo la somministrazione.
Negli ultimi quattro decenni, intensive campagne di
vaccinazione di massa hanno notevolmente aumentato la percentuale di
bambini americani vaccinati i quali, prima di andare all’asilo,
hanno già ricevuto ben 34 dosi di 10 diversi vaccini virali e
batterici.
Nell’autunno del 1997, i CDC* confermarono come il
numero di americani ammalati di diabete fosse vertiginosamente salito
negli ultimi 40 anni, con un picco 6 volte superiore rispetto al
1958. Risalgono al 1949 le prime segnalazioni, in letteratura medica,
di come i bambini trattati con il vaccino contro la pertosse
mostravano problemi a mantenere stabile il livello di zuccheri nel
sangue.
Nei successivi decenni fu formulata l’ipotesi
che, non solo le infezioni virali ma anche i vaccini costituiti da
virus “attenuati”, potessero essere dei co-fattori per la
comparsa del diabete. Sia la tossina prodotta dalla
pertosse che il virus della parotite e quello della rosolia sono in
grado di infettare le cellule delle isole pancreatiche produttrici di
insulina, riducendone drasticamente il livello e causando la comparsa
di malattie croniche come il diabete di tipo I. Studi
condotti a partire dagli anni 80’ dimostrano come anche i vaccini
costituiti da virus “attenuati” (di rosolia, pertosse e parotite)
intervengono nello sviluppo del diabete di tipo I.
Soluzioni alternative e corretta
informazione
La guarigione da una malattia naturale come la pertosse
conferisce un’immunità naturale acquisita che è più forte e
resistente di qualsiasi immunità artificiale indotta da un vaccino,
la quale, per mantenere alto il tasso di protezione, necessita di
continui richiami. Le alternative per rafforzare il sistema
immunitario esistono e prevedono sicuramente uno stile di vita sano e
un’alimentazione attenta e salutare. Ci si può rivolgere a
Pediatri/Medici esperti in Medicina Naturale e Omeopatia per
richiedere programmi personalizzati per il proprio bambino o per se
stessi. Premesso questo, la vaccinazione dovrebbe essere una scelta,
da valutare caso per caso tenendo conto dei rapporti rischi-benefici
dopo aver ricevuto un’informazione corretta dalle autorità
sanitarie. Purtroppo, non è sempre così.
I vaccini obbligatori in Italia
Come stabilisce il D.M. 7 aprile 1999, in
Italia, i vaccini obbligatori, sono solamente quattro, cioè
antidifterite, antitetanica, antipoliomelite e antiepatite B
mentre, tra quelli “non obbligatori” ma spesso ugualmente
iniettati ai bimbi in età pediatrica, ricordiamo:
l'antimorbillo-parotite-rosolia (MPR), l'anti Haemophilus influenzae
b, come anche l’antiparotite e l’antirosolia.
Tuttavia, nelle ASL, anziché informare correttamente i
genitori in merito ai vaccini obbligatori per legge e, quindi,
effettuare solamente i quattro vaccini obbligatori ai bambini in età
pediatrica, viene fornito ed iniettato ai piccoli il classico
vaccino esavalente, che contiene anche due dei molti vaccini
facoltativi, ossia l'antipertosse e quello contro le infezioni da
Haemophilus influenzale.
Questo è grave per due motivi. In primo luogo non sono
disponibili in un unica soluzione solamente i quattro vaccini
obbligatori (con uno spreco di denaro pubblico che si stima esser
pari a 114 milioni di euro l'anno). Inoltre, la
somministrazione polivalente dei vaccini (siano essi in unica
formulazione o iniettati uno dopo l’altro in un’unica
seduta), può comportare danni da sovraccarico e choc del sistema
immunitario.
Del resto, come afferma anche il Dr. Roberto
Gava, famoso farmacologo-tossicologo, tra i principali sostenitori
italiani dei rimedi naturali e autore del saggio “Le vaccinazioni
pediatriche”: “Un punto non può essere trascurato: per
portare avanti la campagna commerciale di vendita dei vaccini
combinati, l’industria farmaceutica sta ostacolando sempre più il
reperimento di vaccini singoli”.
Fonte: www.scienzaeconoscenza.it
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